Re: Zebre Rugby 2012/2013 - La rosa
Inviato: 9 ago 2012, 20:00
manco l'avete visto giocare e gia' dite piu' forte di bocchino, e certo,essendo australiano dev'essere proprio forte..ricordo cosa si diceva di laharrague e maddock..
Laharrague e Maddock saranno stati deludenti, ma erano certo più forti di Bocchino anche se avessero giocato con una mano legata dietro alla schiena.settimese ha scritto:manco l'avete visto giocare e gia' dite piu' forte di bocchino, e certo,essendo australiano dev'essere proprio forte..ricordo cosa si diceva di laharrague e maddock..
Io giocare l'ho visto giocare, e in Super XV, nei Waratahs (di cui è stato anche capitano).settimese ha scritto:manco l'avete visto giocare e gia' dite piu' forte di bocchino, e certo,essendo australiano dev'essere proprio forte..ricordo cosa si diceva di laharrague e maddock..
secondo me la questione è un po' più complicata. in linea di principio concordo sul fatto che introdurre un giovane atleta in un contesto agonistico troppo impegnativo rispetto al livello da lui raggiunto possa risultare deleterio, ma si deve fare i conti, inevitabilmente con il contesto di riferimento, come dire, se la torta la devo fare, la faccio con gli ingredienti che ho. Il contesto competitivo italiano è quello che è, poco performante per i giovani o, comunque non adatto per farli maturare al livello di un PRO12, può darsi, ma allora cosa facciamo, li mandiamo a giocare e formare all'estero? Purtroppo, non vedo molte altre soluzioni che avvicinarli ai rispettivi campionati via, via superiori con gradualità, ma nulla di più. Qualcuno reagirà bene, altri meno bene e, piano, piano, matureranno il livello superiore, infatti, mediamente i rugbysti italiani maturano qualche anno dopo rispetto ai pari età dei paesi rugbysticamente più evoluti e questo è un fatto, ma che a volte si preferisca ricadere sul giocatore straniero, vuoi come scorciatoia (formare un giovane, comunque, comporta fatica, costi aggiuntivi, figuracce, ecc., ecc.), vuoi per surrogare il colpaccio da circo con un nome straniero altisonante è un'altro fatto. Che Bocchino sia stato coinvolto in questo processo o non abbia saputo raccogliere le opportunità concesse è difficile dirlo, adesso, temo, possa soffrire anche la concorrenza delle aperture italiane che in eccellenza i club dovranno schierare ed è possibile che molti club (ora obbligati) abbiano preferito puntare su più giovani su cui scommettere pagando sicuramente meno che optare su Bocchino, anche se, sinceramente, un po' intristisce che questo giocatore, comunque più che dignitoso, non riesca a trovare uno spazio al di sopra del campionato di A (anche se, non dimentichiamolo, un campione come Griffen decise di scendere di categoria e abbiamo poi visto com'è andata!)Hap ha scritto:Capisco quello che vuoi dire.
Ma io continuo a essere convinto che in un club di livello delle Zebre debbano giocare i più forti. I giovani ci devono arrivare già pronti. Non al massimo delle capacità, ma pronti.
Manca il passaggio prima, come scrivevo in un altro post, il problema sta nella formazione di chi forma. Se pochi sanno insegnare allora è quasi impossibile che si tiri fuori qualcosa di buono in un bacino limitato come il nostro. E non è un caso che il problema nostro principale sia quello dell'apertura, che è uno dei ruoli più complicati nel gioco moderno, se non il più complicato.
E sbatterli a giocare solo perchè sono giovani e italiani e pensare, "ma sì, giocando si faranno" non serve a niente se non a bruciarli, esattamente quello che è successo con Bocchino e in parte con Marcato.
Perchè è come se mi dicessero, io che ho fatto l'ITIS, "tu da domani vai a Ginevra a dirigere il CERN". Ti lascio immaginare il risultato... penso sarebbe stato meglio andare già imparati
Si ma non è che ogni volta che scrivi ci devi fare il pipponecalep61 ha scritto:secondo me la questione è un po' più complicata. in linea di principio concordo sul fatto che introdurre un giovane atleta in un contesto agonistico troppo impegnativo rispetto al livello da lui raggiunto possa risultare deleterio, ma si deve fare i conti, inevitabilmente con il contesto di riferimento, come dire, se la torta la devo fare, la faccio con gli ingredienti che ho. Il contesto competitivo italiano è quello che è, poco performante per i giovani o, comunque non adatto per farli maturare al livello di un PRO12, può darsi, ma allora cosa facciamo, li mandiamo a giocare e formare all'estero? Purtroppo, non vedo molte altre soluzioni che avvicinarli ai rispettivi campionati via, via superiori con gradualità, ma nulla di più. Qualcuno reagirà bene, altri meno bene e, piano, piano, matureranno il livello superiore, infatti, mediamente i rugbysti italiani maturano qualche anno dopo rispetto ai pari età dei paesi rugbysticamente più evoluti e questo è un fatto, ma che a volte si preferisca ricadere sul giocatore straniero, vuoi come scorciatoia (formare un giovane, comunque, comporta fatica, costi aggiuntivi, figuracce, ecc., ecc.), vuoi per surrogare il colpaccio da circo con un nome straniero altisonante è un'altro fatto. Che Bocchino sia stato coinvolto in questo processo o non abbia saputo raccogliere le opportunità concesse è difficile dirlo, adesso, temo, possa soffrire anche la concorrenza delle aperture italiane che in eccellenza i club dovranno schierare ed è possibile che molti club (ora obbligati) abbiano preferito puntare su più giovani su cui scommettere pagando sicuramente meno che optare su Bocchino, anche se, sinceramente, un po' intristisce che questo giocatore, comunque più che dignitoso, non riesca a trovare uno spazio al di sopra del campionato di A (anche se, non dimentichiamolo, un campione come Griffen decise di scendere di categoria e abbiamo poi visto com'è andata!)Hap ha scritto:Capisco quello che vuoi dire.
Ma io continuo a essere convinto che in un club di livello delle Zebre debbano giocare i più forti. I giovani ci devono arrivare già pronti. Non al massimo delle capacità, ma pronti.
Manca il passaggio prima, come scrivevo in un altro post, il problema sta nella formazione di chi forma. Se pochi sanno insegnare allora è quasi impossibile che si tiri fuori qualcosa di buono in un bacino limitato come il nostro. E non è un caso che il problema nostro principale sia quello dell'apertura, che è uno dei ruoli più complicati nel gioco moderno, se non il più complicato.
E sbatterli a giocare solo perchè sono giovani e italiani e pensare, "ma sì, giocando si faranno" non serve a niente se non a bruciarli, esattamente quello che è successo con Bocchino e in parte con Marcato.
Perchè è come se mi dicessero, io che ho fatto l'ITIS, "tu da domani vai a Ginevra a dirigere il CERN". Ti lascio immaginare il risultato... penso sarebbe stato meglio andare già imparati
!Rugby-Tv ha scritto: Si ma non è che ogni volta che scrivi ci devi fare il pippone
hai avuto modo di vedere in azione una delle due aperture del Viadana, Cipriani? sono curioso di vedere come se sbrigherà in eccellenza, credo possa fare bene e ha non più di 20 anni, forse meno.settimese ha scritto:spero che a questo punto bocchino disputi un campionato da titolare in serie A, e acquisti un po' d'esperienza. sicuramente male non gli fa, ha solo 24 anni. a 25-26 vedremo come sara'. nel frattempo spero tanto che si dia fiducia a un della rossa o farolini, spero che le nuove regole favoriscano aperture italiane, sono convinto che basta solo dargli fiducia. di 9 ne abbiamo fin troppi, ci mancano i 10. spostare qualche 9 a 10 no?tipo chillon o palazzani o calabrese, gente che calcia anche in mezzo ai pali
Potresti essere più sintetico, per favore?settimese ha scritto:no