Rugby-Tv ha scritto:
Ragazzi vi state arrampicando su uno specchio. Scanavacca non è un fuoriclasse. Troncon lo è, Dominguez lo era.
I fatti parlano chiaro:
5/5 al piede nel 2001, una meta nel 2007. Questo il suo score in 2 partite, le uniche da lui giocate a Twickenham.
Recordman di punti segnati in S10, miglior marcatore della storia della Rugby Rovigo.
A me sembra che ti stai arrampicando sugli specchi tu, speculando su 3 c.p. difficili sbagliati in 2 partite, a fronte di una prestazione difensiva e di una capacità di sacrificio sui raggruppamenti commoventi.
Liviero oggi gli rende onore:
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Due ruck e sette passaggi. Una meta da leggenda.
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Il calcio ha il Maracanà, il rugby Twickenham. Già giocarci, su quell'erba da sballo (senza doppi sensi) è una cosa che resta per sempre. Figuriamoci una meta come quella di Scanavacca: prodezza individuale e cavalcata collettiva allo stesso tempo. Partendo da lontano. Resterà nella leggenda, almeno la nostra. L'azione è durata 27 secondi. Una sequenza di tre fasi: una ruck all'inizio, sette passaggi e un cambio di fronte in mezzo, un altro raggruppamento a terra alla fine, prima del pick and go dell'apertura azzurra. In tutto 70 metri di corse e passaggi, seducenti evitamenti e off-load. 27 secondi che sono sembrati un'eternità nello stupore composto del tempio londinese, tra quelle maestose tribune dove gli italiani hanno ritrovato il sorriso e gli inglesi finalmente un po' di Pepe in un pomeriggio la cui cosa migliore per molti di loro era stato il tradizionale pic nic sul prato davanti allo stadio.
Il primo tempo si era consumato nello scontro delle mischie. Tra gli arieti delle prime linee, schiene curve, testa nella testa. All'avvio della ripresa l'Italia aveva preso il controllo. Troncon più che palloni al piede scagliava nel campo avversario lance dalla lunga ombra. Sulle quali arrivava, finalmente di nuovo puntuale, il pressing. Un combattimento tutto improntato al realismo ma che, allo scoccare dell'ora, vedeva gli azzurri ancora a zero mentre gli inglesi erano a 17.
Finchè all'improvviso un ventata di stravaganza e di impertinenza strapazza la logica della prudenza. Su uno spiovente di Wilkinson raccoglie De Marigny fuori area dei 22, avanza di qualche metro e imposta la ruck. Un lampo balena negli occhi di Troncon e Scanavacca : quello del talento e della fantasia. I trequarti azzurri sono rientrati più rapidamente, c'è un soprannumero esterno. La palla fila veloce dal mediano di mischia, all'apertura, a Mirco Bergamasco poi a Canale. Sulla fascia Gonzalo si mostra maestro di perfidi inganni: finge il passaggio esterno per Pratichetti, va a impegnare Farrell e Tait e sul contatto incrocia con l'ala che va all'interno, prende l'intervallo tra il primo centro e Tindall e sul placcaggio di quest'ultimo serve Mirco che penetra nella difesa con un'accelerazione folgorante. Ellis lo cintura da dietro ma Bergamasco, anzichè passare a Sole più lontano, trova sull'asse Scanavacca . Pepe riceve, varca la metacampo e si lancia nel corridoio libero, la palla stretta al cuore. Quando sta per finire come la fetta di prosciutto nel sandwich di Tait e Robinson se ne priva con un passaggio dolce per Sole. Il terza linea entra nell'area de 22. Gli inglesi sono sei, gli azzurri due. Su Sole piombano il centurione Deacon, Robinson e ancora Tait. La voce dei telecronisti di tutta Europa si strozza piena di delusione per l'attacco che sembra spegnersi. Ma Pepe non ha smesso di correre. Entra nella ruck e afferra l'ovale. Però sulla palla mette gli artigli anche Corry. Scanavacca non molla la presa fino all'arrivo di Pratichetti prima e Castrogiovanni poi a "pulire" sul numero otto inglese. Pepe allora sguscia fuori, baricentro basso, senza più fiato, la faccia gonfia e illividita. Qualcuno degli immortali del rugby deve stargli accanto avvolto in una nube, perchè trova ancora la forza per bruciare Easter e Chuter. Infine si inginocchia oltre la linea di meta come un pellegrino sulla terra promessa.
Berbizier in tribuna si passa una mano sulla fronte sudata. È andata. A Twickenham si è aperto per 27 secondi uno squarcio su quello che potrebbe essere lo stile italiano se solo avesse molti più giocatori di qualità.