jaco ha scritto: 11 apr 2020, 17:32
ruttobandito ha scritto: 11 apr 2020, 16:42
jaco ha scritto: 11 apr 2020, 16:15
ruttobandito ha scritto: 11 apr 2020, 14:29
Sono sicuro che agli occhi del Signore sia meglio un onesto e sincero miscredente che l'ipocrita fariseo.
O almeno così mi disse un prete una volta.
Giuseppone, intervieni ti prego. Ho bisogno di conferme.
Non sono Giuseppone che eventualmente interverrà, ma la prima cosa che voglio dire è che dare dell'ipocrita fariseo a qualcuno senza conoscerne la storia la vita e soprattutto la fede, ma sulla base di una provocazione in un forum è piuttosto presuntuoso...
Premesso che si trattava di un'asserzione di principio e non di un'accusa precisa (e anche se fosse, difenderesti l'indifendibile altrettanto presuntuosamente), a differenza vostra le mie colpe me le porterò in tomba perché per me non ci sarà indulgenza, l'ipocrisia non mi è concessa.
Dailà... potremmo avere tutti delle sorprese a quanto disse...
...comunque non difendevo nessuno...
Amico mio ti rispondo con piacere. Sarò per ovvie ragioni sintetico e salterò dei passaggi ma mi auguro di essere chiaro.
La base della fede sono i 10 comandamenti , i primi tre riguardano il rapporto verticale , Dio e noi, e gli altri quello orizzontale cioè noi e gli altri.
Il primo IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME
Trai vari aspetti del comandamento è importante annotare quello che vieta
Questo Comandamento proibisce:
- il politeismo e l'idolatria che divinizza una creatura, il potere, il denaro, perfino il demonio;
- la superstizione, che è una deviazione del culto dovuto al vero Dio e che si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia, stregoneria e spiritismo;
- l'irreligione, che si esprime nel tentare Dio con parole o atti; nel sacrilegio, che profana persone o cose sacre soprattutto l'Eucaristia; nella simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali;
- l'ateismo, che respinge l'esistenza di Dio, fondandosi spesso su una falsa concezione dell'autonomia umana;
- l'agnosticismo, per cui nulla si può sapere su Dio, e che comprende l'indifferentismo e l'ateismo Questo Comandamento proibisce:
- il politeismo e l'idolatria che divinizza una creatura, il potere, il denaro, perfino il demonio;
- la superstizione, che è una deviazione del culto dovuto al vero Dio e che si esprime anche nelle varie forme di divinazione, magia, stregoneria e spiritismo;
- l'irreligione, che si esprime nel tentare Dio con parole o atti; nel sacrilegio, che profana persone o cose sacre soprattutto l'Eucaristia; nella simonia, che è la volontà di acquistare o vendere le realtà spirituali;
- l'ateismo, che respinge l'esistenza di Dio, fondandosi spesso su una falsa concezione dell'autonomia umana;
- l'agnosticismo, per cui nulla si può sapere su Dio, e che comprende l'indifferentismo e l'ateismo pratico.
Come vedi,il miscredente purtroppo di per se non può essere salvato a meno che si penta, sinceramente dal profondo del cuore, delle sue azioni e sia assolto, oppure se non potendo essere assolto sul punto di morte si affida alla misericordia divina e li però non c’è alcuna certezza.
Dio vede di buon occhio il peccatore, cioè tutti noi, e non il corrotto cioè quello che pecca senza avvertire la gravità del comportamento e tantomeno cercare, attraverso la,confessione, che sarebbe meglio chiamare sacramento della riconciliazione, l’assoluzione.
Discorso diverso è per il fariseo quando è ipocrita che oggi corrisponde al cristiano ipocrita. Quello che per capirci è pronto a giudicare gli altri e crede di essere superiore in quanto vive secondo i comandamenti. In questo caso è il peccato di superbia, il più grave tra i vizi capitali che pone l’ipocrita allo stesso livello del miscredente agli occhi del Signore. Normalmente però l’ipocrita si confessa e anche qui se il pentimento è sincero e sincera è l’intenzione di non commettere più il peccato riceve l’assoluzione. Chi Dio ama più di tutti sono i poveri in spirito e cioè
Sempre umile ai suoi occhi. Non esalta se stesso; non è orgoglioso. Anche se viene forse considerato insignificante dagli altri, vede tutto come la volontà di Dio e si rallegra che gli è concesso condividere le sofferenze di Cristo. Diventa naturale per lui seguire la via dell’Agnello; l’umiliazione diventa il suo nutrimento, l’esaltazione la sua ricompensa. (1 Pietro 5:5; 1 Pietro 4:13; 1 Pietro 5:6)
Ama fare tutte le opere nel nascosto e senza ricevere onore dagli uomini. (Matteo 6:1-4)
Ama occupare il posto più basso, non perché desideri essere stimato di più, ma perché pensa che quello sia esattamente il posto che si addice a lui. (Luca 14:7-11; Filippesi 2:3)
È riservato nella sua condotta – né aggressivo né esigente.
Ama non cercare il proprio interesse per il beneficio degli altri. (Filippesi 2:4)
Non cerca di essere qualcosa grande, sia a livello terreno che spirituale; il suo unico desiderio è fare la volontà di Dio da momento in momento.
Non cerca di guadagnare l’influenza sulle persone, ma tutto il suo desiderio è che le persone possano giungere sotto l’influenza di Dio. (1 Corinzi 2:1-5; 1 Corinzi 9:19-23)
Il tempo è prezioso per lui – non ha tempo da sprecare; tuttavia è calmo e non è mai portato a fare nulla in fretta. (Efesini 5:16-17)
Santifica se stesso affinché gli altri, con il suo esempio, possano santificarsi nella verità. (Giovanni 17:19; 1 Timoteo 4:16)
Rinuncia a se stesso cosicché la sua vita non possa essere in alcun modo un’offesa per gli altri. (Matteo 16:24)
È soddisfatto della croce che Dio gli dà da portare, e non si lamenta quando gli altri lo infastidiscono.
Non si tira indietro nelle sofferenze di Cristo, cosicché, dopo essere stato lui stesso messo alla prova, può essere di aiuto per gli altri. (Romani 8:18; 2 Corinzi 1:3-5)
Sempre ugualmente felice ovunque Dio lo collochi – sia che si trovi tra le masse brulicanti di o in un luogo solitario – perché incontra Dio in ogni luogo facendo la sua volontà.
Attribuisce grande valore al fatto che dovunque sia o sia stato, gli altri debbano vedere solo la verità, che si tratti di cose spirituali o terrene.
Il suo amore lo costringe a contribuire al bene degli altri; sente di essere in debito con tutti. La sua vita si evolve come la vita di un servo, ed è più che disposto a portare i fardelli degli altri.
Non sogna mai grandi cose, ma piuttosto si prende cura delle piccole cose. Nessun lavoro è insignificante e nessuno è troppo piccolo per essere servito.
Non discrimina ed è un servitore di tutti. Quindi, va volentieri sia dove prevale il dispiacere che dove sovrabbonda la gioia. (Marco 9:35; 1 Corinzi 9:19-23; Romani 12:15-16)
Vive la sua vita allo scopo di deporla come sacrificio. (Marco 10:45; Giovanni 15:12-13)
Calpesta volentieri le spine se già solo questo riesce a portare refrigerio agli altri nelle loro sofferenze. (2 Corinzi 1:3-6; Colossesi 1:24)
Il suo orecchio è aperto alla voce di Dio, non solo per goderselo in autosoddisfazione, ma per fare ciò che ha ascoltato. (Giacomo 1:22)
La povertà in spirito è davvero qualcosa a cui aspirare: “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli!”
Spero di essere stato di qualche aiuto.
Passata la mezzanotte auguri nel Risorto a te e a tutti gli amici del bar.