Inviato: 10 gen 2007, 13:30
da BixBeiderbecke
A dimostrazione del fatto che Chuba con quella sua frase "...chiamare sempre in causa l'arbitro ogni volta che si perde,specialmente se a farlo è la società..." si riferiva probabilmente al sito dell'Overmach, da lui visitato quasi quotidianamente, copio qui sotto i comunicati sulle sconfitte del GRAN comparsi sul loro sito (eccetto quello sul Rovigo, già presente qui) evidenziando in neretto le allusioni critiche agli arbitraggi. A Chuba l'arduo compito di fare la stessa cosa con le altre società, e a tutti gli altri (quelli onesti) tante scuse per l'invadenza.
(Fermo restando il fatto che il giudizio dell'arbitro dev'essere insindacabile solo per i giocatori, ma non certo per i giornalisti o per i critici. Gli arbitri sono una componente del gioco che deve crescere di pari passo con le società, con i giocatori, e per crescere ha bisogno di critiche.)
SKG GRAN Parma - Cammi Calvisano 19 - 33
25/09/2006 00:33:11
Nella terza giornata del Super 10 per l’SKG GRAN si sono avverate più o meno tutte le attese della vigilia. La squadra è cresciuta, i nuovi acquisti hanno dimostrato un’autorevolezza sempre maggiore, è stata confermata la capacità di reagire alle situazioni più difficili, ma la classifica non si è mossa.
Si è infatti concluso con una sconfitta (19 – 33) il confronto con il Cammi Calvisano, al termine di un match equilibrato, combattuto e giocato su ritmi elevati.
Detto di un arbitraggio incerto come da anni non ci era capitato di vedere (ma Pennè non è certo un arbitro alle prime armi), va dato atto al capitano avversario, l’azzurro Griffen, di aver saputo intelligentemente “gestire” questa incertezza a favore della sua squadra. Uomo-ovunque del Calvisano, Griffen si è infatti meritato il titolo di Man of the Match anche per le sue indubbie doti da capitano.
Da parte del GRAN sottolineiamo ancora la bella reazione, composta ma efficace, alla meta subita dopo soli sessanta secondi (ma quella di partire ad handicap non deve diventare un’abitudine), e soprattutto un secondo tempo con un ottimo (ma sterile) predominio territoriale e nel possesso di palla. Altre note positive un’inferiorità numerica trascorsa senza subire punti ma anzi realizzando un calcio piazzato, e la costante presenza nel vivo del gioco dei due “ex” Ravazzolo e Mandelli, i quali dopo soli due mesi sembrano già aver lasciato alle spalle le loro origini di “gnari” lombardi ed aver indossato i panni di veri “pramsan” blucelesti.
Resta il rammarico per alcune occasioni sfumate, per un fischio dell’arbitro troppo repentino che ha interrotto Wakarua lanciato con un’autostrada davanti a sé nel primo tempo (per concedere una mischia a suo favore) ed in definitiva per aver lasciato sul terreno il punto di bonus concedendo allo scadere una meta piuttosto agevole agli ospiti. Pensando all’anno scorso, sarebbe facile dire che avremmo voluto vedere la stessa partita magari con Kimura in campo, piuttosto bisogna notare che nella passata stagione anche nelle sconfitte, anche in quelle in cui si era giocato malino, un punto nel carniere ci finiva sempre. Un’ abitudine che bisogna ripristinare il più presto possibile.
Sono aspetti su cui lavorare, piccoli difetti da migliorare e meccanismi da perfezionare in una macchina che però questa sera ha dimostrato di avere un ottimo motore, tale da far tremare anche gli avversari più blasonati.
Carrera Petrarca Padova - SKG GRAN Parma 26 - 19
30/09/2006 23:01:54
Come nella passata stagione, l'SKG GRAN ritorna da Padova con un solo punto in più per la classifica. E' passato un anno, ma i sentimenti che hanno accompagnato nel viaggio di ritorno i ragazzi di Bertoncini sono rimasti gli stessi, con il pensiero che andava più ai tre punti persi che al punto guadagnato.
Già, perché pur avendo fornito una prestazione decisamente inferiore a quella di una settimana fa con il Calvisano sia in difesa che nei punti d'incontro, il quindici bluceleste stava comunque per rovesciare le sorti della partita con la reazione d'orgoglio del secondo tempo. Certo, un grande orgoglio e la capacità di compattarsi nei momenti di difficoltà sono fattori che permettono di sbrogliare situazioni pericolose, ma non fanno vincere le partite, se si concede troppo l'iniziativa agli avversari.
Questo è un po' il riassunto del primo tempo. Al primo minuto è subito difesa strenua sulla linea di meta a fronte di una serie di azioni insistite degli avversari (però viene da chiedersi: vogliamo iniziarle sempre così le partite?) e perfino un'ottima occasione in attacco con Villagra che serve Tiatia e con quest'ultimo che sbaglia il passaggio finale a un Ravazzolo completamente libero. Però, come già detto, l'iniziativa rimane costantemente al Petrarca e pertanto la meta è inevitabile. Tocca a Leaega varcare la linea a metà del primo tempo seguito dopo nemmeno dieci minuti da Koyamaibole. In questa fase le reazioni del GRAN portano a conquiste territoriali senza però creare seri pericoli per gli avversari a parte i punti realizzati dai calci di Wakarua, ieri infallibile (cinque su cinque dalla piazzola).
Il fatto di aver giocato al di sotto delle proprie possibilità ed aver terminato la prima frazione di gioco con un divario accettabile (18 - 12) ha probabilmente galvanizzato Festuccia e compagni, che al rientro in campo sono sembrati più decisi ed aggressivi. Già al terzo minuto una bella combinazione Villagra - Ravazzolo partita da una mischia, porta in meta l'ala lombarda, concludendo addirittura in vantaggio il periodo di inferiorità numerica per l'espulsione temporanea di Artal. In questo stesso periodo, un "affare di famiglia" dei cugini Manu e Tiatia (calcio dalla difesa del primo e raccolta in velocità del secondo) crea un'altra occasione da meta che però sfuma.
A questo punto il black out del GRAN; i dieci minuti che in pratica sono costati la partita.
Dopo un calcio piazzato di Little che rimette davanti i padroni di casa, la meta del patavino Rizzo. Un vero e proprio regalo confezionato dai trequarti blucelesti. Una palla conquistata dal pacchetto del GRAN in difesa non viene liberata e viene invece tentato un contrattacco che si rivela velleitario. Palla ai veneti che nell'occasione si dimostrano più decisi; raggruppamento e meta del pilone lanciato dal mediano di mischia.
Finisce il black out ed i blucelesti si rovesciano in attacco. La squadra sembra però un po' sfilacciata e le incursioni si traducono generalmente in iniziative individuali. La più pericolosa di tutte, partita da un calcio di punizione battuto all'improvviso da Villagra, viene interrotta dall'arbitro per fermare un "regolamento di conti" fra due giocatori.
Rammarico per la sconfitta, quindi, ma anche perché la prestazione superlativa di "Lichi" Villagra avrebbe meritato un esito diverso. Il "guerriero", però, è tornato e questo sarà importante anche per il futuro.
Un solo punto, pertanto, per il quindici di Bertoncini, ma la strada è ancora lunga e c'è tempo per rifarsi.
SKG GRAN Parma - Arix Viadana 13 - 44
14/10/2006 20:10:01
Sconfitta con poche attenuanti per l'SKG GRAN nel confronto con l'Arix Viadana. Citeremo però la più evidente: quest'anno i lombardi hanno allestito una squadra che non può fare altro che puntare dritta al titolo, e chi non si accontentasse delle cose viste in campo, provi a pensare ai nomi degli assenti nelle file dei gialloneri.
A questo aggiungiamo un Pedersen oggi letteralmente imprendibile e, ciliegina sulla torta, un Pilat che realizza il cento per cento dalla piazzola (19 punti per lui) e si riesce a capire un risultato dalle proporzioni decisamente insolite per i blucelesti nonostante una prova sicuramente migliore di quella di Padova.
Già, perché non ci si deve far ingannare dai numeri. Il GRAN visto oggi è stato sicuramente diverso da quello abulico di Padova; il problema, piuttosto, è stato il ripetersi di certi errori che di fronte a squadre più abbordabili possono passare impuniti, ma non certo contro questo Viadana. E' stato detto all'inizio della stagione; l'SKG GRAN può vincere contro qualsiasi avversario del Super 10, a patto, però, di riuscire a dare il cento per cento del proprio potenziale.
Quando la squadra è riuscita a mettere sotto pressione gli avversari con la dovuta aggressività i risultati si sono visti. Quando le grandi capacità di penetrazione di Carl Manu o di Massimo Ravazzolo hanno avuto il giusto supporto (poche volte, per la verità) anche i perfetti meccanismi della difesa viadanese hanno vacillato. Questa dev'essere la base da cui ripartire. Questa, insieme al cuore e all'orgoglio di una squadra che ha da difendere la fama che si è guadagnata nella stagione passata. Non dovrebbe essere molto difficile, i giocatori l'esempio lo hanno davanti quotidianamente: oggi aveva la maglia numero nove ed i galloni di capitano.
GRAN Parma - Narbonne 16 - 19
22/10/2006 11:38:05
L'esordio tutto sommato positivo in Challenge Cup con il Narbonne si potrebbe commentare in diversi modi.
Si potrebbe dire che un passivo di tre punti contro una formazione di Top 14 sia un risultato accettabile. Si potrebbe sostenere che affrontando una squadra che in questa stagione ha sconfitto il Biarritz non si doveva pretendere di più. Si potrebbe, infine, affermare che per come si era messa la partita si sia trattato di un'occasione persa.
Noi propendiamo per quest'ultimo atteggiamento. Non si tratta di essere presuntuosi, si tratta solo di conoscere le potenzialità della squadra e di averle viste sfruttare oggi per non più del sessanta - settanta per cento.
Fare un discorso troppo generale potrebbe essere fuorviante, perché si è trattato di un GRAN "a due velocità". Una mischia potente ed efficace, con una continuità di rendimento che fa ben sperare per il futuro era oggi associata ad una linea di trequarti distratta ed un po' pasticciona. Di fronte, un Narbonne reattivo e brillante con la palla in mano, ma in notevole difficoltà nel contendere il pallone ad un pacchetto bluceleste aggressivo e determinato.
La sensazione di aver perso un'occasione d'oro non è certamente dovuta al calcio sbagliato da Wakarua al termine della partita, perché un errore ci può anche stare. Il problema è che un possesso come quello realizzato dal GRAN nell'arco della partita, e soprattutto nel primo tempo, deve necessariamente trasformarsi in un guadagno di punti, e così non è stato.
Paradossalmente si potrebbe dire che in alcuni momenti cruciali in attacco, sarebbe stato meglio insistere con la mischia piuttosto di giocare la palla al largo finendo imbrigliati nelle maglie di una difesa francese attenta ed efficace
A parziale consolazione per questa occasione persa, il fatto di aver visto un Festuccia restituito dalla nazionale al top della condizione. Un avversario di cui i francesi si ricorderanno. Senza contare che probabilmente il GRAN di oggi è pur sempre stato il club italiano che si è meglio comportato in questo primo turno di coppe europee.
Sconfitta a Glasgow per il GRAN
29/10/2006 16:15:05
Dopo il successo sfiorato con il Narbonne, i Glasgow Warriors, con il netto punteggio di 69 a 7, hanno riportato il GRAN alla dura realtà di una competizione europea. Gli scozzesi non hanno fatto sconti e forti dei loro sei nazionali con la maglia del cardo (più un nazionale argentino, uno canadese ed uno samoano) hanno sfoderato una prestazione da finale di coppa. Nessuna sorpresa, l'orgoglio dei giocatori scozzesi sul proprio terreno è noto a tutti ma per far capire lo spirito con il quale i Warriors hanno affrontato la partita, riportiamo le parole del loro capitano, Alastair Kellock, tratte dal programma di presentazione: "...la partita di questa sera è cruciale per la nostra campagna europea, ed il risultato del GRAN la settimana scorsa contro il Narbonne (hanno perso per soli tre punti 16 - 19) prova che non sono per nulla sconfitti in partenza...". Più avanti Kellock prosegue: "... le squadre italiane generalmente hanno un pacchetto di avanti veramente forte ed il GRAN Parma non fa eccezione, con elementi come Festuccia e Martinez che hanno entrambi giocato per l'Italia, così questa sera sappiamo che avremo pane per i nostri denti..."
Tutto questo è stato rispecchiato dal campo, anche se i blucelesti potevano fare di più per mantenere il risultato su livelli più accettabili. E' esattamente quel "di più" che adesso viene loro richiesto in questa settimana di avvicinamento al derby con l'Overmach.
All'Europa ripenseremo più avanti. D'altra parte, dopo due turni e dodici partite le squadre italiane impegnate nelle due coppe hanno ottenuto un solo successo (Viadana 26 - Albi 13) ed undici sconfitte. Da qui possono nascere infinite discussioni sui livelli dei diversi campionati, sulla possibilità di creare anche in Italia le cosiddette "franchigie" per avere formazioni più competitive. In realtà, allo stato attuale delle cose, bisogna dire che per svariati motivi è sempre meglio esserci, in queste competizioni, che rimanere esclusi come era successo nella passata stagione.
Lasciando stare la motivazione economica (importante, ma che non può dare certezze per il futuro), restano le esigenze di crescita di un club che vede nella dimensione internazionale la strada su cui investire per il futuro. Crescita tecnica, di squadra, con quell'intensità e quel ritmo che il GRAN aveva cercato nella tournée estiva in Francia, ma anche crescita come società. A quest'ultimo aspetto ha dato un ottimo contributo la trasferta di Glasgow, con i contatti che sono maturati nell'occasione. I dirigenti del GRAN sono stati invitati a pranzo dal Presidente del club scozzese nella terrazza dello stadio dalla quale, attraverso un'ampia vetrata, hanno potuto seguire la partita. I consiglieri Ghisoni e Terragni, insieme ai dirigenti Buraldi e Calestani, hanno così potuto prendere contatti che nelle intenzioni della società potrebbero portare qualche giovane promessa bluceleste a svolgere stage tecnici a Glasgow
Benetton - SKG GRAN 38 - 21
02/12/2006 22:27:40
Nella sede dell'SKG GRAN non disponiamo di una sfera di cristallo, ma oggi si sono puntualmente avverate due "voci" che circolavano nella club house di Moletolo nei giorni scorsi, una positiva ed una negativa per i blucelesti. Quella positiva riguardava la possibile battuta d'arresto del Petrarca a L'Aquila, fatto che va a tutto merito della compagine neroverde. Quella negativa, che ha avuto ampia risonanza sulla stampa, era legata ai timori sulla designazione arbitrale.
In un turno di campionato in cui sono rimasti a riposo arbitri internazionali, la partita fra due candidate ai play off è stata affidata ad un quasi esordiente come Cason il quale, come spesso accade in questi frangenti, è riuscito a scontentare entrambe le contendenti.
Passando alla partita, va registrato il buon primo tempo della compagine bluceleste, malgrado la rimessa laterale non abbia funzionato a dovere per motivi che dovranno essere analizzati in settimana. Una fase di gioco come la rimessa laterale, solitamente fonte per il GRAN di parecchi palloni per l'attacco, non ha reso come al solito, eppure il risultato era ancora in perfetto equilibrio allo scadere della prima frazione di gioco. Una meta e due punizioni per parte con la splendida segnatura (praticamente un "coat-to-coast") di Kimura. Nei minuti di recupero, la svolta. Intercetto di Mandelli che avrebbe procurato una meta in mezzo ai pali se il signor Cason non avesse fischiato un fuorigioco visto solo da lui. Da un possiblile 18 a 11 per il GRAN si è passati così ad un 11 a 14 con cui il Benetton ha chiuso la prima frazione di gioco.
Per non insistere sull'arbitraggio, sorvoliamo sul giallo a Villagra (che comunque è costato otto punti ai blucelesti) ed invece vorremmo puntare l'indice sulla condizione di superiorità numerica a proprio favore avuta nel secondo tempo con il giallo a Kingi, che non ha fruttato nemmeno un punto per la squadra di Bertoncini.
In settimana, quindi, sarà necessario un esame di coscienza da parte dei blucelesti sugli aspetti che abbiamo citato e sul ripetersi di quei corto-circuiti difensivi cui va soggetta la squadra come in occasione della meta di Perziano e com'era accaduto contro L'Aquila.
Un pensiero finale d'incoraggiamento deve andare al "guerriero" Lisandro Villagra. Un altro infortunio alla spalla, le cui conseguenze devono ancora essere valutate, lo ha costretto ad uscire dal campo anzitempo. Chiudiamo quindi con l'augurio di rivedere Lichi in campo il più presto possibile.
17/12/2006 01:43:18
Green Block GRAN Parma - Saracens 16 - 36 (9 - 17)
In questa Challenge Cup 2006-07 il Green Block GRAN Parma sembra riuscire sempre a far valere la legge del "Lanfranchi" che impone anche ai migliori club europei di dare il massimo per raggiungere il successo.
Nella partita di oggi i Saracens, incalzati in classifica dai Glasgow Warriors, avevano la necessità di conquistare il punto di bonus. Dalle dichiarazioni della vigilia, inoltre, dimostravano di temere la maggiore combattività del GRAN sul proprio terreno. Tutto questo è stato puntualmente rispecchiato dalla formazione mandata in campo, con l'inserimento di tutti i "pezzi da novanta" della squadra nel quindici partente, tranne pochissime eccezioni. I Saracens, in pratica, sono una vera macchina da guerra come tutte le altre formazioni della Premiership inglese, ma con l'aggiunta di un pacchetto veramente impressionante per potenza fisica, affiatamento e coesione.
Alla vigilia del match avevamo quindi previsto spettacolo da parte dei "Man in Black", ma oggi gli atleti del GRAN non hanno fatto da spettatori anzi, per una buona metà del primo tempo sembrava quasi che le parti fossero invertite. Netto predominio nel possesso di palla da parte del GRAN e puntuale difesa degli ospiti. Con una piccola differenza: la difesa dei Saracens all'interno della linea dei 22 metri diventava praticamente un muro impenetrabile e l'aggressività intorno ai raggruppamenti impediva qualsiasi iniziativa in penetrazione. Una dimostrazione di come anche gli schemi difensivi, se eseguiti con precisione, possano diventare spettacolari tanto quanto un'azione d'attacco. In questa fase il merito di Festuccia e compagni è stato di averci provato esplorando tutte le possibilità offensive ed utilizzando il gioco al piede solo per lo stretto necessario, riuscendo, quindi, a mantenere a lungo il possesso di palla. Un'esperienza da ripetere nel Super 10, anche perchè, diciamolo francamente, difese del genere, dalle nostre parti, non se ne incontrano di frequente.
Ma le cose da "esportare" anche nei prossimi impegni di campionato non finiscono qui. Ci riferiamo all'atteggiamento dei giocatori all'inizio della partita. I primi minuti di gara in questa stagione sono stati spesso il punto debole dei blucelesti, mentre oggi sono stati l'espressione del massimo potenziale della squadra. Per quasi venti minuti ci si è dimenticati di avere di fronte una mischia ulteriormente rinforzata dallo Springbok Visagie e dal gigantesco capitano Raiwalui, reduce dall'aver guidato la selezione del Sud Pacifico nella tournée europea. Buona, pertanto, la tenuta del pacchetto, anche se in occasione della prima meta dei Saracens ha dovuto ricorrere ad un'azione fallosa che è costata, appunto, la meta tecnica.
Grande coraggio, comunque, per i blucelesti, che hanno affrontato a viso aperto e con un pizzico di spavalderia un avversario così superiore. Spavalderia, dicevamo, e non si può chiamare altrimenti l'atteggiamento che sullo zero a zero ha fatto decidere di calciare in touche una punizione che Wakarua avrebbe tranquillamente messo dentro.
Se ne poteva ricavare la piccola soddisfazione di aver guadagnato un provvisorio vantaggio, ma forse conta di più il fatto che con quel gesto la squadra di Bertoncini abbia immediatamente scalato la vetta del rispetto e della considerazione degli avversari e dei loro tifosi. Un applauso dalla tribuna degli ospiti ha accolto così quella decisone ed un applauso ancora più forte ha accolto, sul finire della gara, la meritata meta di Ravazzolo.
Nel prosieguo della partita, un certo calo della mischia del GRAN ha poi consentito agli ospiti di prendere il largo, ma non ha impedito ai vari Mazzantini, Galante, Derbyshire, Mandelli, Llanos e soprattutto Festuccia (davanti al suo amico-rivale Ongaro) di mettersi in grande evidenza.
Negli ultimi minuti della gara un ricordo da appendere nella club house come simbolo del GRAN: la meta di Ravazzolo (ma quante ne sta realizzando?) arrivata su suggerimento di Tebaldi, subentrato a Mazzantini. Un tandem fra l'atleta più giovane della squadra ed uno fra i più esperti: è il giusto propellente per il futuro.
Il primo approccio del giovanissimo Tito Tebaldi con l'erba del "Lanfranchi" è di quelli che fanno ben sperare. Personalità, velocità ed un po' di giusta, giovanile presunzione, come in occasione di quella partenza da un raggruppamento a pochi metri dalla meta avversaria. Solo sette od otto minuti per lui, ma nessun episodio da cui trapelasse una particolare emozione, pur in un ruolo delicato come quello del mediano di mischia.
Al termine di questa cronaca vogliamo saldare un debito che ci trasciniamo da una settimana. Per "dare a Cesare quello che è di Cesare" dobbiamo ammettere che, ingannati dai comunicati che ci erano pervenuti dall'ERC, domenica scorsa,in occasione della gara di andata con i Saracens, siamo caduti in errore attribuendo la meta del GRAN a Mannato.
Dopo accurate indagini, adesso possiamo affermarlo con certezza: le mani che hanno poggiato la palla oltre la linea erano quelle di Engelbrecht. Meritatissima meta da parte di un grande lavoratore nella "sala macchine" del pacchetto bluceleste.
Martin, da adesso puoi legittimamente inserire anche il "Vicarage Road" fra i campi di gioco che hai violato!