stewie ha scritto:Io sono d'accordo con diddi e aggiungo che, forse, ciò che rende "antipatici" gli oriundi e/o equiparati è la loro scarsa padronanza della lingua italiana. Forse l'ho già scritto e se è così lo ripeto. I tifosi fanno fatica ad appassionarsi al campionato italiano ed alla nazionale perchè vedono che la maggioranza dei giocatori nonparla italiano e così si chiedono: ma come è possibile chiamarlo campionato italiano o nazionale italiana se parlano tutti inglese?
In genere il tifoso si appassiona perchè qualche giocatore gli è simpatico ma come fanno ad essere simpatici Garcia e Mc Lean (li cito solo perchè sono gli ultimi arrivati) se la loro vita non ha nulla in comune con noi? Non sono nati nella mia città o nella mia regione, non hanno lavorato dove lavoro io, non hanno giocato dove ho giocato io. Se facessero qualche sforzo per parlare italiano, chissà...
Ma scusate che ne facciamo secondo questo criterio della metà della nazionale di sci, di olimpionici come la Idem o Scwartz? Cioè di italiani che come prima lingua hanno il tedesco? Tra un po' l'italianità da cosa sarà data? Quante generazioni indietro dovremo andare?
A me pare un discorso infinitamente ozioso, capisco chi dice che uno deve essere professionale e non muoversi solo per il criterio del danaro ma qui secondo me stiamo andando a finire verso lidi anche un po' pericolosi?
Paradossalmente se un Bergamasco cicca i congiuntivi e sbaglia l'italiano lo escludiamo dalla nazionale perché non sa parlare italiano? Se un Bortolami non canta l'inno lo escludiamo dalla nazionale perché esteriormente non dimostra la sua italianità? Se un Lo Cicero non gioca 20 anni della sua vita dalle giovanili agli old in Italia non è italiano "come noi" che "qui" (dove?) giochiamo e lavoriamo?
No, perché se uno ha un genitore non italiano già non va bene (e iniziano le percentuali, è italiano per il 50%, per il 25%...), se uno è arrivato in Italia a 9 anni essendo nato a Cordoba non va bene, se è sposato con un italiana e cittadino italiano ma non italiano di nascita (cosa vorrà poi dire...) non va bene, se gioca in Italia da 5 anni e sceglie (per tutti i motivi che vuole, anche solo perché in Australia o Nuova Zelanda non giocherebbe mai...) di giocare
come italiano (e, cosa più importante,
"da" italiano) non va bene.
Chi deve giocare in Nazionale?
Io tifo per la mia nazionale che è fatta da chi, secondo le regole, sceglie di giocare, sputare sangue e spaccarsi le ossa con questa maglia: che si chiami "Nitoglia" o "Mc qualcosa" poco mi interessa... Mi interessa se ci mette la grinta fino all'ultimo secondo, se per questa maglia è disposto a farsi gli oceani solo per sostituire il decimo pilone infortunato, se se ne va a ricostruirsi una carriera magari in una seconda squadra francese per avere più visibilità. Mi interessa che
faccia l'italiano e che sia
degno di giocare per l'Italia, non che sia "a priori" (per nascita, sangue, nome, lingua, genealogiam pelle, razza, alimentazione...) italiano. Ben venga un Garcia che/se ci mette fino all'ultima falange per dimostrare di essere degno dell'Italia del rugby. Se non lo fa qui sì lo criticherei anche io e pure aspramente...
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...