Posto qui e sul thread :
Rivoluzione nel movimento che tanto sono uguali...
Volevo aspettare il consiglio del 19 per esprimere la mia opinione da 2 soldi, invece non ho saputo resistere... sarò lungo e dispersivo...
Ho letto le opinioni -
molte intelligenti - dei membri del forum. Ho letto gli articoli dei giornalisti on e off line.
Prendo spunto da Laporte e dai suoi post sull'Argentina per portare l'esempio dell'hockey su pista. Questo sport, nel quale l'Italia primeggia da decenni, è sviluppato solo in zone scarsamente abitate, qualche città di provincia e molti paesini modello Calvisano. Se è vero che la qualità passa da una grossa selezione dei talenti, essa passa inevitabilmente soprattutto dal
grado di formazione che si riesce a raggiungere. Credo che sia chiaro a tutti che una buona preparazione dalle giovanili in su sia
fondamentale e
molto più importante della correzione e miglioramento di atleti già maturi.
Nonostante ci siano tali casi, sono estrememente convinto che, nel rugby, debbano essere coinvolte le aree metropolitane prive di ad alto livello - Torino, Bologna, Milano, Napoli - mentre attualmente vengono coinvolte nell'elite del rugby italiano solamente 3 zone: Veneto, Lombemilia, Roma. Se di selezioni si vuol parlare quindi, a mio vedere, devono essere intese come
unioni sovrintese di clubs. Degli esempi che non a tutti andranno giù: Colorno, Noceto, Gran e Overmach - ma anche Viadana - si dividono la stessa piazza che unita potrebbe portare a risultati ben diversi, sia in termini di risultati che di $pettatori. Così anche le romane di S10 e A1, le Venete (anche se mettere d'accordo un petrarchino e un rovigotto credo valga un nobel per la pace
![Mr. Green :-]](./images/smilies/icon_mrgreen.gif)
). Delle
franchigie con parziale sovrintendenza FIR (30%?) e quote dirette dei clubs forse potrebbero affrontare i localismi frammentari, affrontare costi più sostenuti e matches più impegnativi. Intanto si dovrebbe cercare di sviluppare le aree
depresse creando unioni di clubs che progressivamente possano competere con quelle esistenti.
N.B. Come ho sostenuto in altri post
i campanilismi esistono. Inutile volerli abbattere con un colpo dispugna. Inoltre è da sottolineare che essi sono la base del rugby italiano attuale e ne costituiscono lo zoccolo duro, presente, con più o meno intensità, negli $tadi che vada ben o che vada male.
I fondi della FIR che verrebbero (verranno?) spesi per la creazione di X selezioni a mio parere dovrebbero essere girati a iniziative diverse. Idealizzo una sorta di
progetto erasmus dei giovani talenti, da inviare nelle leghe minori dei paesi rugbysticamente avanzati - sto pensando a Currie Cup, Air New Zealand Cup, Campionato provinciale Australiano ... - dove una quota standard annuale di ventenni promettenti venga inserita nei clubs pagati per allenarli e per farli giocare un numero X di matches. Così si potrebbe fare anche con allenatori e preparatori atletici. Credo che più di un club accetterebbe dei soldini e un giocatore promettente da
usare pro-tempore gratuitamente. Dopo la stagione passata all'estero ad imparare torna a casa e facci vedere quel che sai fare... ogni anno per X anni...
Vi riassumo qui i miei pensieri:
- Mandare a studiare i figli all'estero
- Mandare a formare i tecnici all'estero
- Fissare tetti bassi del numero dei
non di formazione italiana per tutte le formazioni italiane
- Iniziare a creare comunione di intenti (franchigie) tra clubs delle medesime aree e intensificare gli sforzi per creare le stesse condizioni e livelli in altre zone.
- Organizzare un progetto pilota (post 6 nazioni?) di campionato senza retrocessioni di questi
macroclubs e prevederne un progetto di sovrapposizione con l'attuale S10 da allargare a più squadre senza interruzioni per impegni della nazionale ed eventualmente coppe (se queste fossero destinate alle franchigie).
- Marketing Marketing Marketing
- Campionato su la7, per la quale saremmo una priorità e non una straccia vecchia, anche a costo di pagarla anzichè essere pagati.
Per quanto mi riguarda, infine, credo che il progetto Celtic League non sia la cura del rugby italiano per diverse ragioni tutte già esposte sul forum. Detto questo faccio il passo che dovremmo fare tutti, clubs, FIR, appassionati: è l'ora di fare le selezioni? Va ben, facciamole! Verrò a vedere tutte le partite che potrò, le guarderò in TV, e tiferò per loro. Se tra qualche anno i risultati non saranno quelli sperati penseremo a qualcosa d'altro. BASTA CHE SI FACCIA QUALCOSA!
Ben legati assieme, bassi, pausa, tocco e ingaggio.
Scusate, saluti PR