sentiamo le proposte
Moderatore: Emy77
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luqa
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Re: sentiamo le proposte
In effetti FIDAL mi è rimasto sulla tastiera dopo FIJLKAM...
e comunque, quello sulla FIDAL dovrebeb essere una opzione base del CONI stesso
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nino22
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Re: sentiamo le proposte
Si parla di accordi con la FIDAL ma mi sa che son messi peggio di noi .....
Sul touch, imho va benissimo nelle scuole, come modo per avvicinare al rugby e come unica soluzione per far maneggiare un pallone ovale durante le ore scolastiche, ma se dopo i ragazzi vorranno far sul serio è giusto avviarli all'union, al massimo al seven.
Sul touch, imho va benissimo nelle scuole, come modo per avvicinare al rugby e come unica soluzione per far maneggiare un pallone ovale durante le ore scolastiche, ma se dopo i ragazzi vorranno far sul serio è giusto avviarli all'union, al massimo al seven.
- diddi
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Re: sentiamo le proposte
Mi vengono in mente 2 buoni motivi: 1) a livello scolastico (per intenderci, parliamo di scuole elementari) le differenze fisiche possono essere notevoli, rischiamo che il rugby venga provato soltanto dai cicciottoni di turno e che ne vengano esclusi i mingherlini, con la conseguenza di creare una sacca consistente di persone deluse dal rugby ancora prima di iniziare. Questo sarebbe tanto più deleterio dal momento che il futuro sviluppo corporeo non può essere ancora desunto con certezza. 2) A quell'età non sono i bambini a decidere, ma le madri (italiane, per giunta); e se le madri pensano a quel compagno di scuola grosso che potrebbe placcare il suo bambino, col cavolo che lo fanno giocare a rugby.andrea12 ha scritto:Sono d'accordo su ... con la necessità di scolarizzare il rugby. Però, non vedo il motivo di non inserire il placcaggio...
Sul nuoto: ormai il suo valore come sport "formativo" per il fisico è riconosciuto anche a livello popolare, i bambini vengono avviati in piscina già in età prescolare come forma propedeutica di attività motoria. Questo significa che i bambini prima vengono vagliati dal nuoto, che si trattiene gli atleti migliori almeno dal punto di vista dell'acquaticità, e poi passano eventualmente agli altri sport. E' quindi fondamentale giungere ai bambini in tenera età, possibilmente attraverso le scuole elementari. Ma, come dicevo prima, impostare l'attività del rugby comprensiva del contatto crea quasi automaticamente una selezione alla fonte degli interessati e per il rugby rimarrebbero non già i più bravi/atletici, ma i più grossi (e/o grassi). A mio avviso, sarebbe più opportuno impostare un discorso che possa coinvolgere TUTTI i bambini avviandoli all'uso della palla ovale, ivi comprese ovviamente le femmine; fare in modo che TUTTI i bambini, comprese le femmine, possano aver avuto almeno un contatto con la palla ovale. Dopodiché ognuno potrà decidere liberamente e singolarmente, secondo il proprio talento e le proprie inclinazioni, se proseguire con lo Union o con altre forme di rugby o di sport.
PS Un ulteriore vantaggio del touch: al parco, non ha bisogno dei pali. Basta prendere quei giacchetti che vengono utilizzati per segnare i pali della porta di calcio e allargarli a individuare i vertici del campo. Se proprio si vuole.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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- greg70
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Re: sentiamo le proposte
Mi perdoneranno i mod ma quoto ogni singola parola. Condivido tutto.diddi ha scritto:Mi vengono in mente 2 buoni motivi: 1) a livello scolastico (per intenderci, parliamo di scuole elementari) le differenze fisiche possono essere notevoli, rischiamo che il rugby venga provato soltanto dai cicciottoni di turno e che ne vengano esclusi i mingherlini, con la conseguenza di creare una sacca consistente di persone deluse dal rugby ancora prima di iniziare. Questo sarebbe tanto più deleterio dal momento che il futuro sviluppo corporeo non può essere ancora desunto con certezza. 2) A quell'età non sono i bambini a decidere, ma le madri (italiane, per giunta); e se le madri pensano a quel compagno di scuola grosso che potrebbe placcare il suo bambino, col cavolo che lo fanno giocare a rugby.andrea12 ha scritto:Sono d'accordo su ... con la necessità di scolarizzare il rugby. Però, non vedo il motivo di non inserire il placcaggio...
Sul nuoto: ormai il suo valore come sport "formativo" per il fisico è riconosciuto anche a livello popolare, i bambini vengono avviati in piscina già in età prescolare come forma propedeutica di attività motoria. Questo significa che i bambini prima vengono vagliati dal nuoto, che si trattiene gli atleti migliori almeno dal punto di vista dell'acquaticità, e poi passano eventualmente agli altri sport. E' quindi fondamentale giungere ai bambini in tenera età, possibilmente attraverso le scuole elementari. Ma, come dicevo prima, impostare l'attività del rugby comprensiva del contatto crea quasi automaticamente una selezione alla fonte degli interessati e per il rugby rimarrebbero non già i più bravi/atletici, ma i più grossi (e/o grassi). A mio avviso, sarebbe più opportuno impostare un discorso che possa coinvolgere TUTTI i bambini avviandoli all'uso della palla ovale, ivi comprese ovviamente le femmine; fare in modo che TUTTI i bambini, comprese le femmine, possano aver avuto almeno un contatto con la palla ovale. Dopodiché ognuno potrà decidere liberamente e singolarmente, secondo il proprio talento e le proprie inclinazioni, se proseguire con lo Union o con altre forme di rugby o di sport.
PS Un ulteriore vantaggio del touch: al parco, non ha bisogno dei pali. Basta prendere quei giacchetti che vengono utilizzati per segnare i pali della porta di calcio e allargarli a individuare i vertici del campo. Se proprio si vuole.
A proposito dei bimbi che vanno in piscina in età prescolare, mio figlio ha due anni e al nido quest'anno fa un'ora di piscina alla settimana!
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GiorgioXT
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Re: sentiamo le proposte
E' una questione sostanzialmente di promozione ed immagine , il "nuoto fa bene" viene ripetuto da ogni pediatra fino alla nausea , per poi scoprire che anche lì è facile farsi male , frequentare le piscine in modo pressochè automatico significa (specie d'inverno) avere poi i figli con l'otite ecc... ma è una delle prime proposte di sport che si fanno ed ha una promozione fortissima.diddi ha scritto: Sul nuoto: ormai il suo valore come sport "formativo" per il fisico è riconosciuto anche a livello popolare, i bambini vengono avviati in piscina già in età prescolare come forma propedeutica di attività motoria. Questo significa che i bambini prima vengono vagliati dal nuoto, che si trattiene gli atleti migliori almeno dal punto di vista dell'acquaticità, e poi passano eventualmente agli altri sport. E' quindi fondamentale giungere ai bambini in tenera età, possibilmente attraverso le scuole elementari. Ma, come dicevo prima, impostare l'attività del rugby comprensiva del contatto crea quasi automaticamente una selezione alla fonte degli interessati e per il rugby rimarrebbero non già i più bravi/atletici, ma i più grossi (e/o grassi). A mio avviso, sarebbe più opportuno impostare un discorso che possa coinvolgere TUTTI i bambini avviandoli all'uso della palla ovale, ivi comprese ovviamente le femmine; fare in modo che TUTTI i bambini, comprese le femmine, possano aver avuto almeno un contatto con la palla ovale. Dopodiché ognuno potrà decidere liberamente e singolarmente, secondo il proprio talento e le proprie inclinazioni, se proseguire con lo Union o con altre forme di rugby o di sport.
PS Un ulteriore vantaggio del touch: al parco, non ha bisogno dei pali. Basta prendere quei giacchetti che vengono utilizzati per segnare i pali della porta di calcio e allargarli a individuare i vertici del campo. Se proprio si vuole.
Noi di promozione cosa abbiamo ? il passa-parola fra i genitori e poco altro; io sono convinto , dopo aver visto i miei e tanti altri bambini che quello del placcaggio/touch è un falso dilemma , perchè il bambino/a già naturalmente gioca "ad acchiapparsi" o a fare la lotta dal nido in poi e probabilmente non è lui ad aver paura del contatto quanto i suoi genitori ... d'altra parte l'osservazione spicciola mi dice che quando un bambino/a di 6-7 anni prova per il primo allenamento di prova di rugby ha o una reazione di rifiuto totale (vista poche volte, ma c'è) oppure di innamoramento e passione immediata - francamente non ricordo bambini "incerti" o coinvolti solo superficialmente.
Alla fine, Touch oppure no, la cosa importante è la promozione , cioè far conoscere ed apprezzare il nostro sport - che ha anche dei vantaggi consistenti ripsetto ad altri , amici del basket mi parlano , per esempio, di un percorso già piuttosto complicato a 5-6 anni per padroneggiare "l'attrezzo" , e di molti che mollano proprio perchè ci vuole tempo ed applicazione ... però con un flusso costante o quasi di bambini da ogni scuola questo non è un problema.
Potrebbe anche essere che non sia così efficace andare nelle scuole con i giocatori di S10 , A o B, per fare promozione ... potrebbe essere invece che siano proprio i bambini che giocano e le loro mamme il testimonial potenzialmente più efficace.
Un altro nostro punto di forza che non sfruttiamo come dovremmo , sono i tornei di minirugby : dal Topolino al Bottacin , da Monza a Parma a Pesaro tutti hanno una atmosfera e struttura da vera festa , lontana anni luce dalle equivalenti manifestazioni del calcio o altri sport (ho visto litigare pesantemente genitori ed allenatori anche nel basket e nel judo...) sono convinto al 100% che se un genitore ci porta un figlio difficilmente non ne verrà contagiato...
Dobbiamo riuscire a dare una struttura organica ed efficiente , un segno -negativo- di come siamo messi è anche il fatto che se si vuole cercare informazioni sul minirugby le fonti sono esclusivamente i siti delle società o del volontariato come questo o minirugby.it ... e poi, come possiamo pensare di fare promozione se in tutta la stampa di rugby (con una sola eccezione, quella di Rugbyclub) giovanili e minirugby non esistono ?
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Ale_86
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Re: sentiamo le proposte
Riguardo al touch/non touch mi permetto di dire la mia.
Data qualche esperienza coi bambini delle elementari, una delle cose piú frustranti sia per l´istruttore che per i bambini é lo stare attenti a non cadere e non farsi male in palestra. Quando ho avuto la fortuna di portarli fuori in giardino (perché primavera, perché le maestre son state comprensive e via dicendo) si sono divertiti tutti molto di piú. Sul contatto basta stabilire delle regole chiare, come quella che se vuoi "fermare" qualcuno (perché io "placcare" anche al topolino mi ricordo di averlo visto fare solo dai bambini del Vicenza
) devi buttarti a terra insieme a lui. In questo modo non si fanno male e tutti bene o male provano a cadere a terra, cosa che fa solo bene per prendere confidenza.
Il touch secondo me é molto sottovalutato. Viene considerata come una forma semplificata del rugby, cosa che non é. Anzi, é molto piú sofisticato. Per giocare ad un touch decente e divertente bisogna essere in grado di fissare l´uomo, bisogna avere visione di gioco e colpo d´occhio. Molti giocatori di rugby non sanno anche giocare a touch. Sono convinto che sia un allenamento utilissimo per bambini e ragazzi per migliorare i fondamentali, ma come "gioco introduttivo" non credo sia efficace. Lo ho visto fare, e si riduce a un buttare la palla a caso da tutte le parti senza avanzare, confusione, nessun gioco, di tanto in tanto il bimbo veloce di turno prende la palla e fa il giro attorno a tutti per andare in meta. Insomma, una noia colossale per quasi tutti.
Se invece si buttano a terra, si divertono molto di piú, perché é molto piú semplice. C´é il problema del grosso che i bambini non riescono a buttare giú? Si urla "aggrappatevi tutti assieme", loro lo fanno e il grosso cade per sfinimento.
Data qualche esperienza coi bambini delle elementari, una delle cose piú frustranti sia per l´istruttore che per i bambini é lo stare attenti a non cadere e non farsi male in palestra. Quando ho avuto la fortuna di portarli fuori in giardino (perché primavera, perché le maestre son state comprensive e via dicendo) si sono divertiti tutti molto di piú. Sul contatto basta stabilire delle regole chiare, come quella che se vuoi "fermare" qualcuno (perché io "placcare" anche al topolino mi ricordo di averlo visto fare solo dai bambini del Vicenza
Il touch secondo me é molto sottovalutato. Viene considerata come una forma semplificata del rugby, cosa che non é. Anzi, é molto piú sofisticato. Per giocare ad un touch decente e divertente bisogna essere in grado di fissare l´uomo, bisogna avere visione di gioco e colpo d´occhio. Molti giocatori di rugby non sanno anche giocare a touch. Sono convinto che sia un allenamento utilissimo per bambini e ragazzi per migliorare i fondamentali, ma come "gioco introduttivo" non credo sia efficace. Lo ho visto fare, e si riduce a un buttare la palla a caso da tutte le parti senza avanzare, confusione, nessun gioco, di tanto in tanto il bimbo veloce di turno prende la palla e fa il giro attorno a tutti per andare in meta. Insomma, una noia colossale per quasi tutti.
Se invece si buttano a terra, si divertono molto di piú, perché é molto piú semplice. C´é il problema del grosso che i bambini non riescono a buttare giú? Si urla "aggrappatevi tutti assieme", loro lo fanno e il grosso cade per sfinimento.
- diddi
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Re: sentiamo le proposte
Approvo il discorso di Giorgio e mi inchino ad ale che ha fatto esperienza del touch coi bambini.
Riguardo a "quello grosso" però mi permetto di segnalare che il problema non è come buttarlo giù, ma come impedire che "stritoli" quelli che riesce a placcare. Almeno negli occhi delle madri che devono autorizzare la pratica del rugby per il/la loro pargoletto/a.
Riguardo a "quello grosso" però mi permetto di segnalare che il problema non è come buttarlo giù, ma come impedire che "stritoli" quelli che riesce a placcare. Almeno negli occhi delle madri che devono autorizzare la pratica del rugby per il/la loro pargoletto/a.
Peterino
Chi sa fa, chi non sa insegna a fare
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Leinsterugby
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Re: sentiamo le proposte
il famoso l'occhio della madre come sulla famosa Corazzata Potekmin di fantozziana memoriadiddi ha scritto:Almeno negli occhi delle madri
- diddi
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Re: sentiamo le proposte
G R A N D E !Leinsterugby ha scritto:il famoso l'occhio della madre come sulla famosa Corazzata Potekmin di fantozziana memoriadiddi ha scritto:Almeno negli occhi delle madri![]()
Peterino
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Ale_86
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Re: sentiamo le proposte
Mah, in genere basta stare un attimo attenti, dopo mezz´ora é facile capire se c´é un bambino particolarmente violento e basta prestargli un pó piú di attenzione e semmai prenderlo da parte e spiegargli come placcare senza fare male, cosa che comunque almeno a me é capitata raramente, e a farlo non era il piú grosso ma in genere uno di media statura che peró faceva un pó il bulletto. Il fatto di costringerli a buttarsi a terra insieme giá evita di vedere bambini gettati a terra (che é quello che fa veramente male).diddi ha scritto: Riguardo a "quello grosso" però mi permetto di segnalare che il problema non è come buttarlo giù, ma come impedire che "stritoli" quelli che riesce a placcare. Almeno negli occhi delle madri che devono autorizzare la pratica del rugby per il/la loro pargoletto/a.
Il problema delle madri invece é sacrosanto. Solo che, prima o poi, se il bambino vuole giocare a rugby, di contatto dovrá pure farne. É quella la caratteristica del nostro sport alla fin fine.
Poi, altra personale osservazione. La cosa che io odiavo e odio tutt´ora dei genitori con cui avevamo a che fare non era tanto la paura che il figlio facesse contatto. Di problemi da questo punto di vista non me ne ricordo. Il grossissimo problema era la disponibilitá dei genitori a portarli poi ad allenamento, tanto che poi la societá é stata costretta di tasca propria (perché da parte del CIV saluti saluti) a organizzare un pullmino che passasse a prendere i ragazzini. Abbiamo perso un sacco di bambini (e bambine) entusiasti per questo motivo.
Per questo invece l´argomento sul rugby (e lo sport) a scuola fatto in modo serio, magari nei pomeriggi all´anglosassone, mi trova assolutamente d´accordo.
- andrea12
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Re: sentiamo le proposte
Certe volte mi dimentico di essere in Italia ma il problema scolastico è un problema che può risolvere solo la scuola.
Mi viene da ridere a pensare che siano i genitori a decidere se l'attività didattica ed educativa deve essere fatta in un modo o nell'altro. Sarebbe come pensare che quando entro in pronto soccorso come paziente, debba essere io a stabilire le terapie.............Dai, non prendiamoci in giro. Se la Scuola propone una attività, è perchè può far leva su professionisti che, a quel punto, decideranno come e cosa fare. Touch o non-touch è un falso problema. Chi ha già lavorato, non in modo estemporaneo con i ragazzi, ma professionalmente, sa bene che il rugby può a pieno titolo entrare nella scuola.
Fare il rugby alle elementari piuttosto che alle medie, sarebbe una decisione dei singoli Collegi dei docenti. Io penso che sarebbe sufficiente pensare alle medie e alle superiori, lavorando quindi con un numero di giovani, ampiamente superiore, per numero, alla migliore delle previsioni europee. Alle elementari sarebbe anche più facile.
Il rugby senza placcaggio non è rugby anche perchè il lavoro sull'affettività può e deve essere una prerogativa anche della scuola. L'altro problema sono i docenti che, generalmente, non sono molto d'accordo (perchè non lo conoscono) sul rugby; anche perchè storicamente le varie federazioni (pallavolo e pallacanestro, ma anche nuoto e calcio) nella scuola ci sono entrate, eccome!
La scuola, e concordo con i più, potrebbe e dovrebbe diventare il maggior catalizzatore, così come avviene in mezzo mondo, ma ci sarebbe bisogno di una struttura, la scuola appunto, in grado di promuovere la formazione. La nostra italica, invece, è rimasta autoreferenziale e assolutamente incapace di promuovere la cultura. Ci manca la cultura, compresa quella sportiva.
Figurarsi che continuiamo a chiamare ginnastica una disciplina che non c'è più dal 1946 e il nome ediucazione fisica ci fa venire in mente la vecchia ginnastica.
La proposta, ovviamente, è che il rugby, comunque, possa transitare attraverso la scuola; anzi, proprio il rugby potrebbe diventare un grimaldello sia didattico che educativo e formativo di grande impatto ed elevata valenza formativa...........il resto sono chiacchere.
Buon rugby
Mi viene da ridere a pensare che siano i genitori a decidere se l'attività didattica ed educativa deve essere fatta in un modo o nell'altro. Sarebbe come pensare che quando entro in pronto soccorso come paziente, debba essere io a stabilire le terapie.............Dai, non prendiamoci in giro. Se la Scuola propone una attività, è perchè può far leva su professionisti che, a quel punto, decideranno come e cosa fare. Touch o non-touch è un falso problema. Chi ha già lavorato, non in modo estemporaneo con i ragazzi, ma professionalmente, sa bene che il rugby può a pieno titolo entrare nella scuola.
Fare il rugby alle elementari piuttosto che alle medie, sarebbe una decisione dei singoli Collegi dei docenti. Io penso che sarebbe sufficiente pensare alle medie e alle superiori, lavorando quindi con un numero di giovani, ampiamente superiore, per numero, alla migliore delle previsioni europee. Alle elementari sarebbe anche più facile.
Il rugby senza placcaggio non è rugby anche perchè il lavoro sull'affettività può e deve essere una prerogativa anche della scuola. L'altro problema sono i docenti che, generalmente, non sono molto d'accordo (perchè non lo conoscono) sul rugby; anche perchè storicamente le varie federazioni (pallavolo e pallacanestro, ma anche nuoto e calcio) nella scuola ci sono entrate, eccome!
La scuola, e concordo con i più, potrebbe e dovrebbe diventare il maggior catalizzatore, così come avviene in mezzo mondo, ma ci sarebbe bisogno di una struttura, la scuola appunto, in grado di promuovere la formazione. La nostra italica, invece, è rimasta autoreferenziale e assolutamente incapace di promuovere la cultura. Ci manca la cultura, compresa quella sportiva.
Figurarsi che continuiamo a chiamare ginnastica una disciplina che non c'è più dal 1946 e il nome ediucazione fisica ci fa venire in mente la vecchia ginnastica.
La proposta, ovviamente, è che il rugby, comunque, possa transitare attraverso la scuola; anzi, proprio il rugby potrebbe diventare un grimaldello sia didattico che educativo e formativo di grande impatto ed elevata valenza formativa...........il resto sono chiacchere.
Buon rugby
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GiorgioXT
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Re: sentiamo le proposte
Questo thread e' uno dei più importanti e valido da tempo sul forum...
e se facessimo una proposta "eversiva" ?? Se con la federazione si provasse ad entrare nelle scuole
con una o due ore ogni 15 giorni in sostituzione o affiancamento dell'E.F. in cambio di fondi o magari
una sponsorizzazione che fornisce la carta igienica o quella da fotocopie alla scuola ?
e se facessimo una proposta "eversiva" ?? Se con la federazione si provasse ad entrare nelle scuole
con una o due ore ogni 15 giorni in sostituzione o affiancamento dell'E.F. in cambio di fondi o magari
una sponsorizzazione che fornisce la carta igienica o quella da fotocopie alla scuola ?
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Laporte
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Re: sentiamo le proposte
Io credo che il touch potrebbe essere un buon sistema per far avvicinare non tanto al rugby ma al minirugby...
Mi spiego: insgenare ai bambini di 6-7-8 anni la bellezza del gioco, senza il placcaggio, può vincere le ritrosie e i timori dei genitori. Appassionare bambini e genitori (e pechè non organizzare partite di touch per loro,c oem fanno certi club ?) per poi proporre il passo successivo, prima dei 10 anni.
Mi spiego: insgenare ai bambini di 6-7-8 anni la bellezza del gioco, senza il placcaggio, può vincere le ritrosie e i timori dei genitori. Appassionare bambini e genitori (e pechè non organizzare partite di touch per loro,c oem fanno certi club ?) per poi proporre il passo successivo, prima dei 10 anni.
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Squilibrio
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Re: sentiamo le proposte
Purtroppo qui non è colpa della Fir, anzi in questo caso la si potrebbe anche elogiare perchè col campionato delle scuole muove qualcosa, il problema è la scuola italiana che funziona e funzionerà sempre peggio perchè la si vuole sempre più classica con meno materie tecniche addirittura nelle scuole tecniche e meno educazione fisica. Qui a Parma è notizia di qualche settimana che almeno una scuola il prossimo anno ridurrà ad un’ora settimanale la lezione di educazione fisica e purtroppo si deve registrare il silenzio assoluto di tutta la città, l’unico che si è schierato fortemente contro questa assurdità è l’assessore allo sport di Parma Ghiretti che tra l’altro dimostra, nonostante le diatribe e gli screzi delle due società cittadine, molta attenzione al rugby.GiorgioXT ha scritto:Questo thread e' uno dei più importanti e valido da tempo sul forum...
e se facessimo una proposta "eversiva" ?? Se con la federazione si provasse ad entrare nelle scuole
con una o due ore ogni 15 giorni in sostituzione o affiancamento dell'E.F. in cambio di fondi o magari
una sponsorizzazione che fornisce la carta igienica o quella da fotocopie alla scuola ?
A parma comunque esiste un progetto di cui non so molto ma le due società di rugby si dividono le scuole cittadine e in primavera vanno ad insegnare rugby nelle scuole, probabilmente è questo uno dei motivi dell’aumento del settore minirugby a Parma.
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blackjack
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Re: sentiamo le proposte
Analisi di Diddi come al solito ineccepibile.
Il problema non sono i figli, sono i genitori, che pencolano tra atteggiamenti iperprotettivi e comportamenti da arena dei gladiatori (specie nelle giovanili del calcio).
Poi ci sono i casi che mettono veramente in allarme, come quello per il quale mio figlio, che ha l'età di quello di Greg, potrà vedere tutte le partite che vuole ma non potrà giocare per un caso clinico da incidente di rugby visto dalla madre (medico)
Il problema non sono i figli, sono i genitori, che pencolano tra atteggiamenti iperprotettivi e comportamenti da arena dei gladiatori (specie nelle giovanili del calcio).
Poi ci sono i casi che mettono veramente in allarme, come quello per il quale mio figlio, che ha l'età di quello di Greg, potrà vedere tutte le partite che vuole ma non potrà giocare per un caso clinico da incidente di rugby visto dalla madre (medico)
"Qui ognuno festeggia il suo 17 giugno"