Corner Clubs
Inviato: 22 mag 2011, 9:51
Mi sembra che sempre più spesso, anche per argomenti rugbystici di varia natura, emerga sempre più frequentemente il concetto di CLUB, FRANCHIGIA, BILANCIO, ATTIVITA' DI PROPAGANDA, ecc, che sono i reali obiettivi di qualsiasi rugby Club.
Forse, visto che ci sono nel forum parecchi esperti, ma anche solo persone che si interessano e ragionano del rugby italiano in generale, varrebbe la pena aprire un thread nuovo in cui postare idee ed opinioni sulla struttura e gli obiettivi preminenti, ma anche le procedure, se mai si volesse, del Club di rugby.
Mi si dirà che ci sono Club poverissimi (io faccio anche il presidente di uno di questi), altri che, insomma, a fine stagione riescono a barcamenarsi e a far giocare 200/400 giovani e altri, credo un numero pittosto esiguo, che invece (beati loro) dicono di avere tanti problemi ma sbarcano il lunario con budget milionari (credo non più di una quindicina in tutta Italia).
Non posso dire di aver sempre visto una grande differenza di professionalità (almeno negli ultimi 20 anni circa) relativamente connessa a costi annui elevati o medi, ma posso dire con molta tranquillità che budget ingenti solitamente risolvo problemi (di varia natura e genere) di prime squadre importanti.
Cioè, il costo per l'attività giovanile, mi sembra che sia molto simile per tutti; con un risvolto interessante: là dove la formazione dei giovani diventa il flesso di un futuro gioco di qualità o povero, là non ci sono i migliori allenatori (che credo che debbano essere pagati di più del bravo, o bravissimo e insostituibile "volontario", spesso mal pagato o non pagato del tutto, che però, in situazioni di grande difficoltà ma anche "cuore" porta avanti un lavoro spessissimo insostituibile). Come in tutti i sistemi capitalistici, chi ha di più, spesso riesce anche a porre dei buoni allenatori nelle giovanili e a ottenere dei parchi-giocatori a basso prezzo per alta/media qualità. Cioè, se fosse vero quello che dico: chi ha più soldi riesce anche a formare meglio i giovani; chi non ne ha si deve arrangiare come può, sapendo fin dall'inizio che la qualità dell'operato tecnico e formativo del Club rimane molto bassa. Questo, per me, è ben visibile in moltissime realtà della Serie C, tant'è che alcuni, ancora troppo pochi presidenti, hanno optato per progetti più virtuosi e meno visibili in tempi brevi: "metto un buon staff nelle giovanili (che mi costa come un unico staff nella prima squadra) ma nel giro di 3/5 anni mi ritrovo dei seniores di discreto valore (a costo relativamente accettabile, perchè c'è l'ammortamento) da inserire con successo in prima squadra e tentare il grande sogno: serie B o anche di più." . Non so bene se pure con questo ultimo ragionamento, che ritengo sicuramente più apprezzabile del precedente e invalso, sia possibile a far ragionare consigli direttivi diversi sul concetto di franchigia (a cui credo, comunque, si debba tendere).
Spero di innescare qualche discussione costruttiva e intelligiente. Buon rugby
Forse, visto che ci sono nel forum parecchi esperti, ma anche solo persone che si interessano e ragionano del rugby italiano in generale, varrebbe la pena aprire un thread nuovo in cui postare idee ed opinioni sulla struttura e gli obiettivi preminenti, ma anche le procedure, se mai si volesse, del Club di rugby.
Mi si dirà che ci sono Club poverissimi (io faccio anche il presidente di uno di questi), altri che, insomma, a fine stagione riescono a barcamenarsi e a far giocare 200/400 giovani e altri, credo un numero pittosto esiguo, che invece (beati loro) dicono di avere tanti problemi ma sbarcano il lunario con budget milionari (credo non più di una quindicina in tutta Italia).
Non posso dire di aver sempre visto una grande differenza di professionalità (almeno negli ultimi 20 anni circa) relativamente connessa a costi annui elevati o medi, ma posso dire con molta tranquillità che budget ingenti solitamente risolvo problemi (di varia natura e genere) di prime squadre importanti.
Cioè, il costo per l'attività giovanile, mi sembra che sia molto simile per tutti; con un risvolto interessante: là dove la formazione dei giovani diventa il flesso di un futuro gioco di qualità o povero, là non ci sono i migliori allenatori (che credo che debbano essere pagati di più del bravo, o bravissimo e insostituibile "volontario", spesso mal pagato o non pagato del tutto, che però, in situazioni di grande difficoltà ma anche "cuore" porta avanti un lavoro spessissimo insostituibile). Come in tutti i sistemi capitalistici, chi ha di più, spesso riesce anche a porre dei buoni allenatori nelle giovanili e a ottenere dei parchi-giocatori a basso prezzo per alta/media qualità. Cioè, se fosse vero quello che dico: chi ha più soldi riesce anche a formare meglio i giovani; chi non ne ha si deve arrangiare come può, sapendo fin dall'inizio che la qualità dell'operato tecnico e formativo del Club rimane molto bassa. Questo, per me, è ben visibile in moltissime realtà della Serie C, tant'è che alcuni, ancora troppo pochi presidenti, hanno optato per progetti più virtuosi e meno visibili in tempi brevi: "metto un buon staff nelle giovanili (che mi costa come un unico staff nella prima squadra) ma nel giro di 3/5 anni mi ritrovo dei seniores di discreto valore (a costo relativamente accettabile, perchè c'è l'ammortamento) da inserire con successo in prima squadra e tentare il grande sogno: serie B o anche di più." . Non so bene se pure con questo ultimo ragionamento, che ritengo sicuramente più apprezzabile del precedente e invalso, sia possibile a far ragionare consigli direttivi diversi sul concetto di franchigia (a cui credo, comunque, si debba tendere).
Spero di innescare qualche discussione costruttiva e intelligiente. Buon rugby