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Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 6 mag 2012, 13:33
da Laporte
Intanto la FIR ha deciso che i ragazi delle accademie, dopo 3 ani nei centri federali , saranno per atri 2 anni destinati ai club scelti dalla federazione.
Insomma la statalizzazione. Un bene o un male '?
Secondo me una necessità. Necessità che nasce dal fatto che nessuna società è in grado di formare giocatori del livello internazionale.
Più che il programma "altezza" per gli atleti occorrebbe un programma "qualità" per i dirigenti e gi allenatori delle squadre di club, perchè l'impreparazione unita alla presusnzione di essere dei geni alla imperversa nei club itaiani e nei forum... Per questo Dondi è ad oggi l'unica l'aternativa a Dondi...
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 6 mag 2012, 16:57
da JosephK.
C'è anche da dire però che nell'era pre-Accademia non è che i club pur con i loro dirigenti e le loro (spesso) non strutture i giocatori non li abbiano dati al movimento: l'era dei Bergamasco e co. non è paleozoico...
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 12:27
da jentu
JosephK. ha scritto:C'è anche da dire però che nell'era pre-Accademia non è che i club pur con i loro dirigenti e le loro (spesso) non strutture i giocatori non li abbiano dati al movimento: l'era dei Bergamasco e co. non è paleozoico...
In tutto il mondo, ed anche ora da noi, i giocatori di base li formano i club, la differenza viene dopo i 14 anni.
Se sei un piccolo club i giocatori te li "rubano", anche come indennità di formazione, i clubs più grandi ed il progetto federale del "dateceli grossi che poi gli insegniamo noi a giocare" completa l'opera di distruzione di un percorso formativo diffuso.
Non è per essere contrari allo sviluppo di franchigie, se sono vere, o di centri di formazione, se coinvolgono le società e soprattutto gli allenatori delle categorie, ma salassare costantemente chi fa la raccolta del rugby di base sui cui numeri costruisci la qualità - sempre se sei capace - è controproducente.
Qui è il fallimento sia dei grossi clubs, sia della FIR.
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 13:35
da Laporte
JosephK. ha scritto:C'è anche da dire però che nell'era pre-Accademia non è che i club pur con i loro dirigenti e le loro (spesso) non strutture i giocatori non li abbiano dati al movimento: l'era dei Bergamasco e co. non è paleozoico...
Anni '90... due decenni ormai fa....
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 13:36
da Laporte
jentu ha scritto:JosephK. ha scritto:C'è anche da dire però che nell'era pre-Accademia non è che i club pur con i loro dirigenti e le loro (spesso) non strutture i giocatori non li abbiano dati al movimento: l'era dei Bergamasco e co. non è paleozoico...
In tutto il mondo, ed anche ora da noi, i giocatori di base li formano i club, la differenza viene dopo i 14 anni.
Se sei un piccolo club i giocatori te li "rubano", anche come indennità di formazione, i clubs più grandi ed il progetto federale del "dateceli grossi che poi gli insegniamo noi a giocare" completa l'opera di distruzione di un percorso formativo diffuso.
Non è per essere contrari allo sviluppo di franchigie, se sono vere, o di centri di formazione, se coinvolgono le società e soprattutto gli allenatori delle categorie, ma salassare costantemente chi fa la raccolta del rugby di base sui cui numeri costruisci la qualità - sempre se sei capace - è controproducente.
Qui è il fallimento sia dei grossi clubs, sia della FIR.
peccato che se leggi le classifiche non trovi altor che club penalizzati per mancanza di attività giovanile...
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 14:49
da Ale_86
Laporte ha scritto:jentu ha scritto:
In tutto il mondo, ed anche ora da noi, i giocatori di base li formano i club, la differenza viene dopo i 14 anni.
Se sei un piccolo club i giocatori te li "rubano", anche come indennità di formazione, i clubs più grandi ed il progetto federale del "dateceli grossi che poi gli insegniamo noi a giocare" completa l'opera di distruzione di un percorso formativo diffuso.
Non è per essere contrari allo sviluppo di franchigie, se sono vere, o di centri di formazione, se coinvolgono le società e soprattutto gli allenatori delle categorie, ma salassare costantemente chi fa la raccolta del rugby di base sui cui numeri costruisci la qualità - sempre se sei capace - è controproducente.
Qui è il fallimento sia dei grossi clubs, sia della FIR.
peccato che se leggi le classifiche non trovi altor che club penalizzati per mancanza di attività giovanile...
Posto che quanto evidenziato e scritto da jentu risponderebbe giá in pieno alla tua provocazione, sottolineo anche che - a parte qualche caso che (purtroppo) sicuramente esiste - nessun club lo fa apposta ad avere la penalizzazione per mancata attivitá giovanile.
Il fatto che non ci sia equivalenza tra sforzi e capacitá e risultati in termini di reclutamento, che la stragrande maggioranza dei piccoli club svolge l'attivitá di reclutamento/formazione grazie al puro volontariato per mancanza di risorse, e che
la mancanza di risultati fa scattare la penalizzazione ma la presenza di risultati non dá alcun beneficio completa il quadro.
Inoltre, le spese richieste per le giovanili (che sono di fatto una tassa applicata ai club per il bene del movimento) non crescono granché con le categorie/budget.
A una piccola societá da un budget limitato chiedi di spendere il 60/70% del proprio budget per le obbligatorietá. Una societá medio grande, con un budget molto maggiore, spende se va bene il 15/20%.
Tassazione decrescente, neanche Reagan nei suoi sogni piú selvaggi se lo sarebbe immaginato.
Queste "tasse", cioé la produzione di giocatori, come vengono poi redistribuite? Beh, i grandi club si prendono il meglio, e gli scarti vanno via via al movimento. Insomma, i "poveri" pagan di piú e i "ricchi" pagan di meno; i "ricchi" ricevono piú servizi, i "poveri" di meno
Ora, la mia é una provocazione e ho volutamente sottolineato certi aspetti, ma per me é evidente come il sistema delle obbligatorietá sia strutturato male. É per questo che i risultati singhiozzano negli ultimi anni: quando i grandi club spendevano di piú per il reclutamento e la formazione (come faceva il Petrarca con la sua "proto-accademia/centro studi"), sono usciti i Bergamasco, Bortolami, Ghiraldini. Anche oggi che crisi-forza la strategia é cambiata stanno uscendo dai migliori vivai buoni giocatori.
La Mia Fir, Come La Farei, ristrutturerebbe questo meccanismo
ponendo i grandi/medi club, i destinatari ultimi del meglio del reclutato,
al centro del processo formativo, facendo sostenere a loro (che peraltro hanno anche molte piú competenze) la maggior parte dei costi formativi, e
lasciando ai piccoli club il mero ruolo di satelliti nel territorio, guidati e sostenuto dal grande club nel reclutamento e la formazione di base.
Il "monopolio accademico", cosí come lo chiama Munari, é rischioso ed é un maldestro tentativo di mettere una pezza ad un sintomo, piú che una cura alla malattia.
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 16:11
da giuseppone64
tecnici competenti che girino l'italia alla ricerca di giovani promettenti. un campionato intermedio , l'attuale a rivista, nel quale obbligatoriamente almeno 10 su 15 siano entro i 23 anni e non più di 2 stranieri in campo. da quel punto continuano solo i capaci e meritevoli; o fanno il salto e vengono assorbiti dalle celtiche,o restano in a ed eccelenza con una attività semi-professionale oppure giocherenno a rugby solo per piaciere nelle serie minori.ogni anno avremmo 40-50 giovani in osservazione che giocano ad un discreto livello. con buona pace delle accademie, dei procuratori e compagnia cantando.
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 18:55
da Laporte
Ale_86 ha scritto:[
Posto che quanto evidenziato e scritto da jentu risponderebbe giá in pieno alla tua provocazione, sottolineo anche che - a parte qualche caso che (purtroppo) sicuramente esiste - nessun club lo fa apposta ad avere la penalizzazione per mancata attivitá giovanile.
Il fatto che non ci sia equivalenza tra sforzi e capacitá e risultati in termini di reclutamento, che la stragrande maggioranza dei piccoli club svolge l'attivitá di reclutamento/formazione grazie al puro volontariato per mancanza di risorse, e che
la mancanza di risultati fa scattare la penalizzazione ma la presenza di risultati non dá alcun beneficio completa il quadro.
Inoltre, le spese richieste per le giovanili (che sono di fatto una tassa applicata ai club per il bene del movimento) non crescono granché con le categorie/budget.
A una piccola societá da un budget limitato chiedi di spendere il 60/70% del proprio budget per le obbligatorietá. Una societá medio grande, con un budget molto maggiore, spende se va bene il 15/20%.
Tassazione decrescente, neanche Reagan nei suoi sogni piú selvaggi se lo sarebbe immaginato.
Queste "tasse", cioé la produzione di giocatori, come vengono poi redistribuite? Beh, i grandi club si prendono il meglio, e gli scarti vanno via via al movimento. Insomma, i "poveri" pagan di piú e i "ricchi" pagan di meno; i "ricchi" ricevono piú servizi, i "poveri" di meno
Ora, la mia é una provocazione e ho volutamente sottolineato certi aspetti, ma per me é evidente come il sistema delle obbligatorietá sia strutturato male. É per questo che i risultati singhiozzano negli ultimi anni: quando i grandi club spendevano di piú per il reclutamento e la formazione (come faceva il Petrarca con la sua "proto-accademia/centro studi"), sono usciti i Bergamasco, Bortolami, Ghiraldini. Anche oggi che crisi-forza la strategia é cambiata stanno uscendo dai migliori vivai buoni giocatori.
La Mia Fir, Come La Farei, ristrutturerebbe questo meccanismo
ponendo i grandi/medi club, i destinatari ultimi del meglio del reclutato,
al centro del processo formativo, facendo sostenere a loro (che peraltro hanno anche molte piú competenze) la maggior parte dei costi formativi, e
lasciando ai piccoli club il mero ruolo di satelliti nel territorio, guidati e sostenuto dal grande club nel reclutamento e la formazione di base.
Il "monopolio accademico", cosí come lo chiama Munari, é rischioso ed é un maldestro tentativo di mettere una pezza ad un sintomo, piú che una cura alla malattia.
Che l'accademia sin una pezza sonio d'accordo. A mio avviso però vi sono troppi piccoli club. Leggo spesso di chi dice che l'Argentina ha unA quantità di club enorme.... PALLE...
Ad ersempio l'uniione di Buenos Aires la più potente ha 71 club. Il solo tri veneto 120. Sarebbe interessante consocere anche il numero di giocastori medi per club.
Credo che ci sia troppa frammentazione.
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 19:13
da orme53
Come la farei... mah vediamo un pò.. se fossi francese ..la farei come i francesi.....se fossi inglese la farei come gli inglesi...se fossi gallese ..come i gallesi.. se fossi neozelandese.. come i neozelandesi... e così via... Ma purtroppo sono (siamo) italiano(i)......

e per fare qualcosa di diverso per prima cosa non dovrei (dovremmo) esserlo.

Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 20:16
da andrea12
Laporte ha scritto:Ale_86 ha scritto:[
Posto che quanto evidenziato e scritto da jentu risponderebbe giá in pieno alla tua provocazione, sottolineo anche che - a parte qualche caso che (purtroppo) sicuramente esiste - nessun club lo fa apposta ad avere la penalizzazione per mancata attivitá giovanile.
Il fatto che non ci sia equivalenza tra sforzi e capacitá e risultati in termini di reclutamento, che la stragrande maggioranza dei piccoli club svolge l'attivitá di reclutamento/formazione grazie al puro volontariato per mancanza di risorse, e che
la mancanza di risultati fa scattare la penalizzazione ma la presenza di risultati non dá alcun beneficio completa il quadro.
Inoltre, le spese richieste per le giovanili (che sono di fatto una tassa applicata ai club per il bene del movimento) non crescono granché con le categorie/budget.
A una piccola societá da un budget limitato chiedi di spendere il 60/70% del proprio budget per le obbligatorietá. Una societá medio grande, con un budget molto maggiore, spende se va bene il 15/20%.
Tassazione decrescente, neanche Reagan nei suoi sogni piú selvaggi se lo sarebbe immaginato.
Queste "tasse", cioé la produzione di giocatori, come vengono poi redistribuite? Beh, i grandi club si prendono il meglio, e gli scarti vanno via via al movimento. Insomma, i "poveri" pagan di piú e i "ricchi" pagan di meno; i "ricchi" ricevono piú servizi, i "poveri" di meno
Ora, la mia é una provocazione e ho volutamente sottolineato certi aspetti, ma per me é evidente come il sistema delle obbligatorietá sia strutturato male. É per questo che i risultati singhiozzano negli ultimi anni: quando i grandi club spendevano di piú per il reclutamento e la formazione (come faceva il Petrarca con la sua "proto-accademia/centro studi"), sono usciti i Bergamasco, Bortolami, Ghiraldini. Anche oggi che crisi-forza la strategia é cambiata stanno uscendo dai migliori vivai buoni giocatori.
La Mia Fir, Come La Farei, ristrutturerebbe questo meccanismo
ponendo i grandi/medi club, i destinatari ultimi del meglio del reclutato,
al centro del processo formativo, facendo sostenere a loro (che peraltro hanno anche molte piú competenze) la maggior parte dei costi formativi, e
lasciando ai piccoli club il mero ruolo di satelliti nel territorio, guidati e sostenuto dal grande club nel reclutamento e la formazione di base.
Il "monopolio accademico", cosí come lo chiama Munari, é rischioso ed é un maldestro tentativo di mettere una pezza ad un sintomo, piú che una cura alla malattia.
Che l'accademia sin una pezza sonio d'accordo. A mio avviso però vi sono troppi piccoli club. Leggo spesso di chi dice che l'Argentina ha unA quantità di club enorme.... PALLE...
Ad ersempio l'uniione di Buenos Aires la più potente ha 71 club. Il solo tri veneto 120. Sarebbe interessante consocere anche il numero di giocastori medi per club.
Credo che ci sia troppa frammentazione.
A Cardiff, tra Scuola e Club circa 140 Club

Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 20:17
da andrea12
Non è questione di quantità...............è questione di qualità
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 20:45
da Laporte
andrea12 ha scritto:
A Cardiff, tra Scuola e Club circa 140 Club

Lasciando da parte le scuole, quanti sono i club ? Quanti sono i giocatori ? Qual'è la media giocatori/squadra ?
andrea12 ha scritto:Non è questione di quantità...............è questione di qualità
Appunto. Meno club raffazzonati e più qualità...
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 21:00
da mariemonti
La franchigia degli Ospreys comprende 75 club. CLUB. In un'ottica "italiana" bisognerebbe aggiungere le scuole che fanno in tutto e per tutto quello che in Italia fanno i club (solo che lo fanno meglio...). Tutto questo in un territorio, "Ospreylia", che è un po' più piccolo di quello coperto dagli Aironi (solo 60 chilometri da est ad ovest e 38 chilometri da nord a sud).
75 club in 60 chilometri (senza contare le scuole) è decisamente una bella densità...
Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 7 mag 2012, 21:11
da andrea12
per "rafforzare" il concetto (piuttosto chiaro) di mariemonti, il piccolo Club (franchigia di Cardiff Blues) dove gioca mio figlio, 6 miglia da cardiff city centre, fa 400 giocatori in un paese di 1000 abitanti, una ventina di coach...........qualità alta non presuppone numeri piccoli

Re: LA MIA FIR. COME LA FAREI......
Inviato: 8 mag 2012, 8:04
da Laporte
andrea12 ha scritto:per "rafforzare" il concetto (piuttosto chiaro) di mariemonti, il piccolo Club (franchigia di Cardiff Blues) dove gioca mio figlio, 6 miglia da cardiff city centre, fa 400 giocatori in un paese di 1000 abitanti, una ventina di coach...........qualità alta non presuppone numeri piccoli

A me sembra un numeor elevato, ma a parte questo dove in Italia abbiamo un 40% di persone che giocano a Rugby ?
Abbiamo una media di 400 giocatori per club ?
Forse arriviamo a 40....