pastaefasioi ha scritto:calep61 ha scritto:
In ultima visto che + utenti pensano che tu sia un esponente della federazione, potresi sciogliere sto dubbio

e dirci se è vero o no? non ci vedrei nulla di male ... anzi... xrò è simpatico sapere con chi si discute.
Oh, dolce musiche per le mie orecchie si comincia a dialogare

!
Cominciamo da 'sta storia (ogni tanto emerge anche la mia origine triestina) circa l'appartenenza o meno alla FIR; andiamo per punti:
- intanto sono fortemente convinto che i contenuti andrebbero valutati e discussi indipendentemente dall’appartenenza; o si condividono o si discutono, punto;
- non pensavo interessasse veramente a qualcuno questo aspetto, in fondo non è poi così importante, se non per un mero pettegolezzo;
- se dicessi di non appartenere, pur facendone parte, piuttosto che se dicessi di appartenere, pur non facendone parte cosa cambierebbe e chi potrebbe accertarsene veramente, in fondo siamo in un forum anonimo e dietro il nickname pastaefasioi (a proposito, buonissima!) ci potrebbe essere proprio lui, l’innominabile;
- detto ciò, diciamo che non ne faccio parte, ma sono molto interessato al mondo istituzionale che governa questo paese e, quindi, anche a quello sportivo.
Auspicando di aver sedato tutte le curiosità possibili sul tema, vengo al punto:
Benchè spinto da un radicato sano campanilismo che mi fa vedere con il fumo negli occhi le maggiori capacità organizzative e programmatiche di paesi come la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, ma anche la Svizzera, piuttosto che il Giappone e mi fermo qui per non intasare il forum, paesi verso i quali nutro amara invidia per attitudini indirizzate verso molti aspetti dei rispettivi sistema paese, cerco di focalizzare pregi e difetti del nostro di bel paese e dico che in una cosa siamo primi rispetto a tutti loro; nella critica, nel più bieco e facile giudizio a posteriori che fa del libero osservatore (un po’ voyeur) un comodo e privilegiato giudice che con le mani linde e di bianco inguantate decreta le sue sentenze sull’operato altrui.
Una delle prime cose che ebbi la fortuna di imparare quando mi avvicinai al mondo del lavoro e che solo chi non lavora non sbaglia mai!
Io dico, invece, difendiamo il lavoro, l’iniziativa, il tentativo di costruire, di realizzare qualche cosa, a priori, comunque, poi, magari, cerco di offrire il mio contributo di esperienza, sensibilità, convinzioni ed idee per suggerire come poter migliorare i processi, i progetti, le azioni e via dicendo.
Trovo, l’approccio di alcuni commenti di questo forum, l’attacco indiscriminato verso persone ed organizzazioni che hanno l’onere di rappresentare il paese, di rappresentarci, un inconscio infantile tentativo di scaricare lontano da noi la responsabilità di non essere all’altezza, come se si cercasse di trasferire al nostro vicino la malattia sofferta verso la quale si è certi di non avere colpe.
Che ci piaccia o no, sulla barca in tempesta ci siamo tutti e ognuno deve fare la sua parte e nel remare se si devono spendere parole che almeno siano indirizzate a migliorare l’andatura o la rotta; non c’è tempo per sterili discussioni tra marinai e comandanti.
Ora, Bondi è un attempato signore di 75 anni che da circa 15 dirige la FIR, deve essere avvicendato a prescindere per questi aspetti anagrafico/temporali, per il gusto di cambiare, o per qualcuno che abbia migliori idee e capacità di concretizzarle in progetti? Parliamone.
Durante la sua direzione la FIR ha fatto bene, poteva fare meglio (?), ognuno di noi è lecito abbia le sue convinzioni e non ci dobbiamo far venire l’orticaria se queste non rappresentino un pensiero comune, ma non si può certo affermare che il rugby italiano di vertice di 15 anni fa fosse lo stesso di quello attuale; sfidare la Romania o la Spagna agli europei non è certo come partecipare ad un 6 nazioni ed ottenere sponsor del calibro di CARIPARMA non è un fatto fortuito, dietro c’è del lavoro che dimostra il valore mediatico raggiunto dal marchio azzurro, infine l’idea delle franchigie è, comunque, un progetto forse perfettibile, ma reale, operativo con 2 team italiani in competizione a livello internazionale. Questi sono dati oggettivi e quanti 15 anni fa avrebbero immaginato potessero venire perseguiti?
Veniamo alla diatriba sulla formazione e la crescita della base del movimento.
Li leggete i giornali, accendete di tanto in tanto il televisore quando ci sono i telegiornali, avete la consapevolezza di quali sono i problemi e di quale priorità abbiano, in questo paese?
Pensate veramente che il rugby possa essere al 1° posto nei pensieri di tutti gli italiani o che questo possa accadere in pochi anni, com’è successo in Nuove Zelanda dove questa cultura si è consolidata in, diciamo, 50 anni (probabilmente in molti di più)? Purtroppo, il rugby in Italia è ancora uno sport minore, in evoluzione, ma ancora troppo minore per aspettarsi iniziative più invasive e coinvolgenti per la base. Ci vorrebbero disponibilità economiche e di attenzione in questo momento indirizzate o, meglio, da indirizzare ancora verso altri temi che dire imprescindibili è poco. Detto ciò, non è che l’operato della FIR sia o sia stato perfetto e ritengo inutile fare l’elenco di errori o mancate iniziative prese, ma tant’è, l’ho già detto, solo chi non lavora non sbaglia!
Quindi, in sintesi, contribuiamo pure con idee, proposte ed azioni al fine di migliorare il movimento, ma difendiamo in modo coeso e campanilistico quelle poche cose di buono che ci possono essere, perché la critica se non costruttiva è sterile esercizio che ci pone agli occhi dei nostri detrattori ancora più deboli di quello che siamo veramente (l’ultima Italia vs Irlanda docet!)
