6 nazioni 2010: qualche riflessione a freddo
Inviato: 22 mar 2010, 10:32
Visto che siamo al lunedì successivo, che io stesso ho sbollito un po' il clima partita, forse si può fare un po' di ragionamenti a mente un po' più fredda su questo sei nazioni. Scusate per il papiro e per le tante cose scomposte e scritte un po' approssimativamente.
Si legge da tante parti un clima che forse è eccessivo. Se l'anno scorso il nostro sei nazioni è stato veramente fallimentare, quest'anno le cose sono da leggersi diversamente e in maniera più positiva.
- la difesa è veramente migliorata. Non è giusto guardare solo la statistica dei punti presi, ha poco senso se non la si confronta con altri fondamentali fattori, ad esempio con il numero totale dei placcaggi e con il numero dei placcaggi mancati. E soprattutto se non si mette in rapporto il numero nostro di placcaggi e quello dei nostri avversari. Regolarmente facciamo il doppio dei placcaggi dei nostri avversari, chiunque essi siano: questo significa che non possiamo dire nulla al cuore di questa squadra. Mallet ha detto che sabato lo spogliatoio sembrava un ospedale da campo. Entriamo per combattere, lottiamo anche a 5 cm dalla meta. Facciamo un numero di placcaggi che nessun altra squadra fa e quest'anno il numero di placcaggi mancati è stato sensibilmente basso e in media con le squadre più forti. Poi la difesa è anche questione di riposizionamento e di organizzazione, ovviamente: qui un Gower, ad esempio, ci ha dato una mano pazzesca, basti vedere che meta ha salvato sabato (su Hook mi pare).
- in attacco abbiamo mostrato qualche piccolo sprazzo di fantasia in più, ma molto legato ad invenzioni dei singoli. Qualche buona giocata con Gower, una buona intesa Gower-Garcia. Ci manca veramente la possibilità di giocare con un MM che dia molto più ritmo e imprevedibilità. Le difese altrui sono sempre riposizionate al meglio perché il nostro multifase o non esiste del tutto e se lo facciamo (o per meglio dire tentiamo di farlo) parte dopo minuti di interminabile attesa. Canavosio in questo ha mostrato in questo sei nazioni di avere questo genere di capacità: parte dal raggruppamento, apre bene, è uno dei pochi a seguire sempre a sostegno. Cerchiamo correttamente di usare il pick & go per aprire le difese e avremmo uomini come Castro, Geldenhuys, Vosawai per farlo. Ma siamo talmente lenti che quando lo facciamo diventa esclusivamente sudore gettato. Non dico i francesi, ma gli stessi scozzesi e gallesi partono con le loro unità di avanti a folate di 2-3-4 botte secche e poi aprono veloci al largo trovando puntualmente il buco. Le difese si aprono, si creano le occasioni di metà, si concretizza il multifase. La nostra cronica lentezza, ancora più accentuata con il buon Tebaldi, è una ragione di una attacco farraginoso, dove spesso Gower deve fare i miracoli per tenere l'ovale che gli arriva male, tardi e con 3 placcatori già intorno.
- Placcare così tanto, difendersi così bene: se è un miglioramento indubitabile ci porta ad essere boccheggianti già al 50. Il turn over è essenziale, già prima degli incontri, già prima del classico 60-65 quando cambiamo la prima linea in campo.
- La testa di questa squadra è cresciuta: anche se siamo sotto di 20 diamo segnali di voglia di ripresa. Che sia Mirco che piglia il seconda linea avversario per il baverino, che sia che vogliamo ancora correre e attaccare, magari disordinatamente e scompostamente, che sia Castro che si improvvissa in ogni ruolo in campo, ma la voglia c'è. E questo è un segnale positivo: non arrendersi mai, cercare la meta anche sotto di 30. E' in definitiva la prima regola del rugby.
- Capitolo lentezza delle scelte: per me la nota di maggior demerito dell'attuale staff. Ne ho già parlato altrove. La nostra mischia contro i gallesi è tornata a spingere e a dare l'idea di essere la mischia che avevamo solo a novembre quando sono usciti Totò, Sole. Si è visto qualche sprazzo della nostra mischia di una volta. Se questi giocatori sono bolliti, si sostituiscono da subito: tanto più che a piloni non siamo messi affatto male, tanto più che Aguero ha dimostrato di valere il campo, come Rouyet o lo stesso buonissimo Rizzo di quest'anno. Io adoro Totò, ma da metà sei nazioni 2010 in avanti era bollitissimo. Molti altri giocatori, anche a causa di un torneo dispendioso perché giocato ai nostri pazzeschi ritmi difensivi (regolarmente il doppio dei placcaggi effettuati delle altre squadre), andavano girati molto prima. La lentezza di Mallet e co. a correre ai ripari è cronica: i casi di Tebaldi, Castro l'anno scorso, Canale 2 anni fa sono solo alcuni. Dall'altro lato della medaglia ci sono gli interventi aprioristici dove ci mette 2 anni a cambiare. I Mc Lean perfetti ad estremo schierati a MA. L'accorgersi che Masi dopo essere stato girato per tutto il campo gioca bene centro e ha buona intesa con Canavosio dopo 3 anni che è Ct. Non parliamo poi dei mediani di mischia con un Picone che inspiegabilmente non è mai stabilmente nella rosa (questo accadeva anche con BBZ a dire il vero) e le prove dell'unico MA "giovane" spendibile che abbiamo spostato a MM.
- Capitolo scelte alternative. Se Gower sta giocando bene e ha dimostrato di valere quel ruolo però si potrebbe anche provare qualche volta un Orquera, un Bocchino. Non possiamo sempre trovarci nel pieno del 6 nazioni ad inventare cose tipo Bocchino MM. In alcuni reparti è stato costruito un numero di scelte significative, con giocatori che hanno visto bene e continuativamente il campo (prima linea, seconda, terza). In altri ruoli no. L'8 è scoperto, il MA ha visto giocare solo e sempre Gower, a centri abbiamo messo un Pratico sempre più fuori da questi livelli. Dopo il monumentale Mc Lean ad estremo chi metteremmo? Marcato? Masi?
- L'involuzione peggiore è arrivata in touche. Qui l'assenza del buon Sergione si è sentita tantissimo. Perché al piede nel corso del torneo siamo cresciuti: se non abbiamo un Parks con il suo millimetro però dalle prestazioni mediocri al piede di novembre e contro l'Irlanda siamo cresciuti. Abbiamo trovato un buon piazzatore, Mirco, con carisma e percentuali più alte di suo colleghi più titolati. Invece l'unica grande pecca resta la touche (anche nelle scelte, tipo lanciare da suicidio sull'ultimo blocco nei nostri 22...). Vediamo se il rientro di Sergio contribuirà a migliorarla.
- Capitolo "cambiamo Mallet". Allo stato attuale sarebbe, per me, una cosa completamente sbagliata. Manca un anno al mondiale. Qualche risultato buono si è visto. Al buon Nick si dovrebbero associare collaboratori (anche gli attuali, che tirassero fuori di più il carattere) di carisma che segnalassero con una certa velocità cose di cui poi magari Mallet stesso si accorge... dopo qualche anno (toh, Masi gioca bene centro...).
- Capitolo "facciamo schifo ai polli". Dopo ogni sei nazioni arrivano i catastrofisti, quelli per cui "mai saremmo dovuti entrare", "facciamo ridere" ecc. Io dico invece che, per di più in un rugby che evolve tantissimo nei ritmi, nei fisici, nel gioco, in tutto, noi stiamo sempre più positivamente arrivando a dimostrare che questi livelli non ci sono poi così lontani. Non facciamo schifo ai polli: alterniamo partite ottime (per i nostri standard) con partite meno buone (coi francesi attuali è difficile per chiunque, figuriamoci per noi che mal sopportiamo il loro gioco veloce e ipercreativo). E' ovvio che non siamo la Francia. Ma chi inizia da zero, in serie C magari, sa quanto sia dura crescere, avvicinarsi ai livelli di squadre che giocano già da 10 anni a quei livelli. Qui, nel rugby, non ci si inventa nulla: il tempo è un fattore che non si può eludere. Il lavoro è un altro fattore che non si può lasciare indietro. Se per imparare da zero decentemente a stare in campo ci metti un anno noi per giocare a questi livelli ci dobbiamo mettere il tempo che serve e il grado di confronto continuativo che serve (capitolo Celtic). E ogni anno c'è un mattoncino da costruire. Non mettiamoci fretta, non prentediamo di vincere il sei nazioni domani, i francesi ci hanno messo 60 anni. Lavoriamo sul lungo periodo usando il traino 6 nazioni. Traino che innegabilmente c'è: qui nella provincia di Va dalle 2 storiche squadre di 5 anni fa si è passati alle attuali 5 squadre, con una nuova appena nata che sarà, spero, la sesta. Il movimento cresce, l'interesse anche. Non ci buttiamo giù e facciamo ambiente. Perché a volte mi pare che ci siano persone che quasi godono delle sconfitte per metterci il dito nella piaga di difetti che ci sono e che certo non hanno bisogno di essere accresciuti...
A voi.
Si legge da tante parti un clima che forse è eccessivo. Se l'anno scorso il nostro sei nazioni è stato veramente fallimentare, quest'anno le cose sono da leggersi diversamente e in maniera più positiva.
- la difesa è veramente migliorata. Non è giusto guardare solo la statistica dei punti presi, ha poco senso se non la si confronta con altri fondamentali fattori, ad esempio con il numero totale dei placcaggi e con il numero dei placcaggi mancati. E soprattutto se non si mette in rapporto il numero nostro di placcaggi e quello dei nostri avversari. Regolarmente facciamo il doppio dei placcaggi dei nostri avversari, chiunque essi siano: questo significa che non possiamo dire nulla al cuore di questa squadra. Mallet ha detto che sabato lo spogliatoio sembrava un ospedale da campo. Entriamo per combattere, lottiamo anche a 5 cm dalla meta. Facciamo un numero di placcaggi che nessun altra squadra fa e quest'anno il numero di placcaggi mancati è stato sensibilmente basso e in media con le squadre più forti. Poi la difesa è anche questione di riposizionamento e di organizzazione, ovviamente: qui un Gower, ad esempio, ci ha dato una mano pazzesca, basti vedere che meta ha salvato sabato (su Hook mi pare).
- in attacco abbiamo mostrato qualche piccolo sprazzo di fantasia in più, ma molto legato ad invenzioni dei singoli. Qualche buona giocata con Gower, una buona intesa Gower-Garcia. Ci manca veramente la possibilità di giocare con un MM che dia molto più ritmo e imprevedibilità. Le difese altrui sono sempre riposizionate al meglio perché il nostro multifase o non esiste del tutto e se lo facciamo (o per meglio dire tentiamo di farlo) parte dopo minuti di interminabile attesa. Canavosio in questo ha mostrato in questo sei nazioni di avere questo genere di capacità: parte dal raggruppamento, apre bene, è uno dei pochi a seguire sempre a sostegno. Cerchiamo correttamente di usare il pick & go per aprire le difese e avremmo uomini come Castro, Geldenhuys, Vosawai per farlo. Ma siamo talmente lenti che quando lo facciamo diventa esclusivamente sudore gettato. Non dico i francesi, ma gli stessi scozzesi e gallesi partono con le loro unità di avanti a folate di 2-3-4 botte secche e poi aprono veloci al largo trovando puntualmente il buco. Le difese si aprono, si creano le occasioni di metà, si concretizza il multifase. La nostra cronica lentezza, ancora più accentuata con il buon Tebaldi, è una ragione di una attacco farraginoso, dove spesso Gower deve fare i miracoli per tenere l'ovale che gli arriva male, tardi e con 3 placcatori già intorno.
- Placcare così tanto, difendersi così bene: se è un miglioramento indubitabile ci porta ad essere boccheggianti già al 50. Il turn over è essenziale, già prima degli incontri, già prima del classico 60-65 quando cambiamo la prima linea in campo.
- La testa di questa squadra è cresciuta: anche se siamo sotto di 20 diamo segnali di voglia di ripresa. Che sia Mirco che piglia il seconda linea avversario per il baverino, che sia che vogliamo ancora correre e attaccare, magari disordinatamente e scompostamente, che sia Castro che si improvvissa in ogni ruolo in campo, ma la voglia c'è. E questo è un segnale positivo: non arrendersi mai, cercare la meta anche sotto di 30. E' in definitiva la prima regola del rugby.
- Capitolo lentezza delle scelte: per me la nota di maggior demerito dell'attuale staff. Ne ho già parlato altrove. La nostra mischia contro i gallesi è tornata a spingere e a dare l'idea di essere la mischia che avevamo solo a novembre quando sono usciti Totò, Sole. Si è visto qualche sprazzo della nostra mischia di una volta. Se questi giocatori sono bolliti, si sostituiscono da subito: tanto più che a piloni non siamo messi affatto male, tanto più che Aguero ha dimostrato di valere il campo, come Rouyet o lo stesso buonissimo Rizzo di quest'anno. Io adoro Totò, ma da metà sei nazioni 2010 in avanti era bollitissimo. Molti altri giocatori, anche a causa di un torneo dispendioso perché giocato ai nostri pazzeschi ritmi difensivi (regolarmente il doppio dei placcaggi effettuati delle altre squadre), andavano girati molto prima. La lentezza di Mallet e co. a correre ai ripari è cronica: i casi di Tebaldi, Castro l'anno scorso, Canale 2 anni fa sono solo alcuni. Dall'altro lato della medaglia ci sono gli interventi aprioristici dove ci mette 2 anni a cambiare. I Mc Lean perfetti ad estremo schierati a MA. L'accorgersi che Masi dopo essere stato girato per tutto il campo gioca bene centro e ha buona intesa con Canavosio dopo 3 anni che è Ct. Non parliamo poi dei mediani di mischia con un Picone che inspiegabilmente non è mai stabilmente nella rosa (questo accadeva anche con BBZ a dire il vero) e le prove dell'unico MA "giovane" spendibile che abbiamo spostato a MM.
- Capitolo scelte alternative. Se Gower sta giocando bene e ha dimostrato di valere quel ruolo però si potrebbe anche provare qualche volta un Orquera, un Bocchino. Non possiamo sempre trovarci nel pieno del 6 nazioni ad inventare cose tipo Bocchino MM. In alcuni reparti è stato costruito un numero di scelte significative, con giocatori che hanno visto bene e continuativamente il campo (prima linea, seconda, terza). In altri ruoli no. L'8 è scoperto, il MA ha visto giocare solo e sempre Gower, a centri abbiamo messo un Pratico sempre più fuori da questi livelli. Dopo il monumentale Mc Lean ad estremo chi metteremmo? Marcato? Masi?
- L'involuzione peggiore è arrivata in touche. Qui l'assenza del buon Sergione si è sentita tantissimo. Perché al piede nel corso del torneo siamo cresciuti: se non abbiamo un Parks con il suo millimetro però dalle prestazioni mediocri al piede di novembre e contro l'Irlanda siamo cresciuti. Abbiamo trovato un buon piazzatore, Mirco, con carisma e percentuali più alte di suo colleghi più titolati. Invece l'unica grande pecca resta la touche (anche nelle scelte, tipo lanciare da suicidio sull'ultimo blocco nei nostri 22...). Vediamo se il rientro di Sergio contribuirà a migliorarla.
- Capitolo "cambiamo Mallet". Allo stato attuale sarebbe, per me, una cosa completamente sbagliata. Manca un anno al mondiale. Qualche risultato buono si è visto. Al buon Nick si dovrebbero associare collaboratori (anche gli attuali, che tirassero fuori di più il carattere) di carisma che segnalassero con una certa velocità cose di cui poi magari Mallet stesso si accorge... dopo qualche anno (toh, Masi gioca bene centro...).
- Capitolo "facciamo schifo ai polli". Dopo ogni sei nazioni arrivano i catastrofisti, quelli per cui "mai saremmo dovuti entrare", "facciamo ridere" ecc. Io dico invece che, per di più in un rugby che evolve tantissimo nei ritmi, nei fisici, nel gioco, in tutto, noi stiamo sempre più positivamente arrivando a dimostrare che questi livelli non ci sono poi così lontani. Non facciamo schifo ai polli: alterniamo partite ottime (per i nostri standard) con partite meno buone (coi francesi attuali è difficile per chiunque, figuriamoci per noi che mal sopportiamo il loro gioco veloce e ipercreativo). E' ovvio che non siamo la Francia. Ma chi inizia da zero, in serie C magari, sa quanto sia dura crescere, avvicinarsi ai livelli di squadre che giocano già da 10 anni a quei livelli. Qui, nel rugby, non ci si inventa nulla: il tempo è un fattore che non si può eludere. Il lavoro è un altro fattore che non si può lasciare indietro. Se per imparare da zero decentemente a stare in campo ci metti un anno noi per giocare a questi livelli ci dobbiamo mettere il tempo che serve e il grado di confronto continuativo che serve (capitolo Celtic). E ogni anno c'è un mattoncino da costruire. Non mettiamoci fretta, non prentediamo di vincere il sei nazioni domani, i francesi ci hanno messo 60 anni. Lavoriamo sul lungo periodo usando il traino 6 nazioni. Traino che innegabilmente c'è: qui nella provincia di Va dalle 2 storiche squadre di 5 anni fa si è passati alle attuali 5 squadre, con una nuova appena nata che sarà, spero, la sesta. Il movimento cresce, l'interesse anche. Non ci buttiamo giù e facciamo ambiente. Perché a volte mi pare che ci siano persone che quasi godono delle sconfitte per metterci il dito nella piaga di difetti che ci sono e che certo non hanno bisogno di essere accresciuti...
A voi.