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Un'apertura argentina per la Zhermack
La Zhermack Badia Polesine sta completando l'organico per affrontare nel migliore dei modi la nuova stagione agonistica. Ma la vera notizia arriva da Marco Bedendo: il decorso post incidente è nella normalità e già da domani potrebbe essere trasferito all'Ospedale di Rovigo o al San Luca di Trecenta in attesa di un intervento di neurochirurgia alla spalla che verrà eseguito nell'ospedale del capoluogo.
Il nuovo ds Matteo Equisetto dice: «È in dirittura d'arrivo l'ingaggio di un'apertura argentina: a operazione conclusa la ufficializzeremo. La preparazione parte per gradi dal 4 agosto pensando di avere la rosa al completo già dal 18».
Marco Bebendo è ancora all'ospedale fiorentino di Careggi dove lo abbiamo raggiunto telefonicamente: il tono della voce è quello di sempre. Il giocatore della Zhermack ha perso una gamba nell'incidente del 15 giugno mentre percorreva in moto la statale della Futa verso Bologna fra Scarperia e Fiorenzuola: con lui c'era la fidanzata Erica. «Dopo 44 giorni - esordisce Bedendo - mi sento come Robinson Crosuè dopo il naufragio: ho solo grossi problemi di stomaco dopo anestesie, antibiotici e antidolorifici. Ho preso coscienza di quello che mi è accaduto: sto affrontando una battaglia difficile che debbo e voglio superare guardando avanti; faccio di tutto per sdrammatizzare lo stato in cui mi trovo. Non è stato facile rendersi conto dell'accaduto, ho pianto, ma ora tutte le mie forze sono rivolte al futuro. Mi hanno detto che da mercoledì potrei già essere trasferito più vicino a casa in attesa dell'intervento di neurochirurgia alla spalla: non avessi questo problema potevo sperare di avere tempi brevi per la protesi alla gamba».
Erica come sta? «Erica è a casa di giorni: cammina con le stampelle e tutto va bene. Da parte mia cerco si stare il più tranquillo possibile e di guardare avanti: la mamma è qui in albergo e passa le giornate con me dandomi un aiuto incredibile. Tanti amici mi telefonano, tanti mi vengono a trovare: non pensavo ad affetti così forti».
Dell'incidente ricordi qualcosa? «Stavamo tornando per andare a un compleanno. Il tempo di gustare una fiorentina e una discesa tranquilla verso casa. Andavo pianissimo in un tratto di strada molto stretto: mi è venuta contro un'auto che aveva come limite di velocità i 20 orari. Non è stato possibile evitare lo scontro. Le cause sono ancora in corso di valutazione. L'auto era condotta da un 78enne che si stava recando a portare un mazzo di fiori sul punto in cui due anni fa in un incidente di moto ha perso il figlio: si chiamava Marco».
Paolo Aguzzoni