Re: Why Italians are still playing rugby??
Inviato: 6 nov 2018, 10:30
Va bene, gli avete dato il suo quarto d'ora di notorietà
Io concordo in pieno con questa tua conclusione, ma da qui in poi si pone una questione grossa che, forse per pudore o per paura della risposta, stiamo evitando di affrontare. Perchè a reagire "di pancia" ci sarebbe quasi da dar ragione al troll anglo-georgio.porteno-paisà e dire "vabbè, lasciamo perdere, tanto chi li ripiglia a quelli" e quindi accettare che non saremo MAI competitivi a quel livello. Anche perchè, giustamente, quando nel centomila raggiungeremo il loro livello odierno quelli saranno su...Plutone.bep68 ha scritto:i giocatori di Cork, un solo club, vennero in tour in Italia in 70 under 13 ( con soli 2 accompagnatori e 4 tecnici..), e Cork è una delle 4 anime di Munster, che è una delle 4 franchigie che formano l'Irlanda: Questa gente, ha su di noi, un vantaggio temporale che varia da un secolo ad un secolo e mezzo, e che mica rimane li a sfogliare quadrifogli, ma continua nel proprio percorso evolutivo. E' come inseguire un treno che passa: punto primo, decidi di voler salire, punto secondo, individui un punto sul quale salire sperando che sia a te favorevole, punto tre, una volta partito cerchi di aggiustare la tua velocità a quel treno..ecco, il punto definitivo è proprio questo: quel treno non si ferma ad aspettarci, noi facciamo progressi tangibili ed evidenti ( l'inserimento dei giocatori della 20 nei campionati di eccellenza e come permit nel torneo celtico e li a dimostrarlo ) , ma quel treno, come è ovvio che sia, continua a correre, non si ferma ad aspettarci, e ci vorrà ancora qualche decennio per colmare il gap, ma non saranno le chiacchere da forum a farlo, ma il lavoro di qualità, fatto da tecnici di qualità, sui campi del minirugby e delle juniores, cosa tutt'altro che scontata.
Il treno sara' anche in corsa ma, a meno di assumere vantaggi nel DNA, i bambini nascono tutti abbastanza uguali e giu' dal treno. Evidentemente loro gli insegnano meglio a prendere il treno. Provare a insegnare le stesse cose?jpr williams ha scritto:Che si fa, quindi, fratelli rugbysti tricolori? Si lascia o si raddoppia?
Ti rendi conto, però, che così sconfiniamo nella differnza antropologica fra noi e loro, per cui loro sono predisposti per cultura e noi no?Brules ha scritto:Io faccio l'accompagnatore del mini e mi sembra che ci sia sempre paura di fargli fare troppo (escludendo alcuni club storicamente forti). Il messaggio che passa e' che "tanto fa' lo stesso", come se la competizione e la voglia di vincere siano il male che porta alla esasperazione.
In Irlanda come fanno? In U12 giocano senza campionato?
E anche qui, caro Luqa, parliamo di antropologia.Luqa-bis ha scritto: Un paio di riflessioni:
sapete tra noi e gli irlandesi quale è la differenza più evidente?
Tra gli irlandesi, secondo i dati dichiarati, il 20% dei giovani adolescenti pratica rugby, da noi l'1% (o poco più).
Concorrenza di altri sport? Sedentarietà? Meglio 'u pilu e la PS?
Sicuramente concorrenza con altri sport (gli irlandesi ci possono battere solo a rugby e calcio gaelico), pero' noi siamo 12 volte di piu', quindi i numeri assoluti non saranno molto diversi. O e' solo un problema di dispersione?Luqa-bis ha scritto: Tra gli irlandesi, secondo i dati dichiarati, il 20% dei giovani adolescenti pratica rugby, da noi l'1% (o poco più).
Concorrenza di altri sport? Sedentarietà? Meglio 'u pilu e la PS?
Ma come sono fatti i bambini che arrivano al minirugby in Eire, o anche in Alba o Cymru, ma pure in NZL o SAF? Cos'hanno di diverso i nostri? Vogliamo scomodare Gianni Brera e le sue teorie sull'inferiorità della razza italica? Io una ripsota non ce l'ho, ma quel che dici è vero. Dunque quale ne è il mtovio? Perchè se lo individuiamo prendiamo anche noi l'Hyperloop.Mr Ian ha scritto:parliamo anche di che treno si prende, molto spesso nel minirugby arrivano bambini dove la prima cosa da insegnare sono gli schemi motori di base, altro che rugby....se da loro passa il treno, da noi si aspetta la littorina diesel che più delle volte salta una corsa.
Anche a me. Ben per questo ho cercato, per restare nella metafora ferroviaria (contento Luqa?Mr Ian ha scritto:Questo è un discorso molto vintage, ma mi è piaciuto tanto il contributo di bep68 alla discussione.
Ecco, qua dissento da te, amico mio: questo sperare che dallo "Stato" arrivi sempre una specie di deus ex machina mi sembra abbia un pò dimostrato la sua inefficacia o, almeno, non risolutività.Mr Ian ha scritto:cmq mai mollare, lavorare lavorare lavorare, nella speranza che un giorno arrivi una FIR dalle spalle larghe e che faccia da mamma un pò a tutti, senza fare figli e figliastri..
Brules ha scritto: Io faccio l'accompagnatore del mini e mi sembra che ci sia sempre paura di fargli fare troppo (escludendo alcuni club storicamente forti). Il messaggio che passa e' che "tanto fa' lo stesso", come se la competizione e la voglia di vincere siano il male che porta alla esasperazione.
In Irlanda come fanno? In U12 giocano senza campionato?
graziebep68 ha scritto:VANZANDT ha scritto:bep68 ha scritto:..ecco, il punto definitivo è proprio questo: quel treno non si ferma ad aspettarci, noi facciamo progressi tangibili ed evidenti ( l'inserimento dei giocatori della 20 nei campionati di eccellenza e come permit nel torneo celtico e li a dimostrarlo ) , ma quel treno, come è ovvio che sia, continua a correre, non si ferma ad aspettarci, e ci vorrà ancora qualche decennio per colmare il gap, ma non saranno le chiacchere da forum a farlo, ma il lavoro di qualità, fatto da tecnici di qualità, sui campi del minirugby e delle juniores, cosa tutt'altro che scontata.
chiedo a te uomo da campo (e non è una provocazione ma la curiosità di sentire il tuo parere): rispetto a questo percorso di formazione (in primis il giocatore si forma tra minirugby fino a 16 anni) di cosa avete bisogno per svolgere questo lavoro al meglio?? rispetto a queste necessità chi vi può aiutare realisticamente?? e che ruolo dovrebbe avere la federazione?? e come o se vi ha supportato fino ad ora?? quali correttivi sono essenziali?? priorità?
Faccio due premesse prima di rispondere:
Non mi interessano le polemiche, nemmeno più quelle che mi riguardano, lascio che parlino i risultati del campo, poichè a 40 anni dal primo tesseramento, ho capito che la consapevolezza è una cosa oggettiva, l'arroganza è patrimonio degli ignavi.
Io non ho la verità assoluta. Per esperienza diretta, l'unico metro per giudicare la bontà vera di un lavoro è vedere le presenze al campo. Se i ragazzi frequentano con assiduità e costanza,il loro numero tende a crescere, arriveranno i risultati; se sono presenti queste condizioni, e non si diventa competitivi, vuol dire che la metodologia e il ritmo dell'allenamento non vanno bene, con probabile empatia latitante nel rapporto coach/atleti.
A mio avviso, pur se migliorabile, l'impostazione tecnici regionali/allenamenti congiunti/centri di formazione/ accademie non è sbagliata.
Organizzerei più allenamenti congiunti, il cui scopo sia anche quello di formare i tecnici di club, vero problema.C'è tanta buona volontà, ma troppa improvvisazione, che diventa poi metodo.
Sicuramente instituirei delle borse di studio per gli studenti che seguono l'indirizzo che un tempo era l'isef ( non so come sia indicato attualmente ) con la clausola " ti pago gli studi, tu ti fai una cultura totale sul rugby , e per totale mi devi saper dire cose tipo " perchè i barbarians hanno calzini ognuno diversi" allo scopo di divulgarle, oltre ovviamente conoscere regolamento e ogni genere di allenamento possibile sia su skill individuali, su abilità di reparto e su abilità di collettivo.In questo modo avremmo delle figure "spendibili" sui campi da rugby, ragazzi di 25/35 anni a coadiuvare i vecchi come il sottoscritto e a formare a loro volta i più giovani.
Ovvio che il problema poi siano le infrastrutture. Ogni club dovrebbe avere due campi, palestra, club house, e pulmino.La Fir dovrebbe avere una funzione di "Mamma", con dei progetti ben definiti, preconfezionati, a step: se raggiungi questi tesserati,e li confermi, ti do questo contributo..
Comunque da subito incentiverei il tutoraggio da parte di tecnici qualificati verso i tecnici di club in formazione.
Vedremo mai tutto cio'?
Io sono ottimista, non mi spiego come mai abbiamo smesso di vivere nelle grotte e ricoprirci di pelli..
Ecco, qua dissento da te, amcio mio: questo sperare che dallo "Stato" arrivi sempre una specie di deus ex machina mi sembra abbia un pò dimostrato la sua inefficacia o, almeno, non risolutività.[/quote][/quote]Mr Ian ha scritto:cmq mai mollare, lavorare lavorare lavorare, nella speranza che un giorno arrivi una FIR dalle spalle larghe e che faccia da mamma un pò a tutti, senza fare figli e figliastri..