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Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 6 nov 2011, 21:02
da Laporte
FFbuster ha scritto:
una "chicca" l'ultima domanda della fantoni....
Cristinaa Fantoni è una "chicca" !
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 6 nov 2011, 21:55
da Attilio B
Laporte ha scritto:Attilio B ha scritto:C'è qualcuno che è un po' duro di comprendonio... Le franchigie devono servire per la nazionale e finché in nazionale possono giocare questi atleti è giusto, anzi, è DOVEROSO farli giocare anche nel club. Già siamo abbastanza autolesionisti con sti paletti, lacci e lacciuoli, poi sarebbe il colmo che un Van Zyl si fa il c.ulo in nazionale e poi non può giocare nel club. Chissenefrega dove sono stati formati. Vosawai ormai ha giocato più anni in Italia che nel suo Paese natale, è arrivato a 20 anni, cosa si pretende di più?
Se cambiamo le regole per tutti allora ne riparliamo, e sono favorevole, però di fare il Tafazzi non me la sento proprio.
E se cambiano le regole non so chi ci rimette di più. Noi perderemmo un Van Zyl ed un Vosawai, l'Inghilterra perderebbe Flutey e Tuilagi: chi ci rimette di più?
No le franchigie devono servire a far crescere i gicocatori e il rugby italiano . E' diverso.
Guarda che a cosa servono le franchigie non lo stabilisci tu né lo stabilisco io. Lo ha stabilito chi ha lanciato il progetto.
Se invece hai scritto un tuo auspicio va bene, solo che non stavamo parlando della stessa cosa.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 6 nov 2011, 22:18
da Laporte
Attilio B ha scritto:
Guarda che a cosa servono le franchigie non lo stabilisci tu né lo stabilisco io. Lo ha stabilito chi ha lanciato il progetto.
Se invece hai scritto un tuo auspicio va bene, solo che non stavamo parlando della stessa cosa.
E chi ha lanciato il progetto ? Cosa c'era scritto ?
Forse non era stabilito granchè... E la differenza di vediute tra me e te è la stessa che esiste tra FIR e Franchigie....
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 6 nov 2011, 22:28
da Leinsterugby
Laporte ha scritto:FFbuster ha scritto:
una "chicca" l'ultima domanda della fantoni....
Cristinaa Fantoni è una "chicca" !
anche l'interprete però...
comunque bene brunel:focus sui resultati e sperimentazione quest estate
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 6 nov 2011, 22:42
da Attilio B
Senti, Laporte, vedo che non sei molto informato, però io non ho tempo di fare ricerche e copia-incolla.
La cosa che dovrebbe farti riflettere è che la Federazione finanzia (con tanti soldi, il 60%) gli ingaggi che le franchigie stabiliscono NON con i giocatori italiani, argentini, sudafricani, neozelandesi ecc...ecc..., bensì con i giocatori che possono giocare in nazionale. Una categoria non esclude l'altra.
Per il resto, l'idea della FIR, ormai da molti, molti anni è quella che il "movimento" cresce se cresce la nazionale e NON viceversa. Sbagliato o no che sia, naturalmente, ma qui, come ripeto, non stavo scrivendo la mia opinione.
E' chiaro che ho semplificato per farti capire. Il realtà nel loro modo di pensare, si dovrebbe innescare un "circolo virtuoso"
Pertanto Franchigie = 1.crescita della nazionale = 2. Di conseguenza, crescita del rugby italiota.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 7 nov 2011, 6:44
da Laporte
Attilio B ha scritto:Senti, Laporte, vedo che non sei molto informato, però io non ho tempo di fare ricerche e copia-incolla.
La cosa che dovrebbe farti riflettere è che la Federazione finanzia (con tanti soldi, il 60%) gli ingaggi che le franchigie stabiliscono NON con i giocatori italiani, argentini, sudafricani, neozelandesi ecc...ecc..., bensì con i giocatori che possono giocare in nazionale. Una categoria non esclude l'altra.
1) E allora ha ragine la federazione a volere più giocatori di formazione italiana.
2)Q Quanto' all'equazioen : cresce la nazionale(grazie agli "italians") -> cresc eil movimento, è una equazione ormai vecchia e sbagliata.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 7 nov 2011, 7:56
da VANZANDT
Laporte ha scritto:
2)Q Quanto' all'equazioen : cresce la nazionale(grazie agli "italians") -> cresc eil movimento, è una equazione ormai vecchia e sbagliata.
cosa di un evidenza assoluta che però sembra in molto facciano fatica a capire (cosa che mi fa pensare ad un futuro non proprio roseo) ... ripetizioni di matematica??? .... tant'è che nel recente periodo di grandi risultati della nazionale (quali??) abbiamo avuto un campionato domestico patetico .... negli anni precedenti l'entrata nel 6N avevamo un campionato almeno discreto e non è certo cresciuto per la nazionale anzi il contrario..... vabbè tutto è possibile quando c'è gente che vede in Venditti un grande futuro e che dice che "Meclean diventerà uno dei migliori estremi europei" .... inveci spero vivamente che tv scateni una guerra senza quartiere a dondi e a suoi tirapiedi bisogna assolutamente liberarsi di questa gente altro che balle
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 7 nov 2011, 8:15
da Attilio B
Laporte ha scritto:Attilio B ha scritto:Senti, Laporte, vedo che non sei molto informato, però io non ho tempo di fare ricerche e copia-incolla.
La cosa che dovrebbe farti riflettere è che la Federazione finanzia (con tanti soldi, il 60%) gli ingaggi che le franchigie stabiliscono NON con i giocatori italiani, argentini, sudafricani, neozelandesi ecc...ecc..., bensì con i giocatori che possono giocare in nazionale. Una categoria non esclude l'altra.
1) E allora ha ragine la federazione a volere più giocatori di formazione italiana.
2)Q Quanto' all'equazioen : cresce la nazionale(grazie agli "italians") -> cresc eil movimento, è una equazione ormai vecchia e sbagliata.
1) Certo, nella sua ottica, ha ragione a fare così.
2) E' ancora in vigore, e mi sembra che la FIR lo stia dimostrando chiaramente
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 7 nov 2011, 10:40
da Luqa-bis
Mi sembra doveroso che la federazione chieda alle franchigie , che peraltro hanno ottenuto il posto in celtica grazie alla federazione, di schierare il maggior numero possibile di giocatori di formazione italiana.
E questo dovrebeb far contenti i fautori della crescita del movimento.
Peraltro capisco anche che le franchigie non gradiscano programmi a sopresa con così breve scadenza, quando attivano contratti pluriennali con giocatori di formazione straniera.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 7 nov 2011, 14:36
da Giangian
IL GAZZETTINO
Antonio Liviero
Serve un tavolo di concertazione con le franchigie
Lunedì 7 Novembre 2011,
Jacques Brunel ha iniziato la sua avventura alla guida dell’Italia fissando subito obiettivi molto ambiziosi: candidarsi alla vittoria del Sei Nazioni nel giro di 2-3 anni ed entrare nelle prime 6 al mondo entro il prossimo mondiale. Sogni?
Li interpreto più che altro come un doveroso atto di fiducia verso l’incarico assunto e una speranza. Perchè non è poi riuscito a fornire una sola ragione di tanto ottimismo al di là di un generico «c’è il potenziale». Quale? Quello dei club di Eccellenza regolarmente umiliati in Challenge? O quello mostrato dagli azzurrini salvi per miracolo ai Mondiali in Veneto? O forse allude ai trionfi delle altre nazionali giovanili? A nulla di tutto ciò, visto che poi ha detto più volte di non conoscere bene la realtà italiana.
Facciamo qualche esempio. Ammesso che fra quattro anni (si spera) Castro sia ancora sulla breccia dove sono i piloni che dovranno sostituire Perugini e Lo Cicero? E le seconde linee che dovranno prendere il posto di Van Zyl, Geldenhuys, Bortolami, Del Fava, tutti tipi che alla prossima Coppa del Mondo navigheranno tra i 34 e i 36 anni? E stiamo parlando del reparto considerato il punto di forza dell’Italia: la mischia chiusa.
Certo qualche nome interessante c’è (come Furno, D’Apice, Minto). Però qui non si tratta di pescare dei bravi giocatori: ma di costruire una riserva abbastanza ampia ruolo per ruolo, e se possibile con due o tre elementi tecnicamente, e fisicamente, sopra la media. Lo stesso discorso vale per il drammatico problema del mediano di apertura. Potremmo aggiungere i ruoli di estremo e di ala. E quello di mediano di mischia: Brunel dice che ce ne sono tre o quattro. Vero, ma quasi nessuno che sappia usare efficacemente il piede (ha cominciato da poco Semenzato) e tutti abbiamo visto alla recente Coppa del mondo quanto il piede sia fondamentale ad alto livello, specie per un numero nove.
I giocatori bisogna formarli, hanno detto all’unisono Brunel e il presidente federale Giancarlo Dondi a Bologna. Tornando alla scuola francese. Parole condivisibili in pieno. Ma lo sforzo richiesto è notevole e potrà dare frutti solo tra 4-8 anni.
E nel frattempo? Una possibilità è quella di costruire subito un rapporto vero con i superclub di Pro12, concertando un piano di immediato aumento di competitività: dalla risorse stanziate, che vanno avvicinate ai livelli degli altri club europei, alle regole. In questo contesto sarebbe utile a tutti, in attesa dei giovani talenti, programmare un incremento temporaneo degli stranieri che abbiano le caratteristiche di diventare eleggibili per la Nazionale.
Tutte cose che sarebbe opportuno discutere democraticamente attorno a un tavolo istituzionale, nel rispetto delle reciproche competenze. Non servirà a vincere il Sei Nazioni ma a rendere sopportabile l’attesa. Ben sapendo che nel nuovo sistema creato in Italia, i segnali della svolta dovranno arrivare proprio dalle franchigie. Quando si candideranno a vincere la Pro 12, allora i tempi saranno maturi anche per il Sei Nazioni.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 8 nov 2011, 12:06
da Laporte
Attilio B ha scritto:Laporte ha scritto:
1) E allora ha ragine la federazione a volere più giocatori di formazione italiana.
2)Q Quanto' all'equazioen : cresce la nazionale(grazie agli "italians") -> cresc eil movimento, è una equazione ormai vecchia e sbagliata.
2) E' ancora in vigore, e mi sembra che la FIR lo stia dimostrando chiaramente
Non è così. La realtà è ovunque: cresce il movimento--> Cresce la nazionale. Valeva negli anni '90, vale in Francia, vale in Irlanda. Solo da noi crediamo ancora valga il contrario.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 8 nov 2011, 12:49
da calep61
1) E allora ha ragine la federazione a volere più giocatori di formazione italiana.
2)Q Quanto' all'equazioen : cresce la nazionale(grazie agli "italians") -> cresc eil movimento, è una equazione ormai vecchia e sbagliata.[/quote]
2) E' ancora in vigore, e mi sembra che la FIR lo stia dimostrando chiaramente[/quote]
Non è così. La realtà è ovunque: cresce il movimento--> Cresce la nazionale. Valeva negli anni '90, vale in Francia, vale in Irlanda. Solo da noi crediamo ancora valga il contrario.[/quote]
Capisco che per un appassionato di una disciplina, magari anche praticante in passato della medesima, l'idea che il movimento alla base della stessa possa crescere sia una priorità ed un forte desiderio, ma alimentare(da leggersi, aumentare) l'adesione, l'affezione ad una disciplina da parte di nuovi appassionati e, quindi, anche di nuovi praticanti con l'effetto di far lievitare, poi, anche gli adepti e, quindi, piano, piano, tutto il movimeto connesso, non è operazione forzabile d'ufficio; facendo un banale esempio, non si potrebbe nemmeno pensare di rendere obbligatorio il rugby nelle scuole dell'obbligo se non contestando ad altre discipline sportive l'analoga priorità ed attenzione da parte degli organi di Stato preposti, alimentando un'inevitabile guerra tra sport che nessun Ministero potrà mai solo pensare di avviare! L'affezione, la passione ad uno sport deve nascere spontaneamente o, semmai, condizionata da iniziative mediatiche. Ai tempi di Adriano Panatta e dei suoi successi internazionali, il tennis, in precedenza considerato uno sport d'elite, divenne in pochi anni una pratica popolare con migliaia di nuovi adepti pronti ad emularlo; al giorno d'oggi che non ci sono campioni italiani di rilievo, almeno in campo maschile, e solo le paytv emettono i tornei internazionali il tennis è ritornato ad essere, in Italia, uno sport minore. Lo stesso è successo con la pratica agonistica o, più semplicemente, sportiva della ginnastica olimpica che dopo i successi di Jury Chechi ha avuto un incredibile accellerazione con un importante aumento dei praticante ed in entrambi i casi non si è assistito ad un precedente e propedeutico aumento delle rispettive strutture sportive, anzi, da quando il tennis è in declino si assiste sempre più spesso in Italia a riconversioni dei campi da gioco in campetti da calcio a 5 per il loro mancato impiego. I privati che avessero le finanze da investire le investirebbero nel rugby solo prevedendo un margine di ritorno e neanche uno Stato serio potrebbe sperperare risorse economiche della collettività privilegiando discipline sportive che dimostrino poco seguito. Una nazionale di rugby forte a tal punto da segnalarsi nello scenario internazionale anche con risultati di prestigio potrebbe, sicuramente, ricoprire il ruolo di traino mediatico, rappresentando il primo tassello nell'alimentare popolarità e seguito di appasionati più di azioni forzose e programmi alla cieca con piani decennali da ex URSS che abbiamo potuto accertare con mano quali risultati abbiano dato. Questo pianeta gira attorno al soldo e di questo si deve tener conto che piaccia, o meno ed i soldi si cacciano solo se si prevede un successivo guadagno.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 8 nov 2011, 13:32
da Ale_86
calep61 ha scritto:
Capisco che per un appassionato di una disciplina, magari anche praticante in passato della medesima, l'idea che il movimento alla base della stessa possa crescere sia una priorità ed un forte desiderio, ma alimentare(da leggersi, aumentare) l'adesione, l'affezione ad una disciplina da parte di nuovi appassionati e, quindi, anche di nuovi praticanti con l'effetto di far lievitare, poi, anche gli adepti e, quindi, piano, piano, tutto il movimeto connesso, non è operazione forzabile d'ufficio; facendo un banale esempio, non si potrebbe nemmeno pensare di rendere obbligatorio il rugby nelle scuole dell'obbligo se non contestando ad altre discipline sportive l'analoga priorità ed attenzione da parte degli organi di Stato preposti, alimentando un'inevitabile guerra tra sport che nessun Ministero potrà mai solo pensare di avviare! L'affezione, la passione ad uno sport deve nascere spontaneamente o, semmai, condizionata da iniziative mediatiche. [...]
Calep, con tutta la stima preventiva di questo mondo, e visto che a occhio dal linguaggio si sente l'odore di consigliere federale o comunque di persona addentro alle magate federali, tutto ció non si puó vedere.
Pensassero (pensaste?) a dare una mano a chi nelle scuole ci va a fare propaganda a proprie spese e meno a masturbarsi celebralmente con storie di guerre tra sport piú grandi di loro, valá che forse qualche risultato in piú lo otterrebbero!
Ma sul serio, pensi che uno si svegli la mattina perché vede che il rugby é figo e maschio e vincente e allora va a rugby? E con chi la contruisci la squadra vincente? Ma a San Doná che metá dei ragazzini giocano a rugby da piccoli é perché hanno il gene della passione rugbystica in parte al Piave? O é magari perché per quanto la dirigenza della prima squadra possa essere composta da odiose teste da battipali hanno dei fior fior di reclutatori nelle scuole e tra i ragazzini? De Marchi ha cominciato a giocare a rugby perché ha visto Giovannelli in TV o perché Gottardi e Beppo Camillo hanno portato una intera generazione di sandonatesi al rugby cominciando dalle scuole? Dartora, Zamparo e i vari Italia U20 di qualche anno fa, é merito dei grandi successi dell'Italia nello scorso decennio o é forse perché degli imbecilli da Jesolo e Portogruaro hanno perso A GRATIS il loro tempo per andare a tirar su questi ragazzi alle scuole, parlare con le loro madri, convincere i padri, organizzarsi per farli giocare?
Facile per la Federazione. Imponiamo l'obbligatorietá alle piccole societá, cosí loro ci fanno a gratis il lavoro che dovremmo fare noi (come da statuto federale). E noi ci divertiamo a fare i grandi e a sentirci politici d'alto spessore, e a fare i De Gasperi del rugby, e a parlare del sesso degli angeli. Mentre la base fa il lavoro sporco. Tanti applausi.
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 8 nov 2011, 13:37
da Laporte
Luqa-bis ha scritto:Mi sembra doveroso che la federazione chieda alle franchigie , che peraltro hanno ottenuto il posto in celtica grazie alla federazione, di schierare il maggior
Peraltro capisco anche che le franchigie non gradiscano programmi a sopresa con così breve scadenza, quando attivano contratti pluriennali con giocatori di formazione straniera.
Ricordo male o l'iscrizione certa per le franchigie alla Magners era per soli due anni ?
Re: ITALRUGBY, INIZIATA L’ERA BRUNEL
Inviato: 8 nov 2011, 13:39
da Laporte
Ale_86 ha scritto:calep61 ha scritto:
Capisco che per un appassionato di una disciplina, magari anche praticante in passato della medesima, l'idea che il movimento alla base della stessa possa crescere sia una priorità ed un forte desiderio, ma alimentare(da leggersi, aumentare) l'adesione, l'affezione ad una disciplina da parte di nuovi appassionati e, quindi, anche di nuovi praticanti con l'effetto di far lievitare, poi, anche gli adepti e, quindi, piano, piano, tutto il movimeto connesso, non è operazione forzabile d'ufficio; facendo un banale esempio, non si potrebbe nemmeno pensare di rendere obbligatorio il rugby nelle scuole dell'obbligo se non contestando ad altre discipline sportive l'analoga priorità ed attenzione da parte degli organi di Stato preposti, alimentando un'inevitabile guerra tra sport che nessun Ministero potrà mai solo pensare di avviare! L'affezione, la passione ad uno sport deve nascere spontaneamente o, semmai, condizionata da iniziative mediatiche. [...]
Calep, con tutta la stima preventiva di questo mondo, e visto che a occhio dal linguaggio si sente l'odore di consigliere federale o comunque di persona addentro alle magate federali, tutto ció non si puó vedere.
Pensassero (pensaste?) a dare una mano a chi nelle scuole ci va a fare propaganda a proprie spese e meno a masturbarsi celebralmente con storie di guerre tra sport piú grandi di loro, valá che forse qualche risultato in piú lo otterrebbero!
Ma sul serio, pensi che uno si svegli la mattina perché vede che il rugby é figo e maschio e vincente e allora va a rugby? E con chi la contruisci la squadra vincente? Ma a San Doná che metá dei ragazzini giocano a rugby da piccoli é perché hanno il gene della passione rugbystica in parte al Piave? O é magari perché per quanto la dirigenza della prima squadra possa essere composta da odiose teste da battipali hanno dei fior fior di reclutatori nelle scuole e tra i ragazzini? De Marchi ha cominciato a giocare a rugby perché ha visto Giovannelli in TV o perché Gottardi e Beppo Camillo hanno portato una intera generazione di sandonatesi al rugby cominciando dalle scuole? Dartora, Zamparo e i vari Italia U20 di qualche anno fa, é merito dei grandi successi dell'Italia nello scorso decennio o é forse perché degli imbecilli da Jesolo e Portogruaro hanno perso A GRATIS il loro tempo per andare a tirar su questi ragazzi alle scuole, parlare con le loro madri, convincere i padri, organizzarsi per farli giocare?
Facile per la Federazione. Imponiamo l'obbligatorietá alle piccole societá, cosí loro ci fanno a gratis il lavoro che dovremmo fare noi (come da statuto federale). E noi ci divertiamo a fare i grandi e a sentirci politici d'alto spessore, e a fare i De Gasperi del rugby, e a parlare del sesso degli angeli. Mentre la base fa il lavoro sporco. Tanti applausi.
Su questo siamo d'accordo.