Non è azzardato pensare che, dovendo affrontare in casa la cenerentola della classifica del S10, nella mente dei giocatori dell’Unione Capitolina Rugby ci fosse l’idea che questa sarebbe stata una partita facile da vincere. Tale idea si è probabilmente rafforzata con l’inizio della partita quando, dopo appena due minuti di gioco, il primo centro Camardon schiaccia in meta sfruttando un buco della difesa veneta. La successiva trasformazione di Raineri porta il punteggio sul 7-0.
A questo punto però i padroni di casa portano i remi in barca e subiscono la veemente reazione degli ospiti, che riequilibrano le sorti dell’incontro al sedicesimo con un’eccellente azione dell’estremo Di Maura (putroppo infortunatosi pochi minuti dopo), portata in meta della seconda linea Maloney, e trasformata dall’apertura Bustos, e si rendono ulteriormente pericolosi nei minuti successivi. Proprio in questo che è un ottimo momento dei rodigini arriva però il break di Sepe. L’ala romana, realizza una meta al termine di un splendida azione personale, forse la cosa in assoluto più bella vista quest’anno al Flaminio, nazionali comprese, e la successiva trasformazione di Raineri riporta a più sette i padroni di casa. La partita, ancorchè combattuta, è per tutto il primo tempo sostanzialmente corretta, anche se forse l’arbitro lascia correre su qualche fuorigioco di troppo da ambo le parti.
La Capitolina è sostanzialmente superiore nelle touche ed anche in mischia, ma qualche esitazione di troppo dell’apertura Itturalde, ma soprattutto le incertezze e le lentezze del mediano di mischia Toniolatti, rendono sterile la superiorità nelle fonti di gioco. Un calcio piazzato per parte, trasformati rispettivamente dagli impeccabili Raineri e Bustos, portano le squadre all’intervallo sul 17-10.
Il secondo tempo inizia nel segno della Capitolina, che porta in meta l’estremo Comuzzi al termine di un’azione insistita. La successiva trasformazione di Raineri lascia di nuovo presagire un facile successo dei romani, ed a questo punto il dubbio sembra essere soltanto quando sarà realizzata la quarta meta per il bonus. Il Rovigo però non ci sta e si riporta prepotentemente sotto. Pur continuando ad avere una touche deficitaria e problemi in mischia, gli ospiti sono decisamente più squadra, mentre i giocatori di casa sembrano giocare con sin troppa rilassatezza, quasi convinti di non aver nessuna possibilità di perdere. Nonostante la sostituzione di Toniolatti con Gentile, i problemi della mediana continuano, ed alcune disattenzioni in chiave difensiva offrono spazio agli attacchi dei veneti. In questo clima non c’è quindi da stupirsi quando al cinquantesimo il mediano di mischia Lobrauco (probabilmente il migliore dei suoi, mentre a dir poco deludente è stata la stella Contepomi, centro argentino) schiaccia in meta, per la successiva trasformazione di Bustos.
Nella parte centrale del secondo tempo il Rovigo continua a mostrare grinta e coraggio, tant’è vero che i successivi due calci di punizione assegnati alla Capitolina vengono entrambi piazzati da Raineri, evidentemente desideroso di tenere a distanza gli ospiti nel punteggio. Sul punteggio di 30 a 17 però, i romani tornano a mostrare pericolosi sintomi di svagatezza, ed è quindi una naturale conseguenza al settantunesimo la meta del tallonatore De Bialoskurski, propiziata dal solito Lobrauco. Negli ultimi minuti del match a dire il vero, più che una ricerca romana della quarta meta assistiamo ai tentativi rodigini di portare a casa la partita , frustrati però da una cattiva gestione dei palloni giocabili. Un’altro calcio piazzato per parte, a firma Raineri-Bustos, fissa il punteggio sul 33-27, regalando cosi quattro punti in classifica ai romani e uno ai veneti, mentre al settantaseiesimo De Bialoskurski trova il modo di farsi ammonire per un brutto placcaggio al collo.
Oltre ai citati Sepe e Raineri, tra le poche cose da salvare lato Capitolina di questa gara, c’è la prestazione dell’immancabile Soden, valoroso combattente che ottiene anche il titolo di “Man of the Match”, grazie anche ai palloni che è riuscito a strappare agli avversari durante fasi importanti della partita. Ottima anche la gara del seconda linea Mastrodomenico, eccellente soprattutto in touche, mentre tra luci e ombre la prestazione del nuovo arrivo Goodwin, che ha si mostrato notevoli qualità personali, ma che ha anche dato l’impressione in molte fasi di un eccessivo individualismo, probabilmente a causa di un non ancora perfetto inserimento nei meccanismi della squadra. In fin dei conti una prestazione mediocre da parte di un collettivo che deve ancora migliorare, specialmente nella mediana e nella capacità di concentrazione per poter ambire a qualcosa di più di una tranquilla salvezza, obiettivo oggi più vicino. Complicarsi cosi la vita in una partita che si sarebbe potuta vincere più facilmente non è buon segno, e speriamo che non si debba rimpiangere il punto buttato via oggi. Due parole sull’iniziativa del mercatino natalizio: carino e ben organizzato, con la possibilità di mangiare e bere in tranquillità a prezzi molto più onesti del village del Flaminio in occasione degli incontri della Nazionale, raggiunge l’obiettivo di fornire una dimensione familiare e rilassante del rugby agli spettatori.
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