Leinsterugby ha scritto:
bah quotavo kkarli essenzialmente xke' fan della teoria del complotto
Purtroppo, esiste un intero sistema di persone per il quale determinati meccanismi di pensiero, determinati usi del comunicato stampa, determinate reti tese per cogliere e offrire vantaggi sono acqua fresca.
Non avevo dubbi che quello che cerco di mostrare possa essere scambiato per complottismo. Accetto la stoccata con lo stesso sorriso col quale mi è stata data, è un rischio che corro volentieri, ben sapendo che uno dei vantaggi assoluti dei politici (federal-sportivi e no) è che nessuno immagina quanto sia profonda la loro predisposizione alla macchinazione. Vivono di macchinazioni, in effetti, e sarebbe meglio esercitarsi, da bravi adulti, a tenere l'occhio aperto e la mente allenata. Meglio che farsi fare fessi in ogni circostanza. Nel mondo dello sport, questo vale due volte, perché si sfrutta la naturale propensione delle persone a occuparsi di sport, lasciando spazio al furbo e all'evoluto mercante; ogni federazione ne è piena.
Sul caso specifico, posso solo aggiungere che, anche se può apparire il contrario a un'analisi superficiale, sono del tutto d'accordo con la posizione di chi afferma che aver
comunicato il rugby ponendo sempre in primo piano questo dato della superiorità morale e valoriale rispetto al calcio (opera per molti aspetti della Federazione) è una cosa che ha stancato e rischia di essere dannosa.
Infatti, nelle mani di un professionista della comunicazione (giornalista e scrittore) nonché politico come colui che ha emesso il comunicato furbetto la menata della moralità e dei valori "has backfired". La notizia è stata, per un bel po', la più letta de Corriere online.
Lo scaltro comunicatore ha subito avvertito la possibilità di partire con la reprimenda catoniana (ne emette una ogni pochi giorni) sfruttando il rugby come amplificatore, et voilà: caso di scuola. Chiuso, direi.
Il rugby ha tanto da imparare ancora, nel mondo della comunicazione. Guadagnare simpatia espone a molti rischi, e bisogna con attenzione evitare di mantenere atteggiamenti che, alla lunga, prestano il fianco a rovesci, perché si esagera nella santificazione di se stessi. Il rugby è già bello raccontando la verità, e altri sport già brutti nel loro vuoto.