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Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 15:35
da GiorgioXT
Sull'ultimo numero di "Rugby Club" c'è un bell articolo sui giovani, le accademie e le nazionali (titolo eloquente "debito formativo")
con vari interventi, riporto un pezzo che mi pare particolarmente interessante, (ma tutto l'articolo è valido e non ne ho visti di altri così approfonditi)
In competizione.
La scelta di intervenire in prima persona da parte della FIR, istituendo le accademie di zona , riduce di fatto
la collaborazione con le società. E questo non ha aiutato ad instaurare un clima di fiducia. Curiosamente era stato lo
stesso petrarca a proporsi per ospitare il centro destinato al bacino del nordest, ma non è stato preso in considerazione.
"Storicamente in Italia il compito della formazione è sempre stato delegato ai club" ricorda Giorgio Sbrocco, responsabile del settorgiovanile Petrarchino. "Non vorrei che con le accademie di zona si facesse passare l'idea di una riconosciuta incapacità dei club
a fare formazione. Questa è l'impressione. Spero non sia così, anche perchè è impensabile trasformare i club in centri per il mero
reclutamento" . L'obiettivo del settore tecnico federale, d'altra parte "è quello di far giocare i migliori con i migliori" spiega per contro Ascione
"non ci sono altre possibilità se vogliamo aumentare il numero di giocatori pronti per l'alto livello. Per questo abbiamo affidato le accademie a
tecnici di indiscusso valore; in ogni caso saranno strutture aperte ai contributi di chi vorrà collaborare Intanto , però , in Veneto si assiste ad una coabitazione per non parlare di una vera e propria competizione, la società padovana infatti sta continuando l'esperienza dell'accademia anche senza l'appoggio economico federale, dopo aver cambiato la denominazione in "scuola di rugby Petrarca"
E la tecnica ?
Quando poi si passa al piano tecnico le contrapposizioni si fanno ancor più marcate . "Come si fa ad applicare certi criteri quando a quest'età la maturazione fisica può avvenire con tempi diversi? si domanda Lorello (pres. petrarca junior), che senso ha escludere un ragazzo dotato tecnicamente solo perchè non rientra ancora in certi parametri? per Grespan (resp. benetton junior)sono i parametri ad essere sbagliati -"Pensate a un giocatore come Brendan Williams: probabilmente secondo questi criteri non avrebbe nemmeno giocato a rugby. Oppure guardiamo all'australia, due giocatori come george smith e phil waugh in Italia non sarebbero potuti emergere. possiamo permetterci una cosa del genere?". Il coordinatore federale Ascione, tuttavia, li dà per acquisiti "ci sono dei parametri fisici che a livello internazionale sono ormai la norma, come ad esempio l'altezza per una seconda linea. Ma non basta, il rugby è un gioco che diventa sempre più veloce, per questo il parametro della velocità per noi è fondamentale, per questo guardiamo anche la potenzialità muscolare" E sulla questione di quei giocatori che brillano per tecnica e meno per fisicità, aggiunge : "Quante volte vediamo giocare un ragazzo e diciamo "Ma quello lì è un talento" poi andiamo a vedere i test fisici e ci accorgiamo che stiamo perdendo tempo, vi assicuro che è una delusione"
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 16:23
da bogi
GiorgioXT ha scritto:Sull'ultimo numero di "Rugby Club" c'è un bell articolo sui giovani, le accademie e le nazionali (titolo eloquente "debito formativo")
con vari interventi, riporto un pezzo che mi pare particolarmente interessante, (ma tutto l'articolo è valido e non ne ho visti di altri così approfonditi)
In competizione.
La scelta di intervenire in prima persona da parte della FIR, istituendo le accademie di zona , riduce di fatto
la collaborazione con le società. E questo non ha aiutato ad instaurare un clima di fiducia. Curiosamente era stato lo
stesso petrarca a proporsi per ospitare il centro destinato al bacino del nordest, ma non è stato preso in considerazione.
"Storicamente in Italia il compito della formazione è sempre stato delegato ai club" ricorda Giorgio Sbrocco, responsabile del settorgiovanile Petrarchino. "Non vorrei che con le accademie di zona si facesse passare l'idea di una riconosciuta incapacità dei club
a fare formazione. Questa è l'impressione. Spero non sia così, anche perchè è impensabile trasformare i club in centri per il mero
reclutamento" . L'obiettivo del settore tecnico federale, d'altra parte "è quello di far giocare i migliori con i migliori" spiega per contro Ascione
"non ci sono altre possibilità se vogliamo aumentare il numero di giocatori pronti per l'alto livello. Per questo abbiamo affidato le accademie a
tecnici di indiscusso valore; in ogni caso saranno strutture aperte ai contributi di chi vorrà collaborare Intanto , però , in Veneto si assiste ad una coabitazione per non parlare di una vera e propria competizione, la società padovana infatti sta continuando l'esperienza dell'accademia anche senza l'appoggio economico federale, dopo aver cambiato la denominazione in "scuola di rugby Petrarca"
E la tecnica ?
Quando poi si passa al piano tecnico le contrapposizioni si fanno ancor più marcate . "Come si fa ad applicare certi criteri quando a quest'età la maturazione fisica può avvenire con tempi diversi? si domanda Lorello (pres. petrarca junior), che senso ha escludere un ragazzo dotato tecnicamente solo perchè non rientra ancora in certi parametri? per Grespan (resp. benetton junior)sono i parametri ad essere sbagliati -"Pensate a un giocatore come Brendan Williams: probabilmente secondo questi criteri non avrebbe nemmeno giocato a rugby. Oppure guardiamo all'australia, due giocatori come george smith e phil waugh in Italia non sarebbero potuti emergere. possiamo permetterci una cosa del genere?". Il coordinatore federale Ascione, tuttavia, li dà per acquisiti "ci sono dei parametri fisici che a livello internazionale sono ormai la norma, come ad esempio l'altezza per una seconda linea. Ma non basta, il rugby è un gioco che diventa sempre più veloce, per questo il parametro della velocità per noi è fondamentale, per questo guardiamo anche la potenzialità muscolare" E sulla questione di quei giocatori che brillano per tecnica e meno per fisicità, aggiunge : "Quante volte vediamo giocare un ragazzo e diciamo "Ma quello lì è un talento" poi andiamo a vedere i test fisici e ci accorgiamo che stiamo perdendo tempo, vi assicuro che è una delusione"
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 16:28
da bogi
GiorgioXT ha scritto:Sull'ultimo numero di "Rugby Club" c'è un bell articolo sui giovani, le accademie e le nazionali (titolo eloquente "debito formativo")
con vari interventi, riporto un pezzo che mi pare particolarmente interessante, (ma tutto l'articolo è valido e non ne ho visti di altri così approfonditi)
In competizione.
La scelta di intervenire in prima persona da parte della FIR, ......................................... E sulla questione di quei giocatori che brillano per tecnica e meno per fisicità, aggiunge : "Quante volte vediamo giocare un ragazzo e diciamo "Ma quello lì è un talento" poi andiamo a vedere i test fisici e ci accorgiamo che stiamo perdendo tempo, vi assicuro che è una delusione"
Trovo scarsamente condivisibile questa affermazione secondo la quale talento tecnica e classe innata sarebbero allenabili mentre il fisico non lo sarebbe (fatte salve naturalmente le oggettive misure antropometriche di ogni individuo).
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 17:01
da stefanot
E' un bel problema se i club vedono le accademie federali come un nemico. Lo scopo dell'accademia è quello di lavorare su giovani sopra la media GIA' FORMATI per prepararli al meglio al professionismo.
Non è una competizione accademia-club: i club sono sempre indispensabili per il reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20. Certo la Federazione non può mettersi a fare accademie zonali sotto l'under 17, non avrebbe senso.
Accademia e club sono 2 strade per la formazione dei giovani al rugby professionistico che devono essere complementari! Ciò non vuol dire che i professionisti escono solo dall'accademia federale, ma in maggior parte sì, l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno.
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 18:04
da bogi
stefanot ha scritto:E' un bel problema se i club vedono le accademie federali come un nemico. Lo scopo dell'accademia è quello di lavorare su giovani sopra la media GIA' FORMATI per prepararli al meglio al professionismo.
Non è una competizione accademia-club: i club sono sempre indispensabili per il reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20. Certo la Federazione non può mettersi a fare accademie zonali sotto l'under 17, non avrebbe senso.
Accademia e club sono 2 strade per la formazione dei giovani al rugby professionistico che devono essere complementari! Ciò non vuol dire che i professionisti escono solo dall'accademia federale, ma in maggior parte sì, l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno.
Scusami, ma questo ruolo di "reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20", chi l'ha deciso e quando ?
Mi sfugge un passaggio.
E' frutto di una qualche riunione ? Cioè, i Club e la federazione si sono messi attorno ad un tavolo ed è stato deciso di comune accordo ciò ?
E' stato assegnato il monopolio alla federazione del rugby professionistico e di alto livello per effetto di un referendum ?
Sinceramente non capisco mai se nei tuoi intermenti scherzi o parli sul serio.
Sei veramente convinto che l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno ?
Sei veramente convinto per conoscenza diretta della materia della quale parli che ciò corrisponda a verità ?
Qualche volta un "secondo me" oppure "personalmente mi sembra" sarebbero molto opportuni.
Te lo dico sinceramente senza stizza, ma solo per amor discussione.
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 19:05
da kkarli
GiorgioXT ha scritto:Il coordinatore federale Ascione, tuttavia, li dà per acquisiti "ci sono dei parametri fisici che a livello internazionale sono ormai la norma,
Quali sono questi parametri? La "norma" è un concetto statistico. Quali sono i test statistici messi in atto, quali gli studi internazionali ai quali Ascione, e dunque la FIR, fanno riferimento per "normare", dunque parametrare, dunque scartare il grano dal loglio?
E cosa accade se un sedicenne è "fuori parametro" perché non ha ancora raggiunto il pieno sviluppo, e per questo resta escluso dalla formazione di alto livello, accumulando un ritardo tecnico? "What if", due anni dopo e adulti entrambi, questo giocatore avrebbe potuto sviluppare efficacia maggiore di quello "cresciuto in fretta?
Questo è ragionare senza senso. Logico prima, rugbistico poi.
GiorgioXT ha scritto:come ad esempio l'altezza per una seconda linea.
Nonsense... Utter nonsense. Questo non è un parametro: è una barriera d'ingresso per un ruolo specializzato. Se so che Tizio diventerà 2 metri (e posso saperlo anche se a 16 anni è 1,80 ma senza pelo) lo alleno da seconda... "Parli delle cose che non sai, zin zin zin..."
GiorgioXT ha scritto:Ma non basta, il rugby è un gioco che diventa sempre più veloce, per questo il parametro della velocità per noi è fondamentale, per questo guardiamo anche la potenzialità muscolare"
Veloce "fast" o veloce "quick"? Il rugby è
faster oggi, non
quicker. La velocità
fast la alleno, la quickness è una parametro (questo è un parametro!) neuromuscolare (che si misura anche con degli elettrodi...): scommettiamo cosa misurano ai test di ingresso? A voi la risposta...
GiorgioXT ha scritto: E sulla questione di quei giocatori che brillano per tecnica e meno per fisicità, aggiunge : "Quante volte vediamo giocare un ragazzo e diciamo "Ma quello lì è un talento" poi andiamo a vedere i test fisici e ci accorgiamo che stiamo perdendo tempo, vi assicuro che è una delusione"
Ho l'impressione che il tempo lo stiamo perdendo noi a commentare certe enormità. Se trovo un talento tecnico, lo porterò dentro al parametro! Non sarà mai nella parte destra della curva gaussiana della prestazione (ammesso che Ascione sappia cosa sia) ma una volta che è oltre il quinto percentile a sinistra, è
fit, e più a destra lo metto, più mi farà vincere.
Ascione Ascione... "Parli delle cose che non sai, zin zin zin..."
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 19:25
da AINDA
ASCIONE

un nome una garanzia......................NO FUTURE
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 20:40
da Gioann_Bagoss
kkarli ha scritto:
...E cosa accade se un sedicenne è "fuori parametro" perché non ha ancora raggiunto il pieno sviluppo...
...Shane Williams (1 metro e settanta per 80 Kg)
continuerebbe a fare il raccattapalle...
kkarli ha scritto:
Non sarà mai nella parte destra della curva gaussiana della prestazione (ammesso che Ascione sappia cosa sia)...
Il fratello meno strabico di Poggiolini?
A proposito, la curva di Gauss è proprio nel mezzo.
Però, dài, kkarli, non puoi negare che con tale
stratega sulla tolda della corazzatina FIR si profili
una velocità di crociera alla Arbore ("Indietro tutta").
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 20:58
da grubber
Gioann_Bagoss ha scritto:kkarli ha scritto:
...E cosa accade se un sedicenne è "fuori parametro" perché non ha ancora raggiunto il pieno sviluppo...
...Shane Williams (1 metro e settanta per 80 Kg)
continuerebbe a fare il raccattapalle...
Sbagliato. Shane Williams era già 1,70 x 80 kg quando aveva 8 anni. Una volta entrato in nazionale a quell'età non ne è più uscito
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 23:12
da Ale_86
Ancora con questi parametri. Mamma mia...
Ringraziamo il buon senso pertarchino
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 14 ott 2009, 23:14
da grubber
Ale_86 ha scritto:Ancora con questi parametri. Mamma mia...
Ringraziamo il buon senso pertarchino
Io lo ricordo e lo ringrazio tutte le mattine nelle mie preghiere quotidiane
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 15 ott 2009, 8:51
da stefanot
bogi ha scritto:stefanot ha scritto:E' un bel problema se i club vedono le accademie federali come un nemico. Lo scopo dell'accademia è quello di lavorare su giovani sopra la media GIA' FORMATI per prepararli al meglio al professionismo.
Non è una competizione accademia-club: i club sono sempre indispensabili per il reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20. Certo la Federazione non può mettersi a fare accademie zonali sotto l'under 17, non avrebbe senso.
Accademia e club sono 2 strade per la formazione dei giovani al rugby professionistico che devono essere complementari! Ciò non vuol dire che i professionisti escono solo dall'accademia federale, ma in maggior parte sì, l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno.
Scusami, ma questo ruolo di "reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20", chi l'ha deciso e quando ?
Mi sfugge un passaggio.
E' frutto di una qualche riunione ? Cioè, i Club e la federazione si sono messi attorno ad un tavolo ed è stato deciso di comune accordo ciò ?
E' stato assegnato il monopolio alla federazione del rugby professionistico e di alto livello per effetto di un referendum ?
Sinceramente non capisco mai se nei tuoi intermenti scherzi o parli sul serio.
Sei veramente convinto che l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno ?
Sei veramente convinto per conoscenza diretta della materia della quale parli che ciò corrisponda a verità ?
Qualche volta un "secondo me" oppure "personalmente mi sembra" sarebbero molto opportuni.
Te lo dico sinceramente senza stizza, ma solo per amor discussione.
Vuol dire che non hai letto bene quello che ho scritto o hai interpretato male: mai detto che il ruolo di "reclutamento e per la formazione a livello di tutte le under fino alla 20" sia stato scelto da qualcuno, semplicemente che le società sportive hanno nel loro settore giovanile giovani che partono dalla under 8 fino alla under 20, magari non tutte le società, magari non tutte le under, ma sono solo i club ad avere tutta la filiera giovanile e certo la federazione non può aprire centri nazionali o regionali per under 8!
Poi ho detto che "Accademia e club sono 2 strade per la formazione dei giovani al rugby professionistico che devono essere complementari", mai detto che "E' stato assegnato il monopolio alla federazione del rugby professionistico e di alto livello per effetto di un referendum".
Infine a domande come "Sei veramente convinto che l'accademia lavora dove i club da soli non possono fornendo staff, strutture, risorse ecc che i club non hanno ?" e "Sei veramente convinto per conoscenza diretta della materia della quale parli che ciò corrisponda a verità ?" rispondo che non posso parlare del livello tecnico perchè non sono un tecnico o un preparatore, però mi pare innegabile che la Federazione in questi ultimi 3 anni abbia speso fior di milioni per aprire centri specializzati come accademie federali, che vi abbia inserito staff altamente qualificato, con visite dello staff della nazionale, di tecnici internazionali. Inoltre stanzia finanziamenti per chi ingaggia i migliori prospetti under 20 (sia che facciano parte dell'accademia sia no), organizza tour internazionali ecc
Non mi risulta che i club abbiano risorse o le possibilità per fare questo a livello giovanile, ma se hai qualcuno ha dati che negano ciò, sarei ben contento di cambiare la mia opinione!
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 15 ott 2009, 10:55
da pinturicchio
La visione di Giorgio tx è a mio avviso influenzata dalla ottima scuola di rugby giovanile che ha il petrarca. Se tutto il territorio italiano fosse pieno di petrarca rugby non ci sarebbe bisogno di accademie.
Ma la realta qui da Roma in giù è molto diversa, alcuni club hanno ottimi allenatori ma la maggior parte di club fatica a stare al passo.
Anche le difficoltà logistiche anno la loro importanza a Roma spostarsi solo per 40 km con i mezzi può costare in termini di tempo anche 3 ore.
Ecco che dunque le accademie intervengono come bacino di raccolta e di formazione sul territorio in aiuto dei ragazzi che nei club non possono trovare la formazione completa.
Non credo poi che le accademie sono completamente staccate dal territorio qui sono programmati allenamenti congiunti tra squadre di club U18 e l'Accademia U18.
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 15 ott 2009, 11:53
da luqa
Affermazioni corrette quelle di Pinturicchio sulle difficoltà di formazione in alcune aree.
Ci sarebbero però da marcare alcuni punti:
1- laddove i vari club non hanno sufficiente preparazione individuale, ed esistono club maggiori, forse è il caso di attivare delle collaborazioni con il locale comitato provinciale o regionale per delle sessioni di addestramento cllettivo, proprio sfruttando le pause dei campionati el'attività delle selezioni di zona.
2- le accademie federali dovrebbero evitare di caratterizzarsi come "sine qua non" per l'ammmissione alle selezioni, e come "sancta sanctorum" del rugby ovvero escludere dal processo di miglioramento tecnico e dell'accesso ai massimi livelli di rugby chi in accademia non ci può andare o chi non ci è stato invitato per limiti numerici.
In quanto ai parametri fisici, una considerazione: ma visto che il rugby a 7 è stato ammesso alle Olimpiadi e ritengo che la relativa attività diventerà più importante, siamo sicuri che i parametri "fisici" debbano rimanere e soprattutto debbano rimanere "questi"?
Re: Giovani , accademie e Nazionali under
Inviato: 15 ott 2009, 16:49
da GiorgioXT
Meglio chiarire : Io ho SOLO riportato un articolo della rivista Rugby Club con interventi di Lorello, Grespan ,Ascione. Non ho aggiunto alcuna mia opinione o parere.
La mia opinione è semplice comunque : non ci possiamo permettere un lusso come quello di selezionare per parametri fisici e basta. (l'intervento di Ascione è molto chiaro : Shane Williams dell'Aquila o Matt Giteau di Prato se non rispetti i parametri fisici sei fuori).
non con la base di praticanti attuali (e tantomeno con quella futura) e non con la presenza di altri sport molto più famosi e diffusi che drenano i potenziali rugbysti.