In cosa c'è da essere contenti e dove c'è da lavorare di più
Inviato: 30 nov 2009, 17:03
1) Disfattismo esagerato dopo la partita con Samoa: dico questo per un sillogismo molto semplice: se aver battuto Samoa non cambia in meglio la ns distanza nei confronti delle prime 8, è pur vero però che tra le negatività di quest'ultimo periodo i "disfattisti" hanno sempre messo anche il fatto che samoani e figiani ci avevano risorpassato nel ranking.
Allora, Samoa la tiravate in ballo quando ci stava davanti e ora che l'abbiamo asfaltata, nel risultato e nel gioco (non mi ricordo che siano mai entrati nei nostri 22 con l'ovale in mano in tutta la gara) non conta più ?????
Io sono convinto che se giocassimo (ora, tra un anno, tra due) un Tri-Natons noi, Fiji e Samoa lo vinceremmo per dispersione...
2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
3) Vado controcorrente: a me piacciono i progressi dei trequarti negli ultimi anni; basta cominciare a giocarci ed avere più fiducia, nessun avversario (a parte Habana e pochi altri) ha tre gambe o 4 braccia....
4) Ri-vado controcorrente: a me Mallett non dispiace; ossia a volte fa cappellate e cmq non è il toccasana che attendiamo da una vita (almeno dai tempi di Coste...)ma è in linea con i suoi predecessori.
Cosa non va realmente.
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
6) La nostra mischia è forte, ok; eppure mi appare evidente un grosso limite, che non ho capito se dipende di più dalla cattiva organizzazione o dalla esasperata fiducia che abbiamo nel pack (rispetto ai trequarti).
Il limite è questo: troppe energie spese e troppe rinunce ad alternative rispetto alla "caciotta" che portiamo a casa: perciò troppe persone a ripulire il pallone (ma se ce ne mettiamo di meno ce lo soffiano); troppo tempo per far uscire la palla (che paghi a caro prezzo quando gli avversari sono assorbiti e ci sarebbe il tempo e lo spazio per un attacco "serio"); mini-unit che perdono terreno anzichè guadagnarlo, troppe infrazioni, scarsissima capacità di ball-handling di tutta la mischia (escluso Parisse ma compresi Castro e Zanni....); senza contare che la touche è lacunosa.
7) Linee di corsa e capacità di fare il sostegno rappresentano un altro nostro grande problema; problema che hanno sia i trequarti che gli uomini di mischia e che tra l'altro crea una miscela esplosiva unendosi allo scarso ball-handling: se chi ha la palla la tratta male e chi riceve non si sa proporre come dovrebbe, è difficile pensare di fare meta.
Forse dovremo prendere un luminare del rugby non per metterlo ad allenare la nazionale A ma per metterlo a capo degli allenatori di rugby italiani....
A proposito, per i puristi: avete visto come ha passato la palla Habana in ocasione delle due mete contro di noi ?
In questo senso, tra i nostri, solo Parisse sta "studiando" in questa via di eclettismo e innovazione: gli altri sono rimasti alle capocciate....
Allora, Samoa la tiravate in ballo quando ci stava davanti e ora che l'abbiamo asfaltata, nel risultato e nel gioco (non mi ricordo che siano mai entrati nei nostri 22 con l'ovale in mano in tutta la gara) non conta più ?????
Io sono convinto che se giocassimo (ora, tra un anno, tra due) un Tri-Natons noi, Fiji e Samoa lo vinceremmo per dispersione...
2) Meta tecnica e cartellino rosso: indiscutibili.
Chiaro che contro la Cattolica o contro la Nuova Zelanda del Presidentissimo Ultras non ce li avrebbero dati, questo è certo.
3) Vado controcorrente: a me piacciono i progressi dei trequarti negli ultimi anni; basta cominciare a giocarci ed avere più fiducia, nessun avversario (a parte Habana e pochi altri) ha tre gambe o 4 braccia....
4) Ri-vado controcorrente: a me Mallett non dispiace; ossia a volte fa cappellate e cmq non è il toccasana che attendiamo da una vita (almeno dai tempi di Coste...)ma è in linea con i suoi predecessori.
Cosa non va realmente.
5) Siamo imbarazzanti nel gioco al piede; ma imbarazzanti in un modo che npn ho riscontarto in nessuno dei vostri commenti; e per gioco al piede intendo tutto ciò che ha a che fare con l'ovale colpito con il piede da un qualsiasi azzurro in qualsiasi fase della gara.
A parte i piazzati e le trasformazioni, per i quali servirebbe la perizia di uno psicologo, visto che se un calciatore di qualsiasi squadra di Serie C toccasse il palo su una trasformazione in mezzo ai pali (vedi meta Garcia) o sbagliasse i piazzati sbagliati da Mc Lean, sarebbe lapidato dai compagni in sala mensa....
Ma il vero problema sono i calci in genere: su quelli liberi guadagniamo di media 7/8 metri in meno di qualsiasi avversario; il ping pong tattico prolungato si conclude sempre con una situazione peggiorativa (per l'Italia) rispetto a quella in cui lo stesso era cominciato.
Ma la ciliegina la tocchiamo con gli up&under: vi invito a notare la differenza di pressione che ricevono i nsotri sugli u&u avversari rispetto a quella che mettiamo noi agli altri: non arriviamo mai (e dico mai) a contendere un ovale all'avversario chiamato in causa da un nostro u&u (o da una nostra rimessa dai "22"): e se una parte di colpa (diciamo il 15%) è anche della lentezza dei nostri pressatori a saluire, il rimanente 85% è da impuatre alla cattiva esecuzione dei calci; non ho mai visto, dai tempi di Domingues, un nostro calcio salire così in cielo, da vederlo ridiscendere insieme alle maglie azzurre....
Infine i grub: ci riescono solo quando li facciamo con la doppia limitazione di accetare un guadagno linitato di campo e che siano indirizzati comunque in touche: non ricordo un grub che sia stato ripreso da un azzurro.
6) La nostra mischia è forte, ok; eppure mi appare evidente un grosso limite, che non ho capito se dipende di più dalla cattiva organizzazione o dalla esasperata fiducia che abbiamo nel pack (rispetto ai trequarti).
Il limite è questo: troppe energie spese e troppe rinunce ad alternative rispetto alla "caciotta" che portiamo a casa: perciò troppe persone a ripulire il pallone (ma se ce ne mettiamo di meno ce lo soffiano); troppo tempo per far uscire la palla (che paghi a caro prezzo quando gli avversari sono assorbiti e ci sarebbe il tempo e lo spazio per un attacco "serio"); mini-unit che perdono terreno anzichè guadagnarlo, troppe infrazioni, scarsissima capacità di ball-handling di tutta la mischia (escluso Parisse ma compresi Castro e Zanni....); senza contare che la touche è lacunosa.
7) Linee di corsa e capacità di fare il sostegno rappresentano un altro nostro grande problema; problema che hanno sia i trequarti che gli uomini di mischia e che tra l'altro crea una miscela esplosiva unendosi allo scarso ball-handling: se chi ha la palla la tratta male e chi riceve non si sa proporre come dovrebbe, è difficile pensare di fare meta.
Forse dovremo prendere un luminare del rugby non per metterlo ad allenare la nazionale A ma per metterlo a capo degli allenatori di rugby italiani....
A proposito, per i puristi: avete visto come ha passato la palla Habana in ocasione delle due mete contro di noi ?
In questo senso, tra i nostri, solo Parisse sta "studiando" in questa via di eclettismo e innovazione: gli altri sono rimasti alle capocciate....