FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Tallonatore80
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Tallonatore80 »

Luqa-bis ha scritto:A me pare che già in partenza ci sia un equivoco.

Come scritto in altre discussioni da me e da altri, il termine franchigia si riferisce ad una squadra che :

1. partecipa ad un campionato su concessione diretta di una Federazione come rappresentante di una categoria o di un territorio, affrancata da criteri di ammissione competitiva
e/o
2. partecipa ad un campionato affrancata da retrocessioni (vedi CL)
e/o
3. partecipa ad un campionato affrancata da obblighi di residenza territoriale (vedi NFL)
.

Quindi il criterio a cui si riferisce calep61 non è tanto il concetto di Frachigia quanto quello di
A. Unione Consortile di Società (caso da esplorare non ben definito, non so Romagna e Crociati sono assimilabili in toto)
B. Fusione di Società (es. Cavalieri Prato)
C. Selezione territoriale Comitale/Federale (es. Dogi)

Che è cosa diversa dalla partecipazione come Franchigia alla celtica.

si tratat d i2 probelmatiche distinte.

la prima:
una società che voglia rapresntare un soggetto rugbistico di spessore, deve , necessariamente poter schierare tutte le squadre giovanili.
Usando la terminologia calcistica, dalla Pulcini alla Primavera.
Per ciascuna selezione anagrafica si tratat di trovare diciamo una 20-25ina di pischelli da allenare, diciamo una dozzina per classe di età.

Siccome l'ISTAT ci dice che i pischelli di una classe di età sono più o meno l'1% della popolazione;
siccome il CONI ci dice che la pratica sportiva continuativa tra i giovani maschi sotto i 19anni oscilla tra il 60% delle medie inferiori e il 40% degli ultimi anni di licei , tecnici e professionali, e di 10-15 inferiore nelle femmine

questo significa che la leva su cui si può contare per ogni anno è circa il 4-6 x1000 della popolazione maschile (e il 3-4x1000 di quella femminile).

Siccome poi il CONI ci dice anche il rugby occupa un po' meno del 2% dei tesserati CONI ,diciamo che

al momento per reclutare una decina di pischelli pari età per una Under "biennale" (pari o dispari che sia) si dovrebbe mediamente lavorare su un bacino di 200000 persone.

Contando che in alcune realtà il rugby è assente (e anche questo è un problema da affrontare), in realtà dove il rugby è sentito si riesce a fare una società "come si deve" anche lavorando su un bacino 4-5 volte più piccolo, diciamo in media sui 40-50mila abitanti (ma lavorando sodo eh).
Sotto quella soglia la soceità ha difficilmente "aria e acqua" per svilupparsi.

Altro problema è che non basta avere 1000 ragazzini piuttosto che 100 a giocare rugby, se quel rugby che gli si insegna non è rugby di qualità: tecnica, disciplina, saper giocare come squadra, e anche avere una buona atleticità di base.
L'esempio pratico : la Lombardia ha più tesserati praticanti del Veneto, però non riesce ad esprimere a livello giovanile la stessa potenza che il movimento veneto esprime. Forse è un problema di organizzazione e di qualità didattica nel rugby.


Terzo problema.
Oltre alla tecnica di base, ci sono due difficoltà pratiche evidenti negli socrsi anni e anche adesso:
i giovani che escono dalle giovanili non riescono ad avere spazi nelle società che preferiscono affidarsi a giocatori più esperti;
i seniores italiani non hanno il ritmo per giocare contro squadre britanniche o francesi alla pari.

Mentre per reclutamento e formazione di base, le ricette possono essere tante, e richiedono lo sforzo federale ma anche delle società che vada oltre il solito "ci pensiamo noi, allevando i pulcini da far capponi, dateci i soldi " vs "ci pensiamo noi, scegliendo gli eletti e allevandoli come porcelli da prosciutto, dateci i giocatori",

per gli ultimi due problemi esistono secondo me due necessità obbligate con soluzioni alternative:

1a
Obbligare le società di Eccellenza a schierare una squadra "primavera" in serie B o A2 (allargando per questo quella serie inferiore).
Obbligare le squadre di A1 e A2 ad avere (oltre a tutte le giovanili) a referto ogni turno di campionato almeno un 20% di giocatori U21/U23

1b. la Federazione andando oltre quanto fatto per l'Accademia, arruola (una specie di servizio di leva rugbistico) gli atleti ex Juniores di livello sino a formare almeno una mezza dozzina di selezioni "Primavera" (con al più un 20% di vecchi volponi a far da chioccia) da immettere in A1-A2


Mentre per la disabitudine di tutto il rugby italiano ai ritmi da 6N, servono almeno 4 squadre che parteicipino a campionati di alto livello come la Celtica.
Anche contrattare con Francesi ed Inglesi per avere una squadra "ospite" in Championship o in ProD2 sarebbe utile.
Concordo in pieno.
Quello che meglio si sposa alle esigenze è il modello NFL/sport americani dove le franchige comprendono sia scuole che squadre e rappresentano un TERRITORIO. Territorio che investe (sia in strutture che in formazione) e ricava in base all'indotto.
Luqa, intervento da applausi.
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo
Luqa-bis
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Luqa-bis »

Che è un po' quello che avevo scritto io a proposito del caso Bacchetti nella sezione "Eccellenza" del forum.

Calep61.

Io penso che la situazione è fluida ma precaria:

alcuni club hanno la possibilità di crescere 8alcuni sono già grandicelli) ma una buona fetta di società è nei fattio a emt àguado tra l'essere una società sul modello profesisonale che si vorrebbe e il modello pane e frittata che alcuni mano.
Sanciamo queste differenze e gestiamole:

1) vuoi fare il club professionale? bene titratto come meriti a partire dai doveri sportivi ed economici (fidejussioni, pagamenti ecc) senza scappatoie anche se hai quasi 90 anni di storia.
E tu avrai lo spazio per provare ad essere una Leicester o una Biarritz italiana.

2) vuoi fare il pane rugby e frittata? OK ti trovo il tuo spazio ma che sia rugby e frittata, non che "paghi la ditta di catering per avere asado & kumara".

3) vuoi fare un club di livello medio , attivo nelle giovanili, ma con pochi soldi e che però vuol provare a crescere sin che può?
Bene, tu intanto rispetta gli obiettivi formativi.
Potrai arrivare sino a un certo livello.

Dopo di che, faccio un esame: quante società di tipo 1 ho? Quante partite x giocatore U21 vedo ogni anno?
Se le prime non sono almeno 20, agisco con i comitati per formare delle Selezioni territoriali (affrancate dalla retrocessione) in numero adeguato a coprire tuttpo il territorio e a formare con le società di tipo 1 almeno due gironi (Eccellenza e Prima Divisione). Alle squadre di tipo 3 lascio un campionato Promozione che permette ogni anno d iarrivare ai play-off alel prime e ogni quadriennio con tabella complessiva di passare al gruppo Eccellenza + Prima Divisione.
Alle squadre di tipo 3 meno forti e a quelle di tipo 2 lascio poi la Prima categoria e la Seconda categoria

Le Selezioni territoriali le tratto sul modello proposto nell'articolo citato dal blog di Duccio: convocati dalle società di tipo 3 (ovvero come quelle attuali di livello quasi profesisonale) più qualche evntuale atleta di interesse nazionale a contratto federale.

Certo, se poi le scoetà di un distretto si federano in un Consorzio per schierare una "selzione di Eccellenza" sono ben contento di rimuovere l'opzione comitale, non per niente vedo/vedevo con interesse il progetto T.R.E.
calep61
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 »

Luqa-bis ha scritto:Che è un po' quello che avevo scritto io a proposito del caso Bacchetti nella sezione "Eccellenza" del forum.

Calep61.

Io penso che la situazione è fluida ma precaria:

alcuni club hanno la possibilità di crescere 8alcuni sono già grandicelli) ma una buona fetta di società è nei fattio a emt àguado tra l'essere una società sul modello profesisonale che si vorrebbe e il modello pane e frittata che alcuni mano.
Sanciamo queste differenze e gestiamole:

1) vuoi fare il club professionale? bene titratto come meriti a partire dai doveri sportivi ed economici (fidejussioni, pagamenti ecc) senza scappatoie anche se hai quasi 90 anni di storia.
E tu avrai lo spazio per provare ad essere una Leicester o una Biarritz italiana.

2) vuoi fare il pane rugby e frittata? OK ti trovo il tuo spazio ma che sia rugby e frittata, non che "paghi la ditta di catering per avere asado & kumara".

3) vuoi fare un club di livello medio , attivo nelle giovanili, ma con pochi soldi e che però vuol provare a crescere sin che può?
Bene, tu intanto rispetta gli obiettivi formativi.
Potrai arrivare sino a un certo livello.

Dopo di che, faccio un esame: quante società di tipo 1 ho? Quante partite x giocatore U21 vedo ogni anno?
Se le prime non sono almeno 20, agisco con i comitati per formare delle Selezioni territoriali (affrancate dalla retrocessione) in numero adeguato a coprire tuttpo il territorio e a formare con le società di tipo 1 almeno due gironi (Eccellenza e Prima Divisione). Alle squadre di tipo 3 lascio un campionato Promozione che permette ogni anno d iarrivare ai play-off alel prime e ogni quadriennio con tabella complessiva di passare al gruppo Eccellenza + Prima Divisione.
Alle squadre di tipo 3 meno forti e a quelle di tipo 2 lascio poi la Prima categoria e la Seconda categoria

Le Selezioni territoriali le tratto sul modello proposto nell'articolo citato dal blog di Duccio: convocati dalle società di tipo 3 (ovvero come quelle attuali di livello quasi profesisonale) più qualche evntuale atleta di interesse nazionale a contratto federale.

Certo, se poi le scoetà di un distretto si federano in un Consorzio per schierare una "selzione di Eccellenza" sono ben contento di rimuovere l'opzione comitale, non per niente vedo/vedevo con interesse il progetto T.R.E.
DECISAMENTE INTERESSANTE
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
Plinio il Vecchio
Non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
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rugbying
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da rugbying »

Partendo dalla giusta premessa che le franchigie di cui si parla qui sono quelle precisate da Calep61 (restante parte medio-piccola del movimento):

dice Luqa bis:
Siccome l'ISTAT ci dice che i pischelli di una classe di età sono più o meno l'1% della popolazione;
siccome il CONI ci dice che la pratica sportiva continuativa tra i giovani maschi sotto i 19anni oscilla tra il 60% delle medie inferiori e il 40% degli ultimi anni di licei , tecnici e professionali, e di 10-15 inferiore nelle femmine

questo significa che la leva su cui si può contare per ogni anno è circa il 4-6 x1000 della popolazione maschile (e il 3-4x1000 di quella femminile).

Siccome poi il CONI ci dice anche il rugby occupa un po' meno del 2% dei tesserati CONI ,diciamo che
al momento per reclutare una decina di pischelli pari età per una Under "biennale" (pari o dispari che sia) si dovrebbe mediamente lavorare su un bacino di 200000 persone.
Contando che in alcune realtà il rugby è assente (e anche questo è un problema da affrontare), in realtà dove il rugby è sentito si riesce a fare una società "come si deve" anche lavorando su un bacino 4-5 volte più piccolo, diciamo in media sui 40-50mila abitanti (ma lavorando sodo eh).
Sotto quella soglia la soceità ha difficilmente "aria e acqua" per svilupparsi.
Questa è la fotografia dell’esistente. Il punto è proprio questo: dobbiamo rassegnarci a prendere questi numeri come dati immutabili o sperare di poterli cambiare? Nel primo caso ben vengano tutti i discorsi su franchigie, super Club, allenatori iper-preparati e tutto quello che può servire a cavare sangue dalle rape; se invece crediamo (così è per me ovviamente) che dopo il 6 Nazioni l’Italia possa crescere e di parecchio (questi ultimi 10 anni ci dicono chiaramente questo) allora dobbiamo provare ad aumentare quel 2% attuale e fare in modo che per avere un club dai pulcini alla prima squadra basti un bacino d’utenza sempre più piccolo. Ma perché se in una città medio piccola di 50.000 abitanti ci sono (ed è un dato reale) 10 società di calcio, non ce ne possono essere, intanto, 2 o 3 di rugby (che significherebbe moltiplicare di parecchio i nostri numeri attuali)?

Sempre Luqa bis:
Altro problema è che non basta avere 1000 ragazzini piuttosto che 100 a giocare rugby, se quel rugby che gli si insegna non è rugby di qualità: tecnica, disciplina, saper giocare come squadra, e anche avere una buona atleticità di base.
L'esempio pratico : la Lombardia ha più tesserati praticanti del Veneto, però non riesce ad esprimere a livello giovanile la stessa potenza che il movimento veneto esprime. Forse è un problema di organizzazione e di qualità didattica nel rugby.
Non entro nel merito delle differenze Lombardia/Veneto non conoscendo i dati (allenatori lombardi scarsi?), ma gli allenatori bravi (ammesso che sia questa la causa del gap), anche loro (come tutto il resto, giocatori, arbitri, dirigenti) non nascono sotto un cavolo ma sono i frutti di realtà rugbistiche (ex giocatori, etc.): se non aumenti il numero di queste realtà (cioè i club), in modo da coprire quanto più territorio possibile, non nascono neanche gli allenatori bravi.
Questa storia poi dei giocatori che escono dalle giovanili e non trovano spazio nelle prime squadre non so quanto sia vera: le società se hanno un talento (o un talentino) tendono a tenerselo stretto e se qualcuno prova a portarglielo via strillano come bestie, soldi o non soldi. Se poi comunque un club ha giocatori di seconda fascia in esubero non all’altezza della sua prima squadra bene, andranno a giocare nella società vicina (come avviene nel calcio) o nella società satellite creata dallo stesso club o nella squadra cadetta. Tutto serve ad incrementare il movimento e a moltiplicare il numero di squadre seniores: solo da questo incremento, a mio parere, nasce l’interesse a costruire nuove strutture, nuovi impianti, nuovi vivai e quindi allargare la base.

In rozza sintesi: le “franchigie”, nel senso “minimale” sopra detto, servono in periodi di crisi statica dove all’orizzonte non c’è barlume di sviluppo (com’era il rugby italiano senza il 6N) e la scommessa è quella di gestire meglio possibile un esistente che non sembra ampliabile almeno nel breve-medio termine; in momenti di crescita e di prospettive molto più rosee (com’è adesso per noi grazie al 6N) la tendenza dev’essere opposta: aumentare le società per coprire un territorio (l’Italia) pressoché ancora inesplorato, stimolare la competizione e non accorpare (se non nei primissimi anni giusto per cominciare) “contro natura” (chi dice che il più delle volte questi tentativi annegano nei litigi tra chi vuol gestire i soldi degli altri non sbaglia di molto) mezze realtà che, anziché evolvere, potrebbero scomparire anch’esse. A parte le difficoltà logistiche che una franchigia deve necessariamente avere nell’accorpare realtà distanti decine di chilometri: l’opposto dell’offerta appetibile che dovremmo dare a chi vorrebbe avvicinarsi al rugby.
Lo sviluppo dei club in un senso (professionalità seria) o nell’altro (pane e frittata) o nell’altro ancora (club poco seri destinati a scomparire presto), la farà la selezione naturale: una FIR interventista in tutto che guidi l’evoluzione dove vuole lei (e in breve tempo) la vedo difficile.
Luqa-bis
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Luqa-bis »

Forse il mio intervento nella parte statistica non era chiaro, vedo di migliorarlo (forse :D ).

1. Per formare una U16 servono almeno 20-25 giocatori- Diciamo un 10-12 per classe di età.

2. Ogni classe di età giovanile occupa M+F al momento, circa il 10x1000 della popolazione di un territorio (valore medio- dati ISTAT)

2bis si può sperare di fare più figli, ma si potrà arrivare forse a 15x1000 ( + 50% natalità, tanta roba eh)

3 Tra i giovani maschi il tasso dei praticanti sportivi continuativi varia tra il 60% circa degli U13 al 35% circa degli U19

3bis , si può prendere l'obiettivo di arrivare ad una gamma 80-50 (anche qui tanta roba + 50% di pratica sportiva nelle V liceo)

4. il rugby ha il 2% degli atleti tesserati dell massa CONI. Anche qui possiamo migliorare, ma quanto? facciamo il 4-5% (raddoppio penetrazione, anche questo tanta roba)

Ricapitolando i vari coefficienti e riparametrizzandoli avremmo:

almeno 20 atleti per una U16
che siano il 5% della popolazione sportiva 15-16enne del distretto ---> almeno 400 giovani maschi 15-16enni praticanti sport in maniera continuativa
che siano l'80% del totale delle classi ---> almeno 500 maschi 15-16enni nel distretto
che sarebbero il 50% (in realtà attorno al 54%) del 3x1000 della popolazione complessiva ---> circa 30000 abitanti.

Si potrebbe lavorare in un distretto di 30000 abitanti per fare una squadra U16 "vera" di 20 atleti (20 eh, non 30 !!!).
Questo ipotizzando di avere:

nascite +50%
pratica sportiva giovanile 15-16 enni +40/50%
penetrazione del rugby come sport + 150%

Come dati di riprova significherebbe proporzionalmente (stime mie)

pratica sportiva totale attuale 30% --- > 40-45% (continuativa)
tesserati CONI ---> attuale 4 mil (+7 enti promozione) , attesa almeno 6/7 mil (+10 enti promozione)

tesserati FIR :
a livello giovanile il passaggio tra i coefficienti attuali a quelli sperati per la classe dei 16enni sarebbe da
ora 0,02x0,5x0,5x0,01= 5*10 exp -5 ovvero 5 su 100000 - infatti erano 10 atleti per 200mila abitanti come valore base (non 40mila)a futuro auspicato 0,05x0,8x0,5x0,015 = 3*10 exp -4 ovvero 3 su 10000 - cioè 10 atleti ogni 30000 circa .

Siccome ad una tale esplosione di pratica giovanile in età liceale dovrebbe accompagnarsi analogo boom in tutta la fascia "scuole medie" e in quella seniores più o meno dello stesso tenore, questo significa che il numero di tesserati attesi della FIR dovrebbe attestarsi su un +600%

Ovvero sui 400-450mila atleti tesserati.

Pallacanestro e pallavolo viaggiano ad oggi sui 300mila.
Quei 400mila ci sembrano un obiettivo sensato, facile, semplicemente con il traino del 6nazioni?
A me no.
Sarei contento di avere il 3% di un CONI con 5 milioni di tesserati ovvero 150mila tesserati (seniores + "teeen" + "pre teen").

Il rapporto attuale tra tesserati FIR e tesserati FIGC è quasi 20:1.
Possiamo pensare ad un 10.1, 8:1. Un 4: 1 è non pronosticabile.

Se in quella cittdina di 50mila abitanti ci sono 10 squadre di calcio, posso pensare ad averne adesso 1 buona di rugby.
Domani , forse, 1 buona e 2 "rugby, pane e frittata".

Il guaio è se me ne trovo adesso 2-3 "pane e frittata" che litigano per mezzo rugby a testa.
Luqa-bis
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Luqa-bis »

Proseguo nel delirio...

questione allenatori.

Dissento dalla teoria di rugbying e la riprova ne ho con quello che forma l'università italiana melmio settore di studi: il numero di ingegneri partoriti dalle facoltà è aumentato, ma non è corrisposto a questo aumento un aumentodella qualità degli stessi.
Anzi spesso ci si lmante del contrario.

Quindi , aumento di quantità fattore utile , necessario ma non sufficente


Questione atleti giovani.
nelle squadre di Eccellenza di rango, ovvero le prime 6 (inutile essere ipocriti) la presenza di atleti U21 è molto ridotta, in confronto con le esperienze inglesi o celtiche.
In NZL pare quasi che il rugby sia uno sport quasi U25, secondo me un eccesso opposto.

ma da noi è cosa vera che i giovani hanno meno spazio.


questione atleti giovani e squadre minori.

Facciamo a capirci: da una Juniores ogni anno escono in media il 50% degli atleti.
se una squadra ha la sua buona Juniores , in Seniores arrivano quindi sui 10 giocatori (al Petrarca anche ben di più credo)
Certo, la metà smette subito o quasi, un altro 25 % smette dopo i 25 anni, ma questo significa che nell'arco di una carriera di atleta, facciamo 18-32 (i "vecchi" li escludo , vai), la società avrebbe un patrimonio di , facciamo mmm, 55-60 atleti.

Non c'è posto per tutti. O si fanno le seconde squadre o si va a giocare in una rugby pane e frittata o poco più.
calep61
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da calep61 »

Luqa-bis ha scritto:Forse il mio intervento nella parte statistica non era chiaro, vedo di migliorarlo (forse :D ).

1. Per formare una U16 servono almeno 20-25 giocatori- Diciamo un 10-12 per classe di età.

2. Ogni classe di età giovanile occupa M+F al momento, circa il 10x1000 della popolazione di un territorio (valore medio- dati ISTAT)

2bis si può sperare di fare più figli, ma si potrà arrivare forse a 15x1000 ( + 50% natalità, tanta roba eh)

3 Tra i giovani maschi il tasso dei praticanti sportivi continuativi varia tra il 60% circa degli U13 al 35% circa degli U19

3bis , si può prendere l'obiettivo di arrivare ad una gamma 80-50 (anche qui tanta roba + 50% di pratica sportiva nelle V liceo)

4. il rugby ha il 2% degli atleti tesserati dell massa CONI. Anche qui possiamo migliorare, ma quanto? facciamo il 4-5% (raddoppio penetrazione, anche questo tanta roba)

Ricapitolando i vari coefficienti e riparametrizzandoli avremmo:

almeno 20 atleti per una U16
che siano il 5% della popolazione sportiva 15-16enne del distretto ---> almeno 400 giovani maschi 15-16enni praticanti sport in maniera continuativa
che siano l'80% del totale delle classi ---> almeno 500 maschi 15-16enni nel distretto
che sarebbero il 50% (in realtà attorno al 54%) del 3x1000 della popolazione complessiva ---> circa 30000 abitanti.

Si potrebbe lavorare in un distretto di 30000 abitanti per fare una squadra U16 "vera" di 20 atleti (20 eh, non 30 !!!).
Questo ipotizzando di avere:

nascite +50%
pratica sportiva giovanile 15-16 enni +40/50%
penetrazione del rugby come sport + 150%

Come dati di riprova significherebbe proporzionalmente (stime mie)

pratica sportiva totale attuale 30% --- > 40-45% (continuativa)
tesserati CONI ---> attuale 4 mil (+7 enti promozione) , attesa almeno 6/7 mil (+10 enti promozione)

tesserati FIR :
a livello giovanile il passaggio tra i coefficienti attuali a quelli sperati per la classe dei 16enni sarebbe da
ora 0,02x0,5x0,5x0,01= 5*10 exp -5 ovvero 5 su 100000 - infatti erano 10 atleti per 200mila abitanti come valore base (non 40mila)a futuro auspicato 0,05x0,8x0,5x0,015 = 3*10 exp -4 ovvero 3 su 10000 - cioè 10 atleti ogni 30000 circa .

Siccome ad una tale esplosione di pratica giovanile in età liceale dovrebbe accompagnarsi analogo boom in tutta la fascia "scuole medie" e in quella seniores più o meno dello stesso tenore, questo significa che il numero di tesserati attesi della FIR dovrebbe attestarsi su un +600%

Ovvero sui 400-450mila atleti tesserati.

Pallacanestro e pallavolo viaggiano ad oggi sui 300mila.
Quei 400mila ci sembrano un obiettivo sensato, facile, semplicemente con il traino del 6nazioni?
A me no.
Sarei contento di avere il 3% di un CONI con 5 milioni di tesserati ovvero 150mila tesserati (seniores + "teeen" + "pre teen").

Il rapporto attuale tra tesserati FIR e tesserati FIGC è quasi 20:1.
Possiamo pensare ad un 10.1, 8:1. Un 4: 1 è non pronosticabile.

Se in quella cittdina di 50mila abitanti ci sono 10 squadre di calcio, posso pensare ad averne adesso 1 buona di rugby.
Domani , forse, 1 buona e 2 "rugby, pane e frittata".

Il guaio è se me ne trovo adesso 2-3 "pane e frittata" che litigano per mezzo rugby a testa.
obiettivamente il tuo intervento è molto tecnico e non facilmente digeribile; non entro nel merito dei dati che considero esatti, ma l'analisi è indiscutibile nelle sue conclusioni ed è quello che si dovrebbe fare per considerare il contesto in cui si opera o si vuole operare per decidere il da farsi e sopprattutto prima di fare facili e sterili proclami tesi alla semplificazione massiva. Il punto è, secondo me, che buona parte del tuo intervento con tutti quei numerini, nella migliore delle ipotesi è stata letta, ma non capita e nella peggiore delle ipotesi saltata piè pari da chi, comunque, insiste sulle proprie tesi convinto che basti crederci e questo è, purtroppo, parte del rugby pane e salame che caraterizza ancora molto il rugby italiano e, addirittura, nutre molti suoi fans come modello ispirativo..
È proprio vero che la maggior parte dei mali che capitano all'uomo sono cagionati dall'uomo.
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da tanaumaga62 »

Quei 400mila ci sembrano un obiettivo sensato, facile, semplicemente con il traino del 6nazioni?
A me no.
Sarei contento di avere il 3% di un CONI con 5 milioni di tesserati ovvero 150mila tesserati (seniores + "teeen" + "pre teen")./QUOTE

Per formare una U16 servono almeno 20-25 giocatori- Diciamo un 10-12 per classe di età/quote Luqua-bis

Nel "delirio"di cifre peraltro interessante e corretto di Luqua-bis ci aggiungo un pò del mio delirio.
I tesserati praticanti nati nel 1996 - ultimo anno di U16 di qs stagione - nel veneto sono (da mie stime) 500-600. erano 800-900 in u13 (vedi relazione del presidente del Civ di qualche anno fa che si puo scaricare dal web) con un abbattimento del 30% (prudenziale ma secondo me realistico) arriviamo ai 500-600 attuali.
In tutta italia quanti sono? mettiamo il doppio o tre volte tanto il veneto (se qualcuno ha dati più precisi ce li potesse indicare grazie)? diciamo 1500 - 2000?
bene: 100 vengono selezionati (da bolzano a Catania) e gli altri come sono? tutti scarsi? sotto parametrizzati?
sono numeri piccoli? Grandi?
cosa voglio dire? per me il discorso delle franchige trova il tempo che trova se non conosciamo i numeri che alimentano la base.
Le franchigie imposte x decreto sul trerritorio (che sia provinciale, interregionale, regionale) si scontrano con la difficoltà oggettiva poi di farle funzionare: chi allena chi? dove? con che cadenza settimanale, mensile? chi li porta i ragazzi agli allenamenti/partite? perchè di ragazzi parliamo e non di quelli selezionati ma degli "scarti" dalle selezioni. Come gestiamo i rapprorti con i Club di provenienza? li impoveriamo ulteriormente?
Bisognerebbe stare con i piedi per terra e aiutare i club ad aumentare sia la qualità che la quantità degli atleti. Quando anche i campionati U16 interrregionali o zonali (ql per intendersi non elite) saranno di buona qualità (e prima dobbiamo passare per avere una buona elite di qualità - ma qui si aprono altri discorsi sulle regole federali che normano l'elite) allora potremo ragionare di franchigie zonali extra federali.
Per cui per me no la franchigia non è una pozione magica: non esistono sconti o scorciatoie, ma bisogna lavorare duro sul territorio per il reclutamento e la qualità dei giocatori.
rugbying
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Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da rugbying »

Intanto capiamoci sul rugby pane e frittata: che vogliamo intendere? Se è un’offesa per il rugby amatoriale “che caratterizza ancora molto il rugby italiano” ci penserei non una ma 1000 volte a sputarci sopra, visto che il rugby nostrano (al netto di stranieri, oriundi e equiparati) è poca roba, anzi pochissima ma quel poco è stato fatto e costruito dai frittatari o dai salamari che forse meritano rispetto. E poi quale sarebbe invece la parte sana alternativa, quella dei buongustai che schifano la frittata e vorrebbero fare le cose moderne e professionali, quali sono gli esempi virtuosi?
Se invece intendiamo le società che fanno le cose coi piedi, inconcludenti o contastorie ne abbiamo esempi tra quelle parrocchiali ma, me lo concederete, anche tra quelle esperienze recenti tutto gourmet brioches e prosciutto dolce tanto inclini al fusionismo e “franchigismo” .
Rapidamente:
Il guaio è se me ne trovo adesso 2-3 "pane e frittata" che litigano per mezzo rugby a testa.
Bisogna fare in modo che le 2-3 pane e frittata adesso (nel senso di realtà amatoriali ancora troppo poco strutturate) diventino società migliori tra qualche tempo: non credo che la via sia quella della fusione, a meno che non insistano tutte su un bacino obiettivamente troppo piccolo.
Ma se ci arrendiamo all’idea che per avere una Under 16 (cioè 20 giocatori) ci voglia lo stesso numero di abitanti di adesso allora questo sì che è fermarsi all’esistente e non guardare avanti.
Non ho numeri da contrapporre alla tua bella analisi tecnica (complimenti) ma molto semplicemente penso che ora sia il momento di aumentare (di quanto non lo so quantificare, ma perché mettere limiti?) il rapporto tra squadre (o club) e numero di abitanti. E per me il fusionismo, ovvero la cancellazione di squadre dal territorio a vantaggio di una macrorealtà (…) è l’opposto di quello che serve.
Negli ultimi anni abbiamo visto nascere società anche ben strutturate in paesini di poche migliaia di abitanti e hanno fatto tutto da sole senza fondersi con altre a 40 Km di distanza, se non avevano il campo se lo sono procurato, giocatori e allenatori idem. All’inizio si soffre ma poi se ci credi ti riesce; la franchigia come obiettivo non funziona anche perché non ti stimola a radicarti sul tuo territorio; se non hai l’obiettivo di farti il tuo campo e la tua squadra, e gli stimoli ad affrontare i relativi problemi, avrai sempre gli stessi numeri rimescolati e rietichettati ma (nella migliore delle ipotesi) sempre quelli.

questione allenatori.

Da luqa bis:
Dissento dalla teoria di rugbying e la riprova ne ho con quello che forma l'università italiana melmio settore di studi: il numero di ingegneri partoriti dalle facoltà è aumentato, ma non è corrisposto a questo aumento un aumentodella qualità degli stessi.
Anzi spesso ci si lmante del contrario.

Quindi , aumento di quantità fattore utile , necessario ma non sufficente

Non sarà sufficiente ma, come dici tu, è necessario: se non hai la materia prima su cui lavorare, o ti devi accontentare dello zuccone che hai per le mani, hai voglia ad istruirlo, “stagearlo”, iperdiplomarlo… E pescarne uno buono è più facile nel lago grande che in quello piccolo.

Da luqa bis:
Non c'è posto per tutti. O si fanno le seconde squadre o si va a giocare in una rugby pane e frittata o poco più.

E va bene: quella della seconda squadra è una delle opzioni che avevo dato anch’io, ma qual è il problema a “parcheggiare” un giocatore su una società satellite o su un’altra vicina? Abbiamo dato come premessa che si tratta di giocatore di seconda fascia (non tra i migliori), quindi una società di eccellenza perché non dovrebbe farlo giocare in una “pane e frittata” (ancora…) di A2 o di B? O una di B in C? Si darebbe dinamismo a tutto il movimento delle squadre seniores e tutto diventerebbe più stimolante più interessante, oltre al fatto che non necessariamente (anzi..) la tua seconda squadra sia meno pane e frittata della prima squadra del vicino.
Scusate la prolissità.
mariemonti
Messaggi: 3339
Iscritto il: 17 nov 2011, 19:14

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da mariemonti »

Questo topic è il regno della sintesi!
tanaumaga62
Messaggi: 37
Iscritto il: 12 apr 2011, 22:39

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da tanaumaga62 »

Xké non è chiaro? :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Luqa-bis
Messaggi: 8399
Iscritto il: 18 mag 2011, 10:17

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Luqa-bis »

Mi pare di capire che preferireste i monologhi alla Calep o alla Lacoste, nevvero? <sogghigno>
Namor
Messaggi: 375
Iscritto il: 5 dic 2008, 12:19

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da Namor »

Chiedo scusa ma non sono riuscito a leggere tutto il topic! quindi cercherò di rispondere in maniera sintetica alla domanda del primo post. Se dobbiamo fare le franchigie, facciamo le franchigie. Allora per esempio si partiva da Viadana e Treviso,si facevano 2 franchigie (con nomi,maglie,colori sociali ex novo) che collaboravano anche con gli altri club veneti e lombardi, mettendo i soldi FIR per pagare stipendi,trasferte e tutto e con i doppi tesseramenti eccellenza/pro12 in modo da scontentare nessuno.
Altrimenti la cosa più sensata era mandare semplicemente 2 club in pro12, Viadana e Treviso, con i contributi FIR (ed ovviamente regole meno pazzoidi che cambiano ogni 2x3). Fare una franchigia così su due piedi, che equivale a fare un club così su due piedi come se fosse una selezione ad inviti non può che portarti in nessun posto a meno che non si ha pazienza,tanta, e se le cose sono fatte bene i risultati arrivano, nel tempo.
We will,we will RUCK you!
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andrea12
Messaggi: 1434
Iscritto il: 2 lug 2008, 16:32

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da andrea12 »

Io credo che tutte le forzature, nel giro di poco, non possono stare in piedi.
Se il nostro sistema è in grado di produrre una sola franchigia (che è quella meno franchigia di tutti) allora teniamoci e salvaguardiamo quella. Se effettivamente si potesse avere anche una seconda franchigia, bisognerebbe che il "sistema" fosse in grado di produrre il materiale necessario (mi sembra che molte analisi anche puntuali, prima della mia opinione, sia calzanti che inimpugnabili; per prima quella di Luqa-bis) per farla nascere, supportarla e portarla ai livelli più alti possibile (inteso come espressione di tutto un movimento).
Far nascere franchigie in provetta, non risolve niente, se non un'immagine ormai abbastanza fosca; ma certamente il movimento italiano non ne trarrà alcun giovamento. E allora: perchè non pensare che il sistema si migliora se si migliorano le giovanili? Perchè è un meccanismo lungo, dispersivo e costoso? Si pensa davvero che si possano continuare a risolvere i problemi del nostro sistema-rugby con dondate del genere? Forse è più facile produrre dondate che meccanismi virtuosi ed onesti....la filosofia della prudenza, dello stare ad aspettare non pagherà, così come non pagano le accademie e i progetti altezza.
stilicone
Messaggi: 2786
Iscritto il: 22 nov 2008, 19:40

Re: FRANCHIGIA, POZIONE MAGICA PER LA CRESCITA DEL MOVIMENTO?

Messaggio da stilicone »

Alla fine, è il confronto fra l'economia pianificata e l'economia di mercato.
Il dirigista vuole avere tutto sotto controllo, è convinto di avere solo lui la capacità di dare gli input giusti per governare il gregge.
Così vuole avere potere di controllo sui cento migliori giocatori (migliori secondo lui), altrimenti "la nazionale va male" (e quindi? una Federazione non dovrebbe anche occuparsi delle migliaia di persone che quello sport vorrebbero praticarlo, senza alcuna possibilità di andare in Nazionale?).
Forse sono in buona fede, forse no, vogliono solo mantenere un loro potere alzando tutti gli steccati; e se fuori dalla loro fortezza delle Accademie, tutto il resto del movimento va a ramengo, tanto peggio.

Certo, se c'è qualcuno in buona fede, gli esiti dell'U20 devono indurre qualche riflessione. Magari si possono aspettare ancora un anno o due, per vedere se i ragazzi che sono partiti dalle 3 Accademie dei sedicenni vanno meglio, ma poi bisognerà evidentemente pensare ad altro.
Questo per l'elite. Ma peraltro, il numero dei praticanti cresce o non cresce?
MEMENTO MAROCCO.
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