jpr williams ha scritto: 10 nov 2020, 11:52
Mi permetti di dirti, senza alcun astio, che questo modo di ragionare per cui chi non la pensa come te non ha capito nulla è poco rispettosa delle opinioni altrui ed anche un pò presuntuosa?
Certo che sembra irrispettosa e presuntuosa, perche' si vorrebbe comunque essere gentili ed educati, ma, nell'interesse del dibattito, occorre esserlo.
Non mi piace scrivere di queste cose, ma ammetterai che ho spiegato in maniera decentemente particolareggiata le catene logiche che mi portano a suggerire quello che gia' sai. Se vuoi contestare la posizione, attaccale e dimmi in quale punto sbaglio. Non pretendo un rigore da da pubblicazione scientifica, non lo uso nemmeno io, ma che almeno la logica stia in piedi.
La semplificazione uovo-gallina che hai menzionato mi fa capire, una volta di piu', che rispondi con una opinone invece che con una contro argomentazione, come gia' successo quando discutevamo di ecologismo (e infatti ho smesso).
Premessa, condividiamo il fine che e' quello di vincere qualcosa a livello internazionale, perche' altrimenti non c'e' nulla su cui discutere. Perche' non credo che anche tu e nessun altro voglia un movimento di livello dopolavoristico ma che non batte chiodo.
Provo a riscrivere il ragionamento per punti e a spiegare come si puo' attaccare.
Premessa 1 - Le risorse disponibili sono il miglior predittore dei risultati nel lungo periodo i.e. chi ha piu' soldi tende a vincere di piu'. In realta' si considera il rapporto risorse/club, ma poco cambia. Ci sono studi scientifici che hanno trovato questo risultato.
Se si vuole attaccare questo punto del ragionamento occorre trovare una analisi che mostri come qualcuno regolarmente piu' povero di altri abbia vinto regolarmente in uno sport comparabile o nel rugby stesso. Occorre un controfattuale, se ne troviamo qualcuno sono pronto a confrontarmi.
Premessa 2 - La situazione dell'Italia nel 6N e' precaria per i motivi che sappiamo e la data ove ci puo' essere una rottura e' il 2024. Altrettanto in Pro 14, torneo che cambia continuamente, la nostra posizione non e' solidissima. Recentemente c'e' stata qualche notizia positiva, ma i rapporti di forza non sono cambiati.
Se si vuole attaccare questo punto occorre spiegare come, al contrario, la posizione dell'Italia in entrambi i tornei sia solida oppure ritenere che l'uscita dell'Italia dal 6N sia auspicabile. In quest'ultimo caso, tuttavia, non si condividono i fini per cui ci salutiamo ed il discorso finisce qui.
Premessa 3 - La meta' abbondante delle risorse del Rugby italiano vengono dalla partecipazione nel 6N e nel Pro 14.
Magari non e' vero, ma questo e' quello che ho letto; se la ripartizione e' differente allora la premessa potrebbe essere falsa, ditemelo voi.
Deduzione 4 - Se l'esito di 2 e' quello peggiore per l'Italia, per via di 3, si perde la meta' delle risorse del rugby italiano, che e' gia' povero rispetto ad altri, per cui la condizione 1, che e' la piu' importante per vincere, a maggior ragione non sara' soddisfatta.
Per invalidare questo punto bisognerebbe spiegare come, uscendo dal 6N, si manterrebbero le stesse risorse disponibili.
Deduzione 5 - Per cercare di evitare l'esito negativo di 2, occorre tornare/iniziare a vincere in maniera significativa entro il 2024
Se invece, si continuasse con le sconfitte ma si rimanesse nel 6N questa deduzione potrebbe essere errata.
Deduzione 6 - Se 1 e' vera occorre concentrare, da qui al 2024, quante piu' risorse possibili su Nazionale, Franchigie ed accademie. Una sola franchigia, in questo quadro, sarebbe praticabile, meglio ancora una singola struttura che include nazionale franchigie ed accademia in un unico comando. Lo scopo e', ovviamente, ottenere il meglio dai migliori giocatori italiani mettendo a loro disposizione le stesse risorse che avrebbero all'estero (allenatori, staff, infrastrutture, servizi, tutto insomma) e importando tutti gli oriundi ed equiparati utili alla causa.
Un obiettivo ragionevole, come scrivevo sopra, e' un 20/25% di vittorie contro le Tier 1 che e' piu' o meno la percentuale di partite che potremmo vincere ogni anno ma che squadre con miglior preparazione, testa e "mestiere" di solito vincono.
Riguardo alla obiezione che non si vede come questo potrebbe succedere la risposta e' che non investiamo sufficienti risorse.
Per attaccare questo punto occorre ancora dimostrare che 1 non e' vera.
Se 6 ha successo, le risorse, che sono il pre-requisito di tutto sono salvaguardate e si innesca un ulteriore catena di logica, piu' semplice.
Premessa 7 - le risorse nazionali a disposizione di uno sport sono circa proporzionali all'interesse che genera.
Per attaccare questo punto bisognerebbe trovare uno sport comparabile che genera un grande interesse ma e' poverissimo.
Premessa 8 - l'interesse che uno sport genera e' circa proporzionale alle vittorie di alto livello che ottiene, sia club che nazionali.
Per invalidare questo punto occorrerebbe trovare uno sport comparabile popolarissimo ma che non vince mai (no, il rugby non vale, e' minuscolo in Italia).
Premessa 9 - per sostenere 6 nel lungo termine occorre comunque un meccanismo che formi dei giocatori adeguati, meccanismo che ovviamente, per via di 1 richiede anch'esso risorse.
Per non essere vera, bisognerebbe trovare un caso di successo di lungo periodo senza una base di giocatori.
Deduzione 10 - Se 7 e 8 sono vere, e 6 accade, allora aumenta l'interesse attorno al rugby ed aumentano le risorse disponibili per il rugby italiano
Per attaccar questa devono essere false 6,7 e 8.
Deduzione 11 - le risorse extra ottenute in 10, possono essere utilizzate per 9.
Cio' non sarebbe vero se vi fosse necessita' di destinare le nuove risorse ad altro
Deduzione 12 - il combinato di 6 e 11 genera un feedback loop positivo che porta ad un aumento generalizzato delle risorse disponibili per il rugby italiano che aumentano fino a che il mercato non si satura.
Questo non sarebbe vero se vi fosse un caso in cui, nonostante le risorse in aumento e i giocatori di alto livello, il movimento si e' ridotto invece che espandersi.
Chiosa finale: riconoscerete che molti dei punti elencati sopra sono parte di un processo simile a quello attraversato dal Giappone, con unica differenza il luogo del reperimento delle risorse.
Spero di essere stato chiaro questa volta. Ora, per favore, trovate un modo di falsificare i punti da 1 a 12 o almeno dimostrate che la consequenzialita' non e' corretta, e su questo ci si puo' confrontare.
Se pero' tutto quello che ho scritto ha piu' probabilita' di essere corretto che di essere sbagliato, pero', non e' piu' contestabile fino a prova contraria e il dibattito va avanti.
Espressioni come "Io la penso diversamente" o "non mi sembra comunque possibile", non significano nulla. Vanno bene per il bar, appunto, per dare un po' di aria alla tastiera, ma non fanno progredire il dibattito. Anzi, e' sconsolante che di fronte ad un ragionamento logico si risponda sempre con una opinione. Per una volte che si provava ad elaborare un pensiero articolato...