https://www.gazzetta.it/Rugby/09-05-201 ... 8243.shtml
che ci vuoi fare?
Comunque alla prossima volta che squadristi occupano una redazione, vorrei ricordarmi che anche di queste cose, prima di indignarmi per riflesso
Moderatore: Emy77
Dissento da un'analisi che incolpa gli Italiani, come se fosse la cultura a determinare la realtà. Sono gli interessi economici che determinano la realtà e il calcio in Italia, nel suo complesso, è l'attività economica con il più alto fatturato nazionale. La cultura sportiva o i sentimenti delle persone possono fare ben poco. Possono fare qualcosa, sia chiaro, ma l'azione della cultura richiede molto, molto tempo.Chetto4 ha scritto:Su quelli lì ormai non c'è più speranza, un articolo di sport ogni 4-5 di gossip, una cosa imbarazzante. E per gli sport che non siano il calcio o i terribili (opinione personale) sport motoristici a volte è anche peggio.
un plauso a questa osservazione
La cultura sportiva in Italia ha raggiunto livelli di bassezza epici e la carta igenica rosa ne è il perfetto specchio.
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In ogni caso bisogna accettare la triste realtà sugli italiani, che ci viene sbattuta in faccia sempre più spesso. L'ignoranza, l'egoismo e l'arroganza la fanno da padroni, tutto il resto sono conseguenze.
GRANDE REYER!!!sandrobandito ha scritto:Che poi, per quel che ho visto, è stata anche una partita di merda...![]()
Molto meglio quella di basket, in contemporanea su Rai sport, tra la Reyer e Milano (gratificazione a parte).
vi invidio, perchè sembra che riusciate a provare ancora sincero interesse anche se da anni ormai di Venezia e Milano c'è al massimi il palazzetto, e le magliette le portano degli onestissimi americani di 2do livello, lituani, croati ecc. Dico veramente, li guardo 1a volta, due, ok, ma non riesco a appassionarmi. Calcio idemsandrobandito ha scritto:Che poi, per quel che ho visto, è stata anche una partita di merda...![]()
Molto meglio quella di basket, in contemporanea su Rai sport, tra la Reyer e Milano (gratificazione a parte).
Fino ad un certo punto secondo me. Perché il problema non è che si parli così tanto di calcio (se quella, per mille motivi, è la passione di una nazione non ci vedo nulla di male) ma è come se ne parla e come la gente lo vive. Faccio un esempio: gli sport americani, football o basket o baseball che sia. Io ne sono appassionato e li seguo, quindi so un po' come funziona. Lì il business la fa da padrone, gli interessi economici sono chiaramente l'elemento dominante. Eppure lo sport non viene vissuto assolutamente così. Niente gossip a oltranza, niente polemiche ogni 3 per 2 per cazzate, niente tiro all'arbitro, niente campanilismo sempre al potere e certamente niente gente che si ammazza dentro o fuori gli stadi/arene. Si parla molto più di sport giocato e meno di quello parlato e la cosa viene vissuta esattamente come dovrebbe, cioè come uno spettacolo e un divertimento. Vincere è importantissimo ovviamente ma lo è altrettanto lo spettacolo offerto e fornire un prodotto divertente e pultio, che si guardi da casa o dal vivo. Spero di essere riuscito a spiegarmi.metabolik ha scritto:Dissento da un'analisi che incolpa gli Italiani, come se fosse la cultura a determinare la realtà. Sono gli interessi economici che determinano la realtà e il calcio in Italia, nel suo complesso, è l'attività economica con il più alto fatturato nazionale. La cultura sportiva o i sentimenti delle persone possono fare ben poco. Possono fare qualcosa, sia chiaro, ma l'azione della cultura richiede molto, molto tempo.Chetto4 ha scritto:Su quelli lì ormai non c'è più speranza, un articolo di sport ogni 4-5 di gossip, una cosa imbarazzante. E per gli sport che non siano il calcio o i terribili (opinione personale) sport motoristici a volte è anche peggio.
un plauso a questa osservazione
La cultura sportiva in Italia ha raggiunto livelli di bassezza epici e la carta igenica rosa ne è il perfetto specchio.
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In ogni caso bisogna accettare la triste realtà sugli italiani, che ci viene sbattuta in faccia sempre più spesso. L'ignoranza, l'egoismo e l'arroganza la fanno da padroni, tutto il resto sono conseguenze.
Difficile parlare di colpa, ma c'è un modello sociale fortemente in crisi, bisogna rendersene conto. Per incominciare, il giornalismo nostrano non ha nessuna missione di un servizio alla collettività, di "potere regolatore" è solo fazioso e alla lunga inutile. Guarda le facce da pirla dei direttori, da partire da quello del Corriere alla Rep, se domani sequestrassero tutte le redazioni e mettessero delle classi del liceo a scrivere, te ne accorgeresti? Forse per la maggiore originalitàmetabolik ha scritto: Dissento da un'analisi che incolpa gli Italiani.
metabolik ha scritto: Possono fare qualcosa, sia chiaro, ma l'azione della cultura richiede molto, molto tempo.
mi correggo: per i croati provo qualche interesse, essendo i nostri vicini di casa, e sono molto bravi negli sport di squadra, cosa che ammiro. (oltre le fie)zappatalpa ha scritto:vi invidio, perchè sembra che riusciate a provare ancora sincero interesse anche se da anni ormai di Venezia e Milano c'è al massimi il palazzetto, e le magliette le portano degli onestissimi americani di 2do livello, lituani, croati ecc. Dico veramente, li guardo 1a volta, due, ok, ma non riesco a appassionarmi. Calcio idemsandrobandito ha scritto:Che poi, per quel che ho visto, è stata anche una partita di merda...![]()
Molto meglio quella di basket, in contemporanea su Rai sport, tra la Reyer e Milano (gratificazione a parte).
Esattamente. E sono interessanti 2 spunti a proposito:Luqa-bis ha scritto: Io mi concentrerei di più sullo spazio che raccolgono gli altri sport non culto in Italia e che sono comparabili con il rugby.
Pallavolo, pallacanestro, pallamano, baseball, hockey ma dove li hai visti, questi sport?.
C'è chi ha spazio e chi annaspa nell'ombra.
Non ci siamo capiti. Il mio problema non è che si parli tanto (tantissimo, esageratamente) di calcio ma come se ne parla e come la gente lo vive. Il fatto che gli sport """minori""" salgano alla ribalta per quelle cose lì (gossip, polemiche, vaccate varie) invece che per lo sport in sé è solo l'ennesima conferma, per quanto mi riguarda. Qualcuno que è ridicolo: o lo è chi scrive, o le è chi legge. Probabilmente entrambi.Luqa-bis ha scritto:@ Thonk
La mia osservazione partiva dalla missiva di Zappatalpa al giornalista della Gazzetta dello Sport.
Quidni, se la critica è alla prima pagina sulle vicende familiari di Icardi e consorte, consorte che è peraltro il suo procuratore e che quindi potrebbe anche aver incoraggiato la redazione a scrivere, la critica la condivido: siete la Gazzetta dello Sport non una delle pubblicazioni da parrucchiera del vs editore (perché ricordatevi che la Gazzetta mi risulta essere di un editore, nonché proprietario d iuna squadra d icalcio , nonché editore di note riviste e raccolte , nonché imprenditore in ascesa.
E forse non è solo una redazione che determina cosa e come lo si scrive.
@ zappatalpa
Resta un fatto.
In un paese dove il 25% dei tesserati del comitato olimpico sono di una disciplina, che organizza uno dei sistemi professionistici più grandi d'Europa con uno dei fatturati più importanti d'Europa,
la finale del secondo trofeo nazionale per importanza va in prima pagina sulle cronache sportive.
E occupa più pagine, anche se poi la partita è dal punto di vista spettacolare discutibile.
@ chetto4+ metabolik
Terribili sport motoristici, ma in Italia, dagli anni '20-'30 almeno c'è questa passione che muove masse e soldi.
Se trovo corretto protestare sulla deriva sul chiacchiericcio ma se permettete anche sul darsi un'aria da culturalmente impegnati con le sezioni sui vini, il turismo, le DOP, sull'accampare credibilità politica per due pagine di cui una di opinabilissima critica in fondo al numero, sulle sezioni internazionali farcite da tette e quli delle varie wags e sgallettate varie (niente contro tette e quli per carità, ma appunto si parla di sport non di quello) e contro le sezioni e gli spazi concessi alle scommesse e al poker.
trovo invece inopportuno protestare perché ci siano più pagine sulla Eccellenza di calcio che sulla Eccellenza di rugby.
Semplice, solleva più interesse.
E anche gli sport minori hanno goduto del riflesso di visibilità dato ai loro movimenti dalle stelle mediatiche, o forse le vicissitudini sentimentali della Pellegrini o delle schermidrici non hanno dato pubblicità al movimento oltre che alle indiscusse ed eccezionali vittorie?
Io mi concentrerei di più sullo spazio che raccolgono gli altri sport non culto in Italia e che sono comparabili con il rugby.
Pallavolo, pallacanestro, pallamano, baseball, hockey.
C'è chi ha spazio e chi annaspa nell'ombra.