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Garryowen ha scritto:Comunque sentire che il presidente dice che le Zebre hanno rinnovato il contratto anche a giocatori non all'altezza, a me non fa un bell'effetto, figuriamoci che effetto farà sui giocatori
In effetti non è il massimo della diplomazia, arte a cui il Gav non pare essere aduso.
Ripreso da Onrugby di oggi. Scrive la Gazzetta dello Sport che dopo quello di Padovani, la FIR sarebbe intenzionata a non concedere il nullaosta di Kurt Baker e a Gideon Koelegenberg. L’estremo neozelandese – che ha già lasciato Parma – da prima dell’estate stava cercando di liberarsi delle Zebre: lui, abituato a giocare con Highlanders e Taranaki, e che alla Cittadella deve averne viste di ogni per quanto riguarda l’idea di rugby inteso come professionismo dentro e fuori dal campo. Il seconda linea sudafricano Koelegenberg, classe 1994, è arrivato in Italia nel dicembre 2015 con il chiaro obiettivo di farne un equiparato in vista dei Mondiali: era legato alle vecchie Zebre con un contratto che scadeva proprio nel 2019.
Cominciano ad essere più chiari - se è davvero così - i termini della questione.
Come dissi all'inizio, vorrei che qualcuno esperto di tesseramenti chiarisse questa cosa. Non c'è nessuno che nel proprio club si occupa di tesseramenti?
Perché credevo che un giocatore straniero non avesse bisogno di nessun nullaosta. Diverso è il discorso dei contratti, che potrebbero veramente valere come carta straccia, ma senza contratto che nullaosta deve dare la FIR a un neozelandese o a un sudafricano?
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)
http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
Detesto dar ragione a garryowen ma nei fatti la ha.
Gavazzi ha la diplomazia di un àvaro ma si appella al vecchio rugby. Che forse nonesiste piùma che , a parole , in tanti rimpiangiamo.
Capisco che in quel pasticcio dele Zebre Soc Irr Ill dove anche lui ha contribuito gli ci sia rimasto il fiele, e capisco che sia irritato dala mancata disponblità di Padovani ad essere solidale ai compagni e fedele al presidente (ma a quanto pare anche altri giocatori hanno fatto o vorrebbero farre come lui).
Però la questione verte su aspetti legali e su quele basi sarà decisa.
Anche se io per primo ammetto che per un puto d'oore vale la pena anche pagare.
Nel rugby che crea il pro14 invitando gente che con il 6N non c'entra una fava ha ancora senso parlare di valori e di etica?
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
jpr williams ha scritto:
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
Verissimo, basti vedere l'esempio di un presidente di federazione che cambia il regolamento per far giocare un neozelandese all'apertura nel proprio club.
jpr williams ha scritto:
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
Verissimo, basti vedere l'esempio di un presidente di federazione che cambia il regolamento per far giocare un neozelandese all'apertura nel proprio club.
Chi, Gavazzi?
Amici, non facciamo i misteriosi, almeno qui. Nomi e cognomi, per favore.
Non è che tutti sappiano tutto, eh...
"C'è solo una cosa al mondo meglio del rugby. Parlare di rugby"
(parafrasi da G.G. Marquez)
http://www.walesonline.co.uk/sport/rugby/rugby-news/how-much-funding-welsh-rugby-12405682 A imperitura memoria
jpr williams ha scritto:
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
Verissimo, basti vedere l'esempio di un presidente di federazione che cambia il regolamento per far giocare un neozelandese all'apertura nel proprio club.
Haimona xD
Luqa bis, questo era il vecchio rugby? Siamo appost'
Il vecchio rugby aveva i suoi pregi e i suoi difetti.
Nei difetti (genetici forse) del rugby italiano, sta anche una certa tendenza a conquistare il potere all'italiana e nel gestirlo all'italiana.
nei modi all'italiana conosciuti:
- blandire
- imporre con "virile" autorità
- chiagn'efutt
- tengo famiglia
ecc.
E come una volta, di solito si poteva contare sulla parola data (e di solito non significa sempre).
Oggi quel di solito va sostituito con "carta canta, forse".
jpr williams ha scritto:
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
Verissimo, basti vedere l'esempio di un presidente di federazione che cambia il regolamento per far giocare un neozelandese all'apertura nel proprio club.
Haimona xD
Luqa bis, questo era il vecchio rugby? Siamo appost'
Non conosco i dettagli dell'operazione, ma ricordo che all'epoca la nazionale aveva un gran bisogno di un'apertura decente (si veniva da Masi, Gower, Burton et similia). Se furono cambiate le norme per permettere a Haimona di giocare in nazionale (e Calvisano ne profittò, come sottoprodotto), io non lo vedo come un problema enorme.
jpr williams ha scritto:Nel rugby che crea il pro14 invitando gente che con il 6N non c'entra una fava ha ancora senso parlare di valori e di etica?
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
non volermene jpr se prendo il tuo post, ma vedo qui un po' tantina ipocrisia, siamo qui che vogliamo un rugby italiano al passo con le altre nazioni, club strutturati e con budget elevati, professionismo serio, però al contempo che ci comportassimo con scale valoriali del pre professionismo. E Tolone mi semvra solo una foglia di fico, dove le responsabilità della faccenda Padovani sono da distribuire tra il giocatore stesso (se ha dato la parola) e il pasticciaccio brutto Fir~Zebre.
jpr williams ha scritto:Nel rugby che crea il pro14 invitando gente che con il 6N non c'entra una fava ha ancora senso parlare di valori e di etica?
Contano solo i danè e gli spocchiosi di Tolone ne hanno a carrettate; chi ha i soldi dei valori se ne fotte e le norme le aggira.
non volermene jpr se prendo il tuo post, ma vedo qui un po' tantina ipocrisia, siamo qui che vogliamo un rugby italiano al passo con le altre nazioni, club strutturati e con budget elevati, professionismo serio, però al contempo che ci comportassimo con scale valoriali del pre professionismo. E Tolone mi semvra solo una foglia di fico, dove le responsabilità della faccenda Padovani sono da distribuire tra il giocatore stesso (se ha dato la parola) e il pasticciaccio brutto Fir~Zebre.
Come spiegavo in un altro post è tutta questione di misura. C'è un punto in cui il business a favore dello sport si capovolge e lo sport diventa un pretesto per il business.
Altrove citavo ciò che mi disse un amico, come me amante di Bacco: devi saperti fermare a quando sei tu che bevi il vino, perchè se vai oltre sarà lui a bere te.
Modificare la struttura di un torneo solo per fare soldi senza alcun senso sportivo è un passo in questa direzione.
A quando la prima RWC in Qatar?
Argentina e Sudafrica: le uniche che hanno il diritto di chiamarsi nazionali, le altre, con diversi gradi di disonestà intellettuale, millantano
Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile (cit. Woody Allen)
D'accordo con jpr. Il rugby non è solo business, ma anche spirito, tradizione, appartenenza e quant'altro. Se tutti i cambiamenti avvengono solo per ragioni finanziarie si perde un po' del resto fino a snaturare l'anima del gioco. Il super 14 ha anemizzato la Currie Cup in Sudafrica ed il Ranfurly Shield in NZ che richiamavano veramente tanti tifosi. La Guinness ha ulteriormente impoverito il campionato italiano. Tutto in nome del professionismo e dello sviluppo del gioco. Ma gli spettatori non sono affatto in aumento. Io non sono così sicuro che, con tutto il 6N e la Celtic, stiamo meglio adesso di quando Petrarca -Rovigo non aveva mai meno di 10.000 spettatori o di quando l'Aquila e l'Amatori Catania erano le bandiere di due regioni. Non auspico il completo ritorno a quelle realtà ma passaggi più meditati e meno traumatici alle nuove.
ripeto, però qui i brutti e cattivi senza etica o valori, non sono Tolone, si può essere senza valori anche senza professionismo (Zebre). In questo caso, non è il professionismo e la ricerca dei soldi a tutti i costi che ha provocato questa situazione ma direi molto prima la semidilettantistica gestione Zebrata.
Fare un tutt'uno cosí, svia il discorso e sposta l'attenzione verso alibi esterni, quando le cause sono principalmente interne.
Purtroppo ho più domande che risposte. In generale, mi piacerebbe che si pensasse alla Guinness come qualcosa di transitorio in vista di un progetto di rafforzamento del rugby italiano ma con la prospettiva di ritornare al solo campionato nazionale. Per me non è un punto di arrivo, ma un mezzo per aiutare la crescita del rugby italiano. La si può pure definire un male necessario per riavere un campionato con squadre competitive. In Francia hanno problemi diversi ma stanno ripensando al meccanismo di rastrellamento dei giocatori australi che ha creato squadre composte per meno di 1/3 da francesi e con la nazionale che ne ha chiaramente risentito, specie nello sviluppo di giocatori locali in alcuni ruoli chiave (MM e MA). Non è un caso che stia molto meglio l'Inghilterra, che non ha mai snaturato l'anima british dei club di vertice. Chi va troppo oltre raramente va per il meglio se non lascia un nucleo centrale, o della "tradizione", ma semplicemente lo abbandona in nome dei "tempi nuovi".