Cariat: evviva la sincerità!

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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Emy77
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Re: RE: Re: RE: Cariat: evviva la sincerità!

Messaggio da Emy77 »

paparoga ha scritto:queste interviste mallet e cariat le hanno rilasciate a giornali francesi, e se fosse pretattica?conoscendo i francesi....domenica potrebbe scapparci la sorpresa

Ma per favore...
"La penna dolcissima intinta nell'arsenico" (Cit.)
corto77
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Messaggio da corto77 »

Camberabero ha scritto: Il movimento non è di competenza del CT o del vice, bensì della nazionale e dei club.
Se lo staff della nazionale esprime le proprie idee che potrebbero agevolare lo sviluppo del movimento io non ci vedo nulla di male.

In questo caso però Cariat e Mallet (ho appena acoltato su l'equipe on line il servizio della giornalista francese dove li intervista) dicono un paio di cose essenziali. Il loro scopo è crescere in vista del mondiale, e secondo Mallet le sconfitte fanno bene all' Italia molto più delle vittorie (parole sue). In più il CT ha sottolineato che il reale valore dell' Italrugby è quello espresso al mondiale (80 punti di differenza con gli AB, 3 punti con la Scozia, 2 match mediocri con Romania e Portogallo).

Ora io non credo che questi vogliano mettere le mani in avanti, perchè essendo dei pro di massimo livello, sanno bene quale sia la loro condizione di lavoro.
Noi possiamo criticare le loro idee o le loro parole cmq io credo che i nostri azzurri se ne freghino dei commenti alla stampa rilasciati dagli allenatori.
Riparto da te, sicuramente non è compito della nazionale maggiore la "formazione dei giocatori". Le parole possono anche essere brutte, ma descrivono uno stato di fatto abbastanza evidente: abbiamo un movimento ancora inferiore rispetto agli paesi del 6N. Si spera che l'ufficio stampa della federazione sappia cosa dicono i tecnici che noi paghiamo, ma non mi sembra assurda l'idea di bastonare i propri giocatori, sperando che lo si faccia per motivarli.

Sprt nei 3/4 abbiamo poche opzioni e poche possibilità di sostituzioni di livello, credo che lo sappiamo tutti. Se i giocatori non crescono nei club, non sarà la nazionale a farli crescere nei fondamentali, nell'approccio.... Dovrebbe essere al Federazione a preoccuparsi di creare un bacino di reclutamento adeguato per il nostro movimento, che altrimenti rimarrà di serie A2
corsaditartaruga
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Messaggio da corsaditartaruga »

siiicuuuroooo...la federazione ..ma lo sapete che in alcune delle principali citta' toscane..pisa,lucca,la versilia tutta il rugby nn e' mai entrato nelle scuole?mai...
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Emy77
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Messaggio da Emy77 »

corsaditartaruga ha scritto:siiicuuuroooo...la federazione ..ma lo sapete che in alcune delle principali citta' toscane..pisa,lucca,la versilia tutta il rugby nn e' mai entrato nelle scuole?mai...

Dove entra nelle scuole non è mica perchè ci si mette la federazione: sono le squadre della zona che si sbattono per farlo, con la collaborazione di qualche professore e/o preside illuminato.
Quindi non solo in toscana: è così ovunque se non sono le società a rimboccarsi le maniche.
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ellis
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Messaggio da ellis »

pier12345 ha scritto:ma Mallet non ha studiato il panorama rugbistico di italia prima di firmare?

e poi esce con tutti questi dichiarazioni...
che logico ha adesso di dire questi cose?

Alleluja...

Una volta tanto posso quotare Pier totalmente.........

:D
Shye
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Messaggio da Shye »

Emy77 ha scritto:
corsaditartaruga ha scritto:siiicuuuroooo...la federazione ..ma lo sapete che in alcune delle principali citta' toscane..pisa,lucca,la versilia tutta il rugby nn e' mai entrato nelle scuole?mai...

Dove entra nelle scuole non è mica perchè ci si mette la federazione: sono le squadre della zona che si sbattono per farlo, con la collaborazione di qualche professore e/o preside illuminato.
Quindi non solo in toscana: è così ovunque se non sono le società a rimboccarsi le maniche.
Ecco, appunto..meno male che c'è qualcuno che capisce che non tutte le colpe sono sempre e solo del gran capo.
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yeti
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Messaggio da yeti »

Non so chi me ne parlava, forse Petolo, ma secondo me c'è un dato antropologico che ci sfugge: Mallet è di cultura e tradizione anglosassone. Il rapporto professionale tra lui e i giocatori è quindi condizionato da questo. Il rapporto è professionale, non umano, o meglio, il lato umano non intacca la sfera dei rapporti professionali. Festuccia viene lasciato a casa: magari solo per un mero calcolo strategico, così come l'esclusione di Ongaro era per lo stesso motivo. Nieto con il Galles viene lasciato a casa, ora viene richiamato per la Francia. Esattamente come nelle strategie di una ditta, uno che prima era ad un livello X dell'organigramma viene spostato e messo in un posto che secondo lui è denigrante. E invece è il posto che gli compete in pura e semplice ottica di strategia della ditta. Magari due anni dopo in una nuova ristrutturazione viene messo in un posto Y ancora più alto (secondo i suoi metri di giudizio). Un "latino" penserebbe "ecco, non mi vogliono più bene, non mi stimano più, oddio che disgrazia". E invece magari tutte queste cose non c'entrano nulla. L'idea che il mio superiore in certi ambiti, debba avere un rapporto paternalistico nei confronti del sottoposto è un modello antropologico latino, se vogliamo più italiano che francese. Ed è il sunto di tutte le critiche che si fanno a Mallet e Cariat: non dimostrano affetto e protezione per i loro giocatori. c4$$o, ma sono grandi e vaccinati, o no?Certo, quello che dico è opinabile, ma proviamo a rileggere tutti i post e i 3d dove si parla di convocazioni, e chiediamoci allora perché la prima causa per cui un giocatore non viene convocato/non convocato secondo noi non è mai tecnica (serve/non serve per il tipo di gioco che l'allenatore del momento ha in testa), ma fa capo al concetto "qualcuno ce l'ha con lui/qualcuno lo protegge". Ma vi pare che un allenatore con una carriera e un palmares fuori dal comune come Mallet venga a sputtanarsi così alla cieca in Italia? E che sia così stupido da dire apertamente certe cose? Non potrebbe essere che sotto l'apparente contraddizione "allena i giocatori/sembra sputtanare i giocatori" ci sia semplicemente una frattura culturale tra due modi diversi di interpretare un rapporto professionale che noi, con il nostro modello culturale, non riusciamo a capire e che quindi valutiamo sulla base dei soli parametri che abbiamo (paternalismo/protezionista)? E non viene il dubbio che anche Mallet, ignorante riguardo al nostro modello culturale, si lasci andare ingenuamente ad affermazioni senza minimamente immaginare le reazioni, pensando (con spirito molto anglocentrico) che quel modo di vedere sia universalmente noto e accettato e che quindi le sue intenzioni siano a tutti chiare e comprensibili? Magari per noi quello che dice è moralmente ed eticamente riprovevole e lo bolliamo come sputtanamento, ma per lui magari no, fa parte di una prassi comune di gestione dei rapporti professionali e non è eticamente riprovevole.

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Emy77
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Messaggio da Emy77 »

yeti ha scritto:Non so chi me ne parlava, forse Petolo, ma secondo me c'è un dato antropologico che ci sfugge: Mallet è di cultura e tradizione anglosassone. Il rapporto professionale tra lui e i giocatori è quindi condizionato da questo. Il rapporto è professionale, non umano, o meglio, il lato umano non intacca la sfera dei rapporti professionali. Festuccia viene lasciato a casa: magari solo per un mero calcolo strategico, così come l'esclusione di Ongaro era per lo stesso motivo. Nieto con il Galles viene lasciato a casa, ora viene richiamato per la Francia. Esattamente come nelle strategie di una ditta, uno che prima era ad un livello X dell'organigramma viene spostato e messo in un posto che secondo lui è denigrante. E invece è il posto che gli compete in pura e semplice ottica di strategia della ditta. Magari due anni dopo in una nuova ristrutturazione viene messo in un posto Y ancora più alto (secondo i suoi metri di giudizio). Un "latino" penserebbe "ecco, non mi vogliono più bene, non mi stimano più, oddio che disgrazia". E invece magari tutte queste cose non c'entrano nulla. L'idea che il mio superiore in certi ambiti, debba avere un rapporto paternalistico nei confronti del sottoposto è un modello antropologico latino, se vogliamo più italiano che francese. Ed è il sunto di tutte le critiche che si fanno a Mallet e Cariat: non dimostrano affetto e protezione per i loro giocatori. c4$$o, ma sono grandi e vaccinati, o no?Certo, quello che dico è opinabile, ma proviamo a rileggere tutti i post e i 3d dove si parla di convocazioni, e chiediamoci allora perché la prima causa per cui un giocatore non viene convocato/non convocato secondo noi non è mai tecnica (serve/non serve per il tipo di gioco che l'allenatore del momento ha in testa), ma fa capo al concetto "qualcuno ce l'ha con lui/qualcuno lo protegge". Ma vi pare che un allenatore con una carriera e un palmares fuori dal comune come Mallet venga a sputtanarsi così alla cieca in Italia? E che sia così stupido da dire apertamente certe cose? Non potrebbe essere che sotto l'apparente contraddizione "allena i giocatori/sembra sputtanare i giocatori" ci sia semplicemente una frattura culturale tra due modi diversi di interpretare un rapporto professionale che noi, con il nostro modello culturale, non riusciamo a capire e che quindi valutiamo sulla base dei soli parametri che abbiamo (paternalismo/protezionista)? E non viene il dubbio che anche Mallet, ignorante riguardo al nostro modello culturale, si lasci andare ingenuamente ad affermazioni senza minimamente immaginare le reazioni, pensando (con spirito molto anglocentrico) che quel modo di vedere sia universalmente noto e accettato e che quindi le sue intenzioni siano a tutti chiare e comprensibili? Magari per noi quello che dice è moralmente ed eticamente riprovevole e lo bolliamo come sputtanamento, ma per lui magari no, fa parte di una prassi comune di gestione dei rapporti professionali e non è eticamente riprovevole.

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Messaggio da robbberta »

Emy77 ha scritto:
yeti ha scritto:Non so chi me ne parlava, forse Petolo, ma secondo me c'è un dato antropologico che ci sfugge: Mallet è di cultura e tradizione anglosassone. Il rapporto professionale tra lui e i giocatori è quindi condizionato da questo. Il rapporto è professionale, non umano, o meglio, il lato umano non intacca la sfera dei rapporti professionali. Festuccia viene lasciato a casa: magari solo per un mero calcolo strategico, così come l'esclusione di Ongaro era per lo stesso motivo. Nieto con il Galles viene lasciato a casa, ora viene richiamato per la Francia. Esattamente come nelle strategie di una ditta, uno che prima era ad un livello X dell'organigramma viene spostato e messo in un posto che secondo lui è denigrante. E invece è il posto che gli compete in pura e semplice ottica di strategia della ditta. Magari due anni dopo in una nuova ristrutturazione viene messo in un posto Y ancora più alto (secondo i suoi metri di giudizio). Un "latino" penserebbe "ecco, non mi vogliono più bene, non mi stimano più, oddio che disgrazia". E invece magari tutte queste cose non c'entrano nulla. L'idea che il mio superiore in certi ambiti, debba avere un rapporto paternalistico nei confronti del sottoposto è un modello antropologico latino, se vogliamo più italiano che francese. Ed è il sunto di tutte le critiche che si fanno a Mallet e Cariat: non dimostrano affetto e protezione per i loro giocatori. c4$$o, ma sono grandi e vaccinati, o no?Certo, quello che dico è opinabile, ma proviamo a rileggere tutti i post e i 3d dove si parla di convocazioni, e chiediamoci allora perché la prima causa per cui un giocatore non viene convocato/non convocato secondo noi non è mai tecnica (serve/non serve per il tipo di gioco che l'allenatore del momento ha in testa), ma fa capo al concetto "qualcuno ce l'ha con lui/qualcuno lo protegge". Ma vi pare che un allenatore con una carriera e un palmares fuori dal comune come Mallet venga a sputtanarsi così alla cieca in Italia? E che sia così stupido da dire apertamente certe cose? Non potrebbe essere che sotto l'apparente contraddizione "allena i giocatori/sembra sputtanare i giocatori" ci sia semplicemente una frattura culturale tra due modi diversi di interpretare un rapporto professionale che noi, con il nostro modello culturale, non riusciamo a capire e che quindi valutiamo sulla base dei soli parametri che abbiamo (paternalismo/protezionista)? E non viene il dubbio che anche Mallet, ignorante riguardo al nostro modello culturale, si lasci andare ingenuamente ad affermazioni senza minimamente immaginare le reazioni, pensando (con spirito molto anglocentrico) che quel modo di vedere sia universalmente noto e accettato e che quindi le sue intenzioni siano a tutti chiare e comprensibili? Magari per noi quello che dice è moralmente ed eticamente riprovevole e lo bolliamo come sputtanamento, ma per lui magari no, fa parte di una prassi comune di gestione dei rapporti professionali e non è eticamente riprovevole.

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Messaggio da FRANK13 »

yeti ha scritto:Non so chi me ne parlava, forse Petolo, ma secondo me c'è un dato antropologico che ci sfugge: Mallet è di cultura e tradizione anglosassone. Il rapporto professionale tra lui e i giocatori è quindi condizionato da questo. Il rapporto è professionale, non umano, o meglio, il lato umano non intacca la sfera dei rapporti professionali. Festuccia viene lasciato a casa: magari solo per un mero calcolo strategico, così come l'esclusione di Ongaro era per lo stesso motivo. Nieto con il Galles viene lasciato a casa, ora viene richiamato per la Francia. Esattamente come nelle strategie di una ditta, uno che prima era ad un livello X dell'organigramma viene spostato e messo in un posto che secondo lui è denigrante. E invece è il posto che gli compete in pura e semplice ottica di strategia della ditta. Magari due anni dopo in una nuova ristrutturazione viene messo in un posto Y ancora più alto (secondo i suoi metri di giudizio). Un "latino" penserebbe "ecco, non mi vogliono più bene, non mi stimano più, oddio che disgrazia". E invece magari tutte queste cose non c'entrano nulla. L'idea che il mio superiore in certi ambiti, debba avere un rapporto paternalistico nei confronti del sottoposto è un modello antropologico latino, se vogliamo più italiano che francese. Ed è il sunto di tutte le critiche che si fanno a Mallet e Cariat: non dimostrano affetto e protezione per i loro giocatori. c4$$o, ma sono grandi e vaccinati, o no?Certo, quello che dico è opinabile, ma proviamo a rileggere tutti i post e i 3d dove si parla di convocazioni, e chiediamoci allora perché la prima causa per cui un giocatore non viene convocato/non convocato secondo noi non è mai tecnica (serve/non serve per il tipo di gioco che l'allenatore del momento ha in testa), ma fa capo al concetto "qualcuno ce l'ha con lui/qualcuno lo protegge". Ma vi pare che un allenatore con una carriera e un palmares fuori dal comune come Mallet venga a sputtanarsi così alla cieca in Italia? E che sia così stupido da dire apertamente certe cose? Non potrebbe essere che sotto l'apparente contraddizione "allena i giocatori/sembra sputtanare i giocatori" ci sia semplicemente una frattura culturale tra due modi diversi di interpretare un rapporto professionale che noi, con il nostro modello culturale, non riusciamo a capire e che quindi valutiamo sulla base dei soli parametri che abbiamo (paternalismo/protezionista)? E non viene il dubbio che anche Mallet, ignorante riguardo al nostro modello culturale, si lasci andare ingenuamente ad affermazioni senza minimamente immaginare le reazioni, pensando (con spirito molto anglocentrico) che quel modo di vedere sia universalmente noto e accettato e che quindi le sue intenzioni siano a tutti chiare e comprensibili? Magari per noi quello che dice è moralmente ed eticamente riprovevole e lo bolliamo come sputtanamento, ma per lui magari no, fa parte di una prassi comune di gestione dei rapporti professionali e non è eticamente riprovevole.

G.

Potresti avere ragione, ma spiegami perchè Mallet a fine partita (Inghilterra, mi pare) è andato a sbaciucchiarsi i giocatori.... se non è paternalismo questo...
Stiamo tutti in un fosso, ma alcuni di noi guardano le stelle.
Oscar Wilde
yeti
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Messaggio da yeti »

Potresti avere ragione, ma spiegami perchè Mallet a fine partita (Inghilterra, mi pare) è andato a sbaciucchiarsi i giocatori.... se non è paternalismo questo...[/quote]

Magari ha gli stessi gusti di Cipriani......(vedi 3d sul Trofeo Nostradamus) :lol:
A parte gli scherzi, potrei portarti l'esempio del mio collega tedesco. Siccome sa che tutti pensano che i tedeschi non abbiano senso dell'umorismo, ride qualsiasi cosa gli dici, basta fargli capire con il tono della voce o l'occhio alla Benigni che stai per dire qualcosa di ridicolo. E lui ride. Però non è lo stesso modo di ridere che io ho, e non ridiamo per le stesse cose. Ci prova, vuol provare a fare l'italiano con me, esattamente come io mi ostino a fare il tedesco, per esempio quando attraverso la strada solo col verde, anche se i tedeschi sono già passati col rosso perché tanto macchine non ce n'erano. Magari Mallet fa così per adattarsi, maldestramente, a quelle che pensa essere delle abitudini latine, perché si, pensa che ci faccia piacere, che siamo abituati così, perché comunque gli viene spontaneo. Magari fa semplicemente parte di un modo (anche questo culturalizzato) di gestire il contatto fisico tra rugbysti. Mi pare di poter dire, a livello generale per quel poco che ho visto, che tra rugbysti ci si "tocca" di più. Ma fa parte della natura del nostro gioco. Perché non dovrei baciare uno tra le cui chiappe ho messo la testa per 80 minuti?
Sono solo opinioni intendiamoci. Certo, di fronte a delle contraddizioni così forti ("perché sembri parlar male di persone che poi baci alla fine della partita") il movente culturale (non capiamo quello che fa perché abbiamo un sistema di valori ed un ordine di idee non del tutto coincidente) resta per me l'unica strada percorribile.

G.
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Messaggio da FRANK13 »

yeti ha scritto:Potresti avere ragione, ma spiegami perchè Mallet a fine partita (Inghilterra, mi pare) è andato a sbaciucchiarsi i giocatori.... se non è paternalismo questo...
Magari ha gli stessi gusti di Cipriani......(vedi 3d sul Trofeo Nostradamus) :lol:
A parte gli scherzi, potrei portarti l'esempio del mio collega tedesco. Siccome sa che tutti pensano che i tedeschi non abbiano senso dell'umorismo, ride qualsiasi cosa gli dici, basta fargli capire con il tono della voce o l'occhio alla Benigni che stai per dire qualcosa di ridicolo. E lui ride. Però non è lo stesso modo di ridere che io ho, e non ridiamo per le stesse cose. Ci prova, vuol provare a fare l'italiano con me, esattamente come io mi ostino a fare il tedesco, per esempio quando attraverso la strada solo col verde, anche se i tedeschi sono già passati col rosso perché tanto macchine non ce n'erano. Magari Mallet fa così per adattarsi, maldestramente, a quelle che pensa essere delle abitudini latine, perché si, pensa che ci faccia piacere, che siamo abituati così, perché comunque gli viene spontaneo. Magari fa semplicemente parte di un modo (anche questo culturalizzato) di gestire il contatto fisico tra rugbysti. Mi pare di poter dire, a livello generale per quel poco che ho visto, che tra rugbysti ci si "tocca" di più. Ma fa parte della natura del nostro gioco. Perché non dovrei baciare uno tra le cui chiappe ho messo la testa per 80 minuti?
Sono solo opinioni intendiamoci. Certo, di fronte a delle contraddizioni così forti ("perché sembri parlar male di persone che poi baci alla fine della partita") il movente culturale (non capiamo quello che fa perché abbiamo un sistema di valori ed un ordine di idee non del tutto coincidente) resta per me l'unica strada percorribile.

G.[/quote]


Mah, sicuramente hai ragione tu, ma io credo che uno debba fare le cose che sente, altrimenti fa solo una figura ridicola... :wink:
Stiamo tutti in un fosso, ma alcuni di noi guardano le stelle.
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Messaggio da rask »

A me ste spiegazioni antropologico-culturali, pur interessanti in generale, mi sanno tanto di contorsionismi mentali.

I giocatori li puoi criticare, anche in pubblico, se si comportano male o se sono con la testa altrove, o se fanno cazzate in generale, ma non puoi dire che siamo destinati a perdere perchè abbiamo giocatori scarsi. Questo avrebbe lo stesso valore di dire: perdiamo perchè non abbiamo allenatori all'altezza.

yeti, fa il bravo, dai.
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Messaggio da TEONE »

yeti ha scritto:Potresti avere ragione, ma spiegami perchè Mallet a fine partita (Inghilterra, mi pare) è andato a sbaciucchiarsi i giocatori.... se non è paternalismo questo...
Magari ha gli stessi gusti di Cipriani......(vedi 3d sul Trofeo Nostradamus) :lol:
A parte gli scherzi, potrei portarti l'esempio del mio collega tedesco. Siccome sa che tutti pensano che i tedeschi non abbiano senso dell'umorismo, ride qualsiasi cosa gli dici, basta fargli capire con il tono della voce o l'occhio alla Benigni che stai per dire qualcosa di ridicolo. E lui ride. Però non è lo stesso modo di ridere che io ho, e non ridiamo per le stesse cose. Ci prova, vuol provare a fare l'italiano con me, esattamente come io mi ostino a fare il tedesco, per esempio quando attraverso la strada solo col verde, anche se i tedeschi sono già passati col rosso perché tanto macchine non ce n'erano. Magari Mallet fa così per adattarsi, maldestramente, a quelle che pensa essere delle abitudini latine, perché si, pensa che ci faccia piacere, che siamo abituati così, perché comunque gli viene spontaneo. Magari fa semplicemente parte di un modo (anche questo culturalizzato) di gestire il contatto fisico tra rugbysti. Mi pare di poter dire, a livello generale per quel poco che ho visto, che tra rugbysti ci si "tocca" di più. Ma fa parte della natura del nostro gioco. Perché non dovrei baciare uno tra le cui chiappe ho messo la testa per 80 minuti?
Sono solo opinioni intendiamoci. Certo, di fronte a delle contraddizioni così forti ("perché sembri parlar male di persone che poi baci alla fine della partita") il movente culturale (non capiamo quello che fa perché abbiamo un sistema di valori ed un ordine di idee non del tutto coincidente) resta per me l'unica strada percorribile.

G.[/quote]

sono d'accordo con te. E questo spiega anche, se vogliamo, la sua "ostinazione" (notare bene l'uso del virgolettato) nel mettere Masi a MA quando molti lo ritengono quasi una violenza.
Rimango dell'opinione che la gestione Mallet potrà dare i suoi frutti solo se tutto il movimento si affiderà cecamente alle sue opinioni.
All'inizio ci sembreranno incomprensibili, anche assurde. Ma alla fine, se non ci saranno rivolte interne (ed è questo che più mi preoccupa), darà sicuramente i suoi frutti.
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Messaggio da yeti »

rask ha scritto:A me ste spiegazioni antropologico-culturali, pur interessanti in generale, mi sanno tanto di contorsionismi mentali.

I giocatori li puoi criticare, anche in pubblico, se si comportano male o se sono con la testa altrove, o se fanno cazzate in generale, ma non puoi dire che siamo destinati a perdere perchè abbiamo giocatori scarsi. Questo avrebbe lo stesso valore di dire: perdiamo perchè non abbiamo allenatori all'altezza.

yeti, fa il bravo, dai.

Ehi, ma ce l'hai con me? Ma che ti ho fatto? Possibile che ogni cosa che dico.....senti, in che ruolo giochi? Se sei mediano di mischia te meno, se sei pilone mi sa che hai ragione tu. :lol:

G.
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