Terremoto L'Aquila/Ringraziamenti territoriale5
Inviato: 28 mag 2009, 18:31
Cari amici,
Vi scrivo questa lettera per ringraziare i ragazzi della territoriale 5 per la loro generosità. Scusate se vi esprimo la mia gratitudine solo ora, ma le ultime settimane sono state davvero convulse e di tempo per mettersi davanti al computer ce n’è stato veramente poco. Mi chiamo Francesco Di Pietro, anche se molti mi chiamano Toffolo, e gioco a rugby da ormai 26 anni (troppi, secondo alcuni tifosi del Paganica Rugby che durante ogni derby mi consigliano “gentilmente” di smettere…). Mi sono formato nel CUS L’Aquila ed ho successivamente vestito le maglie della Gransasso Rugby e dell’Amatori Tradate Rugby per poi tornare a giocare con la Gransasso nella quale attualmente milito. Fino al 6 aprile la mia vita correva su binari certi: mia moglie Elena, mio figlio Rocco in attesa di vedere la luce di lì a poco, i miei genitori, i tanti amici, la mia città e il rugby. Poi c’è stata la scossa che si è portata via amici, ricordi e luoghi di una vita.
Quando alcuni miei ex compagni dell’Amatori Tradate Rugby mi hanno contattato chiedendomi di cosa avessimo bisogno non avevo idea di cosa fosse più utile, l’unica cosa che mi era chiara era la sensazione di avere amici vicini come prima di un ingaggio in mischia chiusa. Da Villa Sant’Angelo, comune nel quale la nostra squadra ha il piacere di giocare e che ha pagato un pesantissimo tributo di vite, ci avevano chiesto delle tute da ginnastica, ottime sia per dormire nelle brandine delle tendopoli quando la temperatura sfiora lo zero che per avere un minimo di confort quando le temperature salgono. Mai avrei immaginato di ricevere tutto il materiale che avete spedito!
Attualmente il materiale è stato consegnato nei campi di Villa sant’Angelo, Pianola, Terranera, Paganica e nel campo allestito nel parcheggio dell’Ex_Italtel. Alcune tute sono state consegnate a sfollati sulla costa che avevano avuto difficoltà a recuperare i propri vestiti.
Penso che qualcuno vedrà alleviate un po’ di sofferenze grazie al conforto delle vostre donazioni e che, quando le passerelle dei vari notabili della scena nazionale ed internazionale saranno terminate e resteremo con mille interrogativi e poche risposte, il segno tangibile della vostra solidarietà ci aiuterà ad avere ancora fiducia.
La percezione di spaesamento dopo un trauma del genere è indicibile. Tralascio di parlare di quanti se ne sono andati, è ancora troppo presente la sensazione di incredulità che non potrei trovare le parole adatte per parlarvi di Riccardo, anche lui un giocatore, o di altri che non ce l’hanno fatta. Con il tempo mi auguro che elaboreremo i lutti e che riusciremo a comunicare quanto abbiamo sentito sulla nostra pelle. Mi sento, però, in grado di parlarvi di cose più frivole, di quelle situazioni che spesso viviamo senza apprezzare appieno ma che ci rendono l’esistenza più coinvolgente. Spesso, quando non ho il cervello impegnato a pensare a mio figlio (a proposito, è veramente “‘nu bejju quatranu” come si dice da noi e, pur essendo per forza di cose nato all’ospedale di Viterbo, spero possa diventare un buon giocatore di qualche squadra aquilana) o ad imprecare pensando ai morti o ai crolli o ai punti interrogativi sulla ricostruzione penso ad un pallone. L’anno scorso si è giocato il primo derby tra Gransasso e Paganica ed il pallone è stato firmato dai giocatori e custodito come una reliquia nella birreria che noi giocatori frequentiamo con più assiduità. Questo locale del centro storico aveva la particolarità di essere gestito da due fratelli: il primo è un trequarti ala del Gransasso in prestito al Tornimparte ed il secondo è un seconda linea del Paganica. Non so se il pallone sia stato recuperato, ho troppo pudore a parlare di una cosa così frivola in mezzo ai disastri attuali. Vorrei solo consigliarvi di cercare di fissare tutti i momenti per i quali vale la pena vivere, su un campo da rugby come fuori, perché, quando un disastro ve li toglie da sotto gli occhi, vi sembrerà di aver perso una parte di voi, della vostra storia.
Un abbraccio (o un placcaggio, scegliete voi)
http://territoriale5.wordpress.com/abruzzo/
Vi scrivo questa lettera per ringraziare i ragazzi della territoriale 5 per la loro generosità. Scusate se vi esprimo la mia gratitudine solo ora, ma le ultime settimane sono state davvero convulse e di tempo per mettersi davanti al computer ce n’è stato veramente poco. Mi chiamo Francesco Di Pietro, anche se molti mi chiamano Toffolo, e gioco a rugby da ormai 26 anni (troppi, secondo alcuni tifosi del Paganica Rugby che durante ogni derby mi consigliano “gentilmente” di smettere…). Mi sono formato nel CUS L’Aquila ed ho successivamente vestito le maglie della Gransasso Rugby e dell’Amatori Tradate Rugby per poi tornare a giocare con la Gransasso nella quale attualmente milito. Fino al 6 aprile la mia vita correva su binari certi: mia moglie Elena, mio figlio Rocco in attesa di vedere la luce di lì a poco, i miei genitori, i tanti amici, la mia città e il rugby. Poi c’è stata la scossa che si è portata via amici, ricordi e luoghi di una vita.
Quando alcuni miei ex compagni dell’Amatori Tradate Rugby mi hanno contattato chiedendomi di cosa avessimo bisogno non avevo idea di cosa fosse più utile, l’unica cosa che mi era chiara era la sensazione di avere amici vicini come prima di un ingaggio in mischia chiusa. Da Villa Sant’Angelo, comune nel quale la nostra squadra ha il piacere di giocare e che ha pagato un pesantissimo tributo di vite, ci avevano chiesto delle tute da ginnastica, ottime sia per dormire nelle brandine delle tendopoli quando la temperatura sfiora lo zero che per avere un minimo di confort quando le temperature salgono. Mai avrei immaginato di ricevere tutto il materiale che avete spedito!
Attualmente il materiale è stato consegnato nei campi di Villa sant’Angelo, Pianola, Terranera, Paganica e nel campo allestito nel parcheggio dell’Ex_Italtel. Alcune tute sono state consegnate a sfollati sulla costa che avevano avuto difficoltà a recuperare i propri vestiti.
Penso che qualcuno vedrà alleviate un po’ di sofferenze grazie al conforto delle vostre donazioni e che, quando le passerelle dei vari notabili della scena nazionale ed internazionale saranno terminate e resteremo con mille interrogativi e poche risposte, il segno tangibile della vostra solidarietà ci aiuterà ad avere ancora fiducia.
La percezione di spaesamento dopo un trauma del genere è indicibile. Tralascio di parlare di quanti se ne sono andati, è ancora troppo presente la sensazione di incredulità che non potrei trovare le parole adatte per parlarvi di Riccardo, anche lui un giocatore, o di altri che non ce l’hanno fatta. Con il tempo mi auguro che elaboreremo i lutti e che riusciremo a comunicare quanto abbiamo sentito sulla nostra pelle. Mi sento, però, in grado di parlarvi di cose più frivole, di quelle situazioni che spesso viviamo senza apprezzare appieno ma che ci rendono l’esistenza più coinvolgente. Spesso, quando non ho il cervello impegnato a pensare a mio figlio (a proposito, è veramente “‘nu bejju quatranu” come si dice da noi e, pur essendo per forza di cose nato all’ospedale di Viterbo, spero possa diventare un buon giocatore di qualche squadra aquilana) o ad imprecare pensando ai morti o ai crolli o ai punti interrogativi sulla ricostruzione penso ad un pallone. L’anno scorso si è giocato il primo derby tra Gransasso e Paganica ed il pallone è stato firmato dai giocatori e custodito come una reliquia nella birreria che noi giocatori frequentiamo con più assiduità. Questo locale del centro storico aveva la particolarità di essere gestito da due fratelli: il primo è un trequarti ala del Gransasso in prestito al Tornimparte ed il secondo è un seconda linea del Paganica. Non so se il pallone sia stato recuperato, ho troppo pudore a parlare di una cosa così frivola in mezzo ai disastri attuali. Vorrei solo consigliarvi di cercare di fissare tutti i momenti per i quali vale la pena vivere, su un campo da rugby come fuori, perché, quando un disastro ve li toglie da sotto gli occhi, vi sembrerà di aver perso una parte di voi, della vostra storia.
Un abbraccio (o un placcaggio, scegliete voi)
http://territoriale5.wordpress.com/abruzzo/