Inviato: 12 mar 2008, 20:46
Rieccomi dopo qualche giorno di forzata assenza per una replica che ritengo doverosa.Emy77 ha scritto:pam ha scritto: Cara Emy, siccome mio figlio ha fatto un anno all'estero e poi è rientrato in Italia, non so se lo annoveri tra quelli sui quali spari giudizi senza sapere di cosa parli.
Comunque, nell'articolo di Costantino non mi pare si parlasse di coda tra le gambe, assolutamente, forse di qualche problema personale di Bacchetti, ma nulla più, fatti di cui peraltro si è già paralto anche su questo sito (quindi vatti a leggere le discussioni).
Prima abbi l'umiltà di chiedere, poi avendo l'informazione e avendo capito di cosa Costantino scrive, esprimi pure il Tuo parere.
Comunque grazie a Issor per il sostegno, sempre gradito ed utile, anche se per queste cose non necessario.
Comunque Emy se Ti vuoi informare su mio figlio, come su Tveraga, puoi pure andare a vederTi le formazioni e le partite degli Espoirs dello SF della scorsa annata sportiva. Oppure su Giovanchelli e Derbyshire, stesso sito, ma annata precedente e vedrai se non si sono fatti onore.
P.S. nessuno di questo è comunque parente o amico di familgia di Zanandrea.
Chiedo scusa ai frequentatori del Forum per aver toccato argomenti personali, ma trovo oltremodo meschino chiacchierare e dire stronzate...e fregiarsi dei gradi di moderatore.
Complimenti!
pam
Che non ti sto simpatica l'avevo già appurato in altre occasioni che di certo anche tu ti ricordi bene. Come nelle medesime occasioni ti prego di lasciar perdere sta fregnaccia dei gradi di moderatore: quando scrivo nei forum da utente, quello sono e basta e come tutti gli utenti esprimo le mie opinioni.
Ho letto questa cosa di cui non sapevo e ne sono rimasta partcolarmente colpita dati i tempi che corrono, in cui si parla tanto della qualità degli italiani convocabili in nazionale e si parla male (giustamente) del livello infimo del S10 e benissimo (giustamente) della crescita che porta ai nostri giocatori il fatto di andare a giocare all'estero.
Che i nostri ragazzi all'estero si facciano onore, mi fa estremamente piacere, ma allora perchè poi tornare dopo un anno o anche meno in Italia? Capisco la nostalgia, capisco tutto, però è l'occasione della vita per lanciarsi nel professionismo e in una carriera nel rugby.
Se poi a uno non interessa, vuole tornare a casa, studiare, magari laurearsi e fare dell'altro e tenersi il rugby come hobby, va benissimo, però se così poi si perdono veri talenti che avrebbero potuto diventare ottimi (o grandi, perchè no?) giocatori per la nazionale, continuo a ritenere che sia un peccato.
Anche perchè le nostre squadre di ogni livello sono piene di giocatori meno talentuosi o forse solo meno fortunati che non avranno mai quest'occasione ma darebbero tutto per averla.
Detto questo, in bocca al lupo a tuo figlio per la sua futura carriera, che sia rugbystica o meno.
Ora scrivo in blu e divento moderatrice: non sei d'accordo con quello che scrivo? Va bene, è un tuo diritto, però la chiusura che hai messo te la potevi risparmiare.
Innanzitutto chiedo scusa per la lunghezza del post, ma tra citazioni e altro putroppo stavolta va così, cercherò di ridurre quindi l'intervento. Qui riporto una mia risposta a Rugbyteacher di qualche mese fa qui sul sito circa l'esperienza dei ns ragazzi all'estero, giusto per completezza d'informazione.
"Dear Rugbyteacher,
innanzitutto scusa il ritardo, per favore.
Premesso che non tutti tornano dopo un anno (vedi Tveraga che ne ha fatti due e che ora è in prestito all'Overmach), la cosa da chiarire è che se rimani solo un anno, poi sei svincolato e vai dove vuoi, se invece rimani due anni o più, il club ha diritto ad un indennizzo che per dei ragazzi che hanno giocato in Espoirs si aggira intorno ai 30.000€. Il rischio quindi è duplice: per il club di investire su di qualcuno che dopo due anni se ne voglia andar via e che difficilmente sarà pagato una tale cifra data l’età, mentre per il ragazzo il fatto di trovarsi legato e molto scarsamente remunerato (la vita a Parigi è un tantinello cara) non è certo un'allettante prospettiva.
Fin qui a livelllo generale, poi ci sono aspetti più "particolari", cioè a dire che i Centri di Formazione dei club, una volta riconosciuti dalla LNR, godono di un rimborso importante, motivo per cui tutti i giocatori della prima squadra (fino al compimento del 23imo anno d'età) sono inseriti nel CdF che ha però posti limitati. Per esempio un Bauxis che quest'anno compie 22 anni, fin dall'anno scorso è inserito nel CdF, come pure Bergamirco nei suoi primi due anni in Francia. Fa ridere, no? Succede quindi che solo ad una certa étà ed ormai in rosa della prima squadra (salvo casi eccezionali), vieni messo sotto contratto nel CdF, per gli altri, nonostante severissima selezione preventiva, c'è un'equiparazione ai componenti del CdF, stessi allenamenti, stessa formazione, ecc...ma nessuna garanzia economica o contrattuale.
Credo siano questi i motivi principali per cui diversi dei ns giovani benchè schierati titolari per tutta l'annata sportiva hanno poi deciso di optare per altre scelte.
Spero di essere risultato chiaro.
pam"
Ora, venendo al Tuo intervento cara Emy, mi spiace deluderTi dicendoTi che non mi sei né simpatica, né tantomeno antipatica, direi piuttosto che mi appari sprovveduta (e non vuole essere un'offesa). Succede infatti che leggi un articolo e ne trai delle conclusioni superficiali e generalizzate su cui poi basi delle affermazioni oltre che gratuite anche gravi. Praticamente Te la canti e Te la suoni. Cosa vuol dire che noi italiani non ci adattiamo all'estero o che facciamo fatica a staccarci dalla mamma o dello spirito di sacrificio o altre banalità del genere? Ma cosa sai Tu di questi ragazzi? Cosa sai della vita che hanno fatto? Di quello che hanno passato, sopportato e affrontato? Cosa ne sai? NULLA!
Inoltre cosa ne sai delle selezioni che questi ragazzi hanno superato (e a cui diversi nazionali non sono neppure stati ammessi) o dei traguardi che hanno raggiunto in Francia? Inoltre cosa vuol dire che stando in Francia possono fare i professionisti, perchè in Italia no?
Ma hai idea di cosa parli? Ma Tu sai il perchè delle loro scelte?
Io non ho mai visto nessuno che abbia la garanzia di diventare un professionista, ho sempre e solo visto ragazzi che s'impegnavano e s'impegnano per arrivare e dei genitori che, se non sono degli incoscienti, cercano di sostenenerli, ma di non far perdere loro di vista il fatto che la vita non è solo rugby e che non finisce col rugby. Prova ne è che che i ns (e parlo dei vari Derbyshire, Giovanchelli, Tveraga, Magri e Wilson)che sono andati all'estero, là hanno continuato il loro percorso scolastico. Piccolo inciso: Skrela (come tanti altri, vedi Giovannelli, Dusautoire, Martin, ecc...) si è laureato, è un delitto?
Le scelte di Parisse o dei Bergamasco sono state fatte in età diverse dai 18-19 anni (senz'altro maggiori di quelle dei ragazzi in questione) e avranno avuto le loro buone motivazioni.
Ma mi rendo conto che il discoro è troppo lungo e mi chiedo se ne valga la pena con chi si esprime in modo preconcetto e sul piano del simpatico-antipatico.
Comunque mi auguro che alla fine i reali valori sportivi e morali emergano e paghino al di là delle parentele o dei capricci di ragazzi viziati, (fra i quali quelli citati Ti garantiscono non rientrano), che farebbero meglio a rimanere a casa a giocare a carte
Giusto un altro paio di cose brevissime:
1. a mio modesto avviso quando nell'avatar di un utente c'è scritto moderatore, questi è sempre tale, anche perchè cosa vuoi dire con "quando scrivo da utente sono una cosa e quando da moderatore un'altra"? E moderatore deriva da moderare, quindi evita, per favore di provocare, soprattutto senza argomentazioni, ne faresTi miglior figura. Oppure cambia suggeritore...
2. quanto espresso da pier12345 mi pare estremamente corretto, perchè sarà matto, ma non è di certo scemo
Buona serata
pam
P.S. Vatti a leggere gli scontri anche feroci che ci sono stati ai tempi di quando forse non eri ancora neppure iscritta al forum tra me, Yeti, Bobo, Jaco, Radagast, Bacioci, Neroverde e tanti altri. Discussioni durissime, anche con feroci prese in giro, ma con rispetto e affetto (che durano ancora) e manco ci sognavamo di porci il problema dell'antipatico o del simpatico.