Ergo riprendo l'ultimo commento (che io reputo interessante) e provo a spostare il tutto qui.
run ha scritto:
Il tempo è galantuomo. Si stà verificando quanto previsto da quei pochi che hanno osato mettere in dubbio le (scellerate) scelte federali.
Per accontentare (...o meglio, arricchire) i soliti noti, un bel giorno si è deciso di sperperare i soldi federali e di mandare treviso e viadana in celtic league.
Soldi che, se meglio impiegati, sarebbero serviti invece a consolidare molte realtà locali che pescano sul territorio, nonché a formare giovani tecnici (magari con interscambi con altre federazioni) e a rilanciare il campionato nazionale. Insomma... ad investire nel futuro.
Tralatro qualsiasi federazione sportiva in Italia è preposta alla diffusione e allo sviluppo dell'attività sportiva su TUTTO il territorio nazionale, e non è previsto (con i soldi pubblici) di mettersi a fare quello che spetta ai clubs.
Ci ritroviamo a spendere (tanti) soldi per pagare lo stipendio agli elefanti morenti che, dopo lunga e onorata carriera, difficilmente avrebbero ottenuto contratti remunerativi all'estero e, contemporaneamente, a perpretare colpevolmente la desertificazione rugbyistica che oggi affligge maggiormente il sud ma che, prima o poi, si estenderà progressivamente a tutto lo stivale.
Un decennio di aspettative, di soldi e di enorme potenziale è stato letteralmente gettato al vento da una dirigenza federale avida e incapace, con buona complicità di realtà come treviso e viadana che su questa situazione hanno imposto il bello e il cattivo tempo.
Vedere le belle principessine (treviso e viadana appunto) prendere sonori schiaffoni, non può che farmi sorridere. Ma è un sorriso amaro perché è la cartina tornasole del fallimento di un intero movimento. Chi, come il sottoscritto, al rugby ha dato tanto in decenni di passione (da giocatore e da appassionato), non può che dolersi di vedere il baratro che ci aspetta a breve. Finita una generazione (ipersfruttata) che ci ha tenuto a galla (con il decisivo aiuto degli oriundi e degli equiparati) stanno per venire al pettine tutti i nodi del mancato rinnovo e sviluppo del rugby di base.
Non ha senso dire che la celtic league possa servire a far fare un salto di qualità ai nostri giovani se questi poi sono pochi e di scarsa qualità. Se arrivi a venti e passa anni senza con ancora grosse lacune tecniche, non c'è celtic league che possa risolvere la situazione. E' come mandare per forza all'università gente che sà a malapena leggere e scrivere. E la FIR appunto non si è preoccupata della scuola inferiore per fare un'analogia.
Gli 82 punti presi da una pseudo-franchigia che vuole somigliare a realtà professionistiche serie senza averne le basi, sono un altro campanello di allarme. L'ennesimo. La Nazionale a breve (due o tre anni al massimo) subirà la stessa sorte. E forse qualcuno in Europa comincerà a chiedersi se conviene tenere gli italiani nel rugby che conta. Anzi, in molti già se lo chiedono (andate a vedere i commenti su Plante Rugby, tanto per farvi un'idea).
