Londra Rugby Expo: noi sì che siamo furbi!
Inviato: 9 nov 2010, 14:39
http://rugby1823.blogosfere.it/2010/11/ ... liana.html
Si svolge tra oggi e domani a Londra il Rugby Expo, l'appuntamento annuale della palla ovale mondiale. Non si parla di rugby giocato, ma l'attenzione si concentra sulle politiche ovali, su marketing, nuove tecnologie e sviluppo di Ovalia. Una due giorni con incontri interessanti, spunti e idee che potrebbero rilanciare anche l'ovale italico. Ma l'Italia lo snobba e nessuno, dagli Aironi alla Fir, passando per Treviso vi è andato. Peccato.
Eppure il programma dell'edizione 2010 non è niente male e ci sono almeno un paio di conferenze che sarebbe stato interessante vivere direttamente. Come quella tenutasi questa mattina e che aveva come titolo "Facebook e gli altri social media". Un incontro in cui si è discusso delle opportunità che i nuovi canali comunicativi danno alle Federazioni e ai club per mantenere un rapporto più stretto e costante con tifosi e appassionati. Un veicolo che, da noi, solo poche realtà hanno saputo comprendere e sfruttare. Gli Aironi sono una delle società che più a fatto sui social network, gestendo la nascita della società e anticipando il sito internet proprio su Facebook, un luogo che ora per i tifosi della formazione lombardo-emiliana è diventato un punto fisso d'incontro. O la Federazione che, piano piano, sta prendendo confidenza con il mezzo. Ma la strada è ancora lunga, le reali potenzialità non ancora comprese ed espresse e una presenza italiana sarebbe stata, sicuramente, utile.
E cosa dire dell'appuntamento di oggi pomeriggio in cui si parla di Tv, di espansione della visibiltità, di crescita economica legata alla televisione? Un tema di stringente attualità qui da noi. E domani mi sarebbe piaciuto che qualche federale avesse buttato via un'oretta a cercare di comprendere come il rugby possa guadagnare dall'ingresso olimpico, di come il rugby seven sia un'opportunità sia per i Paesi in cui il rugby è in sviluppo sia per quelli in cui è già una realtà consolidata.
E, al di là degli appuntamenti tematici, vivere questa due giorni a contatto con chi da decenni vive in maniera professionale e professionistica il rugby non avrebbe certo fatto male ai nostri dirigenti. Magari convincendoli che è il caso di alzare quella benedetta asticella che usano per misurare il professionismo e la professionalità. E rendersi conto che, nonostante le belle parole e le convinzioni, l'Italia ovale è ancora un dilettante allo sbaraglio.
Si svolge tra oggi e domani a Londra il Rugby Expo, l'appuntamento annuale della palla ovale mondiale. Non si parla di rugby giocato, ma l'attenzione si concentra sulle politiche ovali, su marketing, nuove tecnologie e sviluppo di Ovalia. Una due giorni con incontri interessanti, spunti e idee che potrebbero rilanciare anche l'ovale italico. Ma l'Italia lo snobba e nessuno, dagli Aironi alla Fir, passando per Treviso vi è andato. Peccato.
Eppure il programma dell'edizione 2010 non è niente male e ci sono almeno un paio di conferenze che sarebbe stato interessante vivere direttamente. Come quella tenutasi questa mattina e che aveva come titolo "Facebook e gli altri social media". Un incontro in cui si è discusso delle opportunità che i nuovi canali comunicativi danno alle Federazioni e ai club per mantenere un rapporto più stretto e costante con tifosi e appassionati. Un veicolo che, da noi, solo poche realtà hanno saputo comprendere e sfruttare. Gli Aironi sono una delle società che più a fatto sui social network, gestendo la nascita della società e anticipando il sito internet proprio su Facebook, un luogo che ora per i tifosi della formazione lombardo-emiliana è diventato un punto fisso d'incontro. O la Federazione che, piano piano, sta prendendo confidenza con il mezzo. Ma la strada è ancora lunga, le reali potenzialità non ancora comprese ed espresse e una presenza italiana sarebbe stata, sicuramente, utile.
E cosa dire dell'appuntamento di oggi pomeriggio in cui si parla di Tv, di espansione della visibiltità, di crescita economica legata alla televisione? Un tema di stringente attualità qui da noi. E domani mi sarebbe piaciuto che qualche federale avesse buttato via un'oretta a cercare di comprendere come il rugby possa guadagnare dall'ingresso olimpico, di come il rugby seven sia un'opportunità sia per i Paesi in cui il rugby è in sviluppo sia per quelli in cui è già una realtà consolidata.
E, al di là degli appuntamenti tematici, vivere questa due giorni a contatto con chi da decenni vive in maniera professionale e professionistica il rugby non avrebbe certo fatto male ai nostri dirigenti. Magari convincendoli che è il caso di alzare quella benedetta asticella che usano per misurare il professionismo e la professionalità. E rendersi conto che, nonostante le belle parole e le convinzioni, l'Italia ovale è ancora un dilettante allo sbaraglio.