Willimoski ha scritto:Bagni di folla, scene da vittoria ai mondiali… ecchesarà mai….mi sa che si stanno montando la testa
E poi scusate, ma non potevano quelli di la 7 aspettare 10minuti e lasciarci vedere bene la fine di Galles Inghilterra oalmeno lasciarlo nella finestra più grande….
Sono sconcertato...
Quindi, a parte lamentarti e sparare sentenze contro il mondo, hai anche intenzione di produrre qualche tipo di suggerimento positivo?
Hai una qualche ipotesi da proporre per fare in modo che si parli di piu' di rugby, che ci sia piu' seguito, ma senza rischiare di cadere in eccessi?
Oppure come soluzione da proporre hai solo quella secondo la quale e' giusto che si parli di rugby tanto quanto sta bene a te, nei termine che ti garbano, senza possibilita' diverse?
A me pare da quel che scrivi che la quota che ti sta bene di rugby sui media sia NIENTE, visto che il massimo che riesci a fare e' lamentarti.
Mi sembra invece naturale che aumentando la presenza di rugby sui media ci sara' per forza di cose anche chi cerchera' di marciarci sopra, semplicemente per lucrarci e "cavalcare l'onda". Ma e' un rischio che non si puo' evitare, se lo scopo che si vuole avere e' avere piu' attenzione e visibilita'.
D'altronde, scusa se lo scrivo in fondo ma dovrebbe essere considerato scontato, nel 2007 se uno sport vuole vivere, e' sostanzialmente obbligato a sostenersi con i soldi delle sponsirizzazioni, che dipendono nell'entita' dal ritorno economico che danno, e cio' è direttamente collegato alla visibilita' che lo sponsor ottiene. Uno sport che non si vede, non fa soldi con gli sponsor. Quindi se il rugby vuole diventare "grande" deve ricevere soldi dagli sponsor, che pagano se sei visibile.
Quindi o si rimane a vivere nel passato, senza visibilita', senza sponsor, a livello poco piu' che amatoriale, oppure si sta al gioco e si gioca.
Ora, non ti puoi lamentare della tv se vuoi uno sport da 21esimo secolo, se vuoi, ti puoi lamentare perche' vuoi uno sport da anni '50 invece che da 2007.
Cerchiamo semmai di darci da fare, per fare in modo che le persone che si avvicinano a questo sport lo capiscano, nelle caratteristiche che lo rendono unico, prendendo quanto di buono c'e' anche nelle giornate come oggi.
Per fortuna abbiamo tempo per coltivare i nostri anticorpi anti-violenza. Nei prossimi mesi di rugby si parlera' poco, forse per la finale scudetto, poi niente fino a settembre, quando probabilmente sentiremo parlare un po' in tv dei mondiali, e poi di nuovo nulla o quasi fino al febbraio prossimo.
Dobbiamo sfruttare questi mesi, per lavorare ai fianchi delle persone che hanno intravisto questo sport per queste 2 vittorie, spiegare che il rugby e' molto di piu' di quel che hanno visto, bisogna cercare di spiegare, portare a qualche evento quante piu' persone possibile, sperando che i nostri campionati ci offrano spettacoli degni e appassionanti.
ma intanto bisognava fare vedere il rugby a tutti coloro che non ne sapevano nulla, correndo anche il rischio di esagerare.
ora e' in mano a tutti noi il compito piu' difficile, farlo capire e conoscere, e quindi di fare nascere nuovi appassionati.