Inviato: 4 apr 2007, 13:43
Vi privo di un argomento interessante per il forum, Zanni ha - con molta soddisfazione - rinnovato per altre 2 stagioni a Calvisano.
per lo stesso motivo che ha detto Pulici..non perchè non ci piaccia,ma perchè merita ben altri palcosceni!è forte,e all'estero migliorerebbe ulteriormente..robbberta ha scritto:assolutamente senza alcuna intenzione di fare polemica..ma non vi ho mica capito...mi spiegate perchè volete Zanni al confino??teodoro ha scritto:si può dire,si puo dire..e lo ripeto anche..PER FORTUNA!!Giandolmen ha scritto:L'ho pensato anche io, ma non sapevo se si poteva dire!Shye ha scritto: ..ed aggiungo PER FORTUNA
Giandolmen
ah ok, benissimo, grazie per la spiegazione!teodoro ha scritto:per lo stesso motivo che ha detto Pulici..non perchè non ci piaccia,ma perchè merita ben altri palcosceni!è forte,e all'estero migliorerebbe ulteriormente..robbberta ha scritto:assolutamente senza alcuna intenzione di fare polemica..ma non vi ho mica capito...mi spiegate perchè volete Zanni al confino??teodoro ha scritto:si può dire,si puo dire..e lo ripeto anche..PER FORTUNA!!Giandolmen ha scritto:L'ho pensato anche io, ma non sapevo se si poteva dire!Shye ha scritto: ..ed aggiungo PER FORTUNA
Giandolmen
Eh, ma lì il rugby è già radicato..è come per la storia del basket o della pallavolo a Milano..quando c'erano squadracce la gente veniva molto meno, appena i risultati sono migliorati è riscoppiato l'amore e si riempiono i palazzettigransoporro ha scritto:
Per quanto riguarda il Racing, l'imprenditore vero e` Guazzini che porta 80000 allo stadio 3-4 volte l'anno. Lui il mercato lo ha trovato ancora a livello potenziale e ha fatto bene.
Ma 80000 spettatori (paganti) voglion dire che c'e` spazio per un'altra squadra con un grosso budget a Parigi. Ed ecco che arriva un altro che spera di prendersi un pezzo della torta. E faranno 80000 spettatori nel derby...
...e ti manca uno del sudovest, chessò un briviste o uno dei Pirenei, sennò sarebbero scintille...gransoporro ha scritto:Il rugby radicato a Parigi: quando esco con tre francesi e` il tipico argomento da evitare.
Uno e` di Parigi, uno di Aix e uno di Lione. Il parigino dice di si` e gli altri due gli danno del parvenu e citano come nello Stade francais ci siano 1 o due parigini solamente, nonostante Parigi e interland abbia circa un quinto della popolazione francese. Io me la rido, ma loro (i 3 francesi) si incattiviscono...
...e sono sicuro che non si tratta solo di rugby...gransoporro ha scritto:Il pireneo c'e`, di Bayonne, ma ha cambiato lavoro e si e` spostato. Non esce piu` con questo gruppo.
Ma ti assicuro che se il basco e il parigino escono insieme e` meglio evitare un sacco di argomenti... Altro che scintille quando iniziano loro! E sono anche belli grossi!
E chi c.... se ne frega della nazionale.ellis ha scritto:MIGLIORI GIOCATORI ITALIANI ALL'ESTERO: Mi sembra una soluzione valida per il movimento ed attualmente non reversibile.
Dunque: il Brasile e la Francia nel calcio, la Jugoslavia nel basket e tante altre situazioni dimostrano che una nazionale può essere competitiva anche con i migliori talenti che espatriano; anzi, se i campionati in questione sono molto più scadenti di quelli all'avanguardia, la cosa diventa una necessità.
Il movimento di base e la popolarità di una disciiplina sportiva crescono di più con il traino dei risultati della nazionale che con i risultati dei club: orgoglio patriottico senza campanilismi, spazio nei mass-media, spirito di emulazione.
Poi è chiaro che, una volta che la nostra nazionale fosse in pianta stabile nei primi 7/8 posti del ranking e, nel contempo, i vivai (grazie al "ripopolamento" a seguito del nuovo impulso mediatico e grazie ad un lavoro si spera sempre più qualitativo) siano diventati anch'essi tra i migliori, beh a quel punto l'Italia ha la forza economica per far "rientrare" i giocatori migliori e provare la scalata all'Europa che conta anche con i club (meglio se sulla forma delle "provincie" che hanno tutti fuorchè Francia ed Inghilterra).
Il Brasile di calcio, nell'arco di 50 anni, ha avuto impulso dai primi 20 giocatori (sempre gli stessi) che hanno conquistato 3 mondiali nell'immediato dopoguerra; i migliori giocatori brasiliani sono andati all'estero ma i vivai continuavano a crescere e migliorare, pur pagando lo scotto di un campionato nazionale scarsino e di risultati di club che non arrivavano (a cavallo tra gli anni 70 e 80 i club brasiliani non potevano competere con quelli europei più forti).
Ma, a suon di impulso della nazionale in cui giocavano gli "esteri" e miglioramento dei vivai, i vari Santos e Vasco de Gama sono tornate a livello dei migliori club europei.
E' chiaro che lo sviluppo dei club è destinato a fermarsi qui, perchè un Kakà o un Ronaldinho non possono andare in una squadra brasiliana, non se li possono permettere economicamente.
In Italia, qualora tutte queste ipotetiche situazioni si verificassero, l'economia sportiva italiana si potrebbe permettere 3/4 club di primo livello.
Ma, propedeuticamente, è necessario che tutti questi passaggi avvengano nell'ordine stabilito: adesso è impensabile sognare di trattenere i migliori: non ce ne rammarichiamo più di tanto; l'importante sarebbe l'esistenza di un progetto e la cura qualitativa-organizzativa dello stesso.