jpr williams ha scritto: 14 mag 2020, 12:44
jaco ha scritto: 14 mag 2020, 11:20Amico mio, tu hai una visione "macroeconomica" (perdonami so che non è il termine corretto, ma non ne trovo altri...), ma il problema grosso e reale è l'economia "spiccia" di tutti i giorni...
Capisco perfettamente quello che dici. Ti dirò di più: lo vivo sulla mia pelle, avendo avuto un calo del mio personale fatturato che va oltre il 60% in questo periodo. E tieni presente che ho un mutuo da pagare, le bollette e la spesa alimentare come tutti. E altri cali di fatturato li attendo nei mesi prossimi, lockdown o meno.
Ciononostante non mi sfugge il fatto che una riapertura raffazzonata e frettolosa con conseguente possibile necessità di richiudere produrrebbe sulle persone (non solo sulla macroeconomia, che però è una somma di tante microeconomie, se vogliamo) un effetto enormemente superiore, imparagonabilmente superiore a quello già pesantissimo subito finora. Quindi la mia domanda è: meglio aspettare metà giugno e nel frattempo pressare il governo affinchè appronti il necessario monitoraggio (fatto di mascherine,tamponi, app e test sierologici) che al momento non è ancora pronto (e non lo è da nessuna parte se non in Cina e Corea, mica solo qui), approfittando anche del fatto che gli ospedali si svuoteranno ancora di più, oppure ripartire adesso alla cazzodicane con niente o quasi pronto, il contagio ancora in corso e affrontare il rischio di una seconda chiusura dalla quale non riapriremmo più per almeno 6 mesi? Perchè nessuno avrebbe il coraggio di riprovarci se adesso andasse male.
Pongo solo il dubbio, contro le troppe certezze dei vari rodomonti che guidano spensieratamente le nostre regioni.
jpr, detto che non chiude più niente a meno che non chiudano di nuovo anche gli altri stati (e che quindi saremo costretti a veder morire persone perchè non ci si è preoccupati di dividere preventivamente positivi e negativi prima della riapertura), credo ti concentri sul problema minore.
1° Problema, questo per colpa degli imprenditori (che non sono i Briatore di turno, ma i proprietari del bar all'angolo, del negozio al di là della strada e del centro estetico in fondo alla via, ecc.) ma anche di chi non ha spinto per far crescere la cultura imprenditoriale.
Le persone non hanno smesso di comprare cose, utili e inutili.
Se ogni attività commerciale avesse avuto un sito e-commerce, il problema chiusura si sarebbe sentito molto meno: amazon ha fatturato 75,5 miliardi di dollari in questo trimestre vendendo vestiti, accessori, libri, elettrodomestici, cellulari, computer, giocatoli ecc.. Quanti negozi han fatturato 0?
2° Problema
Le persone non hanno smesso di mangiare.
Se non fosse stato lasciato indietro nessuno, il problema chiusura si sarebbe sentito molto meno: ogni famiglia ha continuato a mangiare la pizza ma se la son fatti a casa per risparmiare dato che han passato questi 2 mesi e mezzo in rosso perchè non sono arrivati stipendi, cassaintegrazioni e aiuti economici. Quanti ristoranti han quindi fatturato 0?
3° Problema
Ci son regioni, e più in piccolo città, che hanno avuto pochissimi o addirittura nessun contagio.
Se a queste regioni/città fosse stato permesso continuare a vivere o a ripartire più velocemente isolandole dal resto, il problema chiusura si sarebbe sentito molto meno: perchè la parrucchiera di Isernia riapre 2 settimane dopo il ristorante di Bergamo (e 1 mese dopo se consideriamo l'asporto)? Quante attività han fatturato 0 nonostante non ci fossero casi in città?
E la nostra brillantissima task force cosa decide di fare?
Ha deciso di far riaprire non incrociando i dati in base a quanti contagi ci fossero in città e al genere di attività, ma solo in base al genere di attività, mandando così a morire i poveracci che han bisogno di lavorare e le loro famiglie in luoghi a rischio e facendo chiudere migliaia di attività che avrebbero potuto lavorare tranquillamente senza rischi.
Un successo.