Se un giorno passi per Tolone o avrai l'occasione di incontrare un tifoso del Tolone, ti prego, per la tua incolumità, non ripetere mai la frase che hai scritto.luqa ha scritto:[...]Non ci sono regole, Tolone non ha il viavio e la tradizione di altri, ha una base francese meno consistente di altri, [...]
Dalle giovanili del Tolone sono usciti gente come :
Christian Califano,
Christophe Dominici,
Gerard Merceron
Yann Delaigue
Daniel Herrero
Pierre Mignoni,
e vado a memoria, ma so che se vado su Wikipedia o altro, ne trovo almeno altri 50 di nomi simili.
Stiamo parlando di una delle squadre emblematiche del rugby francese, un vero mito. E lo stadio Felix Mayol, per chi ci ha messo piede ne é una testimonianza.
Per quanto riguarda il resto io credo che l'evoluzione del rugby, di questo tipo di rugby sia inevitabile. Auspicabile secondo qualcuno (io stesso forse).
Parliamo di freni, di salary cup, ma dimentichiamo che se vogliamo questo spettacolo, lo spettacolo offerto dal rugby professionista di oggi non possiamo fare marcia indietro. E' una questione di scegliere tra botte piena e moglie ubriaca. Il rugby é uno sport che, con l'avvento del professionismo, ha accellerato i ritmi e il numero di partite. Un giocatore per essere ad alto livello non puo' pensare ad altro. Si, lo scrivono spesso in molti, anche sui libri, il rugby di una volta, che finiva al bistrot, era bellissimo. I giocatori si allenavano una volta a settimana e poi la domenica si affrontavano per vincere il campionato francese, a fine carriera diventavano medici, architetti, avvocati o magari soltanto allevatori di pecore sui Pirenei.
Oggi quel tempo é andato. Un giocatore di rugby sceglie il rugby come mestiere, un mestiere rischioso, in cui mette in gioco non solo l'incolumità fisica, ma anche il suo futuro. Oggi un giocatore di altro livello non puo' più avere un'attività estranea al rugby. E' piuttosto complicato.
Come possiamo pretendere di applicare il "salary cup" a giocatori che ancora oggi guadagnano un centesimo di quello che si mette in tasca un terzino di calcio di serie B. E questo vale anche per le società. La grande storia del rugby francese é stata scritta da piccoli villaggi arroccati sulle pendici dei Pirenei, da Tarbes a Lourdes passando per Montauban. E' impensabile che queste realtà possano restare, nel lungo periodo, ancora ad alti livelli. Non esistono le condizioni.
Credo che sia un'evoluzione a cui dobbiamo abituarci, anche in Italia. In Francia il futuro del rugby passa per le grandi realtà urbane e un professionalismo affermato.
La sfida, credo, é quella di garantire la perennità dei valori della palla ovale anche di fronte a questa evoluzione.
Io penso sia possibile.