Lega Italiana beach, è tutto molto brutto...

[Spartachetto]

La Lega Italiana Beach Rugby ha comunicato le squadre qualificatesi per il master finale del torneo nazionale sollevando un vespaio per l’assegnazione delle teste di serie.
Con un’ interpretazione quantomai libera del regolamento, la Lega ha penalizzato pesantemente le squadre che hanno vivacizzato il torneo partecipando al maggior numero di tappe, favorendo invece quelle che, calcolatrice alla mano, hanno ridotto le loro presenze al minimo indispensabile alla qualificazione.
Eclatanti i casi di Rieti e Pescara: la prima ha partecipato a ben 4 tappe del torneo, finendo due volte seconda e una volta terza e concludendo il torneo seconda in classifica generale, ma non verrà considerata testa di serie; la seconda ha partecipato a una sola tappa arrivando seconda e finendo tredicesima in classifica generale, ma “rischia” di rientrare nel master finale come dodicesima, grazie al rietiro del Maccarese, e di essere considerata testa di serie, con i vantaggi che ne conseguono.
L’assurda situazione è stata generata dalla libertà che la Lega si è concessa non specificando nel regolamento il metodo di assegnazione delle teste di serie che è stato deciso a giochi fatti dividendo il punteggio finale per il numero di tappe giocate.
Questo criterio disincentiva enormemente il gioco e lo spirito sportivo, tanto che alcune squadre, probabilmente al corrente del sistema usato, una volta acquisiti i punti sufficienti alla qualificazione alle finali, hanno rinunciato alla partecipazione ad uleriori tappe, alle quali erano già iscritti, assicurandosi un maggior “dividendo” in termini di punteggio.
Al contrario, altre squadre, come appunto il Rieti, hanno onorato la loro iscrizione a tappe “inutili” riportandone un danno che non immaginavano.
A questo grave episodio anti De Couberteniano che invita al “non partecipare”, si aggiunge la “chicca” dell’assegnazione di punti bonus per le squadre che non ricevono ammonizioni, che però non sono utilizzabili al fine dell’assegnazione delle teste di serie.
Così, come lo scorso anno si sollevò un polverone per il cambio delle regole a torneo iniziato, per sopperire ad alcune incapacità organizzative del master finale, anche quest’anno la Lega Italiana Beach Rugby torna a gestire il campionato in modo assolutamente non limpido, ma le conseguenze sono già ben visibili: riduzione drastica del numero di squadre partecipanti a più tappe del torneo, abbassamento del livello qualitativo con presenza di giocatori di serie A ridotta praticamente a zero e malcontento generale diffuso.
Il rischio maggiore che si correrà la prossima stagione, quando le squadre smaliziate assicureranno una partecipazione ridotta all’osso, con perdite ingenti in termini di spettacolo e di introiti per la Lega stessa; il classico serpente che si morde la coda.