Partono le Accademie dei Club
Moderatore: Emy77
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stemen
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fabfast29
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Inizialmente la F.I.R. aveva previsto un numero massimo di accademie distribuite nel territorio ed in Veneto ne erano previste massimo 3, poi dipende se le società che hanno la struttura che richiede la Federazione hanno fatto richiesta...stemen ha scritto:Ma qualcuno "vicino" al palazzo romano che decide su queste cose non potrebbe dirci qualcosa di certo? Oppure è sempre la solita storia......., eppure anche il veneto ha qualche rappresentante in Fir,... ma servono solamente per alzare la manina??
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BixBeiderbecke
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kaiser
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Questo mi pare un bel topic.
Intervengo con l’intento di portare anche il mio contributo; cercherò di essere sintetico e critico anche se parto in ritardo rispetto agli interventi di molti.
Le Accademie, di per sé, non sono un male, anzi, direi che sono una ottima possibilità di crescita, sia individuale che collettiva, per parecchi giovani che già rappresentano il top del movimento nazionale (riferito alla loro età anagrafica e alle qualità-abilità tecniche che offrono); si potrebbe però discutere dei numeri: 64 in Italia? e fra 2 anni?
Nell’esaminare un progetto, però, è opportuno evidenziare sia i punti di forza che quelli di debolezza che certamente la FIR avrà già fatto.
Per quello che vedo io, i ragazzi che frequentano le Accademie stanno vivendo da superprofessionisti un momento molto delicato della loro crescita, sia di giocatori che di uomini. Evidentemente il sostegno culturale, didattico, educativo e morale, oltre che tecnico che daranno le Accademie stesse a questi giovani, diventerà l’aspetto cruciale di tutto il progetto; ma di questo non parlerei perché per quello che ne so io, i professionisti che si stanno occupando di Accademia sono perfettamente capaci e abili nel gestire. Direi anche che proprio questo aspetto, almeno per l’Accademia che ho visitato io, che poteva essere sulla carta un elemento di criticità, è stato risolto brillantemente mettendo uno staff che sta lavorando molto bene e a 360°.
Concordo anch’io sul fatto che le Accademie dovrebbero fare un campionato a loro dedicato anche perché il divario che va formandosi con i giocatori “normali” diventerà incolmabile nel giro di sei mesi-un anno; figuriamoci nel tempo più lungo.
Il problema, invece, credo che non sia da ricercarsi nelle Accademie quanto piuttosto in una vera frammentazione e divisione tra Società.
Pensare, per esempio, che soltanto 60/70 ragazzi riescano a raggiungere un livello di interesse “accademico” la dice lunga su tutto il movimento (direi proprio che non c’è base). Su questo argomento bisognerebbe dire anche altro: che , per esempio, l’impoverimento generale della tecnica sta declassando tutte le serie, che il divario tra serie C e serie A si sta riducendo sempre più (verso il basso), che certi ruoli non vengono neppure considerati (i mediani, per esempio), ecc.
Le Società più decentrate, quelle che operano su territori poveri (economicamente), quelle delle zone montane o delle isole, non potranno mai pensare di emergere.
In questo caso, credo che davvero la Federazione sia latitante.
E cosa dire di un bacino pressoché illimitato che sono le Scuole?
E’ ridicolo che la scuola si debba costituire in Ente scolastico quando lo è già per definizione.
Cosa costa foraggiare e incrementare la pratica del rugby nelle Scuole? Sarebbe fin troppo facile presentare esempi transalpini ma , davvero, sarebbe facilissimo e poco costoso riuscire a far decollare una mentalità tra Scuole, incentivare la pratica del rugby a partire dalla Scuola; comunque poi, tutto il movimento confluirebbe nelle Società (non più tardi dei 18 anni) e con altri numeri.
Quando fra 5-10 anni qualche illustre pensatore FIR comincerà a capire che la Scuola non può stare fuori (l’hanno capita la FIP, FIPV, e tantissime altre Federazioni nazionali) anche perché tra superiori e inferiori parliamo di numeri stratosferici, allora si inventerà un progetto, costosissimo, per provare a recuperare il gap con i Paesi più evoluti culturalmente.
Non incazziamoci con le Accademie: quelle sono per i più bravi (dai ragazzi, ai tecnici e a tutto l’ambaradan) ma incazziamoci sulle cose che non-si-fanno per ottenere una cultura del rugby che attualmente è pura elite.
Allargando la base, la piramide sale più in alto.
Intervengo con l’intento di portare anche il mio contributo; cercherò di essere sintetico e critico anche se parto in ritardo rispetto agli interventi di molti.
Le Accademie, di per sé, non sono un male, anzi, direi che sono una ottima possibilità di crescita, sia individuale che collettiva, per parecchi giovani che già rappresentano il top del movimento nazionale (riferito alla loro età anagrafica e alle qualità-abilità tecniche che offrono); si potrebbe però discutere dei numeri: 64 in Italia? e fra 2 anni?
Nell’esaminare un progetto, però, è opportuno evidenziare sia i punti di forza che quelli di debolezza che certamente la FIR avrà già fatto.
Per quello che vedo io, i ragazzi che frequentano le Accademie stanno vivendo da superprofessionisti un momento molto delicato della loro crescita, sia di giocatori che di uomini. Evidentemente il sostegno culturale, didattico, educativo e morale, oltre che tecnico che daranno le Accademie stesse a questi giovani, diventerà l’aspetto cruciale di tutto il progetto; ma di questo non parlerei perché per quello che ne so io, i professionisti che si stanno occupando di Accademia sono perfettamente capaci e abili nel gestire. Direi anche che proprio questo aspetto, almeno per l’Accademia che ho visitato io, che poteva essere sulla carta un elemento di criticità, è stato risolto brillantemente mettendo uno staff che sta lavorando molto bene e a 360°.
Concordo anch’io sul fatto che le Accademie dovrebbero fare un campionato a loro dedicato anche perché il divario che va formandosi con i giocatori “normali” diventerà incolmabile nel giro di sei mesi-un anno; figuriamoci nel tempo più lungo.
Il problema, invece, credo che non sia da ricercarsi nelle Accademie quanto piuttosto in una vera frammentazione e divisione tra Società.
Pensare, per esempio, che soltanto 60/70 ragazzi riescano a raggiungere un livello di interesse “accademico” la dice lunga su tutto il movimento (direi proprio che non c’è base). Su questo argomento bisognerebbe dire anche altro: che , per esempio, l’impoverimento generale della tecnica sta declassando tutte le serie, che il divario tra serie C e serie A si sta riducendo sempre più (verso il basso), che certi ruoli non vengono neppure considerati (i mediani, per esempio), ecc.
Le Società più decentrate, quelle che operano su territori poveri (economicamente), quelle delle zone montane o delle isole, non potranno mai pensare di emergere.
In questo caso, credo che davvero la Federazione sia latitante.
E cosa dire di un bacino pressoché illimitato che sono le Scuole?
E’ ridicolo che la scuola si debba costituire in Ente scolastico quando lo è già per definizione.
Cosa costa foraggiare e incrementare la pratica del rugby nelle Scuole? Sarebbe fin troppo facile presentare esempi transalpini ma , davvero, sarebbe facilissimo e poco costoso riuscire a far decollare una mentalità tra Scuole, incentivare la pratica del rugby a partire dalla Scuola; comunque poi, tutto il movimento confluirebbe nelle Società (non più tardi dei 18 anni) e con altri numeri.
Quando fra 5-10 anni qualche illustre pensatore FIR comincerà a capire che la Scuola non può stare fuori (l’hanno capita la FIP, FIPV, e tantissime altre Federazioni nazionali) anche perché tra superiori e inferiori parliamo di numeri stratosferici, allora si inventerà un progetto, costosissimo, per provare a recuperare il gap con i Paesi più evoluti culturalmente.
Non incazziamoci con le Accademie: quelle sono per i più bravi (dai ragazzi, ai tecnici e a tutto l’ambaradan) ma incazziamoci sulle cose che non-si-fanno per ottenere una cultura del rugby che attualmente è pura elite.
Allargando la base, la piramide sale più in alto.
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BixBeiderbecke
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- Iscritto il: 18 giu 2005, 0:00
Un discorso in gran parte condivisibile, con due dubbi. Ripeto, sono due domande, non due affermazioni, perchè non ho la risposta.
Non è velleitario pensare di diffondere capillarmente (sul modello del calcio) uno sport come il rugby? Anche in Francia ci sono differenze fra le diverse regioni, quanto a praticanti, sia per quantità che per livello raggiunto.
Non credo proprio che il rugby sia fuori dalle scuole per scelta.
Per la penetrazione nelle scuole in passato ha costituito un grossissimo handicap il pregiudizio di sport violento. E handicap è dire poco. C'erano proprio le porte chiuse, in molti casi, fino alle scuole superiori.
Adesso che il pregiudizio è stato (quasi) superato, siamo in gravissimo e forse irreparabile ritardo rispetto agli sport che hai citato, anche perchè basket e pallavolo possono accontentarsi di una decina di ragazzi (o anche meno) mentre noi...
Non è velleitario pensare di diffondere capillarmente (sul modello del calcio) uno sport come il rugby? Anche in Francia ci sono differenze fra le diverse regioni, quanto a praticanti, sia per quantità che per livello raggiunto.
Non credo proprio che il rugby sia fuori dalle scuole per scelta.
Per la penetrazione nelle scuole in passato ha costituito un grossissimo handicap il pregiudizio di sport violento. E handicap è dire poco. C'erano proprio le porte chiuse, in molti casi, fino alle scuole superiori.
Adesso che il pregiudizio è stato (quasi) superato, siamo in gravissimo e forse irreparabile ritardo rispetto agli sport che hai citato, anche perchè basket e pallavolo possono accontentarsi di una decina di ragazzi (o anche meno) mentre noi...
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magopiccolo
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- Iscritto il: 22 mar 2005, 0:00
Portare il rugby nelle scuole non è cosa facile, far fare ai ragazzi due ore di rugby touch in un campetto da calcio a settimana non serve a nulla, non è appetibile, mettere 10 ragazzi per parte in linea dargli una palla ovale e farli giocare senza che sappiano fare una X un "raddoppio" e sperare che si divertano e corrano ad iscriversi nella società del paese è utopia.
L'ideale sarebbe che i ragazzi a digiuno di rugby giocassero con coetanei che sanno giocare, con il contatto, con una squadra ed un minimo di organizzazione, magari all'interno di un torneo scolastico...
ma in Italia mancano campi, strutture, tempo, squadre scolastiche, allenatori... quindi è logico che alla fine della fiera si facciano sport meno impegnativi...
Ps.: puntualizzo sul touch, so che nelle nazioni anglosassoni i ragazzi si tolgono le scarpe i calzini, si tirano su i pantaloni e giocano su qualsiasi prato verde e si divertono pure, ma quelli sanno gia giocare, durante il gioco ripetono quello che hanno visto in TV o che l'allenatore gli ha insegnato, se ne pigliamo 20 dei nostri e gli facciamo fare la stessa cosa non avremo lo stesso risultato(e non mi riferisco alla qualità del gioco)
L'ideale sarebbe che i ragazzi a digiuno di rugby giocassero con coetanei che sanno giocare, con il contatto, con una squadra ed un minimo di organizzazione, magari all'interno di un torneo scolastico...
ma in Italia mancano campi, strutture, tempo, squadre scolastiche, allenatori... quindi è logico che alla fine della fiera si facciano sport meno impegnativi...
Ps.: puntualizzo sul touch, so che nelle nazioni anglosassoni i ragazzi si tolgono le scarpe i calzini, si tirano su i pantaloni e giocano su qualsiasi prato verde e si divertono pure, ma quelli sanno gia giocare, durante il gioco ripetono quello che hanno visto in TV o che l'allenatore gli ha insegnato, se ne pigliamo 20 dei nostri e gli facciamo fare la stessa cosa non avremo lo stesso risultato(e non mi riferisco alla qualità del gioco)
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fabfast29
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- Iscritto il: 16 giu 2007, 14:06
Non è vero che il rugby sia fuori dalla scuola, la Federazione mette a disposizione per ogni provincia un tecnico chiamato appunto tecnico provinciale, a disposizione del comitato regionale, questo tecnico dovrebbe lavorare nelle scuole, creare enti scolastici o comunque cercare di aumentare la propaganda nella provicia, certo che se le società non intendono sfruttare il tecnico provinciale lui da solo non può fare niente, visto che ad un certo punto i ragazzi dovrebbero essere canalizzati una società che a quel punto se ne occupi..BixBeiderbecke ha scritto:Un discorso in gran parte condivisibile, con due dubbi. Ripeto, sono due domande, non due affermazioni, perchè non ho la risposta.
Non è velleitario pensare di diffondere capillarmente (sul modello del calcio) uno sport come il rugby? Anche in Francia ci sono differenze fra le diverse regioni, quanto a praticanti, sia per quantità che per livello raggiunto.
Non credo proprio che il rugby sia fuori dalle scuole per scelta.
Per la penetrazione nelle scuole in passato ha costituito un grossissimo handicap il pregiudizio di sport violento. E handicap è dire poco. C'erano proprio le porte chiuse, in molti casi, fino alle scuole superiori.
Adesso che il pregiudizio è stato (quasi) superato, siamo in gravissimo e forse irreparabile ritardo rispetto agli sport che hai citato, anche perchè basket e pallavolo possono accontentarsi di una decina di ragazzi (o anche meno) mentre noi...
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BixBeiderbecke
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- Iscritto il: 18 giu 2005, 0:00
Giuro che non volevo parlarne, ma gli altri chiedono i risultati...ramarbitr ha scritto:MA TE TI PAGANO O SEI PROPRIO COSI?BixBeiderbecke ha scritto:L'U17 del GRAN (Accademia) ha vinto 17 a 10 contro il Noceto.
Se ci voleva un esempio...
Intendevo rispondere a chi paventava risultati da pallottoliere incontrando le squadre sede di Accademie.
Quella dell'Amatori ha solo 4 giocatori che vengono da altre società dei quali solo due sono di "interesse federale" (ed uno attualmente è infortunato). Non sono gli All Blacks e nemmeno sono la "selezione dei migliori giocatori dell'emilia romagna" come ha scritto un utente del forum del Noceto.
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BixBeiderbecke
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- Iscritto il: 18 giu 2005, 0:00
Non mi sono spiegato. Mi riferivo alla possibilità di creare squadre delle scuole, come nei Paesi rugbisticamente più evoluti.fabfast29 ha scritto:Non è vero che il rugby sia fuori dalla scuola, la Federazione mette a disposizione per ogni provincia un tecnico chiamato appunto tecnico provinciale, a disposizione del comitato regionale, questo tecnico dovrebbe lavorare nelle scuole, creare enti scolastici o comunque cercare di aumentare la propaganda nella provicia, certo che se le società non intendono sfruttare il tecnico provinciale lui da solo non può fare niente, visto che ad un certo punto i ragazzi dovrebbero essere canalizzati una società che a quel punto se ne occupi..BixBeiderbecke ha scritto:Un discorso in gran parte condivisibile, con due dubbi. Ripeto, sono due domande, non due affermazioni, perchè non ho la risposta.
Non è velleitario pensare di diffondere capillarmente (sul modello del calcio) uno sport come il rugby? Anche in Francia ci sono differenze fra le diverse regioni, quanto a praticanti, sia per quantità che per livello raggiunto.
Non credo proprio che il rugby sia fuori dalle scuole per scelta.
Per la penetrazione nelle scuole in passato ha costituito un grossissimo handicap il pregiudizio di sport violento. E handicap è dire poco. C'erano proprio le porte chiuse, in molti casi, fino alle scuole superiori.
Adesso che il pregiudizio è stato (quasi) superato, siamo in gravissimo e forse irreparabile ritardo rispetto agli sport che hai citato, anche perchè basket e pallavolo possono accontentarsi di una decina di ragazzi (o anche meno) mentre noi...
Nella scuola superiore che ho frequentato, secoli fa, la squadra di pallavolo è arrivata seconda ai campionati italiani (non scolastici, ma "assoluti"): ecco, io intendevo una cosa così.
A Parma c'è l'istituto agrario che partecipa al campionato under 19 (o under 17? - non ricordo) ma è una mosca bianca e sta tirando avanti fra enormi difficoltà, essendo una scuola non tanto grande.
Sarebbe diverso (e più produttivo) se il rugby dei club iniziasse dalla under 19 e nelle categorie dei ragazzi più giovani fossero tutte squadre delle scuole...
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fabfast29
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- Iscritto il: 16 giu 2007, 14:06
A Parma c'è il Bocchialini che partecipa al campionato con la categoria under 17 lo sò perchè l'anno scorso li ha incontrati con una scuola al campionato scolastico per nuovi tesserati.BixBeiderbecke ha scritto:Non mi sono spiegato. Mi riferivo alla possibilità di creare squadre delle scuole, come nei Paesi rugbisticamente più evoluti.fabfast29 ha scritto:Non è vero che il rugby sia fuori dalla scuola, la Federazione mette a disposizione per ogni provincia un tecnico chiamato appunto tecnico provinciale, a disposizione del comitato regionale, questo tecnico dovrebbe lavorare nelle scuole, creare enti scolastici o comunque cercare di aumentare la propaganda nella provicia, certo che se le società non intendono sfruttare il tecnico provinciale lui da solo non può fare niente, visto che ad un certo punto i ragazzi dovrebbero essere canalizzati una società che a quel punto se ne occupi..BixBeiderbecke ha scritto:Un discorso in gran parte condivisibile, con due dubbi. Ripeto, sono due domande, non due affermazioni, perchè non ho la risposta.
Non è velleitario pensare di diffondere capillarmente (sul modello del calcio) uno sport come il rugby? Anche in Francia ci sono differenze fra le diverse regioni, quanto a praticanti, sia per quantità che per livello raggiunto.
Non credo proprio che il rugby sia fuori dalle scuole per scelta.
Per la penetrazione nelle scuole in passato ha costituito un grossissimo handicap il pregiudizio di sport violento. E handicap è dire poco. C'erano proprio le porte chiuse, in molti casi, fino alle scuole superiori.
Adesso che il pregiudizio è stato (quasi) superato, siamo in gravissimo e forse irreparabile ritardo rispetto agli sport che hai citato, anche perchè basket e pallavolo possono accontentarsi di una decina di ragazzi (o anche meno) mentre noi...
Nella scuola superiore che ho frequentato, secoli fa, la squadra di pallavolo è arrivata seconda ai campionati italiani (non scolastici, ma "assoluti"): ecco, io intendevo una cosa così.
A Parma c'è l'istituto agrario che partecipa al campionato under 19 (o under 17? - non ricordo) ma è una mosca bianca e sta tirando avanti fra enormi difficoltà, essendo una scuola non tanto grande.
Sarebbe diverso (e più produttivo) se il rugby dei club iniziasse dalla under 19 e nelle categorie dei ragazzi più giovani fossero tutte squadre delle scuole...
Forse la Federazione vuole che vengano creati enti scolastici per un domani poter fare un discorso del genere probabilmente molto più in piccolo.
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Pukana
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- Iscritto il: 7 set 2004, 0:00
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Per sviluppare il rugby a livello scolastico avete bisogno dei fondi del governo come accade qui in nzl. La maggior parte di questi fondi vengono utilizzati per spingere ragazzi adolescenti a "muoversi" ed incoraggiarli ad intraprendere sport che consentano di combattere o prevenire l'obesita'. Per la mia federazione regionale ad Akl riuscivo a "prendere" (attraverso progetti da me sviluppati e presentati) anche $NZ300.000 per il solo gruppo di giovani under 19, questi soldi includevano dalle divise agli allenatori, all'affitto di impianti per l'allenamento, ai soldi da pagare per partecipare a tornei provinciali o nazionali e quindi transporto e alloggio e cibo per le trasferte.
Non so se il governo italiano ha fondi per lo sviluppo dello sport. In NZL c'e' il ministero dello Sport chiamato SPARC che si occupa di questi fondi e in piu' meta' dei soldi che vengono spesi dagli scommettoti (lotterie, scommesse e macchinette del poker) vengono re-investiti in progetti per la comunita' tra cui lo sport.
Quindi ricapitolando, ci sono fondi governativi che vanno direttamente alle federazioni nazionali, ma un'altra parte di fondi sono destinati alle federazioni regionali e club (in piu' includono salari, costo per mandare avanti gli uffici, transporto, infrastrutture etc,)
Non so se il governo italiano ha fondi per lo sviluppo dello sport. In NZL c'e' il ministero dello Sport chiamato SPARC che si occupa di questi fondi e in piu' meta' dei soldi che vengono spesi dagli scommettoti (lotterie, scommesse e macchinette del poker) vengono re-investiti in progetti per la comunita' tra cui lo sport.
Quindi ricapitolando, ci sono fondi governativi che vanno direttamente alle federazioni nazionali, ma un'altra parte di fondi sono destinati alle federazioni regionali e club (in piu' includono salari, costo per mandare avanti gli uffici, transporto, infrastrutture etc,)
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kaiser
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- Iscritto il: 1 nov 2006, 7:11
- Località: higlands insubriche-lombarde
Ma io non speravo neppure di pensare a fondi statali, a cose difficili da realizzare, ecc. Pensavo ad un progetto d'intesa, così come si stava già facendo tre/questtro anni fa CONI-MIUR-FIR; anche perchè i fondi a disposizione sono pressocchè zero (non possiamo paragonare l'economia NZlandese, piuttosto che quella finlandese, ecc. alla nostra italiana).
E' solo una questione di cultura; è solo una questione di mentalità che prescinde dall'aspetto economico; poi, certamente, c'è anche bisogno di soldi ma non per la mia divisa da insegnante ma per farmi crescere ed evolvere sia rugbysticamente che imprenditorialmente ( e qui basterebbe usare gli spazi federali che già ci sono).
Anch'io ho costituito una U.19 che dopo 4 mesi di scuola, con l'anno nuovo si è iscritta al torneo FIR U.19 lombardo (squadra che poi mi è stata sottratta da una società locale) e certamente il prossimo anno dovrei ripresentare una U.17 ( che quella società non mi soffierà più) e una seven femminile , forse 2.
Mi dovrò costituire società non Ente poichè dovrò anche lavorare con i-le maggiorenni; insomma: per le scuole è tutto difficile e si è sempre soli, non c'è sostegno anche se si avanza (già sentito?) e non si riesce a fare continuità.
Ma è veramente così necessario che esista solo la federazione o si potrebbe pensare a qualcosa di meno "federocentrico" e più collettivo-sociale?
Poi, i soldi servono: inizialmente le trasferte le pagheranno i genitori, la mia io, ma si potrà continuare nel tempo con un minimo di serenità?
Il campo: uso un campetto a 5 di calcio ma vedo che si può fare parecchio; poi andrò ad elemosinare qualcosa in giro, magari troverò anche un campo in erba (a 11sempre per il calcio).............le maglie le ho comprate, così come i palloni, mettendomi d'accordo con i miei colleghi di ed.fisica ma non posso bloccare il bilancio dell'ed.fisica in eterno.
All'inizio ho avuto bisogno dell'esperto, che è venuto e mi ha aiutato d'avvero. Ora mi arrangio da solo ma la mia situazione di abbandono mi costringe sempre a scelte quasi estreme; e se prima o poi si dovesse fare male qualcuno seriamente?
E io vivo nel profondo nord, dove la percentuale di piccole e medie aziende è la più alta d'Italia, dove le banche gongolano ogni volta che si apre la porta.................(e dove tutti piangono miseria per le tasse troppo alte) ma come faranno i miei colleghi del centro sud e isole? Come possono!; fanno anche loro perchè la buona volontà non ci manca ma questo non è rugby.
Buon anno a tutti
E' solo una questione di cultura; è solo una questione di mentalità che prescinde dall'aspetto economico; poi, certamente, c'è anche bisogno di soldi ma non per la mia divisa da insegnante ma per farmi crescere ed evolvere sia rugbysticamente che imprenditorialmente ( e qui basterebbe usare gli spazi federali che già ci sono).
Anch'io ho costituito una U.19 che dopo 4 mesi di scuola, con l'anno nuovo si è iscritta al torneo FIR U.19 lombardo (squadra che poi mi è stata sottratta da una società locale) e certamente il prossimo anno dovrei ripresentare una U.17 ( che quella società non mi soffierà più) e una seven femminile , forse 2.
Mi dovrò costituire società non Ente poichè dovrò anche lavorare con i-le maggiorenni; insomma: per le scuole è tutto difficile e si è sempre soli, non c'è sostegno anche se si avanza (già sentito?) e non si riesce a fare continuità.
Ma è veramente così necessario che esista solo la federazione o si potrebbe pensare a qualcosa di meno "federocentrico" e più collettivo-sociale?
Poi, i soldi servono: inizialmente le trasferte le pagheranno i genitori, la mia io, ma si potrà continuare nel tempo con un minimo di serenità?
Il campo: uso un campetto a 5 di calcio ma vedo che si può fare parecchio; poi andrò ad elemosinare qualcosa in giro, magari troverò anche un campo in erba (a 11sempre per il calcio).............le maglie le ho comprate, così come i palloni, mettendomi d'accordo con i miei colleghi di ed.fisica ma non posso bloccare il bilancio dell'ed.fisica in eterno.
All'inizio ho avuto bisogno dell'esperto, che è venuto e mi ha aiutato d'avvero. Ora mi arrangio da solo ma la mia situazione di abbandono mi costringe sempre a scelte quasi estreme; e se prima o poi si dovesse fare male qualcuno seriamente?
E io vivo nel profondo nord, dove la percentuale di piccole e medie aziende è la più alta d'Italia, dove le banche gongolano ogni volta che si apre la porta.................(e dove tutti piangono miseria per le tasse troppo alte) ma come faranno i miei colleghi del centro sud e isole? Come possono!; fanno anche loro perchè la buona volontà non ci manca ma questo non è rugby.
Buon anno a tutti
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BixBeiderbecke
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- Iscritto il: 18 giu 2005, 0:00
Forse un aiuto sulla "logistica" e sui "servizi" (sanitario, burocratico, ecc...) potresti averlo accordandoti con una società per indirizzare a loro gli atleti che escono dalla tua squadrakaiser ha scritto:Ma io non speravo neppure di pensare a fondi statali, a cose difficili da realizzare, ecc. Pensavo ad un progetto d'intesa, così come si stava già facendo tre/questtro anni fa CONI-MIUR-FIR; anche perchè i fondi a disposizione sono pressocchè zero (non possiamo paragonare l'economia NZlandese, piuttosto che quella finlandese, ecc. alla nostra italiana).
E' solo una questione di cultura; è solo una questione di mentalità che prescinde dall'aspetto economico; poi, certamente, c'è anche bisogno di soldi ma non per la mia divisa da insegnante ma per farmi crescere ed evolvere sia rugbysticamente che imprenditorialmente ( e qui basterebbe usare gli spazi federali che già ci sono).
Anch'io ho costituito una U.19 che dopo 4 mesi di scuola, con l'anno nuovo si è iscritta al torneo FIR U.19 lombardo (squadra che poi mi è stata sottratta da una società locale) e certamente il prossimo anno dovrei ripresentare una U.17 ( che quella società non mi soffierà più) e una seven femminile , forse 2.
Mi dovrò costituire società non Ente poichè dovrò anche lavorare con i-le maggiorenni; insomma: per le scuole è tutto difficile e si è sempre soli, non c'è sostegno anche se si avanza (già sentito?) e non si riesce a fare continuità.
Ma è veramente così necessario che esista solo la federazione o si potrebbe pensare a qualcosa di meno "federocentrico" e più collettivo-sociale?
Poi, i soldi servono: inizialmente le trasferte le pagheranno i genitori, la mia io, ma si potrà continuare nel tempo con un minimo di serenità?
Il campo: uso un campetto a 5 di calcio ma vedo che si può fare parecchio; poi andrò ad elemosinare qualcosa in giro, magari troverò anche un campo in erba (a 11sempre per il calcio).............le maglie le ho comprate, così come i palloni, mettendomi d'accordo con i miei colleghi di ed.fisica ma non posso bloccare il bilancio dell'ed.fisica in eterno.
All'inizio ho avuto bisogno dell'esperto, che è venuto e mi ha aiutato d'avvero. Ora mi arrangio da solo ma la mia situazione di abbandono mi costringe sempre a scelte quasi estreme; e se prima o poi si dovesse fare male qualcuno seriamente?
E io vivo nel profondo nord, dove la percentuale di piccole e medie aziende è la più alta d'Italia, dove le banche gongolano ogni volta che si apre la porta.................(e dove tutti piangono miseria per le tasse troppo alte) ma come faranno i miei colleghi del centro sud e isole? Come possono!; fanno anche loro perchè la buona volontà non ci manca ma questo non è rugby.
Buon anno a tutti
- Willimoski
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- Iscritto il: 9 lug 2003, 0:00
- Località: Provincia di Torino
Scusate; ma il discorso "scuola" ha un problema: quanti insegnati di educazioen consocono la Pallavolo o il Basket ? Praticamente tutti, E quanti il rugby ? Quasi nessuno !
Tutto lì !
Chi sa dirmi se nell'ISEF (o ocme si chiama ora) insgeano Rugby a futuri insegnati di educazioen fisica ?
Io o giocato anche a Basket per anni (sino a 40 anni a livello ipermatoriale) perchè ho avuto due insegnante che onsocevano e amavano questo sport (uno aveva fatto anche degli stage in USA)
Tutto lì !
Chi sa dirmi se nell'ISEF (o ocme si chiama ora) insgeano Rugby a futuri insegnati di educazioen fisica ?
Io o giocato anche a Basket per anni (sino a 40 anni a livello ipermatoriale) perchè ho avuto due insegnante che onsocevano e amavano questo sport (uno aveva fatto anche degli stage in USA)
Advance Australian Fair !