ITALIANI DI FORMAZIONE E ITALIANI NON DI FORMAZIONE
Inviato: 12 apr 2009, 12:05
Caso ipotetico per illustrare il problema con un esempio pratico: “un italiano viene trasferito dalla sua azienda nella sede in Francia. Porta con se tutta la famiglia. Suo figlio maschio inizia a giocare rugby in Francia ai 14 anni per socializzare. Tornano tutti in Italia qualche anno dopo. Quando suo figlio ha 20 anni decide di provare a riprendere il rugby nella sua nazione. Suo figlio troverà tante limitazioni per poter giocare rugby in Italia in qualsiasi categori (limitazioni che non troveranno altri coetanei italiani), che non vorrà più giocare.”
Dalla stagione 2005/2006 la federazione italiana di rugby ha introdotto una regola che, probabilmente violando i principi fondamentali della costituzione italiana, limita pesantemente lo svolgimento dell’attività agonistica o professionale ai cittadini italiani o comunitari che provengono da una federazione straniera. Questa regola distingue ai fine del regolamento (circolare informativa scaricabile da http://www.federugby.it/file/27766.pdf) tra:
1) GIOCATORI DI FORMAZIONE ITALIANA: giocatori di cittadinanza italiana o straniera che non siano provenienti da federazione straniera e che siano stati tesserati e che abbiano svolto l’attività sportiva in Italia, per almeno due stagioni sportive, nei settori propaganda e/o juniores di società italiane.
2) GIOCATORI DI FORMAZIONE NON ITALIANA: chi non rientra nella definizione di sopra.
La federazione NON LIMITA IL TESSERAMENTO dei cittadini italiani o comunitari di formazione non italiana, ma LIMITA IL LORO UTILIZZO IN LISTA GARA secondo la seguente tabella:
Serie Eccellenza: minimo 12 (dodici) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Serie A: minimo 17 (diciassette) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Serie B e C minimo 20 (venti) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Per cui gli allenatori al momento di fare la lista gara NON POSSONO SCEGLIERE I MIGLIORI ATLETI IN ASSOLUTO, ma devono scegliere PRIMA I MIGLIORI GIOCATORI DI FORMAZIONE ITALIANA per completare il minimo richiesto dal regolamento per poi poter completare la lista con i migliori atleti che sono rimasti (compressi a questo punto anche quelli di formazione non italiana).
Se io invece volesse giocare calcio sarei italiano, se volesse giocare pallavolo sarei italiano, se andasse a giocare rugby all’estero sarei italiano!!!.
CONTROSENSI:
> il rugby dovrebbe essere uno sport che non fa distinzioni, dove può giocare l’alto, il basso, il veloce, il lento, ecc.
> la bandiera del rugby italiano in passato è stato Diego Dominguez (italo-argentino) e nel presente Sergio Parisse (italo-argentino).
> la regola ha il fine di promuovere l’utilizzo di giocatori che si sono formati nei vivai italiani nell’attività seniores, ma l’unico modo che ha un atleta per migliorarsi se stesso è quello di dover concorrere per un posto in lista gara con giocatori più forti e di più esperienza. Sicuramente non si migliora se qualcuno leva di mezzo i concorrenti più forti. O per caso Valentino Rossi sarebbe stato così forte nel 2008 se nel 2007 non sarebbe comparso un certo Stoner?, per citare un esempio in un altro sport più difuso.
> non ostante la regola la nazionale italiana continua ad utilizzare tanti giocatori di formazione estera.
> ci sono tanti giocatori di formazione non italiana che militano nelle società di serie C-B-A che si occupano di avvicinare a questo sport e di formare tanti ragazzi. Se queste persono non ci sono più, quale sarà il futuro del rugby italiano?
PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE CHE VIOLA LA FEDERAZIONE:
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Dalla stagione 2005/2006 la federazione italiana di rugby ha introdotto una regola che, probabilmente violando i principi fondamentali della costituzione italiana, limita pesantemente lo svolgimento dell’attività agonistica o professionale ai cittadini italiani o comunitari che provengono da una federazione straniera. Questa regola distingue ai fine del regolamento (circolare informativa scaricabile da http://www.federugby.it/file/27766.pdf) tra:
1) GIOCATORI DI FORMAZIONE ITALIANA: giocatori di cittadinanza italiana o straniera che non siano provenienti da federazione straniera e che siano stati tesserati e che abbiano svolto l’attività sportiva in Italia, per almeno due stagioni sportive, nei settori propaganda e/o juniores di società italiane.
2) GIOCATORI DI FORMAZIONE NON ITALIANA: chi non rientra nella definizione di sopra.
La federazione NON LIMITA IL TESSERAMENTO dei cittadini italiani o comunitari di formazione non italiana, ma LIMITA IL LORO UTILIZZO IN LISTA GARA secondo la seguente tabella:
Serie Eccellenza: minimo 12 (dodici) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Serie A: minimo 17 (diciassette) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Serie B e C minimo 20 (venti) giocatori di formazione italiana su 22 (ventidue).
Per cui gli allenatori al momento di fare la lista gara NON POSSONO SCEGLIERE I MIGLIORI ATLETI IN ASSOLUTO, ma devono scegliere PRIMA I MIGLIORI GIOCATORI DI FORMAZIONE ITALIANA per completare il minimo richiesto dal regolamento per poi poter completare la lista con i migliori atleti che sono rimasti (compressi a questo punto anche quelli di formazione non italiana).
Se io invece volesse giocare calcio sarei italiano, se volesse giocare pallavolo sarei italiano, se andasse a giocare rugby all’estero sarei italiano!!!.
CONTROSENSI:
> il rugby dovrebbe essere uno sport che non fa distinzioni, dove può giocare l’alto, il basso, il veloce, il lento, ecc.
> la bandiera del rugby italiano in passato è stato Diego Dominguez (italo-argentino) e nel presente Sergio Parisse (italo-argentino).
> la regola ha il fine di promuovere l’utilizzo di giocatori che si sono formati nei vivai italiani nell’attività seniores, ma l’unico modo che ha un atleta per migliorarsi se stesso è quello di dover concorrere per un posto in lista gara con giocatori più forti e di più esperienza. Sicuramente non si migliora se qualcuno leva di mezzo i concorrenti più forti. O per caso Valentino Rossi sarebbe stato così forte nel 2008 se nel 2007 non sarebbe comparso un certo Stoner?, per citare un esempio in un altro sport più difuso.
> non ostante la regola la nazionale italiana continua ad utilizzare tanti giocatori di formazione estera.
> ci sono tanti giocatori di formazione non italiana che militano nelle società di serie C-B-A che si occupano di avvicinare a questo sport e di formare tanti ragazzi. Se queste persono non ci sono più, quale sarà il futuro del rugby italiano?
PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE CHE VIOLA LA FEDERAZIONE:
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.