Bakkies Botha a Tolone

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Moderatore: Emy77

italicbold
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da italicbold »

luqa ha scritto:[...]Non ci sono regole, Tolone non ha il viavio e la tradizione di altri, ha una base francese meno consistente di altri, [...]
Se un giorno passi per Tolone o avrai l'occasione di incontrare un tifoso del Tolone, ti prego, per la tua incolumità, non ripetere mai la frase che hai scritto.
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Dalle giovanili del Tolone sono usciti gente come :
Christian Califano,
Christophe Dominici,
Gerard Merceron
Yann Delaigue
Daniel Herrero
Pierre Mignoni,
e vado a memoria, ma so che se vado su Wikipedia o altro, ne trovo almeno altri 50 di nomi simili.
Stiamo parlando di una delle squadre emblematiche del rugby francese, un vero mito. E lo stadio Felix Mayol, per chi ci ha messo piede ne é una testimonianza.

Per quanto riguarda il resto io credo che l'evoluzione del rugby, di questo tipo di rugby sia inevitabile. Auspicabile secondo qualcuno (io stesso forse).
Parliamo di freni, di salary cup, ma dimentichiamo che se vogliamo questo spettacolo, lo spettacolo offerto dal rugby professionista di oggi non possiamo fare marcia indietro. E' una questione di scegliere tra botte piena e moglie ubriaca. Il rugby é uno sport che, con l'avvento del professionismo, ha accellerato i ritmi e il numero di partite. Un giocatore per essere ad alto livello non puo' pensare ad altro. Si, lo scrivono spesso in molti, anche sui libri, il rugby di una volta, che finiva al bistrot, era bellissimo. I giocatori si allenavano una volta a settimana e poi la domenica si affrontavano per vincere il campionato francese, a fine carriera diventavano medici, architetti, avvocati o magari soltanto allevatori di pecore sui Pirenei.
Oggi quel tempo é andato. Un giocatore di rugby sceglie il rugby come mestiere, un mestiere rischioso, in cui mette in gioco non solo l'incolumità fisica, ma anche il suo futuro. Oggi un giocatore di altro livello non puo' più avere un'attività estranea al rugby. E' piuttosto complicato.
Come possiamo pretendere di applicare il "salary cup" a giocatori che ancora oggi guadagnano un centesimo di quello che si mette in tasca un terzino di calcio di serie B. E questo vale anche per le società. La grande storia del rugby francese é stata scritta da piccoli villaggi arroccati sulle pendici dei Pirenei, da Tarbes a Lourdes passando per Montauban. E' impensabile che queste realtà possano restare, nel lungo periodo, ancora ad alti livelli. Non esistono le condizioni.
Credo che sia un'evoluzione a cui dobbiamo abituarci, anche in Italia. In Francia il futuro del rugby passa per le grandi realtà urbane e un professionalismo affermato.

La sfida, credo, é quella di garantire la perennità dei valori della palla ovale anche di fronte a questa evoluzione.
Io penso sia possibile.
Laporte
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Laporte »

luqa ha scritto:[...]Non ci sono regole, Tolone non ha il viavio e la tradizione di altri, ha una base francese meno consistente di altri, [...]
mi piacrebbe sapere quanti giocatori sono usciti dal vivaio dello Stade Francais
Laporte
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Laporte »

milesgersenroma ha scritto:ma sopratutto..
simpatico a chi?!?!
ma cè qualcuno qui dentro che confonde veramente la vita reale con quella virtuale?!? :shock:
perchè c'è vita reale nei forum ? (scusate l'OT)
nino22
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da nino22 »

italicbold ha scritto:
luqa ha scritto:[...]Non ci sono regole, Tolone non ha il viavio e la tradizione di altri, ha una base francese meno consistente di altri, [...]
Se un giorno passi per Tolone o avrai l'occasione di incontrare un tifoso del Tolone, ti prego, per la tua incolumità, non ripetere mai la frase che hai scritto.
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Dalle giovanili del Tolone sono usciti gente come :
Christian Califano,
Christophe Dominici,
Gerard Merceron
Yann Delaigue
Daniel Herrero
Pierre Mignoni,
e vado a memoria, ma so che se vado su Wikipedia o altro, ne trovo almeno altri 50 di nomi simili.
Stiamo parlando di una delle squadre emblematiche del rugby francese, un vero mito. E lo stadio Felix Mayol, per chi ci ha messo piede ne é una testimonianza.

Per quanto riguarda il resto io credo che l'evoluzione del rugby, di questo tipo di rugby sia inevitabile. Auspicabile secondo qualcuno (io stesso forse).
Parliamo di freni, di salary cup, ma dimentichiamo che se vogliamo questo spettacolo, lo spettacolo offerto dal rugby professionista di oggi non possiamo fare marcia indietro. E' una questione di scegliere tra botte piena e moglie ubriaca. Il rugby é uno sport che, con l'avvento del professionismo, ha accellerato i ritmi e il numero di partite. Un giocatore per essere ad alto livello non puo' pensare ad altro. Si, lo scrivono spesso in molti, anche sui libri, il rugby di una volta, che finiva al bistrot, era bellissimo. I giocatori si allenavano una volta a settimana e poi la domenica si affrontavano per vincere il campionato francese, a fine carriera diventavano medici, architetti, avvocati o magari soltanto allevatori di pecore sui Pirenei.
Oggi quel tempo é andato. Un giocatore di rugby sceglie il rugby come mestiere, un mestiere rischioso, in cui mette in gioco non solo l'incolumità fisica, ma anche il suo futuro. Oggi un giocatore di altro livello non puo' più avere un'attività estranea al rugby. E' piuttosto complicato.
Come possiamo pretendere di applicare il "salary cup" a giocatori che ancora oggi guadagnano un centesimo di quello che si mette in tasca un terzino di calcio di serie B. E questo vale anche per le società. La grande storia del rugby francese é stata scritta da piccoli villaggi arroccati sulle pendici dei Pirenei, da Tarbes a Lourdes passando per Montauban. E' impensabile che queste realtà possano restare, nel lungo periodo, ancora ad alti livelli. Non esistono le condizioni.
Credo che sia un'evoluzione a cui dobbiamo abituarci, anche in Italia. In Francia il futuro del rugby passa per le grandi realtà urbane e un professionalismo affermato.

La sfida, credo, é quella di garantire la perennità dei valori della palla ovale anche di fronte a questa evoluzione.
Io penso sia possibile.
No mi spiace ma non accettero mai il rugby che hai descritto e quasi desideri, non ti offendere ma il rugby che hai descritto mi disgusta, quasi quasi giustifichi i miliardi che guadagnano i calciatori ... non sono assolutamente d'accordo con gran parte delle cose che dici.
Satiro
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Satiro »

è la vita baby 8-)
"gli uomini si dividono in due categorie...quelli con la pistola carica e quelli che scavano....TU SCAVI"
italicbold
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da italicbold »

Satiro ha scritto:è la vita baby 8-)
Appunto.
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milesgersenroma
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da milesgersenroma »

italicbold ha scritto:..... E' una questione di scegliere tra botte piena e moglie ubriaca. Il rugby é uno sport che, con l'avvento del professionismo, ha accellerato i ritmi e il numero di partite. Un giocatore per essere ad alto livello non puo' pensare ad altro. Si, lo scrivono spesso in molti, anche sui libri, il rugby di una volta, che finiva al bistrot, era bellissimo. I giocatori si allenavano una volta a settimana e poi la domenica si affrontavano per vincere il campionato francese, a fine carriera diventavano medici, architetti, avvocati o magari soltanto allevatori di pecore sui Pirenei..................Credo che sia un'evoluzione a cui dobbiamo abituarci, anche in Italia. In Francia il futuro del rugby passa per le grandi realtà urbane e un professionalismo affermato.

La sfida, credo, é quella di garantire la perennità dei valori della palla ovale anche di fronte a questa evoluzione.
Io penso sia possibile.
concordo pienamente
sopratutto con l'ultima frase

il rugby "amatoriali" inteso come difesa dei valori e tradizioni rimarrà compito di tutti quegli estimatori/giocatori che non arriveranno mai a Twick ma che troveranno sempre un immenso piacere a rotolarsi nel fango (ma con i campi sintetici come il nostro sparirà pure quello!) la domenica insieme a 29 "amici"!
Laporte
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Laporte »

italicbold ha scritto:[
In Francia il futuro del rugby passa per le grandi realtà urbane e un professionalismo affermato.

La sfida, credo, é quella di garantire la perennità dei valori della palla ovale anche di fronte a questa evoluzione.
Io penso sia possibile.
In Italai invece sembra che si contnui ad ostinarci con piccoli centri statoassistiti
Ale_86
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Ale_86 »

Laporte ha scritto: In Italai invece sembra che si contnui ad ostinarci con piccoli centri statoassistiti
Italiani imbecilli. E si che una delle squadre piú vincenti in Europa dall´introduzione del professionismo sta in una metropoli di circa 90,000 abitanti, che in effetti paragonati agli 80,000 circa di Treviso fan girare la testa...
Potete aumentarmi le tasse su tutto, ma non sulla mia birra!
http://www.salvalatuabirra.it
Ale_86
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Ale_86 »

Peta peta! Vá che roba, anche un´altra delle squadre piú vincenti d´Europa sta in una metropoli con una popolazione di area urbana di circa 800,000 persone.
E pensare che la provincia di Treviso ne ha solo 869,534 (nel 2008) stando all´Istat... Eh si, solo in Italia puntiamo sui piccoli, inutili centri di provincia.
Potete aumentarmi le tasse su tutto, ma non sulla mia birra!
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Laporte
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Laporte »

Ale_86 ha scritto:Peta peta! Vá che roba, anche un´altra delle squadre piú vincenti d´Europa sta in una metropoli con una popolazione di area urbana di circa 800,000 persone.
E pensare che la provincia di Treviso ne ha solo 869,534 (nel 2008) stando all´Istat... Eh si, solo in Italia puntiamo sui piccoli, inutili centri di provincia.
e chi parlava di Treviso ? Excuatio non petita ? (o come si scrive....)

L'anomalia è spendere soldi per pagare a società con sponsor che posseggono miliardi in Euro i loro giocatori, anzichè usare quesi soldi per far crescere i vivai e diffondere il rugby dove non c'è. L'anomalia è spendere il 90% del rugby solo per l'elite, dimenticandosi del "grass-rooT"

Inoltre, l'anomalia non e che una squadra tar le più forti stia in una città 80.000 abitanti. Ci sta, anche Bath ha 90.000 abitanti.
Come diceva un mio amico allenatore di Basket; un giocatore di 1 metro e 70 può essere un grande giocatore di basket, ma uan squadra di basket non può essere comeptiva se il giocatore più alto è quello da 1,70.
italicbold
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da italicbold »

Non credo sia interessante fare oggi raffronti con una realtà italiana complessa.
E' indubbio che le realtà piccole, come Bath, Agen, Bezièrs sono state la storia del rugby europeo.
La questione é riflettere su dove va il rugby europeo e mondiale. Quello italiano seguirà, come é giusto che sia.
Boudjellal é il presidente di Tolone ed é nato e cresciuto all'ombra dello stadio di Mayol, chi é mai stato a Tolone sa quanto lo stadio sia un punto di riferimento per la città, cosi' come la sua squadra di rugby. Pero' le grandi partite di cartello le porta al Velodrome di Marsiglia. Perché invece di 14mila persone ne riesce a far entrare 40/50 mila. E ci paga Wilkinson, ci paga Van Niekerk e Contepomi. Le partite di Coppa Europa, quest'anno, le hanno giocate con la maglietta azzurra e non con la tradizionale casacca rossonera, provocando la reazione dei puristi, per ragioni soprattutto di merchandising.
Anche perché dalla televisione e i diritti di trasmissione arriva ben poco.

Questo é il rugby del 2011. Volenti o nolenti.
Non sto dicendo che lo amo alla follia, solo che ne devo prendere atto. Ne dobbiamo prendere atto.
E' cosi.
Bourgoin Jailleu ha 25 mila abitanti. Dal suo centro di formazione é uscita mezza nazionale francese, Nallet, Parra, Chabal, Papé, Bonnaire...roba da far impallidire il Barcelona nel calcio.
Eppure sono tecnicamente falliti da 5 anni e scenderanno in Pro D2.
Oppure si fonde con il Grenoble.
Ale_86
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da Ale_86 »

Excusatio non petita: sicuramente, ma quando per buon 30% dei post spari a zero su Treviso e per un altro buon 20% sul fatto che il rugby italiano non stia nelle grandi cittá faccio fatica a distinguere quando non specifichi.
Sulla spesa dei soldi solo per la vetta e non per la base non si puó che essere d´accordo, ma questo difficilmente c´entra con i "piccoli centri".

@ italicbold: io non credo sinceramente che questa sia la strada che sta prendendo il rugby mondiale ed Europeo, Munster e Leicester stanno lí a ricordarcelo. Se si prendono le squadre piú vincenti degli ultimi dieci anni si dividono circa a metá tra grandi cittá capitali e piccoli centri periferici.

Ma anche fosse (nell´emisfero sud é piú evidente), non riesco a capire perché questo dovrebbe impedire di attuare il salary cap. É piú che giusto che col professionismo i giocatori guadagnino soldi sufficienti a compensare i rischi del mestiere, compreso quello di trovarsi a 40 anni senza lavoro e aspettative. Ben vengano stipendi attorno ai 100.000 euro annui, anche di piú per i veri campioni.

Peró non riesco a capire perché questi stipendi non debbano essere limitati ad una certa soglia: non riesco a vedere lati negativi di un salary cap, quando invece ne vedo di positivi.
Potete aumentarmi le tasse su tutto, ma non sulla mia birra!
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da nino22 »

Ale_86 ha scritto:
@ italicbold: io non credo sinceramente che questa sia la strada che sta prendendo il rugby mondiale ed Europeo, Munster e Leicester stanno lí a ricordarcelo. Se si prendono le squadre piú vincenti degli ultimi dieci anni si dividono circa a metá tra grandi cittá capitali e piccoli centri periferici.

Ma anche fosse (nell´emisfero sud é piú evidente), non riesco a capire perché questo dovrebbe impedire di attuare il salary cap. É piú che giusto che col professionismo i giocatori guadagnino soldi sufficienti a compensare i rischi del mestiere, compreso quello di trovarsi a 40 anni senza lavoro e aspettative. Ben vengano stipendi attorno ai 100.000 euro annui, anche di piú per i veri campioni.

Peró non riesco a capire perché questi stipendi non debbano essere limitati ad una certa soglia: non riesco a vedere lati negativi di un salary cap, quando invece ne vedo di positivi.
Pienamente d'accordo.
E non riesco davvero a trovare elementi positivi in stipendi stile calcio, se non quello di dare a noi rugbysti motivi per criticare il calcio!!
Stipendi fra 40 mila e 100 mila euro l'anno vanno più che bene, qualcosa in più per le star ci può stare, ma sia giusto non sforare ed è giusto porre dei paletti sia per mantenere gli stipendi su questi livelli sia per far si che a vincere non sia chi ha + soldi.
Centri come Munster, Leicester sono li a dimostrare che il rugby non è solo soldi, non è solo grande metropoli e sono un motivo in + per dire w il rugby.
Il rugby dei soldi, il rugby delle grandi città ... che schifo sinceramente .....
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Re: Bakkies Botha a Tolone

Messaggio da italicbold »

Io credo che lo stipendio di un professionista deve essere proporzionato alla quantità di denaro che muove la sua attività.
E' indubbio che oggi, a fronte di uno sport in piena esplosione economica, la retribuzione dei giocatori di rugby sia ancora piuttosto bassa.
E ipotizzare un Salary cap sia molto prematuro.

Se il rugby riempe Twickenham é giusto che i giocatori che permettono questo siano retribuiti al giusto livello.
Che a mio avviso, con tutto il rispetto per la stragrande maggioranza che nella vita reale non arriva a quella cifra, non sono 40mila euro annui.

Un giocatore professionista oggi é il risultato della scommessa che un ragazzino di 15 anni fa sulla sua vita futura.
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