Re: Castrogiovanni in caduta libera
Inviato: 30 mag 2016, 13:55
Secondo Castro era tutto inventato.
Cosa dice Castro nel suo comunicato? Dopo aver sottolineato che il Racing 92 “mi ha condannato pubblicamente ancora prima di sentirmi”, tiene a subito a precisare che “non sono la persona descritta e non ho mai voluto danneggiare il mio club che ho sempre sostenuto”.
Ma il punto centrale è un altro, e cioè che la “scusa” della nonna malata è totalmente inventata: “E’ stato detto che ho mentito per non assistere alla semifinale di Champions Cup contro il Leicester a Nottingham il 24 aprile scorso. E’ totalmente falso poiché è stato il club stesso che mi ha chiesto di non assistere al match per ragioni totalmente indipendenti dalla mia volontà. Una richiesta – prosegue Martin Castrogiovanni – che mi è stata fatta all’ultimo momento quando mi apprestavo a partire per l’Inghilterra con i miei compagni di squadra anche se non ero tra i giocatori compresi per scendere in campo. Sono naturalmente in grado di provare questa mia versione e i mie legali sono incaricati di portarle nella contestazione del mio licenziamento”.
Castro chiude poi esprimendo il suo disappunto per il comportamento del club: “(…) avrei preferito discutere nel chiuso degli spogliatoi come abbiamo l’abitudine di fare, ma sfortunatamente i miei dirigenti hanno deciso altrimenti e hanno deciso di rilasciare dichiarazioni pubbliche tramite la stampa senza alcun rispetto per la mia persona. Non capisco la mia sospensione e il mio licenziamento che mi hanno isolato dai miei compagni e dai miei allenatori”.
Infine un pensiero al suo futuro, ovviamente oggi molto nebuloso: “questo caso ha colpito anche le persone a me vicine ed è un attacco al mio onore e colpisce la mia immagine, e non sarà senza conseguenze sul mio futuro professionale. Avrei preferito finire la mia carriera in maniera diversa“.
Midi Olympique fa sapere che una procedura giudiziaria è in corso per decidere quale delle due versioni – che non potrebbero essere più diverse – è quella vera. Sullo sfondo il futuro di un giocatore che a 34 anni poteva (può) ancora dare qualcosa al rugby dopo una carriera davvero importante.
Wait and see
Cosa dice Castro nel suo comunicato? Dopo aver sottolineato che il Racing 92 “mi ha condannato pubblicamente ancora prima di sentirmi”, tiene a subito a precisare che “non sono la persona descritta e non ho mai voluto danneggiare il mio club che ho sempre sostenuto”.
Ma il punto centrale è un altro, e cioè che la “scusa” della nonna malata è totalmente inventata: “E’ stato detto che ho mentito per non assistere alla semifinale di Champions Cup contro il Leicester a Nottingham il 24 aprile scorso. E’ totalmente falso poiché è stato il club stesso che mi ha chiesto di non assistere al match per ragioni totalmente indipendenti dalla mia volontà. Una richiesta – prosegue Martin Castrogiovanni – che mi è stata fatta all’ultimo momento quando mi apprestavo a partire per l’Inghilterra con i miei compagni di squadra anche se non ero tra i giocatori compresi per scendere in campo. Sono naturalmente in grado di provare questa mia versione e i mie legali sono incaricati di portarle nella contestazione del mio licenziamento”.
Castro chiude poi esprimendo il suo disappunto per il comportamento del club: “(…) avrei preferito discutere nel chiuso degli spogliatoi come abbiamo l’abitudine di fare, ma sfortunatamente i miei dirigenti hanno deciso altrimenti e hanno deciso di rilasciare dichiarazioni pubbliche tramite la stampa senza alcun rispetto per la mia persona. Non capisco la mia sospensione e il mio licenziamento che mi hanno isolato dai miei compagni e dai miei allenatori”.
Infine un pensiero al suo futuro, ovviamente oggi molto nebuloso: “questo caso ha colpito anche le persone a me vicine ed è un attacco al mio onore e colpisce la mia immagine, e non sarà senza conseguenze sul mio futuro professionale. Avrei preferito finire la mia carriera in maniera diversa“.
Midi Olympique fa sapere che una procedura giudiziaria è in corso per decidere quale delle due versioni – che non potrebbero essere più diverse – è quella vera. Sullo sfondo il futuro di un giocatore che a 34 anni poteva (può) ancora dare qualcosa al rugby dopo una carriera davvero importante.
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