lupo59 ha scritto:Thonk ho letto attentamente tutto ciò che hai scritto.Io non sono un professore, non sono laureato e tantomeno ho scritto queste cose perché mi sento un superuomo e mi considero parte di una razza eletta e privilegiata.
La mia casa mia e la mia mente sono sempre aperti a tutti.
Non approvo quello che ha detto Casellato, ne lo giustifico.
Eppure mi chiedo perché l'ha detto. Perche' un uomo di sport dia del negro di merda ad un giocatore durante una partita. Non è un pazzo, non è un fanatico.E' un uomo qualunque come me e te.Cosa gliel'ha fatto dire?
L'ho scritto perché quando capitano queste cose tutti fanno i moralisti, tutti chiedono squalifiche esemplari e bla bla bla poi non cambia mai nulla.Fino a quando non ricapita lo stesso episodio.
Non voglio giustificare niente e nessuno.
Ma se uno riconosce sinceramente di avere sbagliato, cosa dobbiamo fare?
Trattarlo lo stesso come un appestato?
Comunque hai ragione tu.
Questo è un blog sul rugby.
Da ora in poi, scriverò solo di questo.Parlare d'altro non ha senso.
Ha senso nel modo in cui (credo) lo stai facendo. cioè, farsi delle domande per avere risposte.
poche cose:
1. le scuse le ho sentite di persona. caliamo un velo pietoso. e comunque, anche mio figlio di 5 anni mi chiede scusa quando lo sgrido. questo però non vuol dire che sia pentito di quello che ha fatto... Casellato è uscito dal campo ridendo. vabbè.
2. ogni persona ha un vocabolario. un set di parole, frasi, espressioni che compongono il nostro linguaggio. a seconda della nostra estrazione sociale, dei nostri ideali, della nostra cultura questo vocabolario può essere più o meno ampio. nel momento in cui io esco dai gangheri e agisco senza ragionare sto usando la parte più istintiva del mio cervello (limbico/rettiliano). se io sono abituato a dire parolacce, dirò una parolaccia. se sono abituato a bestemmiare, bestemmierò. se non ho mai bestemmiato non mi viene di farlo neanche se sono fuori di me. se a Casellato è scappata una frase simile deve rifletterci su.
3. chiedersi il perché delle cose è vitale. Perché Casellato ha dato del ne9ro di mer6a a Su'a? Perché Cioffi si è beccato degli sputi? Perché Momberg ha picchiato Su'a a terra dopo la meta? perché Santamaria ha preso un paio di persone per il collo in mezzo al campo? la risposta più facile è affidarsi al solo agonismo. Il rugby è uno sport di combattimento e uscire dai gangheri non è così difficile. ma siccome parliamo di professionisti... gente pagata per rappresentare una città e/o una società. queste società vivono di immagine, perché il rugby è un prodotto di intrattenimento. e l'immagine del rugby ieri ha preso una bella badilata di guano.
ora... io non mi diverto così. ma proprio per niente. assisto a pestaggi impuniti, provocazioni, recite da bagaglino, simulazioni... mi vergogno perfino dei giocatori della mia squadra o di certi dirigenti. assisto poi a scene che devo gestire nella mia stessa testa per ricordarmi del perché vale la pena andare a vedere certe partite. al momento posso dire che non ho nessuna voglia di andare a vedere un altro derby.
voglio che questo derby scivoli via perché mi ha disgustato. voglio parlare di rugby, non cercare di spiegare come funziona la testa di una persona perché c'è un sacco di gente che non capisce la gravità di un'offesa razzista.
ma in fondo tutto nasce dal fatto che qui
da noi non ci sono mai colpe.
non è mai colpa di nessuno. nessuno si assume le proprie responsabilità per quello che dice, scrive o fa. allenatori, tifosi o giocatori.
la fede è un dono di dio. a me ha regalato una cravatta. [cit. Ratman]
so responsabie de queo che digo, no de queo che te capissi ti. [detto popolare + H.Medrano]