Inviato: 2 lug 2005, 6:52
Ho fatto un sogno straordinario!
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<BR>Ho sognato che a L’Aquila c’era un allenatore venuto da lontano, un tecnico serio e preparato, insomma un vero professionista che, dopo un’annata straordinaria in cui aveva quasi sfiorato i play off, con grande strazio interiore aveva dovuto rinunciare a portare a termine la sua missione con L’AQUILA RUGBY. Alcuni maligni, critici, tifosi in questa sua rinuncia avevano voluto vederci per forza qualcosa di poco chiaro !
<BR>Eppure egli aveva sempre dimostrato di essere un tecnico serio , preparato, equilibrato. Uno che aveva saputo assumersi le proprie responsabilità e farsi carico in prima persona anche delle sconfitte della sua squadra.
<BR>Nei momenti più bui della stagione aveva sempre difeso a spada tratta i giocatori scesi in campo assumendosi, da solo e contro tutti, ogni responsabilità di ciascuna sconfitta e mai scaricando sui giocatori le colpe !
<BR>Non c’era motivo quindi di non credere ad un serio, tecnico, professionista del rugby! Eppure quando questi aveva affermato di non poter anteporre il pur immenso amore maturato per la causa neroverde a quello per la sua famiglia e per il lavoro di sua moglie, nessuno (o solo pochi) aveva voluto credergli .Egli l’attaccamento per la società e per gli atleti a lui affidati l’aveva dimostrato ampiamente e durante tutta la stagione. Tutti lo ricordavano vestito esclusivamente con la divisa sportiva dell’AQUILA RUGBY(anche ai matrimoni), tanto s’identificava con la società aquilana, sembrava quasi avesse cucito addosso l’amore per questa città che l’aveva adottato.
<BR>Pensate che addirittura il suo amore sconfinato verso gli atleti arrivò al punto che , nel periodo invernale, a –13°, tutte le mattine alle ore 6,15, dopo l’ennesima sconfitta, amorevolmente li svegliava dal loro torpore , per stimolarli ad un sano e meditativo risveglio muscolare . Il suo smisurato amore era soprattutto per i giovani, pensate che , anche a rischio di perdere, voleva schierarli in campo, sempre , specie nella coppa italia.
<BR>E che dire poi della sua modestia nel riservare solo agli altri i meriti degli ottimi risultati raggiunti dalla squadra, serbando per sé una risicata “sufficienza” quale giudizio fortemente autocritico e personale?
<BR>Tutto questo però i maligni denigratori lo avevano già dimenticato.
<BR>Per fortuna il sogno è finito bene. L’Aquila Rugby era riuscita a salvare ( cosa incredibile) un suo capello ( custodito in una preziosa teca destinata al museo del rugby a lui intestato e meta di pellegrinaggio dei devoti ) ed era riuscita a clonarlo .
<BR>Proprio mentre appariva il nuovo allenatore …. Mi sono svegliato. Ma sono sicuro , quest’anno vinceremo lo scudetto e FORZA L’AQUILA RUGBY !
<BR> Pino Occhio
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<BR>Ho sognato che a L’Aquila c’era un allenatore venuto da lontano, un tecnico serio e preparato, insomma un vero professionista che, dopo un’annata straordinaria in cui aveva quasi sfiorato i play off, con grande strazio interiore aveva dovuto rinunciare a portare a termine la sua missione con L’AQUILA RUGBY. Alcuni maligni, critici, tifosi in questa sua rinuncia avevano voluto vederci per forza qualcosa di poco chiaro !
<BR>Eppure egli aveva sempre dimostrato di essere un tecnico serio , preparato, equilibrato. Uno che aveva saputo assumersi le proprie responsabilità e farsi carico in prima persona anche delle sconfitte della sua squadra.
<BR>Nei momenti più bui della stagione aveva sempre difeso a spada tratta i giocatori scesi in campo assumendosi, da solo e contro tutti, ogni responsabilità di ciascuna sconfitta e mai scaricando sui giocatori le colpe !
<BR>Non c’era motivo quindi di non credere ad un serio, tecnico, professionista del rugby! Eppure quando questi aveva affermato di non poter anteporre il pur immenso amore maturato per la causa neroverde a quello per la sua famiglia e per il lavoro di sua moglie, nessuno (o solo pochi) aveva voluto credergli .Egli l’attaccamento per la società e per gli atleti a lui affidati l’aveva dimostrato ampiamente e durante tutta la stagione. Tutti lo ricordavano vestito esclusivamente con la divisa sportiva dell’AQUILA RUGBY(anche ai matrimoni), tanto s’identificava con la società aquilana, sembrava quasi avesse cucito addosso l’amore per questa città che l’aveva adottato.
<BR>Pensate che addirittura il suo amore sconfinato verso gli atleti arrivò al punto che , nel periodo invernale, a –13°, tutte le mattine alle ore 6,15, dopo l’ennesima sconfitta, amorevolmente li svegliava dal loro torpore , per stimolarli ad un sano e meditativo risveglio muscolare . Il suo smisurato amore era soprattutto per i giovani, pensate che , anche a rischio di perdere, voleva schierarli in campo, sempre , specie nella coppa italia.
<BR>E che dire poi della sua modestia nel riservare solo agli altri i meriti degli ottimi risultati raggiunti dalla squadra, serbando per sé una risicata “sufficienza” quale giudizio fortemente autocritico e personale?
<BR>Tutto questo però i maligni denigratori lo avevano già dimenticato.
<BR>Per fortuna il sogno è finito bene. L’Aquila Rugby era riuscita a salvare ( cosa incredibile) un suo capello ( custodito in una preziosa teca destinata al museo del rugby a lui intestato e meta di pellegrinaggio dei devoti ) ed era riuscita a clonarlo .
<BR>Proprio mentre appariva il nuovo allenatore …. Mi sono svegliato. Ma sono sicuro , quest’anno vinceremo lo scudetto e FORZA L’AQUILA RUGBY !
<BR> Pino Occhio
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