Ricomincio da "4"!!!
Inviato: 14 set 2007, 14:07
La mia ultima fatica letteraria, ancora stravolto dai crampi, il giorno dopo il mio rientro sulla pelouse.
G.
>>Ormai è chiaro: posso anche resistere alla figa, ma non al rugby.
Sono passati cinque mesi dall’ultima volta, era qualcosa intorno al 20 aprile. Non si può parlare di quell’ultima domenica. E basta. Nel frattempo, tra le altre cose, ho inanellato svariate centinaia di sigarette, perché non riesco a fare contemporaneamente due cose letali: se gioco a rugby mi passa la voglia di fumare, se non gioco a rugby mi faccio rotolare in mano una cartina con una presa di tabacco, tanto per avere proprio qualcosa che mi gira in mano.
Ai primi di giugno c’è stato il Seven: vado, e per non cadere in tentazione lascio la roba a casa, casomai mi venisse voglia di pascolare un po‘ per il prato. Dopo cinque minuti del primo minitempo ero in giro a mendicare un paio di pantaloncini e un paio di scarpe. Non se ne trovavano. Allora guardo nei fondi di magazzino e riesco a metterne insieme due meno sfondate delle altre, una bianca e una nera. Gioco con la squadra dell’università. Faccio pure una meta da mediano di mischia, io seconda linea anoressica. È proprio vero che quando uno smette allora impara. Bernard, uno degli allenatori, comincia a girarmi intorno con dei sorrisetti strani: „Gioooooorgio, pocca meseria, mannaccie,….“ (lavora in Germania insieme ad un mucchio di italiani e ha seguito un corso di perfezionamento con Horacio, per questo che ogni tanto mi apostrofa in italiano). Poi comincia a girarmi intorno, come certe zanzare delle tre di mattina……bz bz bz bz bz…….anzi bbz bbz bbz bbz….. e cheschetüvafér? Turèstancoranpetipöavecnu…Tuviènancorsciacfuànusavuàr…Tupövenirtantrené (o come direbbe Horacio, per farvi capire meglio: sciorscio alora tu rimane ancora un poche, tu viene ancora a mirare el sciuego ti poi entreneare qualcavolta no?). E sempre col suo c4$$o di sorrisetto, sto s*****o.
Venerdi comincia la Coppa del Mondo. Con Florian vado a vedere la partita inaugurale a Forbach. C’è l’Eintracht Francoforte di Rugby come ospite. Si mangia, si beve, si guarda la partita…..e Bernard che ricomincia a girarmi intorno, e anche Philipp l‘altro allenatore, e tutti che mi rompono i c*******. Bbz bbz bbz bbz bbz bbz bbz bbz……L’estate è ancora lunga da queste parte, e le zanzare assai mordaci. Da non credere.
Sono passati tre giorni. E sempre questo bbz bbz bbz bbz nelle orecchie. Non si riesce più a combinare niente. Così ieri scendo in cantina. E come certi vecchi guerrieri di certi film riaprono un vecchio baule e tirano fuori l’armatura e la spada di un tempo, scrostando la polvere con una mano e riannunciando la riscossa, io riporto alla luce del sole quelle cose che cinque mesi fa avevo sepolto simbolicamente sotto il livello della terra insieme a tante altre cose di me. Devo risistemarle al loro posto. Nel comò c’è solo la maglia numero 4 dell’U.S. Forbach, quella che è stata ritirata per me il giorno del Seven: come un fedelissimo e arcigno guardiano, è rimasta lì a conservare lo spazio, senza arretrare di un centimetro davanti alle tarme, alle camicie e ai pantaloni, in attesa del sostegno delle altre maglie. Mi inginocchio davanti al comò aperto, perché certe cose si fanno in ginocchio. E così, rovistando, ritrovo i pantaloni cubisti (erano grigi, ma ormai i colori del campo vi hanno modellato sopra linee stile Kandinskij resistenti persino al Biopresto), la maglia dell’Aquila, quella del Noceto, quelle di Bologna 2005 e 2007……Lascio da parte quella dell’Aquila, i pantaloni, una felpetta, le calze verdi e i pantaloni di Bologna 2005. Dentro, nella borsa. Alle 6 e mezza si parte.
Tappa Decathlon. Per cominciare una nuova avventura ci vuole simbolicamente qualcosa di nuovo. Innanzitutto mi serve un paradenti. E poi ho solo un paio di scarpe. Le altre da allenamento sono sfondate. Al Decathlon non hanno proprio niente per il rugby e ora ancora meno. Solo resti e ultimi numeri. Del mio ce n’è sono un paio blu della Kipsta in offerta stile Gaetaniello. Mi viene in mente di andare a guardare nel reparto calcio (bisogna essere tolleranti e aperti a volte). E per fortuna mi viene in mente che a me mancano le scarpe con i grampons, i tacchetti di gomma per quando il terreno è duro. Ovviamente, da buon ligure, guardo solo quelle in sconto. All’ultimo scaffale ti adocchio un paio di umbro tutte strane, grigio chiarissimo quasi splendente, con inserti bianco-rossi e il taglio della stringa non centrale, ma di lato. Roba da Power Rangers, insomma. 29 euro. Il mio acume ligure si titilla. Fighe. Proprio fighe. Eh si. Per ricominciare ci vogliono un paio di scarpe cosí: se non mi apprezzeranno per il mio gioco, almeno potranno sempre dire che ho gusto nel vestire.
Arrivo al campo. Saluto chi c’é. Jean-Pierre mi vede lontano trenta metri e urla „Ueeeeeee sciorsciò“ ma è un pilone, bisogna capirlo. Gli altri fanno come se niente fosse e non dicono una parola che sia di troppo. È lo stesso silenzio che ci fu quando parlai alla squadra prima dell’ultimo fischio d’inizio. Ma il modo è diverso. Perché a pensarci bene nel mondo succedono veramente poche cose, ma con una tale varietà di casistiche da farci illudere che siano tutte cose diverse. Invece è come le Variazioni Goldberg: un tema solo in un sacco di varianti. Ma uno solo. Bernard quando mi vede comincia a pigliarmi le guancie, a darmi degli schiaffetti e a giaculare „Ggioooorgio, porca mmeseria, mannaccia porcodd….“. E poi mi dice una cosa, una di quelle cose che non si ripetono a nessuno, e che resteranno tra me e Bernard.
Bene. Ormai la frittata è quasi pronta. Sono sopravvissuto al primo allenamento dopo 5 mesi, ricomincierò a fare il capitano di un’armata Brancaleone. Manca solo smettere di fumare. Ma se penso a tutti i soldi spesi per farmi la scorta di pacchetti di Golden Virginia dall’Italia perché in Italia un pacchetto costa venti centesimi in meno che in Italia! Porca mmeseria, mannacce, porcodd……
Yeti
P.s. Qualcuno che ha smesso di giocare a rugby vuole cominciare a fumare? Vendo pacchetti di Golden Virginia mai usati, come nuovi, a metá prezzo. <<
G.
>>Ormai è chiaro: posso anche resistere alla figa, ma non al rugby.
Sono passati cinque mesi dall’ultima volta, era qualcosa intorno al 20 aprile. Non si può parlare di quell’ultima domenica. E basta. Nel frattempo, tra le altre cose, ho inanellato svariate centinaia di sigarette, perché non riesco a fare contemporaneamente due cose letali: se gioco a rugby mi passa la voglia di fumare, se non gioco a rugby mi faccio rotolare in mano una cartina con una presa di tabacco, tanto per avere proprio qualcosa che mi gira in mano.
Ai primi di giugno c’è stato il Seven: vado, e per non cadere in tentazione lascio la roba a casa, casomai mi venisse voglia di pascolare un po‘ per il prato. Dopo cinque minuti del primo minitempo ero in giro a mendicare un paio di pantaloncini e un paio di scarpe. Non se ne trovavano. Allora guardo nei fondi di magazzino e riesco a metterne insieme due meno sfondate delle altre, una bianca e una nera. Gioco con la squadra dell’università. Faccio pure una meta da mediano di mischia, io seconda linea anoressica. È proprio vero che quando uno smette allora impara. Bernard, uno degli allenatori, comincia a girarmi intorno con dei sorrisetti strani: „Gioooooorgio, pocca meseria, mannaccie,….“ (lavora in Germania insieme ad un mucchio di italiani e ha seguito un corso di perfezionamento con Horacio, per questo che ogni tanto mi apostrofa in italiano). Poi comincia a girarmi intorno, come certe zanzare delle tre di mattina……bz bz bz bz bz…….anzi bbz bbz bbz bbz….. e cheschetüvafér? Turèstancoranpetipöavecnu…Tuviènancorsciacfuànusavuàr…Tupövenirtantrené (o come direbbe Horacio, per farvi capire meglio: sciorscio alora tu rimane ancora un poche, tu viene ancora a mirare el sciuego ti poi entreneare qualcavolta no?). E sempre col suo c4$$o di sorrisetto, sto s*****o.
Venerdi comincia la Coppa del Mondo. Con Florian vado a vedere la partita inaugurale a Forbach. C’è l’Eintracht Francoforte di Rugby come ospite. Si mangia, si beve, si guarda la partita…..e Bernard che ricomincia a girarmi intorno, e anche Philipp l‘altro allenatore, e tutti che mi rompono i c*******. Bbz bbz bbz bbz bbz bbz bbz bbz……L’estate è ancora lunga da queste parte, e le zanzare assai mordaci. Da non credere.
Sono passati tre giorni. E sempre questo bbz bbz bbz bbz nelle orecchie. Non si riesce più a combinare niente. Così ieri scendo in cantina. E come certi vecchi guerrieri di certi film riaprono un vecchio baule e tirano fuori l’armatura e la spada di un tempo, scrostando la polvere con una mano e riannunciando la riscossa, io riporto alla luce del sole quelle cose che cinque mesi fa avevo sepolto simbolicamente sotto il livello della terra insieme a tante altre cose di me. Devo risistemarle al loro posto. Nel comò c’è solo la maglia numero 4 dell’U.S. Forbach, quella che è stata ritirata per me il giorno del Seven: come un fedelissimo e arcigno guardiano, è rimasta lì a conservare lo spazio, senza arretrare di un centimetro davanti alle tarme, alle camicie e ai pantaloni, in attesa del sostegno delle altre maglie. Mi inginocchio davanti al comò aperto, perché certe cose si fanno in ginocchio. E così, rovistando, ritrovo i pantaloni cubisti (erano grigi, ma ormai i colori del campo vi hanno modellato sopra linee stile Kandinskij resistenti persino al Biopresto), la maglia dell’Aquila, quella del Noceto, quelle di Bologna 2005 e 2007……Lascio da parte quella dell’Aquila, i pantaloni, una felpetta, le calze verdi e i pantaloni di Bologna 2005. Dentro, nella borsa. Alle 6 e mezza si parte.
Tappa Decathlon. Per cominciare una nuova avventura ci vuole simbolicamente qualcosa di nuovo. Innanzitutto mi serve un paradenti. E poi ho solo un paio di scarpe. Le altre da allenamento sono sfondate. Al Decathlon non hanno proprio niente per il rugby e ora ancora meno. Solo resti e ultimi numeri. Del mio ce n’è sono un paio blu della Kipsta in offerta stile Gaetaniello. Mi viene in mente di andare a guardare nel reparto calcio (bisogna essere tolleranti e aperti a volte). E per fortuna mi viene in mente che a me mancano le scarpe con i grampons, i tacchetti di gomma per quando il terreno è duro. Ovviamente, da buon ligure, guardo solo quelle in sconto. All’ultimo scaffale ti adocchio un paio di umbro tutte strane, grigio chiarissimo quasi splendente, con inserti bianco-rossi e il taglio della stringa non centrale, ma di lato. Roba da Power Rangers, insomma. 29 euro. Il mio acume ligure si titilla. Fighe. Proprio fighe. Eh si. Per ricominciare ci vogliono un paio di scarpe cosí: se non mi apprezzeranno per il mio gioco, almeno potranno sempre dire che ho gusto nel vestire.
Arrivo al campo. Saluto chi c’é. Jean-Pierre mi vede lontano trenta metri e urla „Ueeeeeee sciorsciò“ ma è un pilone, bisogna capirlo. Gli altri fanno come se niente fosse e non dicono una parola che sia di troppo. È lo stesso silenzio che ci fu quando parlai alla squadra prima dell’ultimo fischio d’inizio. Ma il modo è diverso. Perché a pensarci bene nel mondo succedono veramente poche cose, ma con una tale varietà di casistiche da farci illudere che siano tutte cose diverse. Invece è come le Variazioni Goldberg: un tema solo in un sacco di varianti. Ma uno solo. Bernard quando mi vede comincia a pigliarmi le guancie, a darmi degli schiaffetti e a giaculare „Ggioooorgio, porca mmeseria, mannaccia porcodd….“. E poi mi dice una cosa, una di quelle cose che non si ripetono a nessuno, e che resteranno tra me e Bernard.
Bene. Ormai la frittata è quasi pronta. Sono sopravvissuto al primo allenamento dopo 5 mesi, ricomincierò a fare il capitano di un’armata Brancaleone. Manca solo smettere di fumare. Ma se penso a tutti i soldi spesi per farmi la scorta di pacchetti di Golden Virginia dall’Italia perché in Italia un pacchetto costa venti centesimi in meno che in Italia! Porca mmeseria, mannacce, porcodd……
Yeti
P.s. Qualcuno che ha smesso di giocare a rugby vuole cominciare a fumare? Vendo pacchetti di Golden Virginia mai usati, come nuovi, a metá prezzo. <<
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