L'Aquila, quale futuro?
Moderatore: Emy77
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giangio8
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Scusate se mi intrometto nella vostra discussione, volevo solamente chiedervi un parere sul perchè L'aquila rugby non ha mai cercarto di instaurare un rapporto di collaborazione con realtà rugbistiche molto vicine (Chieti, Sulmona, Paganica, Avezzano ecc.ecc.) cercando magari in queste squadre qualche giocatore di talento da portare a L'aquila, anzichè prendere in continuazione stranieri mercenari che vengono in italia solamente a svernare.
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Jajaquaja
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Non è vero che non è stato fatto, è stato fatto.
Ragazzi rono arrivati a L'Aquila però poi, salvo pretendere allenamenti mattina e pomeriggio (ciò implica il non poter lavorare o studiare con continuità, quindi come ci si mantiene?) a questi sono stati offerti spiccioli e tranne sporadici casi non li si faceva neanche giocare.
Invece fantomatici stranieri mezze seghe hanno avuto fior di soldi e giocavano sempre.
Alla fine i ragazzi del circondari preferiscono quindi rimanere al loro paese per giocare con la loro maglia gratis e continuare a lavorare e studiare.
Ragazzi rono arrivati a L'Aquila però poi, salvo pretendere allenamenti mattina e pomeriggio (ciò implica il non poter lavorare o studiare con continuità, quindi come ci si mantiene?) a questi sono stati offerti spiccioli e tranne sporadici casi non li si faceva neanche giocare.
Invece fantomatici stranieri mezze seghe hanno avuto fior di soldi e giocavano sempre.
Alla fine i ragazzi del circondari preferiscono quindi rimanere al loro paese per giocare con la loro maglia gratis e continuare a lavorare e studiare.
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Cicca
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giangio8.... non ti devi scusare con nessuno....le discussioni sono di tutti, ed aperte a tutti.... ce ne fossero come te, che intervengono in maniera pertinente, fornendo spunti di discussione....giangio8 ha scritto:Scusate se mi intrometto nella vostra discussione, volevo solamente chiedervi un parere sul perchè L'aquila rugby non ha mai cercarto di instaurare un rapporto di collaborazione con realtà rugbistiche molto vicine (Chieti, Sulmona, Paganica, Avezzano ecc.ecc.) cercando magari in queste squadre qualche giocatore di talento da portare a L'aquila, anzichè prendere in continuazione stranieri mercenari che vengono in italia solamente a svernare.
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jhnncruyff
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[youtube]http://www.youtube.com/watch?v ... [/youtube][youtube]
[/youtube]
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derfu
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- Iscritto il: 2 mag 2007, 19:03
e questo ci fa capire che fior di dirigenti abbiamo! Inoltre da un pò di anni in abruzzo (e all'aquila in primis) sta diminuendo il numero di ragazzi convocati nelle varie selezioni giovanili e anche il livello tecnico generale si è abbassato! Speriamo che con questo anno buio il rugby abruzzese possa fare un'esame di coscienza e ripartire alla grande perchè le potenzialità ci sono tutte!Jajaquaja ha scritto:Non è vero che non è stato fatto, è stato fatto.
Ragazzi rono arrivati a L'Aquila però poi, salvo pretendere allenamenti mattina e pomeriggio (ciò implica il non poter lavorare o studiare con continuità, quindi come ci si mantiene?) a questi sono stati offerti spiccioli e tranne sporadici casi non li si faceva neanche giocare.
Invece fantomatici stranieri mezze seghe hanno avuto fior di soldi e giocavano sempre.
Alla fine i ragazzi del circondari preferiscono quindi rimanere al loro paese per giocare con la loro maglia gratis e continuare a lavorare e studiare.
L'unica cosa positiva di questa'anno è l'under19 dell'aquila rugby! Davvero una gran bella squadra e un'ottima base per il futuro!
Spero di essere intervenuto in maniera pertinente fornendo spunti di discussione interessanti
- diddi
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Alcune considerazioni:derfu ha scritto:e questo ci fa capire che fior di dirigenti abbiamo! Inoltre da un pò di anni in abruzzo (e all'aquila in primis) sta diminuendo il numero di ragazzi convocati nelle varie selezioni giovanili e anche il livello tecnico generale si è abbassato! Speriamo che con questo anno buio il rugby abruzzese possa fare un'esame di coscienza e ripartire alla grande perchè le potenzialità ci sono tutte!Jajaquaja ha scritto:Non è vero che non è stato fatto, è stato fatto.
Ragazzi rono arrivati a L'Aquila però poi, salvo pretendere allenamenti mattina e pomeriggio (ciò implica il non poter lavorare o studiare con continuità, quindi come ci si mantiene?) a questi sono stati offerti spiccioli e tranne sporadici casi non li si faceva neanche giocare.
Invece fantomatici stranieri mezze seghe hanno avuto fior di soldi e giocavano sempre.
Alla fine i ragazzi del circondari preferiscono quindi rimanere al loro paese per giocare con la loro maglia gratis e continuare a lavorare e studiare.
L'unica cosa positiva di questa'anno è l'under19 dell'aquila rugby! Davvero una gran bella squadra e un'ottima base per il futuro!
Spero di essere intervenuto in maniera pertinente fornendo spunti di discussione interessanti
- tra un professionista stipendiato e un giovanotto di belle speranze, a parità di livello e di rendimento, il dirigente e l'allenatore che hanno consigliato l'acquisto premeranno sempre per far giocare il primo, per giustificare il sacrificio richiesto alla Società;
- il giovanotto di belle speranze, a differenza del rugbysta professionista, non ha ancora scelto la strada da intraprendere per guadagnarsi la pagnotta, e potrebbe sempre tirarsi indietro per una scelta di lavoro o di studio -> il professionista è più affidabile per la Società;
- il rugby, salvo casi particolari, non dà guadagni tali da giustificare la sospensione della propria formazione culturale lavorativa per dieci e più anni, bisogna essere molto bravi e motivati per decidere di diventare professionista;
- è vero che i convocati aquilani ed abruzzesi a livello di Nazionale diminuiscono, ma è vero pure che la base si sta allargando, si è svegliata una città come Roma, ma anche zone prima meno "feconde" come l'Emilia, la Toscana e il Piemonte; in queste condizioni diminuiscono anche i veneti, non solo gli aquilani!
- L'U19 dell'Aquila mi risulta essere veramente forte, ma non altrettanto le altre rappresentative giovanili: problemi futuri?
- Sì, sei intervenuto in maniera pertinente ed hai offerto spunti interessanti, ma questo lo sapevi. Polemizza cogli admin, se vuoi. Ma non vale la pena farsi il sangue cattivo, è un gruppo di amici.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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Jajaquaja
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- Iscritto il: 12 ago 2003, 0:00
- Località: L'Aquila-Roma-Viterbo
La 19 è la U13 di qualche anno fa, infatti è la stessa che l'anno scorso era u17 e ha molto ben figurato.
E' l'unico gruppo degli ultimi anni che è stato ben coltivato, gli allenatori che li hanno tirati su nella vita fanno gli insegnanti in scuole medie e superiori.
Speriamo bene, da lì potrebbero uscire fuori i futuri giocatori dell'aquila rugby, anzi ciò è auspicabile.
E' l'unico gruppo degli ultimi anni che è stato ben coltivato, gli allenatori che li hanno tirati su nella vita fanno gli insegnanti in scuole medie e superiori.
Speriamo bene, da lì potrebbero uscire fuori i futuri giocatori dell'aquila rugby, anzi ciò è auspicabile.
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uggioso
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- Iscritto il: 26 apr 2007, 19:36
L'AQUILA
mi dispiace per il rugby abruzzese, e anche per l'aquila che non meritava per la tradizione che si porta dietro (anche se ormai già da qualche anno è solo tradizione), invece di lamentarsi, forse sarebbe bene chiedersi perchè gli aquilani bravi vanno via? (allenatori e giocatori) compreso Zappò Zaffiri? forse il problema è proprio L'aquila, infatti nel forum sento ripetere il motto L'aquila agli aquilani, ma probabilmente chi ripete ciò non ha ancora ben chiaro che da qualche anno si è passati al professionismo, con tutto quello che comporta in positivo ed in negativo, Ragazzi è ora di svegliarsi nel mondo reale, la globalizzazione riguarda anche il nostro rugby, forse è il caso di andare avanti (principio fondamentale del gioco) non piangersi adosso, ed a proposito di San Peens forse è il caso di fargli un statua davanti al fattori visto che la maggior parte dei punti segnati quest'anno li ha fatti lui
- warhog
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- Iscritto il: 4 mag 2007, 15:10
- Località: Roma - L'Aquila
Manco dall'Aquila da molti anni, ma ho ancora molti amici nell'ambiente, i quali mi hanno detto che da qualche anno a questa parte i vivai delle squadre "povere" vengono letteralmente saccheggiati dalle ricche squadre del nord (come già succede per il calcio insomma). Ai ragazzi di 14 - 15 anni vengono pagati il mantenimento e gli studi, inoltre vengono allenati in maniera scientifica in modo da coltivare e valorizzare appieno il talento ancora in germoglio.diddi ha scritto: - L'U19 dell'Aquila mi risulta essere veramente forte, ma non altrettanto le altre rappresentative giovanili: problemi futuri?
Se le cose stanno davvero così la vedo grigia (tendente al nero) per L'Aquila e non solo.
I ragazzi di 17 - 18 anni penso che non siano convenienti da prendere perchè già "plasmati".
Penso anche che alla lunga tutto ciò potrebbe essere dannoso per il rugby italiano, in quanto in città dalla grande tradizione rugbistica come L'Aquila verrebbe a mancare lo stimolo che spinge i ragazzi (ed i loro genitori) a dedicarsi al rugby: quale genitore darebbe l'assenso a far fare uno sport al proprio ragazzo sapendo che se è bravo già a 14 anni partirà verso altri lidi? Inoltre un conto è giocare nella propria città davanti agli amici (e alle quatrane!!!), un altro giocare davanti a degli estranei che pure pretendono molto da te perchè gli costi!
- diddi
- Messaggi: 2482
- Iscritto il: 28 feb 2006, 0:00
- Località: Roma
Benvenuto uggioso!
Benvenuto Warhog!
Sin dall'inizio era ben chiaro a tutti che il professionismo nel rugby avrebbe significato anche la perdita delle tradizioni locali e provinciali a favore delle realtà più grandi, in grado di attrarre capitali finanziari e umani. A dire il vero, è un processo che non si è ancora completato: in Francia persiste una localizzazione a Sud-Ovest del vertice; in Inghilterra le città coinvolte sono centri di provincia (a parte Londra). Così anche in Italia l'eccellenza rugbystica si trova tuttora in realtà minori (almeno per numero di abitanti); ma sempre di più premono centri come Roma e (pare) Milano.
Certo, L'Aquila ha secondo me un enorme capitale nella forza che contraddistingue la popolazione montana abruzzese (faccio di tutta l'erba un fascio per brevità) e nella tradizione. Ma ha i mezzi per trattenere queste risorse "naturali" e questo "antico" interesse?
Si potrebbe dire: se ci sono risorse per pagare una dozzina di stranieri, ci saranno anche per tirare su i talenti nostrani. Paradossalmente, questo non è per forza vero. Portare su un giovane dal vivaio costa evidentemente meno che pagare un campione o anche solo un onesto professionista. Ma per ogni ragazzo che ce la fa, ne devi tirare su tanti che non sono all'altezza, oppure rinunciano o si perdono per strada; e non sai mai quanti saranno i "buchi nell'acqua" prima di avere un vero giocatore. L'investimento nei giovani è oneroso e rischioso, perché non ha garanzie di adeguati ritorni. Ad azzardarlo sono coloro che hanno mezzi da impiegare ed eventualmente da perdere, cioè coloro che hanno un adeguato giro economico alle spalle (il ricco Nord-Est di Treviso e Padova, l'alacre Bassa di Parma, Calvisano e Viadana, la capitale Roma) e la voglia di mantenere un centro di formazione sul modello delle "academies" dei club inglesi. L'Aquila ha queste forze?
Certo, i ragazzi avrebbero meno pressioni a casa loro. Ma anche l'esperienza fuori casa e lo stress e le responsabilità che comporta può essere un'esperienza di per sé formativa, al di là del campo e della scuola.
Per quanto riguarda l'assenso dei genitori, taglierò corto dicendo che, ormai, non comandano più loro, ma i figli.
E riguardo alle "quatrane": ce ne stanno tante per il mondo, si trovano sempre e dappertutto! Grazie, lassù!
Benvenuto Warhog!
Sin dall'inizio era ben chiaro a tutti che il professionismo nel rugby avrebbe significato anche la perdita delle tradizioni locali e provinciali a favore delle realtà più grandi, in grado di attrarre capitali finanziari e umani. A dire il vero, è un processo che non si è ancora completato: in Francia persiste una localizzazione a Sud-Ovest del vertice; in Inghilterra le città coinvolte sono centri di provincia (a parte Londra). Così anche in Italia l'eccellenza rugbystica si trova tuttora in realtà minori (almeno per numero di abitanti); ma sempre di più premono centri come Roma e (pare) Milano.
Certo, L'Aquila ha secondo me un enorme capitale nella forza che contraddistingue la popolazione montana abruzzese (faccio di tutta l'erba un fascio per brevità) e nella tradizione. Ma ha i mezzi per trattenere queste risorse "naturali" e questo "antico" interesse?
Si potrebbe dire: se ci sono risorse per pagare una dozzina di stranieri, ci saranno anche per tirare su i talenti nostrani. Paradossalmente, questo non è per forza vero. Portare su un giovane dal vivaio costa evidentemente meno che pagare un campione o anche solo un onesto professionista. Ma per ogni ragazzo che ce la fa, ne devi tirare su tanti che non sono all'altezza, oppure rinunciano o si perdono per strada; e non sai mai quanti saranno i "buchi nell'acqua" prima di avere un vero giocatore. L'investimento nei giovani è oneroso e rischioso, perché non ha garanzie di adeguati ritorni. Ad azzardarlo sono coloro che hanno mezzi da impiegare ed eventualmente da perdere, cioè coloro che hanno un adeguato giro economico alle spalle (il ricco Nord-Est di Treviso e Padova, l'alacre Bassa di Parma, Calvisano e Viadana, la capitale Roma) e la voglia di mantenere un centro di formazione sul modello delle "academies" dei club inglesi. L'Aquila ha queste forze?
Certo, i ragazzi avrebbero meno pressioni a casa loro. Ma anche l'esperienza fuori casa e lo stress e le responsabilità che comporta può essere un'esperienza di per sé formativa, al di là del campo e della scuola.
Per quanto riguarda l'assenso dei genitori, taglierò corto dicendo che, ormai, non comandano più loro, ma i figli.
E riguardo alle "quatrane": ce ne stanno tante per il mondo, si trovano sempre e dappertutto! Grazie, lassù!
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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terzapiufortedelpiemonte
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- Iscritto il: 23 giu 2005, 0:00
tutto vero diddi in molti 3d leggo che finalmente è arrivato il professionismo che anch'io ritengo ineluttabile che il rugby non sarà mai più quello di una volta ecc. ecc. Però forse bisognerebbe andare un pò più in profondità e analizzare meglio il problema: se veramente fosse così perchè ci sono tanti ragazzi che smettono?, perchè molti che sono talenti a 17 anni smettono o comunque continuano a livello molto più basso? Semplicemente perchè in Italia il professionismo non c'è, c'è solamente qualcosa che gli somiglia. Lasciamo stare il calcio ma anche solamente nel basket e i molti altri sport che ha la possibilità a 19 anni di giocare in serie A ci prova e secondo me sono molti di più quelli che continuano di quelli che lasciano, perchè si guadagna bene, si è seguiti, alla fine ci si allena due volte al giorno come nel rugby ma di tempo libero ne hai comunque tanto e puoi studiare o fare altro. Invece nel rugby è esattamente il contrario conosco molti che erano in nazionale giovanile che giocano in c o in b e che non hanno mai provato a fare il salto di qualità, mentre squadra di super 10 di a e anche di b sono imbottitte di giocatori stranieri pagati e la maggior parte di questi sono degli onesti mestieranti.
Tutto questo per dire che secondo me quello che dovrebbe fare L'aquila è fare un progetto a lungo termini e di diventare catalizzatore di tutte le risorse che ha a disposizione facendo crescere i giovani talenti che ha e creando una struttura che riesca ad attirare risorse anche dall'esterno, insomma tornare un pò al passato quando i giocatori erano del posto ma rispetto a prima seguendoli in modo professionistico con tutti i costi che ciò comporta quando poi si sarà fatto il salto di qualità si potranno aggiungere ad una base di questo tipo degli stranieri di livello.
Ovvio che è più facile comprare gente da fuori e tentare di raccattare soldi a destra e sinistra per barcamenarsi nel super10 ma anche i 500.000 euro di catania se non c'è niente alle spalle quanto potranno durare??
Tutto questo per dire che secondo me quello che dovrebbe fare L'aquila è fare un progetto a lungo termini e di diventare catalizzatore di tutte le risorse che ha a disposizione facendo crescere i giovani talenti che ha e creando una struttura che riesca ad attirare risorse anche dall'esterno, insomma tornare un pò al passato quando i giocatori erano del posto ma rispetto a prima seguendoli in modo professionistico con tutti i costi che ciò comporta quando poi si sarà fatto il salto di qualità si potranno aggiungere ad una base di questo tipo degli stranieri di livello.
Ovvio che è più facile comprare gente da fuori e tentare di raccattare soldi a destra e sinistra per barcamenarsi nel super10 ma anche i 500.000 euro di catania se non c'è niente alle spalle quanto potranno durare??
- diddi
- Messaggi: 2482
- Iscritto il: 28 feb 2006, 0:00
- Località: Roma
L'allargamento della base è un fenomeno che darà i suoi frutti solo tra qualche tempo. Per il momento c'è solo una richiesta di buon rugby, da soddisfare alla meno peggio con gli scarti della Nazionale, degli altri campionati esteri e con giovani di belle speranze.
Certo, per il "sistema rugby Italia" sarebbe meglio utilizzare i giovani. Ma presentano dei rischi. Forse, a questo proposito, l'istituzione dell'Accademia di Tirrenia (se ben utilizzata) potrebbe essere determinante.
Certo, per il "sistema rugby Italia" sarebbe meglio utilizzare i giovani. Ma presentano dei rischi. Forse, a questo proposito, l'istituzione dell'Accademia di Tirrenia (se ben utilizzata) potrebbe essere determinante.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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- warhog
- Messaggi: 36
- Iscritto il: 4 mag 2007, 15:10
- Località: Roma - L'Aquila
Il problema dell'Aquila non è solo di gestione sportiva ma molto più ampio e complesso. A causa della tremenda crisi occupazionale, da profondo sud, non ci sono prospettive per i giovani, per cui anche se la società di rugby potesse trattare i giovani talenti alla pari delle squadre ricche questi continuerebbero comunque a vivere con l'assillo del "cosa farò quando appenderò le scarpette al chiodo?" Il bidello? L'usciere all'università o in qualche ufficio pubblico? Il portiere d'albergo? Parlo di lavori effettivamente svolti da molti ex rugbisti di una volta, anche ex nazionali. I più fortunati sono quelli di buona famiglia che hanno lo studio professionale ad attenderli, ma sono ormai scomparsi dato che il rugby moderno non permette assolutamente di conciliare studio o professione ed allenamenti da super10 o anche solo da A.
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Tapulone
- Messaggi: 12
- Iscritto il: 11 apr 2006, 22:11
Comunque penso che un ragazzo promettente accetterebbe di impegnarsi di più nel rugby, in cambio di qualche soldino, potendo ad esempio pagarsi l'Università fino a 23-24 anni.
Nel frattempo, avrebbe modo di capire se può fare il professionista sportivo o se è meglio fare qualcos'altro.
L'Università come parcheggio è soluzione ampiamente praticata in tutta Italia, anche dai ragazzi che non fanno sport...
Presumo piuttosto che il problema sia nel fatto che le società non li hanno i soldi da spendere per i 18-20enni (magari i più piccoli pagano per giocare; in altri sport è così).
In questo senso la situazione aquilana sarà probabilmente peggiore rispetto a quella di altre società dell'opulento nord.
Peraltro la Serie A vi potrebbe aiutare, dandovi modo di dare spazio a questa U19 di cui si parla bene.
Coraggio, scrocchiateli tutti
Nel frattempo, avrebbe modo di capire se può fare il professionista sportivo o se è meglio fare qualcos'altro.
L'Università come parcheggio è soluzione ampiamente praticata in tutta Italia, anche dai ragazzi che non fanno sport...
Presumo piuttosto che il problema sia nel fatto che le società non li hanno i soldi da spendere per i 18-20enni (magari i più piccoli pagano per giocare; in altri sport è così).
In questo senso la situazione aquilana sarà probabilmente peggiore rispetto a quella di altre società dell'opulento nord.
Peraltro la Serie A vi potrebbe aiutare, dandovi modo di dare spazio a questa U19 di cui si parla bene.
Coraggio, scrocchiateli tutti