La vera ragione perche L'Italia perde!

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

Moderatore: Emy77

Mr Ian
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da Mr Ian »

La situazione ormai è scoppiata, da una federazione incapace, passando per un allenatore che non era stato scelto da nessuno, ad uno spogliatoio in crisi. Spiegalo ai ragazzi perché gente come Simone o George siano stati fatti fuori e perché. Lo spogliatoio in primis è un posto di uomini, il loro rapporto non penso sia solo di natura professionale, bensì molto più profondo.
supermax
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da supermax »

Se perdiamo cosi solo perche' mancano biagi e favaro allora non andremmo da nessuna parte nemmeno con loro. L'allenatore l'ha scelto la Fir non nessuno e comunque non e' un signor nessuno ma un tecnico stimatissimo. La federazione......la colpa e' di tutto l'ambiente, societa' comprese, da cui vengono tutti gli uomini fir
atuttorugby
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da atuttorugby »

La difesa e' uno dei problemi principali per una squadra che non ha il potenziale di segnare sui 30 punti a partita.
Veloce calcolo, da Giugno 2013 inizio dello sprofondo (e guarda caso quando Brunel ha incominciato per sua stessa ammissione a cambaire le cose in difesa) in 23 partite son stati subiti 702 punti segnandone 329. Veloci media, 14.3media unti segnati contro i 30.5 subiti.
Al di la' delle media il punto e' che l'Italia e' una squara che ha una 20na di punti a partita in canna, in queste 23 partite solo in 4 casi ha segnato 21 o piu' punti vincendo le sue 3 partite in questi casi ma in due di questi 3 casi ha tenuto l'avversario sotto i 20 punti...solo le Fiji degli svariati cartellini gialli sorpasso i 20 punti ma perse con l'Italia.
Giusto per completezza anche nelle vittorie del sei Nazioni 2013 Francia e Irlanda rimasero sotto i 20 putni con l'Italia che li passo' di poco (23 e 22 rispettivamente)

Questa squadra per poter ambire a giocarsela contro chi le sta davanti deve prima di tutto difendere bene, tenere l'avversario ad un punteggio basso, frustrarne l'iniziativa e poi sfruttare ogni possibilita' a disposizione, il potenziale offensivo azzurro non le consente di puntare a giocare a partite col pallottoliere soprattutto quando affronta le prime 10 al mondo.

La difesa da giugno 2013 e' diventato un colapasta, il amteriale umoano non sara' eccelso ma in questi 2 anni tra infortuni e scelte del CT son stati ruotati e testati diversi giocatori e bene o male la difesa ha poche volte funzionato ed in maniera alquanto estemporanea. Non so che fine abbiano fatto i "triangoli dinamici di reattività" di cui Brunel parlava prima del Sei Nazioni ma direi che non hanno funzionato un granche' ad oggi cosi' come ogni variazione tattica sul tema provata da Giugno 2013 in poi, e non e' questione di singoli e basta e questione anche di sistema difensivo.
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JosephK.
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da JosephK. »

Perdonate l'ignoranza, ma esattamente Brunel come avrebbe cambiato la difesa? Io comunque ricordo che anche con il guru Muneimne non è che proprio non prendessimo mete eh.
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).

Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.

Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).

Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
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giuseppone64
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da giuseppone64 »

oldprussians ha scritto:Ok e tutto nel titolo!

La risposta facile sarebbe perché siamo scarsi... Perché L'eccellenza fa pena... Perché il pro 12 non ci ha aiutati.. Perché ci stanno troppe accademie... Perché non ci abbastanza accademie....Perché l'arbitri ci trattano male.

Ma se fossimo cosi scarsi, se fondamentalmente non fossimo al altezza, non non ci sarebbero le vittorie che ci siamo stati.
I giocatori Italiani non sarebbero ingaggiati dai club esteri grandi.

Per esempio Bisegni non sarebbe stato capace di fare quella corsa contro l'Inghilterra per la meta di Morisi.

Quelle volte quando per un Sofio non abbiamo battuto l'Inghilterra, o anche l'Australia.

I numero dei giocatori In Italia, sono molot meno del Inghilterra ma non molto meno del Galles or l'Irlanda

Pero allora perché perdiamo cosi male a volte? OK

Spoiler Alert!!!!

Guardiamo lo staff del Inghilterra e del del Galles!

England:

Head Coach: Stuart Lancaster
Forwards Coach: Graham Rowntree
Backs and kicking Coach: Mike Catt
Defence and Skills Coach: Andy Farrell

Wales

Head Coach: Warren gatland
Forwards Caoch: Robin McBryde
Backs Coach: Rob Howley
Defence and Skills Coach: Shuan Edwards

Italia

Head Coach; Jaques Brunel
Forwards Coach: Gianpiero de Carli
Backs Coach; Berdot?

Gia vedete qualcosa?

In cabina quando gioca l'Inghilterra si vedono tutti li... con Mike Catt che e il Kicking Coach che porta la piazzola..

In quella Gallese quando il Galles perde una meta, quello che si incavola nero e Edwards, perché e il suo dipartimento che ha sbaglito.

Nella cabina Italiana ce Brunel, Troiani il Team Manager, ( che non so a che cosa serve in pubblico), e Andrea Cimbrico, ufficio stampa! MA CHE CAVOLO CENTRA CON LA DIREZIONE TECNICA DELLA SQUADRA???????

Non perdiamo perché siamo incapaci ma perché la struttura e antiquata. Sir Clive Woodward ha cambiato tutto nel 2003 e noi stiamo ancora usando strutture dei anni 90!!!

E il costo di cosa fanno l'Inghilterra, il Galles, l'Irlanda, non e economicamente fouri portata per la FIR i soldi ci sono.

Solo che come si dice in Inglese: l'Italiani non posso organizzare un ubriacata in un fabbrica di birra!
oldie sei commovente per l'attaccamento...
Scusa tesoro se sono stato un po' brusco stamani. Papà non sei stato un po' brusco, sei stato un barbaro...
mio figlio 17 anni
Amore sbrigati che facciamo tardi a scuola! Mi sbrigo solo se mi ripeti che sono la più bella del mondo.
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MA CHE ORA E'?
mia moglie
Molti amici molto onore
Io
Daddy
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da Daddy »

Però ha ragione! ..copiamo male, non abbiamo il coraggio (perchè di coraggio si tratta) di cacciare nessuno, soprattutto se ha fatto male, le persone ruotano ma non cambiano perchè probabilmente dietro c'è il vuoto o l'imitatore che è anche peggio del primo. Speriamo sia un trucco sbagliare tanto, come scherzando dicono in molti, vedremo il mondiale, tiferemo per gli azzurri e (incrociando le dita) godremo della vittoria sul Canada e sulla Georgia... così tutti avranno salvato la loro poltrona! :roll: :roll:

..sul discorso della base, perchè non esiste un campionato under 20 (e non solo delle accademie) o almeno under 23 nazionale? Potenziali atleti vanno a morire nelle serie B e C, in A farebbero solo panchina e non c'è un vero stimolo per chi si sente arrivato... io un mediano di mischia, apertura, 3/4 in generale dopo un 6N under 20 (anche gli uomini di mischia ma nei vari ruoli devono maturare fisicamente) lo voglio veder titolare in eccellenza o nelle franchige del pro12, tanto ultimi e penultimi ci si arriva lo stesso in questa realtà! :oops:
Daddy
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da Daddy »

Stavo pensando alla Georgia e Giappone ed ho sbagliato a scrivere, Cicca non posso correggere il messaggio! ..parlavo della Romania :wink:
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cicala
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da cicala »

dal Corriere della sera:

1 settembre 2015 di Roberto Iasoni

” Gli indignados del rugby italiano

Viene voglia di parafrasare Ennio Flaiano, che definiva la situazione politica italiana del suo tempo “grave, ma non seria”. Già: la situazione del rugby italiano è grave, ma non è seria. In fondo, per superare questo passaggio – direbbe qualcuno – agghiaggiande basterebbe mettere in campo le imponenti risorse del rugby parlato (di cui, è chiaro, anche questo blog fa parte). Che aspettiamo a chiamare gli indignados del commento postpartita e ad affidare loro la Nazionale? Una ripassata come si deve ai fondamentali e in un paio di settimane non vedremo più palle perse nell’uno-contro-uno, presunti ball currier che rimbalzano sul muro della difesa avversaria, linee del vantaggio inesplorate più della foresta Amazzonica, calci benedetti dal dio della casualità eccetera. Che aspettiamo a seguire i saggi consigli? Vediamo: con i neozelandesi abbiamo dato; con i francesi pure, e in abbondanza; con i sudafricani anche… L’uomo della provvidenza, archiviato il dossier Brunel, potrebbe finalmente arrivare dalla Kamchatka? Dopo una tale ristrutturazione, non c’è dubbio, la nazionale-bagnarola si trasformerebbe, abracadabra, in una corazzata imbattibile.

O no?

Più che marciare verso Londra, il rugby italiano sembra franare su se stesso. Il rugby italiano, non la Nazionale. Perché è vero che i recenti test sono mortificanti, ma forse conviene spostare lo sguardo dal dito alla luna. Il nostro rugby ci sta dicendo qualcosa: vogliamo ascoltare?

Brunel e i giocatori avranno le loro colpe, ma è il modello organizzativo che non funziona. Il nostro sistema è tagliato fuori dalla competizione globale perché è configurato sulla fatalità, sul piccolo cabotaggio politico, sulle paturnie di uomini degni del Borgorosso Football Club (che Alberto Sordi ci perdoni), anziché su una visione strategica di lungo periodo, appoggiata su una solida e moderna struttura. Anche quando vinceva qualche partita (per merito di eccellenti giocatori), la nostra Nazionale aveva i piedi d’argilla.

Campanilismo e velleitarismo imperano. La prosopopea dilaga a scapito della programmazione. Mentre lastrichiamo di parole sui Valori Del Rugby la via che ci porta nell’inferno del ranking e costruiamo accademie-monadi, gli altri – più pragmatici e più efficienti – sviluppano i loro piani di costruzione (vedi l’Argentina) o di ricostruzione (vedi la Scozia e l’Australia). Anziché mettere noi stessi al servizio di un rigoroso progetto-Nazionale (armati dell’umiltà, dei mezzi, del sapere e della pazienza che occorrono), preferiamo darci ai dibattiti sul nulla: gli italiani sono fatti per giocare a rugby? E’ migliore la scuola francese, quella inglese o quella australe? Qual è il numero ideale di franchigie? Dove si compra il killer instinct?

Dall’alto in basso, è tutto uno scaricabarile. Anziché porre le basi per risolvere alla radice il problema di un calciatore allineato allo standard internazionale, diciamo sopra l’80% di efficacia (gli inglesi ci hanno messo circa tre anni, e non sono partiti da zero, a rimpiazzare Wilkinson), noi pretendiamo che ce lo mandi il cielo, ogni tanto. Anziché formare una nuova leva di avanti degni di Castro e compagni, che negli ultimi anni sono stati in prima linea anche nella difesa dell’onore della maglia azzurra, ci trastulliamo con i pettegolezzi sul tramonto del nostro numero 3 (ovviamente trascurando il dettaglio che se un giocatore non gioca, o gioca poco, com’è toccato per vari motivi a Castro negli ultimi mesi, non può certo ritrovare lo stato di forma in una manciata di minuti). Anziché concepire la qualità come un processo che comincia nel minirugby, facciamo a gara a chi si scandalizza di più se la nostra ala o il nostro centro non tiene in mano una palla neppure col bostik (sarebbe come preoccuparci del futuro dei nostri figli il giorno in cui escono dal liceo, anziché a partire dalla scuola elementare).

Abbiamo cominciato con Flaiano, non si può che finire con Nanni Moretti: continuiamo così, continuiamo a farci del male. A sparare sui giocatori e a sperare in un ct dotato di poteri magici, a trattare la didattica peggio di Cenerentola, a presentare bilanci in rosso, a ignorare i modelli che nel mondo funzionano, ad azzuffarci tra fazioni regionali/provinciali/comunali/rionali/condominiali… A guardare con la lente d’ingrandimento ogni fotogramma dei match, mentre l’onda di piena del rugby contemporaneo ci sta travolgendo.”
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Hap
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Iscritto il: 3 feb 2010, 16:49

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da Hap »

Beh, il signor Iasoni ha scritto quello che scriviamo su questo forum da anni. E' arrivato un po' in ritardo, soprattutto con quel tono polemico di chi ha capito tutto mentre gli altri sono capaci di lamentarsi e basta.
Agli amici che compaiono dagli abissi di internet solo quando l'Italia le prende, gustando il momento con rara intensità: grazie.
Grazie.
Grazie perché mi avete fatto capire il senso di tutti quei video porno in cui i mariti si sollazzano vedendo la moglie soddisfatta da un estraneo.
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jpr williams
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Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da jpr williams »

Bravo Hap :wink:
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
stilicone
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Iscritto il: 22 nov 2008, 19:40

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da stilicone »

E' come Bartali, tutto sbagliato tutto da rifare. Ma una propostina?
(però interessante la difesa di Castro, che gioca male perchè gioca poco. Chi sarebbe questo scrivano?)
MEMENTO MAROCCO.
supermax
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Iscritto il: 8 mar 2003, 0:00
Località: roma

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da supermax »

In realtà Castro ha giocato poco perché giocava male....e questo da almeno 2 anni sia a Leicester sia in terra di Francia. E' inutile nasconderlo.
italicbold
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Iscritto il: 15 dic 2008, 17:10

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da italicbold »

cicala ha scritto:dal Corriere della sera:

1 settembre 2015 di Roberto Iasoni

” Gli indignados del rugby italiano

Viene voglia di parafrasare Ennio Flaiano, che definiva la situazione politica italiana del suo tempo “grave, ma non seria”. Già: la situazione del rugby italiano è grave, ma non è seria. In fondo, per superare questo passaggio – direbbe qualcuno – agghiaggiande basterebbe mettere in campo le imponenti risorse del rugby parlato (di cui, è chiaro, anche questo blog fa parte). Che aspettiamo a chiamare gli indignados del commento postpartita e ad affidare loro la Nazionale? Una ripassata come si deve ai fondamentali e in un paio di settimane non vedremo più palle perse nell’uno-contro-uno, presunti ball currier che rimbalzano sul muro della difesa avversaria, linee del vantaggio inesplorate più della foresta Amazzonica, calci benedetti dal dio della casualità eccetera. Che aspettiamo a seguire i saggi consigli? Vediamo: con i neozelandesi abbiamo dato; con i francesi pure, e in abbondanza; con i sudafricani anche… L’uomo della provvidenza, archiviato il dossier Brunel, potrebbe finalmente arrivare dalla Kamchatka? Dopo una tale ristrutturazione, non c’è dubbio, la nazionale-bagnarola si trasformerebbe, abracadabra, in una corazzata imbattibile.

O no?

Più che marciare verso Londra, il rugby italiano sembra franare su se stesso. Il rugby italiano, non la Nazionale. Perché è vero che i recenti test sono mortificanti, ma forse conviene spostare lo sguardo dal dito alla luna. Il nostro rugby ci sta dicendo qualcosa: vogliamo ascoltare?

Brunel e i giocatori avranno le loro colpe, ma è il modello organizzativo che non funziona. Il nostro sistema è tagliato fuori dalla competizione globale perché è configurato sulla fatalità, sul piccolo cabotaggio politico, sulle paturnie di uomini degni del Borgorosso Football Club (che Alberto Sordi ci perdoni), anziché su una visione strategica di lungo periodo, appoggiata su una solida e moderna struttura. Anche quando vinceva qualche partita (per merito di eccellenti giocatori), la nostra Nazionale aveva i piedi d’argilla.

Campanilismo e velleitarismo imperano. La prosopopea dilaga a scapito della programmazione. Mentre lastrichiamo di parole sui Valori Del Rugby la via che ci porta nell’inferno del ranking e costruiamo accademie-monadi, gli altri – più pragmatici e più efficienti – sviluppano i loro piani di costruzione (vedi l’Argentina) o di ricostruzione (vedi la Scozia e l’Australia). Anziché mettere noi stessi al servizio di un rigoroso progetto-Nazionale (armati dell’umiltà, dei mezzi, del sapere e della pazienza che occorrono), preferiamo darci ai dibattiti sul nulla: gli italiani sono fatti per giocare a rugby? E’ migliore la scuola francese, quella inglese o quella australe? Qual è il numero ideale di franchigie? Dove si compra il killer instinct?

Dall’alto in basso, è tutto uno scaricabarile. Anziché porre le basi per risolvere alla radice il problema di un calciatore allineato allo standard internazionale, diciamo sopra l’80% di efficacia (gli inglesi ci hanno messo circa tre anni, e non sono partiti da zero, a rimpiazzare Wilkinson), noi pretendiamo che ce lo mandi il cielo, ogni tanto. Anziché formare una nuova leva di avanti degni di Castro e compagni, che negli ultimi anni sono stati in prima linea anche nella difesa dell’onore della maglia azzurra, ci trastulliamo con i pettegolezzi sul tramonto del nostro numero 3 (ovviamente trascurando il dettaglio che se un giocatore non gioca, o gioca poco, com’è toccato per vari motivi a Castro negli ultimi mesi, non può certo ritrovare lo stato di forma in una manciata di minuti). Anziché concepire la qualità come un processo che comincia nel minirugby, facciamo a gara a chi si scandalizza di più se la nostra ala o il nostro centro non tiene in mano una palla neppure col bostik (sarebbe come preoccuparci del futuro dei nostri figli il giorno in cui escono dal liceo, anziché a partire dalla scuola elementare).

Abbiamo cominciato con Flaiano, non si può che finire con Nanni Moretti: continuiamo così, continuiamo a farci del male. A sparare sui giocatori e a sperare in un ct dotato di poteri magici, a trattare la didattica peggio di Cenerentola, a presentare bilanci in rosso, a ignorare i modelli che nel mondo funzionano, ad azzuffarci tra fazioni regionali/provinciali/comunali/rionali/condominiali… A guardare con la lente d’ingrandimento ogni fotogramma dei match, mentre l’onda di piena del rugby contemporaneo ci sta travolgendo.”
Articolo di una banalità affliggente.
Il solito articolo italiano del "piove governo ladro".
Si cerca sempre il problema nei massimi sistemi invece di trovare il problema nel particolare.
E' sempre colpa "dol governo", del "palazzo", della "federazione". Che a volte é vero, ma non sempre é vero.
Soprattutto quando prendi 50 punti dalla Scozia, non dalla Nuova Zelanda.
In campo l'Italia non ha mandato gente presa a caso, ma giocatori professionisti, molti dei quali in squadre estere.
Se non c'é una corsa che é una per conquistare la linea del vantaggio la colpa non é del sistema delle federazioni, ma di uno staff tecnico che sembra aver improvvisato la squadra.
Sono 20 anni che vivo in Francia ma questo non m'impedisce di pensare che una mischia che non riesce a fare una "liaison" corretta per quattro volte di fila non é colpa del sistema delle accademie o della celtic cup.

Che per carità, sono problemi che vanno discussi, ma mi dispiace, non giustificano la figuraccia infame di sabato scorso.
mauott
Messaggi: 2323
Iscritto il: 27 ago 2008, 14:31

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da mauott »

supermax ha scritto:In realtà Castro ha giocato poco perché giocava male....e questo da almeno 2 anni sia a Leicester sia in terra di Francia. E' inutile nasconderlo.
E anche quando entrava non è che avesse tutta sta voglia...
Tallonatore80
Messaggi: 5063
Iscritto il: 29 mar 2011, 1:43
Località: Downunder

Re: La vera ragione perche L'Italia perde!

Messaggio da Tallonatore80 »

La vera domanda è, perchè castro al 30% si, e Cittadini al 100% no. Questo non capisco. E qui che mi nascono i dubbi su figli e figliocci e su strane cricche nello spogliatoio. Gioca un garcia inguardabile e Mauro a mezzo servizio, non si vede favaro e resta a casa pratichetti.. Bah
"Il rugby e` l`assoluto ordine nell`apparente disordine."
Sandro Cepparulo
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