Comincio dalla fine.
Contrario se il sistema rimane questo numericamente.
Trattabile se si passa ad un sistema tipo NCAA: si formano delle leghe semifisse (vedete voi , su wiki siete dei maghi mi pare

) e si decide a livello di riunione di leghe e federazione quali sono i campioni di lega ammessi alla fase finale, magariammetendo per alcuni casi la rapresnetativa di lega (che ripeto può essere territoriale o meno).
Ma un meccanismo di competizione ci vuole.
Per il rugby-pro, se si arriva a definire X franchigie con l'obiettivo di arrvare progressivamente a coprire l'intero territorio , ovevro si parte con diciamo 4 squadre e si punta ad arrivare ad 1/2 franchigie per comitato , diciamo 16-20 squadre pro fisse max, allora se ne può parlare.
Ma al solito siamo alla cima della piramide.
Ripartiamo dalla base.
Opinione personale, vediamo prima i numeri, perché il problema prima che rugbistico, ha dei fondamenti generali
1. I giovani di oggi sono il 50% per classe di età rispetto a quelli dellea mia gioventù - siamo un paese da
2. I praticanti sportivi sono 17 mil - circa 30% popolazione
2a. I tesserati a vario titolo FSN + EPS sono circa 12 mil
2b . I tesserati che fanno sport continuativamente sono 11,5 mil circa - 20% popolazione.
Primo obiettivo, collettivo ,auemntare tali volumi e tali percentuali.
Secondo CONI - FIR ufficialmente oltre 60000 tesserati (51000 nel 2007)- tesserati praticanti veri probabilmente meno.
Obiettivo da porsi?
Facciamo 100000 veri? Non è poco , pallacanestro e pallavolo stanno sui 300000, il nuoto sui 90000, l'atletica leggera sui 150000.
Poi, fatti i numeri, affinare la preparazione tecnica, assegnando un ruolo formativo di spirito e predisposizione allo sport e al gioco alle scuole, e di affinamentotecnico alle società e ai comitati.
Assunzione ditecnici stranieri (di ogni dove, perché invece che giocatori dall'argentina non facciamo venire dei formatori? e lo stesso vale per francia e irlanda (forse sono le più adatte al nostro spirito))
per formare i tecnici italiani delle giovanili e delle squadre amatori
Fatti i numeri, insegnato il gioco, preparare il terreno per il passaggio al professionismo:
Iniziamo con quei numeri segnati prima, o con il modello "NCAA" o con il modello misto "società gloriose + franchigie zonali" definendo un circuito chiuso se e solo se dà rappresentatività e partecipazione condivisa a tutto il territorio (io personalmente posso essere rappresentato da Prato, da Livorno, ma non da Aironi, Benetton o Gladiatori).
Per tornare al I passo.
Iniziamo con il touch alle elementari, per poi passare alle medie e ai licei/istituti tec al seven o ad una forma con meno impegno di mischia (per il quale serve un bagaglio tecnico particolare) e che permetta ad una classe di formare la sua squadra e ad una scuola dipoter fare un campionato scolastico.
Chi ha voglia passerà allo Union (o al League o al FA) nelle società.