forum.rugby.it

Riporto qui ciò che ho già accennato in un altro thread: Il lavoro, tempo fa, mi portò a soggiornare un paio di anni in Inghilterra, là da solamente appassionato di rugby diventai giocatore (serie mooolto minori) e fui tesserato per una società locale. Ora, se dovessi stare sui toni attuali e la cosa dovesse avvenire oggi, al mio ritorno, come mi dovrei sentire? Mi sta bene essere un italiano proveniente da federazione straniera (problema esclusivamente di regolamento), ma dal punto di vista morale sarei un "accaparratore improprio di maglia", dovrei sentirmi in colpa perchè io gioco ed invece chi ha fatto tutta la trafila dal mini rugby in avanti no? Se c'è qualcuno più bravo di me, avanti, ne ha pieno diritto, altrimenti si impegni per diventare migliore.

Quindi, come vediamo, il problema è sempre lo stesso: il buonsenso.
Non si può impedire ad un italiano di giocare nella Nazionale italiana, ovunque si sia rugbysticamente formato;
non si può impedire ad uno straniero rugbysticamente formato in italia di giocare nella Nazionale;
Una regola esclude l'altra, se le mettiamo tutte e due abbiamo la situazione attuale. Non ci resta che il buonsenso.

Grazzie per il tuo apprezzo Emy

Ma la parola "Italians" ,nel titolo, aveva il suo senso ... era per quelli "equiparati linguistici", quelli che dicono che Garcia non dovrebbe giocare il "week end"

alvarobolz ha scritto:Grazzie per il tuo apprezzo Emy

Ma la parola "Italians" ,nel titolo, aveva il suo senso ... era per quelli "equiparati linguistici", quelli che dicono che Garcia non dovrebbe giocare il "week end"

L'avevo capito, ma non ci stavo con i caratteri!

alvarobolz ha scritto:prima domanda: chì è piu degno di vestire la maglia azzurra?:

a) lo straniero venuto cuà a lavorare ( o suo figlio, già nato fuori confini), che versa le tasse, che si comporta di modo onesto nella vita con i suoi concittadini ... o

b) un paesano con 120 generazioni italiche, che non paga le tasse, che truffa le assicurazioni (facendoci pagare il triplo che nei paesi del intorno), che partecipa della corrozione politico-amministrativa, che i risparmi li tiene in Svizzera, ecc

seconda domanda: il patriotismo si dimostra ....

a) con i fatti, non RUBANDO ai concittadini

b) con il folklore, la tradizione, la genealogia ....

aspetto risposte ...

ma per favore, evitiamo insulti , questo il forum del nostro sport, dovrebbe essere qualcosa di divertente, dai

Preferirei che il discorso andasse sulla "formazione italiana" relativa la gioco del rugby (la cara vecchia palla ovale).

Il mio sogno è quello di vedere una nazionale di giocatori di "formazione italiana".

La "formazione italiana" non ha niente a che fare con tradizione, folklore, genealogia e pagamento o meno delle tasse.

Per esempio: Anouer, Daupi, Derbyshire, Stoica, Tveraga sono tutti giocatori di formazione italiana.

Gower, Vosawai, Spragg, Vodo non lo sono.

CapitanFracassa ha scritto:Il mio sogno è quello di vedere una nazionale di giocatori di "formazione italiana".

Ma quello è anche il sogno mio!
Solo che tu vorresti attualizzarlo subito, o perché ritieni che la differenza tra il nostro sistema formativo e quelli dei "giganti" del rugby sia solo presunta o comunque minore di quello che dicono, o perché sei disposto a sopportare sonore batoste in attesa che il nostro sistema si adegui al livello richiesto; mentre io (e i selezionatori sembrano pensarla come me) sono dell'opinione che ci debba essere una libera concorrenza, in cui contano i valori tecnici e non la provenienza.

Un'aggiunta per prevenire qualche prevedibile critica. I giocatori che vengono dall'estero sono in una situazione privilegiata rispetto agli "indigeni". I nostri vivono nel loro ambiente, hanno amicizie, amori, impegni cui magari rinuncerebbero per uno stipendio da calciatori, ma difficilmente per uno da rugbysti. Se sono studiosi e intelligenti, magari cercano di laurearsi. Insomma, non è detto che abbiano la testa al 100% sul rugby. Chi invece viene da fuori espressamente per giocare a rugby, non avendo altro da fare, è più focalizzato, più impegnato, più disponibile; e quindi più desiderabile per società e allenatori. A mio avviso, soprattutto alla soglia tra giovanili e seniores, anche questa circostanza gioca a favore degli "stranieri" e contribuisce a produrre la sensazione, presente in molti, che vengano preferiti pregiudizialmente ai prodotti dei nostri vivai.

devo dire che il sogno del CapitanFracassa è compartito per mè. Di padre basco mi piace tanto il Athletic Club de Bilbao, de calcio, con una ferrea politica de vivaio.

Che il Sudtirolo Rugby un giorno gioche in SuperX con ragazzi cresciuti cuà, sarebbe dello meglio che mi può dare la vita.

Per mè il rugby è sport di aggregazione "territoriale" : tifo Sudtirolo, Veneto, Italia, Europa ...

Una Italia con tutti ragazzi che abbia visto nel minirugby sarebbe una goduria.

MA ... MA ... MA ...

senza polemica, è solo un dato che appena ho scoperto:

numero di stranieri in TOP 14:

Toulon 25
Racing Metro 24
Brive 22
Montpellier 16
Clermont 15
Mountaban 15
Stade 15
Bourgouin 14
Castres 14
Biarritz 13
Bayona 12
Perpinyà 12
Albi 10
Tolosa 10

Secondo mè, questi dati danno per qualche altro post !!

alvarobolz ha scritto: senza polemica, è solo un dato che appena ho scoperto:

numero di stranieri in TOP 14:

Toulon 25
Racing Metro 24
Brive 22
Montpellier 16
Clermont 15
Mountaban 15
Stade 15
Bourgouin 14
Castres 14
Biarritz 13
Bayona 12
Perpinyà 12
Albi 10
Tolosa 10

Secondo mè, questi dati danno per qualche altro post !!

Senza polemica, però la Francia ha fior fior di talenti che sforna a raffica per la nazionale: dopo il mondiale di casa han fatto piazza pulita di tutto quello che sarebbe stato vecchiume nell'ottica del mondiale successivo e l'han sostituito con ragazzini che ora, a cavallo dei vent'anni, sono già sbocciati come campioni! Questa si chiama programmazione, parola che da noi non si sà manco come si scrive.

Emy, " la Francia ha fior fior di talenti che sforna a raffica per la nazionale", con un campionato pieno zeppo di stranieri (217).

Un dettaglio che mi piace è che le squadre basche e la catalana, sono di quelli con meno stranieri

Un altro dettaglio degno di studio è che il Tolosa ha il budget maggiore di tutti ed è, invece, chi meno stranieri ha.

alvarobolz ha scritto:numero di stranieri in TOP 14:

Toulon 25
Racing Metro 24
Brive 22
Montpellier 16
Clermont 15
Mountaban 15
Stade 15
Bourgouin 14
Castres 14
Biarritz 13
Bayona 12
Perpinyà 12
Albi 10
Tolosa 10

Secondo mè, questi dati danno per qualche altro post !!

Parliamone.
Ogni rosa ha ca. 40 giocatori.
Le squadre sono 14.
I giocatori francesi professionisti di primo livello che giocano in patria sono circa 350 (quasi nove rose complete).
Niente male.

sapete i dati (+ò-) del Super 10 per fare un confronto?

diddi ha scritto:

CapitanFracassa ha scritto:Il mio sogno è quello di vedere una nazionale di giocatori di "formazione italiana".

Ma quello è anche il sogno mio!
Solo che tu vorresti attualizzarlo subito, o perché ritieni che la differenza tra il nostro sistema formativo e quelli dei "giganti" del rugby sia solo presunta o comunque minore di quello che dicono, o perché sei disposto a sopportare sonore batoste in attesa che il nostro sistema si adegui al livello richiesto; mentre io (e i selezionatori sembrano pensarla come me) sono dell'opinione che ci debba essere una libera concorrenza, in cui contano i valori tecnici e non la provenienza.

Un'aggiunta per prevenire qualche prevedibile critica. I giocatori che vengono dall'estero sono in una situazione privilegiata rispetto agli "indigeni". I nostri vivono nel loro ambiente, hanno amicizie, amori, impegni cui magari rinuncerebbero per uno stipendio da calciatori, ma difficilmente per uno da rugbysti. Se sono studiosi e intelligenti, magari cercano di laurearsi. Insomma, non è detto che abbiano la testa al 100% sul rugby. Chi invece viene da fuori espressamente per giocare a rugby, non avendo altro da fare, è più focalizzato, più impegnato, più disponibile; e quindi più desiderabile per società e allenatori. A mio avviso, soprattutto alla soglia tra giovanili e seniores, anche questa circostanza gioca a favore degli "stranieri" e contribuisce a produrre la sensazione, presente in molti, che vengano preferiti pregiudizialmente ai prodotti dei nostri vivai.

Ebbene sì!
Sono disposto a sopportare le sonore batoste che potrebbero arrivare!
Sono disposto a rinuciare alle sonanti vittorie delle nostre nazionali.
Sono disposto a rinunciare alle continue affermazioni dei nostri club nelle competizioni europee.
Sopporterò le sonore batoste e non avrò rimpianti per i successi che da dieci anni ci arridono al 6 Nazioni, alle Coppe del Mondo, in Heineken Cup e in Challenge Cup.
Sopporterò...

CapitanFracassa ha scritto:

diddi ha scritto:

CapitanFracassa ha scritto:Il mio sogno è quello di vedere una nazionale di giocatori di "formazione italiana".

Ma quello è anche il sogno mio!
Solo che tu vorresti attualizzarlo subito, o perché ritieni che la differenza tra il nostro sistema formativo e quelli dei "giganti" del rugby sia solo presunta o comunque minore di quello che dicono, o perché sei disposto a sopportare sonore batoste in attesa che il nostro sistema si adegui al livello richiesto; mentre io (e i selezionatori sembrano pensarla come me) sono dell'opinione che ci debba essere una libera concorrenza, in cui contano i valori tecnici e non la provenienza.

Un'aggiunta per prevenire qualche prevedibile critica. I giocatori che vengono dall'estero sono in una situazione privilegiata rispetto agli "indigeni". I nostri vivono nel loro ambiente, hanno amicizie, amori, impegni cui magari rinuncerebbero per uno stipendio da calciatori, ma difficilmente per uno da rugbysti. Se sono studiosi e intelligenti, magari cercano di laurearsi. Insomma, non è detto che abbiano la testa al 100% sul rugby. Chi invece viene da fuori espressamente per giocare a rugby, non avendo altro da fare, è più focalizzato, più impegnato, più disponibile; e quindi più desiderabile per società e allenatori. A mio avviso, soprattutto alla soglia tra giovanili e seniores, anche questa circostanza gioca a favore degli "stranieri" e contribuisce a produrre la sensazione, presente in molti, che vengano preferiti pregiudizialmente ai prodotti dei nostri vivai.

Ebbene sì!
Sono disposto a sopportare le sonore batoste che potrebbero arrivare!
Sono disposto a rinuciare alle sonanti vittorie delle nostre nazionali.
Sono disposto a rinunciare alle continue affermazioni dei nostri club nelle competizioni europee.
Sopporterò le sonore batoste e non avrò rimpianti per i successi che da dieci anni ci arridono al 6 Nazioni, alle Coppe del Mondo, in Heineken Cup e in Challenge Cup.
Sopporterò...

Ecco, questa cosa mirabilmente messa in evidenza da CapitanFracassa è uno dei maggiori nonsense del nostro rugby: avessimo chissà cosa da perdere dedicando risorse e tutto il tempo che ci vuole alla crescita dei nostri giovani e del nostro movimento piuttosto che prendendo bidoni all'estero ed equiparando a più non posso!!!!! Le bastoste le prendiamo uguale, i club in coppa fanno ridere i polli, le nazionali perdono sistematicamente e spesso pure malissimo e non abbiamo successi da festeggiare: almeno con stranieri ed equiparati si vincesse, ma si fa schifo uguale!!!!! Quindi? A me francamente sembra poca voglia di sbattersi: a costruire si fa fatica, invece a prendere l'uovo oggi si fa presto, e chissene se la gallina non arriva mai e alla fine le uova costano di più e rendono meno. Inutile dire che così non si và proprio da nessuna parte.

Emy77 ha scritto:
Ecco, questa cosa mirabilmente messa in evidenza da CapitanFracassa è uno dei maggiori nonsense del nostro rugby: avessimo chissà cosa da perdere dedicando risorse e tutto il tempo che ci vuole alla crescita dei nostri giovani e del nostro movimento piuttosto che prendendo bidoni all'estero ed equiparando a più non posso!!!!! Le bastoste le prendiamo uguale, i club in coppa fanno ridere i polli, le nazionali perdono sistematicamente e spesso pure malissimo e non abbiamo successi da festeggiare: almeno con stranieri ed equiparati si vincesse, ma si fa schifo uguale!!!!! Quindi? A me francamente sembra poca voglia di sbattersi: a costruire si fa fatica, invece a prendere l'uovo oggi si fa presto, e chissene se la gallina non arriva mai e alla fine le uova costano di più e rendono meno. Inutile dire che così non si và proprio da nessuna parte.

Il primo passo lo faremo quando noi italiani, in primis, cominceremo a pensare di poter costruire dei grandi giocatori..
Così forse la smetteremo di giustificare quella vagonata di argentini e kiwi di serie C che affollano i nostri club e l'esclusione continua dalla nazionale di giovani e meno giovani di valore ormai comprovato (Favaro con la A mi fa venire da piangere, il trattamento riservato a Masi peggio ancora) da parte di ct stranieri che ci considerano quinto mondo rugbistico.