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Inviato: 22 ott 2007, 10:14
da orme53
Willimoski ha scritto:orme53 ha scritto:Willimoski ha scritto:Willimoski ha scritto:
Ma vedraio che arrivati i titiolari , questi torneranno a guocare nella squadra B....
sta vedere che è colpa mia se in 60 anni il rugby piemontese non è decollato.
Non è certamente colpa tua, ma se le tue critiche le rivolgessi in primis al movimento che ti circonda, forse andremmo meglio. perchè il tuo atteggiamento lo giustificherei se fatto da un veneto o romano o bresciano ..... ma da un torinese proprio non lo capisco. Dalle mie parti si dice.... il calzolaio va in giro con le scarpe rotte.
stai tranquillo chel efaccio anche li: a quelel squadre ormai piene di argentini, rumeni (talvolta con dubbi tesseramenti)
Ecco allora vai avanti così perchè l'alto livello non è altro che lo spechio della base
Re: Dispersione
Inviato: 22 ott 2007, 11:12
da PiVi1962
Willimoski ha scritto: E il mio amico fa (conoscendo la risposta): "Quanti allenamenti hai fatto nelle ultime due settimane?". Risposta: "Due".
E il grassetto cosa c'entra ?
Il ragazzo intendeva gareggiare convinto di avere la possibilità di vincere.
Però come hanno già osservato, se non si allena il talento, non si vincerà mai.
Visto da fuori, da tifosi, sembra sempre tutto facile.
E' sufficiente leggere l'autobiografia di Armstrong (in uno sport non di contatto), per capire quali dolori fisici sopportava durante il Tour de France e quindi per capire quanto siano alte la soglia della fatica e del dolore che occorre superare per emergere davvero in molti sport al giorno d'oggi.
Posso fare un'altro esempio: il figlio di un collega giocava a rugby in una giovanile di una società qui a Roma.
E' andato a frequentare l'ultimo anno di liceo in Inghilterra, ed ha provato a giocare con la squadra della scuola. Ma ha rinunciato, dicendo "Qui in Inghilterra giocano un altro sport".
Nel senso, per essere didascalico, che l'impegno fisico richiesto era molto più alto che non in Italia, e che le partite erano molto più fisiche, veloci e dure che non in Italia.
Inviato: 22 ott 2007, 11:14
da giongeffri
L'ultimo tuo esempio dice molte cose.
Inviato: 22 ott 2007, 11:47
da Willimoski
Un caso non fa la regola...
RE: Re: RE: Re: Dispersione
Inviato: 22 ott 2007, 12:48
da paga
Haile Gebrselassie, che ha vinto tutto dai 1500 alla maratona, anche adesso che si è ritirato si alza al mattino alle 6, corre per due ore, va a lavorare e alla sera corre altre due ore. Figurati cosa si allenava quando era ancora un atleta a tempo pieno.
veramente il buon GEBRE ha appena stabilito il record del mondo della maratona e punta all'oro olimpico 2008
Re: RE: Re: RE: Re: Dispersione
Inviato: 22 ott 2007, 13:00
da Turch
paga ha scritto:
Haile Gebrselassie, che ha vinto tutto dai 1500 alla maratona, anche adesso che si è ritirato si alza al mattino alle 6, corre per due ore, va a lavorare e alla sera corre altre due ore. Figurati cosa si allenava quando era ancora un atleta a tempo pieno.
veramente il buon GEBRE ha appena stabilito il record del mondo della maratona e punta all'oro olimpico 2008
Hai ragione, mi sono confuso con Paul Tergat, lui si si è ritirato, ma come ogni campione perde il pelo ma non il vizio, vorrebbe tornare per Pechino 2008, quando avrà 39 anni.
Inviato: 30 ott 2007, 14:09
da luqa
Non del tutto d'accordo con il concetto di italiano.
E non del tutto convinto che chi è "italiano" dà di più nella nazionale.
Re: Dispersione
Inviato: 30 ott 2007, 14:16
da Tanu
PiVi1962 ha scritto:Willimoski ha scritto: E il mio amico fa (conoscendo la risposta): "Quanti allenamenti hai fatto nelle ultime due settimane?". Risposta: "Due".
E il grassetto cosa c'entra ?
Il ragazzo intendeva gareggiare convinto di avere la possibilità di vincere.
Però come hanno già osservato, se non si allena il talento, non si vincerà mai.
Visto da fuori, da tifosi, sembra sempre tutto facile.
E' sufficiente leggere l'autobiografia di Armstrong (in uno sport non di contatto), per capire quali dolori fisici sopportava durante il Tour de France e quindi per capire quanto siano alte la soglia della fatica e del dolore che occorre superare per emergere davvero in molti sport al giorno d'oggi.
Posso fare un'altro esempio: il figlio di un collega giocava a rugby in una giovanile di una società qui a Roma.
E' andato a frequentare l'ultimo anno di liceo in Inghilterra, ed ha provato a giocare con la squadra della scuola. Ma ha rinunciato, dicendo "Qui in Inghilterra giocano un altro sport".
Nel senso, per essere didascalico, che l'impegno fisico richiesto era molto più alto che non in Italia, e che le partite erano molto più fisiche, veloci e dure che non in Italia.
Pivi, in Italia ci sono squadre Under 15 che si allenano una volta alla settimana. Da questo livello in poi comincia, non a caso, il gap tra noi e gli altri: ti assicuro, abbiamo fatto tornei a livello U11 e U13 e siamo andati a vincere in Irlanda, Scozia, Germania; dalla 15 in poi cambia la musica. E' un problema di cultura però, perchè da noi la scuola superiore e poi l'Università sono sofferenza, devi ammazzarti sui libri per imparare a memoria nozioni inutili...all'estero la scuola ti prepara alla professione e prima ancora alla vita e lo sport gioca un ruolo importante.
Quest'anno a Monza abbiamo introdotto i 3 allenamenti a settimana; non è stato facile ma su un gruppo di 35 tesserati riusciamo ad avere una media di 27/28 ad allenamento (considera che ci sono 3 infortuni a lunga degenza). Non so fin quando durerà, ma i genitori stanno cominciando a capire che col rugby i ragazzi si riescono a sfogare e magari a distrarre da quelle 8/10 ore di studio che devono picchiare dento ogni giorno nel nostro stupido sistema scolastico.
Inviato: 2 nov 2007, 1:23
da ale.com
concordo sul fatto che sia interessante [la discussione su sport e scuola], ma non c'entra un tubo con il Super10.
spostiamo in terzo tempo. Qui: http://www.rugby.it/index.php?name=PNph ... ic&t=13205
PS: ora che ho spostato l'argomento scuola di la i messaggi con quell'argomento che verranno inviati in questo topic saranno cancellati senza preavviso. Grazie della comprensione.