Accademie dei club : Petrarca continua
Inviato: 17 lug 2009, 0:29
Articolo del "GAZZETTINO" di qualche giorno fa...
La Fir taglia i contributi alle società per concentrarsi sulle 4 strutture federali, ma il Petrarca non lascia la formazione di alto livello
Accademie nei club, Padova continua da sola
Lorello: «Due titoli italiani, la crescita individuale e il 100% di rendimento scolastico dicono che si può fare bene anche qui»
La vocazione giovanile del Petrarca Padova non si ferma davanti ai tagli della Fir. Cento anni di storia dell’Antonianum e di risultati non solo sportivi (scudetti e giocatori azzurri, ma anche laureati e uomini della società civile) valgono bene la riduzione di un contributo. Così il Petrarca Junior ha deciso. La federazione dopo sole due stagioni non finanzia più il progetto delle 9 Accademie giovanili nei club, perchè si concentra solo sulle 4 direttamente gestite? Si continua da soli. Perchè il progetto è valido. Perchè dopo aver seminato è uno spreco non raccogliere. Perchè come ogni Paese rugbisticamente evoluto la formazione di alto livello non passa solo dall’organo centrale, ma dai club che l’hanno sempre fatta. Perchè una tradizione secolare non si butta nel cestino.
«Tanto crediamo nel progetto Accademie giovanili nei club per formare i migliori talenti che reitereremo l’esperienza - conferma il presidente del Petrarca Junior Giacomo Lorello - Non so a Parma, Benevento, Rovigo, Calvisano e nelle altre città cosa faranno. Noi andremo avanti con le nostre forze. Cercando di reperire i fondi necessari da realtà produttive, istituzioni o privati che cercheremo di sensibilizzare intorno a un’operazione di formazione umana e sportiva in cui crediamo e le cui modalità operative saranno le stesse del progetto originale della Fir. L’anno scorso ci è costato circa centomila euro, coperti per due terzi dai contributi federali. Quest’anno vedremo dove trovare i soldi».
Non c’è polemica nella parole di Lorello. Non ci sarà concorrenza con la nascente Accademia di Mogliano (28 ragazzi su 31 contattati hanno aderito). Solo convinzione nel portare avanti un modello educativo-formativo in cui si crede. Una ventina di giovani promesse del rugby italiano, provenienti anche da fuori Padova, continueranno alla Guizza un percorso che la scorsa stagione ha portato alla conquista di due titoli nazionali (under 17 e 19). Si tratta di un programma di lavoro in campo e palestra di 14 ore settimanali, da settembre a giugno. L’attività è coordinata e monitorata dal responsabile tecnico della struttura, con uno staff composto da due allenatori specialisti, un preparatore atletico, un medico nutrizionista e un fisioterapista. Si dà risalto inoltre all’attività di studio assistito pomeridiano mettendo a disposizione degli atleti-studenti un corpo di insegnanti specializzati nelle varie aree disciplinari (programma giornaliero di tre ore). Pochi giovani si affermeranno infatti sul campo, diventando professionisti del rugby, ma tutti dalla Guizza usciranno con gli strumenti culturali necessari per affermarsi nella vita.
«Per l’anno scolastico 2008/09 - continua orgoglioso Lorello - sul fronte dello studio la percentuale delle promozioni ottenuta dagli atleti inseriti nell’elenco di interesse federale è stata del 100%, con pochi casi di debiti formativi. Anche sul fronte sportivo i risultati sono stati buoni: i due titoli e una corposa serie di miglioramenti individuali (tutti documentati) sul piano fisico-atletico, tecnico-esecutivo dell’abilità gestuale e tattico-strategico della lettura dei match lo stanno a dimostrare». Dalla Guizza insomma usciranno sia buoni giocatori che uomini. Come insegnava Memo Geremia, nume tutelare del Petrarca. Perchè questa missione non deve continuare?
Ivan Malfatto