Cane_di_Pavlov ha scritto:Certo, era qui che volevo arrivare: Dondi è condizionato perchè deve essere rieletto.
Ma allora non è un problema di "non può", ma uno problema di "non vuole".
Solitamente chi vuole "cambiare" in meglio una situazione che ha evidenti problemi, dovrebbe fregarsene dei condizionamenti dovuti al consenso, sempre che voglia fare l'interesse del movimento e non il proprio interesse personale...
Non può, non vuole...
Allora, io, Giancarlo Dondi, investo tempo, energie e soldi per farmi eleggere Presidente, dopodiché promuovo politiche di per sé giuste in astratto, ma che vanno contro l'interesse immediato dei miei elettori, i quali mi trombano bellamente alla successiva tornata elettorale... Ma che mi ci sono messo a fare???
Se uno investe se stesso per ottenere una carica, lo fa ben sapendo a che cosa va incontro: per esempio, alla necessità di venire a termini coi propri elettori. L'esercizio di una funzione direttiva, in un regime non monocratico, presuppone la ricerca di un compromesso tra le parti. Non si può perseguire lo sviluppo del rugby italiano andando a detrimento delle sue squadre di vertice (tanto più se sono la base del tuo potere). Condurre la Federazione prescindendo dalla realtà dei fatti può sembrare nobile, ma in effetti è velleitario e donchisciottesco.
Dondi non è un idealista dal cuore puro, queste illusioni ho smesso da tempo di covarle, e agisce per il proprio tornaconto e per mantenere la propria "poltrona"; ma io, in questo, non ci trovo nulla di esecrabile. Nessuno si impegna per avere qualcosa e poi la dilapida a cuor leggero. Tutto quello di cui dobbiamo sincerarci, è che pur nell'ansia del proprio "utile", persegua comunque gli scopi statutari (promozione e sviluppo del gioco in Italia, organizzazione dei campionati, collegamento con le altre federazioni) senza venir meno ai suoi doveri e senza nuocere al movimento. Su questo, chiaramente, si possono avere idee diverse. Ma pretendere che Dondi vada contro i propri interessi...
