Ti devo chiedere scusa, capitano.
Sono venuto via dal Flaminio e pensavo che la tua prestazione fosse stata sufficiente ma nulla di più.
Almeno, pensavo, rispetto al tuo enorme potenziale.
Poi ho rivisto la partita registrata in Tv e mi sono accorto che invece hai giocato molto meglio di come mi era sembrato.
Forse ci avevi abituato troppo bene nel 6N del 2006....
Lo so che non te ne fregherà niente ma mi sentivo in colpa nei tuoi confronti e dato che c'è questa possibilità di farti arrivare i nostri post, beh mi sembrava giusto esternare questo ripensamento.....
Ciao Capitano !!!
Dillo al Capitano
Moderatore: Emy77
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marassi
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- Iscritto il: 13 mar 2007, 17:46
Gli italiani hanno scoperto il rugby, anche quelli che hanno sempre pensato che la palla ovale fosse un pallone difettato. Magari gridano ancora "rete!" quando in campo si trasforma una meta, ma piano piano anche loro impareranno le semplici (sono complicate solo in apparenza) regole del rugby.
Soprattutto, si spera, impareranno il fair play che da sempre caratterizza questo sport sia in campo che fuori. Il rugby, gioco apparentemente violento, in realtà è stato da sempre caratterizzato da un alto livello di sportività, un po' perché mutuato direttamente dalla tradizione anglosassone, un po' perché se così non fosse ci si farebbe veramente male. Inoltre all'arbitro, a differenza che nel calcio, viene riconosciuta una discrezionalità assoluta e non ci sono quasi mai contestazioni. Del resto vedere i falli senza essere a un metro dalla mischia è veramente complicato.
Ebbene, tutto questo è stato ampiamente messo in risalto dai commentatori sportivi durante le cronache del torneo "Sei nazioni" che ci vede per la prima volta al livello dei protagonisti storici, cioè delle tre squadre britanniche, dell'Irlanda e della Francia (prima si chiamava "Cinque nazioni").
Purtroppo dobbiamo registrare una brutta intervista, comparsa oggi su Repubblica, con Sergio Parisse (nella foto grande), terza/seconda linea della nazionale italiana, peraltro eletto miglior giocatore dopo il match Italia - Galles. Nell'intervista il leader del pack azzurro più che un campione di rugby sembra un giocatore di calcio, di quelli dalle risposte piccate, viziate e scostumate. Tutto il contrario del fair play dimostrato nei suoi confronti dagli avversari che si sono complimentati, dai tifosi gallesi che lo hanno a lungo applaudito e della stampa britannica che ha tessuto gli elogi della nazionale italiana. Ne riporto alcuni brani.
La stampa inglese ha fatto gli elogi all'Italia - "Non me ne importa niente di loro. Non mi stanno simpatici, non mi piacciono i loro complimenti, non mi piace la loro mentalità" (...)
Qualcuno l'ha paragonata nel suo ruolo al francese Harinordoquy, dicendo che lei è migliore - "Un paragone che non mi piace, mi sono preso a pugni con lui nel campionato francese" (...)
Non c'entrano nè il rugby, nè il calcio, nè il fair play. La verità è che la scostumatezza italiana ormai è un segno di riconoscimento. Passa dalle figuracce fatte dai politici italiani in sede europea alla volgarità dei manifesti degli stilisti italiani (dopo Dolce e Gabbana anche Armani con le sue lolite di 5 anni). Dall'inciviltà dei turisti del Bel Paese e dei loro figli viziati alla spazzatura televisiva a reti unificate. "Italiani brava gente" si diceva una volta. Vero anche oggi, ma in senso manzoniano.
Possiamo tuttavia consolarci con un bravo giocatore come Alessandro Troncon (a sinistra), granitico mediano di mischia, che dopo aver lottato e costruito le migliori azioni italiane, nel dopopartita si è preoccupato innanzitutto di scusarsi con il pubblico e con i compagni per l'unico placcaggio sbagliato durante tutti gli ottanta minuti.
Per un attimo ci è sembrato gallese.
Soprattutto, si spera, impareranno il fair play che da sempre caratterizza questo sport sia in campo che fuori. Il rugby, gioco apparentemente violento, in realtà è stato da sempre caratterizzato da un alto livello di sportività, un po' perché mutuato direttamente dalla tradizione anglosassone, un po' perché se così non fosse ci si farebbe veramente male. Inoltre all'arbitro, a differenza che nel calcio, viene riconosciuta una discrezionalità assoluta e non ci sono quasi mai contestazioni. Del resto vedere i falli senza essere a un metro dalla mischia è veramente complicato.
Ebbene, tutto questo è stato ampiamente messo in risalto dai commentatori sportivi durante le cronache del torneo "Sei nazioni" che ci vede per la prima volta al livello dei protagonisti storici, cioè delle tre squadre britanniche, dell'Irlanda e della Francia (prima si chiamava "Cinque nazioni").
Purtroppo dobbiamo registrare una brutta intervista, comparsa oggi su Repubblica, con Sergio Parisse (nella foto grande), terza/seconda linea della nazionale italiana, peraltro eletto miglior giocatore dopo il match Italia - Galles. Nell'intervista il leader del pack azzurro più che un campione di rugby sembra un giocatore di calcio, di quelli dalle risposte piccate, viziate e scostumate. Tutto il contrario del fair play dimostrato nei suoi confronti dagli avversari che si sono complimentati, dai tifosi gallesi che lo hanno a lungo applaudito e della stampa britannica che ha tessuto gli elogi della nazionale italiana. Ne riporto alcuni brani.
La stampa inglese ha fatto gli elogi all'Italia - "Non me ne importa niente di loro. Non mi stanno simpatici, non mi piacciono i loro complimenti, non mi piace la loro mentalità" (...)
Qualcuno l'ha paragonata nel suo ruolo al francese Harinordoquy, dicendo che lei è migliore - "Un paragone che non mi piace, mi sono preso a pugni con lui nel campionato francese" (...)
Non c'entrano nè il rugby, nè il calcio, nè il fair play. La verità è che la scostumatezza italiana ormai è un segno di riconoscimento. Passa dalle figuracce fatte dai politici italiani in sede europea alla volgarità dei manifesti degli stilisti italiani (dopo Dolce e Gabbana anche Armani con le sue lolite di 5 anni). Dall'inciviltà dei turisti del Bel Paese e dei loro figli viziati alla spazzatura televisiva a reti unificate. "Italiani brava gente" si diceva una volta. Vero anche oggi, ma in senso manzoniano.
Possiamo tuttavia consolarci con un bravo giocatore come Alessandro Troncon (a sinistra), granitico mediano di mischia, che dopo aver lottato e costruito le migliori azioni italiane, nel dopopartita si è preoccupato innanzitutto di scusarsi con il pubblico e con i compagni per l'unico placcaggio sbagliato durante tutti gli ottanta minuti.
Per un attimo ci è sembrato gallese.
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stefano2k7
- Messaggi: 1
- Iscritto il: 18 mar 2007, 23:10
GRAZIE
Grazie a tutta la nazionale italiana di Rugby che ci hja regalato bellissime emozioni
Ora un buon mondiale e un 6 nazioni 2008 da protagonisti
DAJE
Ora un buon mondiale e un 6 nazioni 2008 da protagonisti
DAJE
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AdoratoredelSole
- Messaggi: 18
- Iscritto il: 7 feb 2007, 11:03
Chiuso questo 6 nazioni, volevo fare i complimenti a tutta la squadra.
Ora vi aspetto a St. Etienne il 29/9 per la grande impresa!!!
Avanti così!!!
PS: Bellissima la tua meta contro l'irlanda (peccato per lo scarto, ma ragazzi che 3/4 che hanno i verdi
) Marco! Sembra quasi una touche.
Alessio (Ado)
Ora vi aspetto a St. Etienne il 29/9 per la grande impresa!!!
Avanti così!!!
PS: Bellissima la tua meta contro l'irlanda (peccato per lo scarto, ma ragazzi che 3/4 che hanno i verdi
Alessio (Ado)
«I rapporti tra gallesi e inglesi si basano sulla fiducia e sulla comprensione. I gallesi non hanno fiducia in noi e noi non comprendiamo i gallesi». Dudley Wood