Covid 19

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

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zappatalpa
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Re: Covid 19

Messaggio da zappatalpa »

Austria:
da 2 settimane il numero di "casi attivi" diminuisce (ogni linea vert = 1 settimana), i guariti sono giá 8mila contro i 6mila attivi. e sono indietro di ca. 8-10gg rispetto a noi.
dunque, dove sono i nostri guariti? io ormai ho l'idea, che chi é ricoverato a domicilio non viene neanche testato 2x e contato ufficialmente come guarito, altrimenti i nostri numeri non sono spiegabili
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Ho incontrato uno come Zappatalpa stamani alle 5.00 quando entravo a lavorare e ero a far colazione in uno dei pochi bar notturni
Ilgorgo
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Re: Covid 19

Messaggio da Ilgorgo »

Visto che la tabella regionale precedente (quella sui casi attivi) potrebbe essere un po' fuorviante, perché le Regioni conteggiano i "guariti" con criteri diversi (e infatti c'è una diatriba in corso su questo), posto anche la tabella sui casi totali; sempre in termini percentuali (anzi, "permillali": casi di positività ogni mille abitanti) e riportando solo le dieci regioni con più contagiati

Lombardia 6,1 ‰
Trentino AA 5,0
Emilia-Romagna 4,7
Piemonte 4,1
Liguria 3,8
Marche 3,6
Veneto 3,0
Toscana 2,0
Lazio 0,9
Campania 0,6
Garry
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Re: Covid 19

Messaggio da Garry »

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

👉Sarebbe ragionevole che il governatore Attilio Fontana e il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera spiegassero onestamente perché in Lombardia c’è stato, e continua ad esserci, un numero di decessi così alto rispetto al Veneto e all’Emilia-Romagna, dove l’epidemia è partita quasi contemporaneamente.
Non lo giustifica il fatto che il 25 febbraio ci fossero 231 contagiati contro i 42 in casa Zaia e i 26 in casa Bonaccini. L’epidemia si è allargata alla velocità della luce e a oggi sono morti 11 lombardi ogni 10 mila abitanti, contro i 6 dell’Emilia Romagna e i 2 del Veneto. Dai dati dell’Istat e del ministero della Salute, emerge che a Milano stanno morendo quotidianamente 90 residenti contro i 30 dell’anno scorso, a Bergamo 21 contro 4, a Brescia 20 invece di 5.
Le Rianimazioni in crisi
Il sistema ospedaliero, dove pubblico e privato sono stati nel corso degli anni messi sullo stesso piano, va subito in crisi. A ridosso del 21 febbraio, con i posti letto delle Terapie intensive sottodimensionati (8,5 su 100 mila abitanti contro i 10 dell’Emilia e del Veneto) e il 30% in gestione alla Sanità privata convenzionata, la Regione deve contrattare la loro attivazione con gli ospedali privati in un momento in cui il fattore tempo è determinante. Mentre tutti gli sforzi si concentrano nel potenziare il sistema ospedaliero davanti all’ondata di pazienti in gravi condizioni, ai primari non arrivano disposizioni chiare e al personale medico mancano i dispositivi di protezione.
La sorveglianza territoriale
Intanto la Regione Lombardia abdica al ruolo di sorveglianza dei contagi sul territorio, dove è cruciale rintracciare e accertare un’eventuale positività dei cittadini a rischio, perché vicini a colleghi di lavoro e familiari ammalati. Per loro non è sempre previsto il tampone, e i contatti stretti troppo spesso non sono neppure chiamati dalle Asl (ora Ats) per il monitoraggio della quarantena. La rete dei medici di base e dei distretti, cruciale nell’intercettare un paziente all’esordio dei sintomi ed evitare che degenerino, è stata smontata nel corso degli anni. L’arrivo in ospedale di casi già troppo gravi scandisce i racconti delle cronache lombarde degli ultimi 50 giorni. I medici di base sono lasciati andare allo sbaraglio per settimane intere: chi segue scrupolosamente i pazienti lo fa rischiando la vita (e spesso rimettendocela), gli altri lasciano i malati a loro stessi, con il consiglio dei virologi di prendere la tachipirina e restare a casa. La delibera che dà indicazioni precise sulla gestione territoriale del Covid-19 è del 23 marzo, un mese dopo il focolaio di Codogno. Per le visite domiciliari vengono costituite le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale): una squadra di medici ogni 50 mila abitanti. Duecento per la Lombardia: ancora oggi quelle attive sono solo 37.

Poca autonomia decisionale
La strage delle case di riposo (Rsa) paga il prezzo del ritardo nella chiusura delle visite dei familiari (dal 4 marzo), la decisione di mandarci i pazienti positivi meno gravi per liberare i posti in ospedale (delibera regionale dell’8 marzo), il mancato sostegno nell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione, oltre alla scarsa formazione del personale di queste strutture in difficoltà a gestire un’emergenza simile.
La Lombardia, che più di ogni altra invoca da sempre l’autonomia, è la Regione che dall’inizio dell’epidemia la esercita meno. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo vengono spese intere giornate a convincere il governo di Giuseppe Conte a prendere provvedimenti per blindare l’Italia ma, pur sapendo l’urgenza di chiudere Nembro e Alzano nella Bergamasca, il governatore Attilio Fontana e l’assessore Giulio Gallera aspettano il decreto della Presidenza del Consiglio del 7-8 marzo. Certo i sindaci, a partire da Giorgio Gori, e le aziende erano contrarie ai provvedimenti restrittivi, ma il governatore e il suo assessore sapevano a quali rischi stavano esponendo la popolazione e quindi potevano e dovevano decidere diversamente.

Le giravolte sui tamponi
La Regione non prende una posizione decisa nemmeno sui tamponi: la scelta di eseguirli solo ai plurisintomatici arriva dalle disposizioni ministeriali, così come la scelta degli ultimi dieci giorni di aumentarli è frutto dei provvedimenti del governo. Non c’è una linea politica autonoma come in Veneto e in Emilia, soprattutto sui test a medici e infermieri. La Regione punta tutto sulla costruzione dell’ospedale nella ex Fiera di Milano in meno di due settimane: inaugurata il 31 marzo, oggi la Terapia intensiva inizialmente presentata come in grado di ospitare 600 posti letto, conta solo 10 malati.

La conferenza stampa serale
La Regione Lombardia dovrebbe avere il coraggio di correggere la rotta della sua politica sanitaria che mostra tutti i propri limiti. Ed è cruciale farlo adesso, per non trovarci a ottobre in una situazione peggiore. Governatore, assessore, direttore generale si consultano con i virologi di fiducia, molto occupati a raccontare le loro opinioni in tv. Ci hanno spiegato che le mascherine non servono, che i tamponi bisogna farli solo agli acuti, che era meglio curarsi a casa con la tachipirina. Poi hanno detto il contrario. Solo i medici di base e gli ospedalieri hanno avuto il coraggio di sperimentare cure che alla fine hanno permesso a tanti pazienti di guarire. A Milano c’è l’Istituto Mario Negri, da tempo chiede i dati dei contagiati: fra questi c’è chi ha fatto il vaccino antinfluenzale, chi contro la polmonite. Sono importanti per capire come si comporta la malattia. Ma la Regione non glieli dà. Il motivo è ignoto. La preoccupazione sembra essere una sola: la conferenza stampa serale con la quale si comunica il numero dei morti, dei contagiati (che è solo il numero di coloro a cui sono stati fatti i test), e quello dei guariti (anche questo falso, basandosi solo sui dimessi dal Pronto soccorso).

Lo sguardo verso la «Fase 2»
Si riapre, forse, il 3 maggio. Se i ricoveri in Terapia intensiva continuano a scendere così lentamente rispetto al resto del Paese sarà un problema. Sarà importante anche capire «come» si riapre. Chi ha chiuso l’attività si presume che abbia messo in atto un piano di distanziamento sociale e riorganizzato gli spazi nelle mense, ma chi non ha mai chiuso, che piani di sicurezza ha? L’assessore alle Attività produttive ha deciso il da farsi o attende indicazioni da Roma? Anche la mobilità andrà completamente riorganizzata in città dove ci si sposta sui mezzi pubblici. Intanto oggi tutto sembra morto: tutti chiusi in casa ad aspettare, davanti ad un computer o una tv. Pure il sindaco Giuseppe Sala sta giocando solo nelle retrovie. Ricordiamo che la Lombardia è la regione più ricca d’Europa e che Milano è piena di eccellenze: il Politecnico, la Bocconi, istituti di ricerca e analisi, imprenditori inarrendevoli, qualche banchiere illuminato, Fondazioni, e una grande rete di volontariato. Chiamate a raccolta le menti migliori, ma solo tre o quattro non una ventina, e fatevi aiutare a elaborare una strategia di uscita. Cominciate a scommettere su qualcosa. Bisogna fare i test sierologici, e subito. E quelli validati arriveranno a ore. Non è una situazione nella quale ci si può permettere di fare gli schizzinosi al solo fine di rivendicare poteri personali. Chi è morto in corsia, sacrificato per colpe non sue, non pensava né alla propria sedia né alla propria carriera.

"Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!"
(dalla Lettera agli amici di Giacomo Ulivi)
zappatalpa
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Re: Covid 19

Messaggio da zappatalpa »

zappatalpa ha scritto: 15 apr 2020, 10:59 Veneto solo +210 nuovi casi positivi oggi.
Oggi altri +230 circa. uno dice: dei 12mila positivi in corso, di cui molti da quasi un mese, saranno guariti almeno mille, mille500, 22mila, no? assolutamente no, appena 300. :D daidai. di questo passo non apriremo mai
Ho incontrato uno come Zappatalpa stamani alle 5.00 quando entravo a lavorare e ero a far colazione in uno dei pochi bar notturni
Garry
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Re: Covid 19

Messaggio da Garry »

Il Covid-19 ha ucciso Luis Sepúlveda, uno scrittore (un grande e sensibile scrittore) che ha significato molto per il sottoscritto e per il mio primogenito

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jpr williams
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Re: Covid 19

Messaggio da jpr williams »

Che tristezza.
So che non ci sono morti di serie a e di serie b, ma Sepulveda per me è una grande perdita.

Aggiornamento voti:
al momento perfetto equilibrio
3 per spostare
3 per tenere
2 astenuti.

Al momento resta tutto fermo com'è.
C'è tempo per votare fino alle 16 (si, avevo detto alle 14, ma ho da fare...)
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
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Re: Covid 19

Messaggio da Ilgorgo »

Quando sarà finito tutto e si riuscirà a fare rendiconti più precisi si scoprirà forse che anche da noi c'è stata una strage tra i ricoverati nelle case di riposo.
Un referente italiano di OMS parla di "massacro"
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... 254145757/

e questo grafico che avevo pubblicato alla pagina precedente, realizzato dall'Istituto Cattaneo, sembra ipotizzare (se l'ho letto bene) che i decessi reali siano più del doppio di quelli ufficiali. E se la differenza tra realtà e ufficialità è costituita dalle persone non decedute in ospedale, allora dovrebbe significare che a costituire quella differenza sono in gran parte pazienti di RSA
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pilonepoltrone
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Re: Covid 19

Messaggio da pilonepoltrone »

Garry ha scritto: 16 apr 2020, 11:29 Il Covid-19 ha ucciso Luis Sepúlveda, uno scrittore (un grande e sensibile scrittore) che ha significato molto per il sottoscritto e per il mio primogenito
azz... :(
sit tibi terra levis
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GrazieMunari
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Re: Covid 19

Messaggio da GrazieMunari »

Intanto, sulle mascherine:

Coronavirus, l'Ue aveva offerto aiuto agli Stati membri ma l’Italia era assente
Come risulta dai verbali, la Commissione europea il 31 gennaio aveva chiesto agli Stati membri se avessero problemi di stock su mascherine e materiale protettivo: solo 4 paesi avevano indicato potenziali necessità, l’Italia non aveva risposto alla chiamata

"L'episodio conferma quanto sostenuto nelle ultime settimane dai portavoce dell’esecutivo comunitario, ovvero che la Commissione Europea si fosse mossa per tempo per evitare rischi legati all’epidemia di coronavirus, mentre erano stati i Paesi membri a sottostimare il pericolo.
Interrogati sull’assenza, i diplomatici italiani hanno rivelato ai giornalisti del Foglio di non aver ricevuto l’invito da parte della Commissione. Quest’ultima ha poi smentito tale informazione, sostenendo di aver informato il “membro italiano del Comitato per la sicurezza sanitaria” riguardo alla riunione. "

https://www.today.it/rassegna/coronavir ... sente.html
Garry
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Re: Covid 19

Messaggio da Garry »


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Re: Covid 19

Messaggio da hardhu »

jpr williams ha scritto: 16 apr 2020, 11:34 Che tristezza.
So che non ci sono morti di serie a e di serie b, ma Sepulveda per me è una grande perdita.

Aggiornamento voti:
al momento perfetto equilibrio
3 per spostare
3 per tenere
2 astenuti.

Al momento resta tutto fermo com'è.
C'è tempo per votare fino alle 16 (si, avevo detto alle 14, ma ho da fare...)
Ok, allora io voto per spostare.
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Re: Covid 19

Messaggio da time vortex »

Segni di ritorno alla normalità stamattina a Gottolengo:
- il parcheggio della Coop era pieno (più gente in enoteca a comprare il gutturnio sfuso che al supermercato);
- all'ingresso un omone di una generica security misurava la temperatura, tutti avevano guanti e mascherine più o meno regolari;
- sulla provinciale c'era più o meno lo stesso traffico di un giorno qualunque alle 11 di mattina;
- il contadino dei campi al di là della tangenziale ha sversato altri liquami;
- è apparsa la prima chem trail dopo settimane di cieli limpidi.

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(il gatto si chiama Merlino ed è il boss del quartiere :-])
Nasciamo nudi, sporchi e affamati. Poi le cose peggiorano.
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time vortex
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Re: Covid 19

Messaggio da time vortex »

Per tirarsi un po' su il morale...
Coronavirus a Brescia, lo studio sui pazienti: «Il tampone non è infallibile»

https://brescia.corriere.it/notizie/cro ... resh_ce-cp

Il tampone non è infallibile. «È stata dimostrata una falsa negatività in più del 30% dei pazienti affetti da Covid-19», motivo per cui capita di dover «reiterare il tampone per incrementarne l’affidabilità diagnostica». A spiegarlo sono i medici degli Spedali Civili di Brescia che hanno gestito — fino ai primi di aprile — quasi 2.600 ricoveri.

Se il tampone è fallace in un caso su tre, come si può distinguere un positivo da un paziente non contagiato? Il 60% di ha contratto il virus ha perso gusto e olfatto, o quantomeno presenta un’alterazione di questi due sensi. La percentuale si alza all’80% se si considera solo chi presenta sintomi di lieve-media intensità, come febbre o difficoltà respiratorie. È la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori della clinica di Otorinolaringoiatria del Civile, che dal 27 marzo al primo aprile hanno condotto uno studio osservazionale su più di 500 pazienti «con dimostrata positività al Sars-Cov-2», ricoverati o in quarantena a casa. I promotori e sperimentatori — Alberto Paderno, Alberto Schreiber, Davide Mattavelli e Alberto Grammatica, grazie alla collaborazione dei colleghi medici dei Civili, dell’Università di Brescia e del Karolinska Institutet di Stoccolma — hanno definito la prevalenza, l’andamento e le caratteristiche delle alterazioni di olfatto e gusto. I risultati dello studio sono in corso di pubblicazione, ma «il messaggio che emerge è che ogni cittadino che lamenti un improvviso calo o completa perdita della percezione degli odori e/o dei sapori, anche in assenza di altri sintomi, dovrebbe considerarsi infetto da Sars-Cov-2 fino a prova contraria». Un elemento in più per fare diagnosi, visto che i contagi non sono scomparsi.
Nasciamo nudi, sporchi e affamati. Poi le cose peggiorano.
zappatalpa
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Re: Covid 19

Messaggio da zappatalpa »

jpr williams ha scritto: 16 apr 2020, 11:34
voto che il 3d rimanga qui, altrimenti si torna ad essere in 4 a leggere e scrivere
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Re: Covid 19

Messaggio da Ilgorgo »

: ) da twitter

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