ellis ha scritto:In ordine sparso alcune mie personali idee su quanto letto....
1) Chiesa, in proiezione, può fare meglio di Patrizio e non peggio di almeno il 50% dei centri che abbiamo provato in questi ultimi 5 anni
Direi di aspettare che Chiesa si imponga nella sua squadra di club prima di inserirlo in Nazionale. Per quello che ho visto non mi è sembrato ancora pronto. Speriamo che cresca bene e che trovi molta concorrenza.
ellis ha scritto:2) Garcia e Canavosio sono stati inguardabili: semmai vogliamo dare una piccolissima ciambella di salvataggio a Garcia dovremmo citare il passaggio in occassione della nostra meta non di certo perchè placca come si placcano i manzi nelle pampas perchè in questo sport dobbiamo anche riuscire a portare la scodella oltre la recinzione dentro la quale stanno i manzi.....
Nessuno dei nostri tre quarti è riuscito a trovare un intervallo che fosse uno, andavano tutti a sbattere, mentre gli argentini si infilavano con destrezza tra le nostre maglie difensive. Mi viene il dubbio che in Italia si ami fare l'autoscontro cercando di forzare l'avanzamento sull'impatto, anziché cercare di esplorare gli spazi liberi l'attimo prima che si chiudano le porte.
C'è da dire che la cerniera dei centri di sabato era quella di Calvisano, che AL MOMENTO appare tutt'altro che nella sua forma migliore. Mi pare probabile, alla luce dell'andamento della scorsa stagione, che gli stessi giocatori al 6N potrebbero rendere molto meglio. Se ci arriveranno...
ellis ha scritto:3) A proposito della nostra segnatura: tutti noi amanti del rugby siamo convinti che, nel nostro sport, si gioca al 100% fino in fondo e che nessuna segnatura è regalata, nemmeno a risultato acquisito; pure io lo sono; però attenzione a prendere per oro colato la nostra meta, segnata un po' nello waste-time. l'Argentina non è nuova a tirare i remi in barca a risultato acquisito (a volte anche quando il risultato non è acquisito per la verità, vedi i due ns ultimi successi in casa loro e gli enormi rischi di eliminazione patiti dai Pumas contro la Scozia all'ultima RWC); la meta finale mi ricorda tanto quella di Stanojevic di due anni fa, dopo un incrocio; da allora non ne seguirono molte altre del genere, a parte Twickenham tre mesi dopo....ma lì c'era Pepe, tutt'altra musica....
La meta di incrocio di Stanojevic ha avuto una replica la settimana dopo contro il Canada. E il povero Marko non ha più avuto modo di giocare gran che in Nazionale.
Riguardo alla meta di Twickenham tre mesi dopo, Pepe ha fatto tanto, ma non l'incrocio, che avvenne tra Canale e Pratichetti. Caso mai Pepe andrebbe elogiato perché andò in sostegno fino in fondo salvando Sole dal tenuto. Il sostegno però c'entra poco con le nostre mete finali contro l'Argentina.
ellis ha scritto:4) Su nostri calci io, al di là della differenza del tipo di pedata, ho notato un'altra cosa: che il ns. calciatore di turno(chiunque fosse) non seguiva il proprio calcio e che tale cosa era così sistematica da far pensare ad una scelta tattica ben definita dallo staff tecnico; questo tipo di scelta è ininfluente nei casi in cui un u&u è "chiamato", ponderato, successivo ad una fase statica; ma in fase dinamica la miglior pressione su un calcio non può che metterla il calciatore stesso: se manca questa, metà del "giochetto2 è già fatto per gli avversari.
Il nostro game plan prevedeva di giocare dalla parte loro cacciandoli indietro a pedatoni. I nostri calciavano lungo e piatto, indicando che si rinunciava deliberatamente a seguire il pallone (poco "tempo di sospensione"): la pressione sul ricevitore era compito dei giocatori avanti al calciatore, che possono avanzare quando l'avversario ha percorso 5 metri palla in mano; era ovviamente calcolato che Hernandez avrebbe replicato al piede, per cui era inutile che il calciatore seguisse il suo calcio, perché doveva rimanere a coprire la profondità in previsione del ping-pong. In fondo, in Sud Africa eravamo riusciti a tenere a bada James e Steyn con questo sistema. La variabile mal calcolata, a mio avviso, è stata la modalità dei calci argentini: mentre i sudafricani calciavano lungo come noi e la pressione tardava ad arrivare perché la palla arrivava al ricevitore quando i "cacciatori" erano ancora lontanissimi, tal che Marcato aveva tempo per correre avanti una decina di metri prima di calciare; Hernandez ha badato bene, quando ben sostenuto, di calciare alto oltre che lungo, di modo che il gioco non solo si spostava da noi, cosa che avremmo voluto evitare, ma avevamo anche molta più pressione addosso. Infatti la partita non è stata persa sulle azioni da meta, ma sull'indisciplina nella propria metà campo, segno che eravamo sotto pressione dalle nostre parti.
Che cosa potevamo fare? Col senno di poi, inserire McLean (e magari mettere Masi centro al posto di Pratichetti) e chiedere a Robertson e ai Bergamaschi di sfiancarsi in un lavoro "da Nitoglia", su e giù lungo la touch a recuperare dietro al calciatore e pressare il ricevitore. Ma non c'erano ali di ricambio in panchina.
ellis ha scritto:5) Dire che la nsotra mischia è forte è cosa vera ma senza puntualizzare alcune cose diventa un conceto riduttivo e fuorviante: la nostra mischia è fortissima in alcuni fondamentali (l'"ordinata" su tutti ma anche altri) mentre è una mischia normalissima (e forse anche meno....) se pensiamo ad altri fattori del gioco: prendiamo per esempio la capacità di organizzarsi in fase difensiva; qualcuno di voi, mi sembra Diddi, ha fatto splendidamente notare l'usanza dei Pumas di andare a placcare a gruppetti di 3, nei quali ognuno dei 3 ha un compito ben preciso (e questo lo fanno anche i mischiaioli); i nostri vanno da soli e se si trovano, per caso, in 3 state sicuri che vanno tutti e 3 a placcare.....è già risuccesso....
E che dire dei 3 scontri tra Parisse e Bortolami? E che dire dell'assenza assoluta (ad eccezione del solo Parisse) di sostegni nelle fasi dinamiche? E che dire dell'assoluta mancanza di "trovare" la linee di corsa migliori, sia con l'ovale che in fase di sostegno (le poche volte che lo fanno) ?
Parte di questi difetti ce l'hanno anche i trequarti, sia chiaro: anzi, ce ne hanno ancghe di peggio; però i trequarti italiani vengono considerati normali o scarsi mentre la mischia supersonica; in questo senso trovo che ci sia più equilibrio di quel che si dice.
Come ho già detto, ben vengano le nuove regole se faranno crescere i nsotri trequarti: ma contro i Pumas non l'abbiamo persa per questi nuovi ersperimenti; l'abbiamo persa, oltre che per il fatto che sono più forti, of course, anche per una scellerata gestione del piede.
Del piede, ho già detto.
Riguardo al discorso delle doti degli avanti, il nostro pack è composto di giocatori che giocano quasi tutti in club esteri e che fanno normalmente sostegno nelle loro squadre. Se è vero che sono forti in chiusa, non è vero invece che siano più pesanti dei loro colleghi dall'altra parte. Tutt'altro, il nostro è un pack leggero, tanto da non potersi permettere il "lusso" di schierare Zanni al posto di Sole (stessi centimetri, ma ca. 10 kg di differenza); i nostri piloni sono più "tecnici" che "fisici"; i nostri tallonatori sono ex-terze linee (in quest'ottica, farò felice Mariareina dicendo che potrebbe essere interessante provare invece un pilone-tallonatore come Sbaraglini); le nostre seconde linee rendono centimetri ai loro pari reparto (Matfield-Botha 404cm, Sharpe-Horwill 400cm, Hines-Hamilton 403cm, un ipotetico Evans-Charteris sarebbe 409.5cm

; Del Fava-Bortolami fa 394cm). Di tutti i pacchetti di alto livello al mondo, solo quello francese è più leggero del nostro. Gli scozzesi hanno anzi puntato su giocatori grossi e pesanti per contrastare la nostra superiorità in mischia.
Sgombrato il campo dal mito del "pack pesante", contesterei anche l'assunto che i nostri avanti siano degli armadi poco mobili: la prima linea di sabato era anzi assolutamente agile (TUTTO è relativo, of course

), Castrogiovanni (pur con la sua mole) e Perugini non sono certo da meno, lo stesso Barone era noto, ai suoi tempi, per essere un pilone estremamente dinamico; gli stessi Cittadini e Staibano sono molto diversi dal prototipo del tighthead pachiderma.
Se dagli avanti arriva poco sostegno, è perché a mio avviso con la Nazionale non è stata ancora sviluppata un'idea di gioco multifase. BBZ ha dato un gioco elementare ma efficace, ma la sua impostazione, alla luce delle conseguenze portate dalle ELV, è ormai un limite. Mallett sta scientemente rinunciando a giocare maul, ma ancora non abbiamo trovato armi efficaci per rimpiazzarla. Per il momento, l'idea è di arrivare dall'altra parte con calci e pressione (metodo BBZ) per poi sviluppare azioni alla mano in prima fase; se l'azione fallisce, si passa a una lunga fase di contesa in ruck che inaugura eventualmente una nuova azione. In questo contesto non è previsto che il mm sia sollecito nel tirare fuori la palla dal ruck: a che pro, se ancora dietro di lui i compagni si stanno rischierando?
Ci vorrebbe un'idea di gioco più complessa, tale da prevedere molteplici vari esiti dell'azione e una soluzione per proporre ulteriormente gioco a seconda del suo esito effettivo. Forse sbaglio, ma secondo me è stata questa la differenza tra i Galles dei grandi slam 2005 e 2008 e quello deludente degli anni 2006 e 2007. Come ben si vede, non si tratta di giocatori (più o meno gli stessi, anche se va notato che nel biennio 2006/2007 mancava Henson), ma di un'idea, senza la quale i giocatori o vagano per il campo o hanno bisogno di tempo per dare un senso alla loro posizione in campo.