Italiane in Celtic League

Risultati, Classifiche e Commenti sui massimi tornei nazionali.
Discussioni sulle società e sui singoli giocatori.

Moderatore: Emy77

118
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Messaggio da 118 »

considerando il numero di scozzesi a londra, forse attirerebbero + che i reivers...
facciamo i london-italians!!!
gransoporro
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Messaggio da gransoporro »

118 ha scritto:considerando il numero di scozzesi a londra, forse attirerebbero + che i reivers...
facciamo i london-italians!!!
Posta la tua proposta qui.

http://www.italiansoflondon.com/

Al momento solo calcetto e pallavolo (ma pallavolo con squadre miste).
pullo
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Messaggio da pullo »

Va bene Didi, allora mandiamo a puttane il super10!!! Comunque ricordati che gli stessi giocatori che tu tifi quando giocano in nazionale sono tutti, o quasi tutti, prodotti del super10, che tu lo voglia accettare o no. Il fatto è che se tutti la pensiamo come te, in pochissimo tempo il rugby italiano sarà morto per sempre...
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diddi
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Messaggio da diddi »

pullo ha scritto:Va bene Didi, allora mandiamo a puttane il super10!!! Comunque ricordati che gli stessi giocatori che tu tifi quando giocano in nazionale sono tutti, o quasi tutti, prodotti del super10, che tu lo voglia accettare o no. Il fatto è che se tutti la pensiamo come te, in pochissimo tempo il rugby italiano sarà morto per sempre...
Non voglio mandare in malora niente e nessuno. Solo che il livello espresso dal S10 non è sufficiente ad attrarre spettatori, anzi è talmente basso che lo guardano in pochi persino nelle tradizionali piazze rugbystiche italiane. Inoltre, è scarsamente attrattivo anche per gli italiani giocatori professionisti, a giudicare dal cospicuo numero di ingaggi all'estero.
Per rendere appetibile la piazza italiana a spettatori e giocatori è necessario che da qualche parte si interrompa il circolo vizioso gioco mediocre-pochi spettatori-poco denaro-giocatori mediocri. Ciò si può fare "p ompando" molti soldi nel sistema e costruendo un buon numero di squadre competitive oppure "p ompando" meno soldi per costruire poche squadre competitive da inserire in un contesto di altre squadre competitive.
Non credo che il S10 ne soffrirebbe più di tanto, non si può scendere molto più in basso. Ma sicuramente imploderebbe la gestione del campionato di vertice da parte della Lega, con un ritorno del vertice sportivo nazionale entro la gestione federale. Non per nulla la Lega è la maggiore avversaria dell'ipotesi Celtic League. Non per nulla Treviso e Calvisano si sono (preventivamente?) chiamate fuori.
Di certo, il momento è favorevole: all'interno, la popolarità del rugby non è mai stata così alta; all'estero, le polemiche sulle pause prolungate della CL e la contemporanea cancellazione dei Reivers hanno creato condizioni favorevolissime all'ingresso di franchigie italiane. Per me sarebbe un peccato non approfittarne; e per cosa poi, per salvare questo S10?
Peterino
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L3gs
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Messaggio da L3gs »

Bafardello ha scritto:(a parte che A1,A2,A3 sono nomi che fanno schifo)
Povero campionato... le prime due serie si sono chiamate A1 e A2 per moltissimi anni fino a poco prima della nascita del Super10.
Shye
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Messaggio da Shye »

Al di là dei dubbi sulla fattibilità, è evidente che non potrebbe essere un momento migliore per tentare l'avventura delle selezioni..tanto entusiasmo da sfruttare e niente da perdere (visto com'è conciato il torneo nostrano), come dice Diddi
Vincitore Trofeo Nostradamus 2007
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xli
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Messaggio da xli »

Penso che selezioni sarebbero fattibili con una partecipazione proprietaria (50% o meno) in mano alla federazione e il restante spartito tra 2-3 clubs.. La federazione italiano non può gestirne autonomamente 3 o 4 (vedi Scozia) e non mi sembra facile creare rappresentative regionali in Italia. In + in questo modo si raccoglierebbero + soldini (fondamentali x essere competitivi).
Fondamentale sarebbe la volontà dei clubs di collaborare e lasciare da parte egoismi/campanilismi. Saranno in grado di farlo??
118
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Messaggio da 118 »

credo che organizzare + di 2 selezioni sia un azzardo, in senso di risorse umane + che economico. ma 2 sono sicuramente fattibili ed un'opportuna integrazione con la realtá locale potrebbe soltanto favorire lo sviuluppo del campionato.
per esempio usando + di uno stadio come fanno alcune squadre di super 14 ed il munster.
ad esmepio il munster usa sia lo stadio di cork che quello di limerick ed hanno in progetto di giocare a killarney durante i lavori di ristrutturazione: il calendario é + o meno diviso a meta tra i 2 stadi, anche se limerick ha la preferenza per heinken cup, ma a cork si giocano spesso partite prima o dopo partite del campionato irlandese di grande importanza a livello locale, attirando molta + gente...ossia si hanno 4000/5000 persone per il match di CL e per quello di AIBleague
TUCKER
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Messaggio da TUCKER »

Federazione, Club e comitati regionali allora...

ex. ipotetico:
DOGI

40% FIR (la federazione che mette i soldi)
10% LIRE (l'interesse del campionato semi-professionistico)
10% C.I.V. (la quotaparte per le società non professionistiche della zona, cmq rappresentate)
10% Petrarca Padova
10% Rovigo
10% Benetton Trevis
10% VeneziaMestre

Immagine
ellis
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Messaggio da ellis »

Bella tucker !!!

Ragazzi, secondo me è una bufala, purtroppo....

Ma la via sarebbe questa !!!!

100 % !!!!

Che bello solo a pensarci....

Il nuovo campionato di rugby senza i migliori 60 giocatori italiani (ma già adesso ne mancano 30 di questi 60.....) sarebbe si curamente più povero e ancor più basso di livello ma:

- la gente allo stadio sarebbe nè più nè meno la stessa di adesso perchè i tifosi che vanno al super10 sono per lo più amanti della squadra più che del bel rugby (non voglio dire che lo disdegnano ma che amano il club della loro città a prescindere); un po' come avviene nel campionato di basket delle università americane: lì si sfoga il campanile, lì si tifa e ci si accalora, lì si soffre e si gioisce per un punto; poi per vedere la pallacanestro di qualità c'è l'NBA; del resto, se è vero che le città che fanno più spettatori nel S10 sono le ultime 3 in classifica (più Padova), vedete che la mia tesi acquista ancor più valore

-Nel nuovo campionato, insieme ai vari Scanavacca, Lo Cicero, Zanni, sparirebbero d'incanto anche tanti stranieri di media tacca (ossia scarsi ma con stipnedi alti); rimarrebbero tanti italiani, tanti giovani e qualche argentino o rumeno (scarso ma con rimborso spese livellato alla scarsezza...), proprio come accade adesso in A2; i giovani più bravi giocherebbero di più e crescerebbero, con l'obiettivo delle franchigie CL da raggiungere.

- ci sarebbe da superare campanili e mentalità tipo "faxo tutto mi" che spesso vengono o da città accentratrici (Roma, Milano) o da personaggi e/o aziende accentratori (tipo Benetton); ma se ci si riuscisse, beh credo che tre franchigie geografiche (che giochino anche su più campi ed in città diverse) sarebbe la soluzione ideale

-gli sponsor si potrebbero trovare, il palcoscenico dell CL è appetibile;

-forse il problema maggiore sarebbero i giocatori: non perchè non ce ne siano ma perchè, nei vostri esempi, avete dato per sconatto tutti i rientri dei nsotri nazionali ma così non è o almeno non sarebbe di certo una cosa semplice; se rientrassero tutti e se si prendesse due AB o due argentini coi controfiocchi per selezione, vedrete che le nostre franchigie otterrebbero risultati non inferiori alle altre nazioni.
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diddi
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Messaggio da diddi »

ellis ha scritto:...
-forse il problema maggiore sarebbero i giocatori: non perchè non ce ne siano ma perchè, nei vostri esempi, avete dato per sconatto tutti i rientri dei nsotri nazionali ma così non è o almeno non sarebbe di certo una cosa semplice; se rientrassero tutti e se si prendesse due AB o due argentini coi controfiocchi per selezione, vedrete che le nostre franchigie otterrebbero risultati non inferiori alle altre nazioni.
Il rientro dei più forti posso averlo auspicato segretamente, ma mai previsto esplicitamente. Non ricordo se qui o in altro thread ho risposto a Shye che eventualmente dovremmo ricorrere a oriundi e equiparati per raggiungere un livello adeguato senza infrangere la severa regolamentazione sull'eleggibilità dei giocatori in CL. Tuttavia, se sarà arduo scalzare Bortolami da Gloucester o Parisse da Parigi, l'operazione potrebbe funzionare (ipoteticamente, s'intende) con chi gioca pochino (Stanojevic, Pez, Del Fava, Ongaro) o si batte nelle posizioni di coda (Stoica, Bortolussi, Orquera).
Peterino
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Messaggio da gransoporro »

Che Bortolami costi, si`. Che costi tanto, no.

SO da fonte certa che GLoucester spendeva per Vickery piu` di quanto costino Nieto e Bortolami. Non conosco le cifre esatte.
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diddi
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Messaggio da diddi »

gransoporro ha scritto:Che Bortolami costi, si`. Che costi tanto, no.

SO da fonte certa che GLoucester spendeva per Vickery piu` di quanto costino Nieto e Bortolami. Non conosco le cifre esatte.
Non le conosco nemmeno io, ma posso immaginare che in GB gli italiani siano considerati globalmente come giocatori "a basso prezzo"; ma sempre superiore rispetto a quello che può offrire una squadra di S10. E comunque lo stesso Bortolami ha dichiarato che il problema non sarebbe nemmeno tanto economico (era sincero? :roll: ), quanto di livello agonistico e di crescita professionale. Se però anche in Italia potesse confrontarsi regolarmente con dei grandi di questo sport guadagnando il giusto e restando nel suo Paese, che cosa farebbe?
Intendiamoci, Bortolami è di quei giocatori che potrebbero giocare al rialzo con più o meno tutti i club del mondo (come l'altro esempio Parisse), ma gli altri?
Peterino
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Messaggio da ItalianRugbyFriends »

ellis ha scritto:- ci sarebbe da superare campanili e mentalità tipo "faxo tutto mi" che spesso vengono o da città accentratrici (Roma, Milano) o da personaggi e/o aziende accentratori (tipo Benetton); ma se ci si riuscisse, beh credo che tre franchigie geografiche (che giochino anche su più campi ed in città diverse) sarebbe la soluzione ideale
C'è una questione, se dovesse andare in porto il progetto, che nessuno ha ancora analizzato: le squadre della Celtic League e la CL come organizzazione pretenderanno di giocare in città di prestigio e che siano anche di interesse turistico per i tifosi irish/scot/gallesi... (come succede col 6N che DEVE essere disputato a Roma)

Quindi l'idea di giocare con una franchigia in più città, seguendo una logica di tradizione rugbistica, diverrebbe ardua... mentre concentrare le tre squadre in tre città grandi, famose e che attirino i tifosi sarà la scelta naturale.
Duccio

Rugby1823 - il mondo della palla ovale
http://rugby1823.blogosfere.it/
ellis
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Messaggio da ellis »

ItalianRugbyFriends ha scritto:
ellis ha scritto:- ci sarebbe da superare campanili e mentalità tipo "faxo tutto mi" che spesso vengono o da città accentratrici (Roma, Milano) o da personaggi e/o aziende accentratori (tipo Benetton); ma se ci si riuscisse, beh credo che tre franchigie geografiche (che giochino anche su più campi ed in città diverse) sarebbe la soluzione ideale
C'è una questione, se dovesse andare in porto il progetto, che nessuno ha ancora analizzato: le squadre della Celtic League e la CL come organizzazione pretenderanno di giocare in città di prestigio e che siano anche di interesse turistico per i tifosi irish/scot/gallesi... (come succede col 6N che DEVE essere disputato a Roma)

Quindi l'idea di giocare con una franchigia in più città, seguendo una logica di tradizione rugbistica, diverrebbe ardua... mentre concentrare le tre squadre in tre città grandi, famose e che attirino i tifosi sarà la scelta naturale.
Non è vera questa cosa.

O almeno: non è vera ufficialmente; se lo fosse sotto-banco sarebbe una grave vessazione per l'Italia.

Infatti non mi sembra che tutte e 12 le squadre gallesi-iralndesi-scozzesi giochino in 12 città dall'alto valore turistico.....

Certo, gli impianto devono essere adeguati così come la logistica generale: ma per esempio nel Veneto tutto questo c'è: stadi validi sia a Rovigo che Padova che Treviso; due aeroporti, ottimi alberghi.

Milano potrebbe fare da fulcro principale x tutta la Lombardia e l'Emilia ma giocare qualche partita negli stadi (del calcio, però...) Rigamonti o Azzurri d'Italia o Garilli sarebbe auspicabile.

Stesso dicasi per Roma con le altre realtà del centro-sud.

Poi non si tratta solo del luogo ma anche dell'abilità di chi gestirà marchi, nomi, bandiere: dovrà esserci un pool di "socio-culturologhi" che deve fare in modo di far sentire tutti partecipi.
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