Non c’è molto da dire per raccontare un match, quello di ieri pomeriggio fra Viadana e Calvisano per la qualifying cup, di rara ed estenuante bruttezza

. Alla fine il gap fra le due squadre è di 31 punti esattamente come sette giorni fa in campionato, il che fa pensare che sia esattamente quella la differenza dei valori in campo. Due partite assai diverse per intensità unite da alcuni tratti in comune: il gap, appunto, il vincitore e lo squallore dell’arbitraggio. A dir la verità il livello dell’arbitro internazionale Iordanescu visto ieri al San Peroni fa rivalutare come esemplare il pessimo Rizzo visto sette giorni fa. Codesto simpatico personaggio, una specie di pirlunga dalla fronte vanamente spaziosa e una magliettina fuxia da far invidia ad un viado di Bahia, è stato sconcertante per pochezza: se dovessi elencare tutte le topiche viste ieri ne uscirebbe un pezzo di estensione balzacchiana, perciò evito. La cosa grave è che l’assoluta mancanza di autorevolezza di questo individuo, arbitro internazionale a sproposito, ha rischiato, come si scriveva in cronaca un tempo, di far degenerare un incontro di rugby in una volgare rissa. Le provocazioni sono sempre state tollerate e i pugni volati nei raggruppamenti anche. In un paio di tristi circostanze si sono viste a terra configurazioni laocoontiche di giocatori mulinanti cartoni mentre il sig. referee zampettava altrove facendo continuare il gioco con i suoi sconsolati collaboratori che cercavano vanamente di attirarne l’attenzione: fino a 10 fasi di gioco mandate avanti mentre c’era una gangbang di pugni a terra, salvo poi tornare indietro e annullare l’azione in corso. Povero rugby

. Gioco se ne è visto poco, errori tanti; nei primi venti minuti la partita è stata in equilibrio per i tanti errori difensivi di Viadana ben bilanciati da quelli calvini in attacco e da quelli del genio di cui sopra. Interessante fra i calvini l’esperimento di Zdrilich in seconda linea, durato poco, però: un infortunio a Belardo ha determinato l’ingresso di Beccaris e il ripassaggio di Zdrillo in terza, dove ha fatto vedere, come sempre, la sua straordinaria abilità di ladro di palloni nei bdowns. Fra i mantovani l’esperto Travagli ha cercato di dare un senso logico al gioco, ma, come ognun sa, giocare dietro un pack scarrettato via in continuazione è la cosa peggiore che un 9 possa augurarsi. Di conseguenza anche McKinley non ha avuto che un paio di palloni giocabili in tutto il match. L’unica cosa bella di 82’ di orrore è stata la bellissima prima meta calvina: un calcetto a scavalcare del finto estremo Ben Seymour per Braam Steyn che va in meta; tutto bello e tutto identico alla meta Haimona-Parisse vista a novembre. Il resto è stata confusione, errori, topiche arbitrali al limite del teatro dell’assurdo, baruffe e gran rusate del pack calvino, che porta a casa due tecniche con la mischia chiusa (di cui una giocata in sette causa giallo a Panico) e una mischia di maul. Da segnalare, nel bruttume generalizzato, la buona prova della triplice mediana Ambrosio, Buscema, Steyn, un giocattolo che comincia a funzionare. Ambrosio si è poi infortunato e ci ha dato l’opportunità di rivedere Pablo Canavosio nel suo antico ruolo di MM, dove se l’è cavata con sicurezza e disinvoltura. MoM Zdrilich che avrà recuperato un miliardo di palloni: giusto.
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Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)